Critica Sociale - XXXIII - n. 8 - 16-30 aprile 1923
, C.Rf'ficASùèiAt:! ' ma di « ,aibborninevole dispo-tismo ,, e queil'or1ena \ amen to di pensiero', o, seoondo 10110,di « vuota { rà.sl} ologi:a», ha frequenbi p,a,ralleli_nell'atteg.gia– mento di aiggr:es.sività , aspra e denigratrice, che essi· più volte hanno assunto . contro uomini e 006e del loro paese: basterebbe ricordare le po– ·iemiche contro E. Duhring .e K. Vogt, di. una. violen:z;a c;he non misura i'c.olp.i, e l'acerbità dello lom c11itiche verso lo stesso· Lassalle. Ma si guardi, fra. gh · stessi. documenti che il Guillaume adduce, 1( frò nte a lle aspr,e parole· .per l'ignoranza pret.enziosa d.ei delegati pariginj d,elT'lnt ocnamona~e ('pr:oudhon,iani e oon a.bba– stanza anti:bonapa.ttisti: " Proudhon ha fatto un male eìior,me », spiega· Marx nella .lettera del \:l ottol;>re 1865 al Kugelmami), · il Tammarico di non av,e:,ra Pé!.rigi _nessuno che possa mettersi in rapporto con le siezioonifr.ançesi o.stili ai pr:ou– dhoni,aTui (<<'eson la maggioranza!» dice Marx ad Engels) e la soddisJa.zione per l•a suc;ces.">iva donversi,on_e del Parti ouvrier, çon Guesde, Ma– loo (e, crede Marx. anche Clemenceau) al <•mo– derno soc;ialismo .scientifico» (68). Ma era il so– cialismo tedesco, osserva il Guillaume, che com– .menta: « commc tout cela est édilìant! » e chia– ma cinismo la. soddisfazione con la quale Marx pensa 'di poter aver,e, lwi ed -Engels, nelle loro man( alla prossima rivoluzione il potente stru– mento dell'Internazionale. E non in-tende che questo potrà es~ere orgoglio, potrà essere dogmatismo,· potl"à ~sere fede esclu– siva, 'e magari anche Jntolle:,rante, nella v~rit.à della propria dottrina ,e·nell 'eifìcacié!- del proprio metodo d 'aziooo; ma non· è pange:,rmanismo: che se la _frazione tedesca d.ell 'Internazionale <1vess,e segu,ito altri anzièhè loro (e,ome sarebbe proiJabil– ment.e accaduto, ,se, Lassall,e non fosse già rnorto fin dal 18~Vi) avrebbe essa pUire se·ntito di quali carezze i due amici s,ap,es.sero gratificare anche i Jo,ro connazionali! (69). Non è senza significato' il fatto c])e tutte le espmssioni del 'compiacimento di Marx ed Engéls per il p,redominio del socialismo tedesco siano posteriori• .alla scomparsa del loro grande anta, gonista, che,. viv:o, ben più d·i lo,ro aveva saputo affaiscinare. le masse e dominare il moviment.6 operaio in Geirmania: « Il .soc.ta.l 1 ismo tedesco » dopo la morte di Lassa.li&, che a,veva segnato il passa,ggio della di,rezjone de!' movimento germa– nico, nelle manì · di Marx e di• Engels, significa per loro. sempllicement.e la propria dottrina. E quell'espressione « socialismo tedesco » non· ;, neppure introdotta ·cta I.oro; ma è. nulla più _che la.' ripetizione della formula che veniva· adope– rata, entro la stessa· Internazionale e fuO'I'i. da rappresen.tanti di al,tre· nazioni, avvei:si al. loro indi:Mz7,0o gelosi: del )oro P'.l'eva:lere (10). Se ~az-- (68) "Cfì-. PetÌiet.òlariQ M~~-Engèls · e 8ri~fe 110n J. Becker, Dietzgen, Engeia, Mara: u. a. a11F. A. Sorge (Stuttgart, 1906), a p. 170. . .. .. • .. · (69) Ne'! pub'blioare le critiche di Mar.x al lassaliano Pro– •grlimma di Gotha, Engels diohiarava di omettere o supplire con .Punti i giudizi pereonalmeQte offensivi; nè tuttavia la cri– tica appare, anche dopo quei ta.gli, eccessivamente blanda. -(70) Nel Ma.nifealo dei comunisti Marx ed Engels chiama- vano ,òcia.liamo tedeaco il ooai detto • vero socialismo • di K. O:nin. E questo 1ociali8mo tedésco ooi suo • goffi esercizi IIOi>lll'iitfoi • e la sua Ìdèa!iz1.