Critica Sociale - anno XXXIII - n. 5 - 1-15 marzo 1923

• CRITICA SOCIALE successioni all'Agente delle imposte, anzichè lasciar– lo, com'ora, al Ricevitore del Registro. Se l'erede non viene a un concordato coll'Agente delle impo– ste, avrebbe la possibilità di appellarsi alla Com– missione mandamentale e poi a ·quella prnvinciale. L'Agente e le Comiuissioni avrebbero facoltà di sot– toporre a tributo non sol9 la ricche~za provata, ma pure ·quella soltanto presunta, per riuscire così ad accertare la proprietà mobiliare, che sfugge agli oc– chi del Fisco. Contro tale procedimeuto, che è quello usato per tutte le altre imposte dirette sulla ricchezza, si os– serva che il pericolo di accertamenti arb.itrarii si acuisce nell'applicazione del tributo successorio, per– chè non sempre l'erede potrà disporre di mezzi per contestare accertamenti basati sugli indizii derivanti dal tenore di vita del defunto. , on bisogna esagerare a questo proposito: molti eredi sono al· corr'ente, dall'alfa all'omega, degli in– teressi del de cuius; sono essi la gran maggioranza, perchè le trasmissioni si fanno in generale in linea , retta e sono rari i discendenti che non conoscono gli in'teressi dei genitori o degli avi a cui succedono. Quelli che non ne _sono al corrente, hanno la possi– bilità di procurarsi dai famigliari, dal notaio e clai soci negli affari le conoscenze di fatto e le prove , sufficienti per sinontare le eventuali cervellotiche presunziòni del Fisco. Le Commissioni mandamenta– li e provinciali, composte in gran parte di contri– buenti, sanno distinguere le persone che portano prove sincere o _dichiarazioni leali a difesa dei loro interessi trihutarii, dalle altre, e non si prestano ·a dar ragione al· Fisco, se questo non dimostra di averla. Non è vero che il sistema di presunzione d'attività non sia applicabile nel regime fiscale successorio, perchè, come ha affermato l'adunanza alla Camera di Commercio di Milano, « la tassa di successione « per indole sua non può colpire se non ciò cfie real– « mente esiste e si trasmette » : no, questa imposta non ha