&Zione della. nazione tedesca,, del piooòlo -borgh•e tedesco· e della. sua b1111sezza, ~i c!)ip,rono oon feroci •~wmi implaolibilmente. · · ' zini C:eplo•rava che l'Inlernazionale fosse « domi– ; rrnta da un Marx tedesco ", i H':rt1.ncesi,e s1Jec-ial– . meni.e i piroudhon,ian!i, sentivano (come scrive Marx a SOJ'ge nel 1880) offeso aa ciò il loro sen– ~1mento nazionale; e ·già nel 1i;i1 Marx osservava in una lettera al Bolte': " ~i vuole c:11enel Con– Sliglic, generale regni il pari/germanismo e il b1- smarcKismo. li fa~to è cne 10 ho. il torto imper– don,abtl,e d ·ess·er ~edesco e d'esercitare s:ul Con– sd,glio generrula un'inllusso inte.UetLuale deci– sivo»'.· (71). Certo· egli s'era compiaciuto die la preµonde– ranza germanica, conseguita alla guerra cLel 18,0, trasporLasse il centro cti ·gr-av,ità del movimento operaio continentale dalla l''rancia a.Ila Germania, perchè ciò s.i.gnificava (1ettera ad Engels del ·~o lUrglio') il pl'eaon~"inio della !-oro uoLLrina su quella di Prnudhon. Ma non era vanitd p.ersonale, què. sta: era convinzione che il mov.imonLo proletario, assumendo ovunque t"i,ndirizzo L:heegli ore.deva 1l solo util e ed e fficace, acquistasse ormai non sol– tanto in G.er: mania; ma i-n tutte . 1 e nazioni, la po– tenza storica alla quale egLi lo voleva ,avv.iato. E non un l:)orioso compiacimento naz10nalistico egli suggerisGe alla soc~aldemocTazia, · n,ell"additarle . questo spostamento del centro di graviti!., ma la coscienza della più grav,e,. respon,sa,bilità. storicd, . per il più cirduo compito che il pro-Jetariato ger– manico doveva sentire . incomb ente sopra di sè. " Sua co·lpa, se non s u.pr<.1 adempiere queste, . compito stonco che gli è a ffidato » : queste parole di Marx,. che affermano il concetto di un missione e· di una responisal,l.ilità stovioa, si direbbero quasi scritte nello stile di Mazzini. Arte manifestazioni di chauvinisme o d"ingenuo id-ealismo dei Franoesi nè egli nè Engels avevan c;erto ·I'lispai·mlato .c.rit.ich·e,aspre ,72);· ma quando appaiono f.remenU nel timore che, ·dopo'. Sèdan, il proletariato f.r.ancese insorto s·i sacri fichi in una resistenza, che' essi ritengono orrp.ai impossibile, una rreoccupazione h ispirn: d ell'avvenire dello .stesso proletariato francese, che simile sacrificio compvomette,:reb:be chi sa per quanto tempo: « essi ;i la.vorato,ri francesi) non· hn,nno a rìcon1incia1·e il -passato,_ ma ad edificare l'avvenire». (73). E _questa pI'ec,ccupazione dell'avvendre appunto · induce ,Marx a mutair. d:opinione sull'opportunità della resisLenza disp·erata e ad ollranza, che egli ed Engels avevano da prima sconsigliata al pro– letariato 1ra11cese, ritenendola a lui impossibile e disastrosa. Es.si avevan c.reèluto che la guerra fosse e do- (71) Briefe von J.' Becker, .J.. Dietzge11, Fr. Engels. K. M,ux , u. a11deren an 1:. A. So'l"ge u, a. (Stuttgart 1906, pp. 40, 170). , ,(7~) Così all'articolo di Deleooluze il quale alla vi:gilia della . •guerra scriveva.: • La France est le seul pays de l'ldée •• ossia. commentò Marx, pell'ldea. ohe fa da se stessa. - egli annota: i francesi han ,bisogno del bastone tbrauclten Prugel); vale a dire senza. il .cozzo .con la dura. realtà non riescono a. capire l'assurdità del loro cha.11,vinùme e dell'Idea che si fa da sè. E dinanzi al Manifesto della sezione-parigina dell'Internazionale, · che dopo Sédan · invita il popolo tedesoo a ritirarsi (minac– ciando altrimenti la guerra all'ultimo sangue) e a cooperare alla repubblica. universale, Marx ed Engels fremono per il ti• more che il proleta.riato fra.ncese si sacrifich, in una resistenza ormai impossibile, e si adirano per l'ingenuità di queste spe· rani~ in una rjvoluzione .nel paese vincitore della guerra. e Se gli operai franoeai (spiega l'inélirizzo dell'Internazionale del 9 sett. 1870) non son riuscit~ ad "arrestare l'assalitore in tempo di Pa<Ìe, ps,ssono gli operai tedeschi aver maggior probabihta di trattenere il vincitore in mezzo al fragore delle armi? •· (73) Manife,to del 9 3ett. 1870. ·
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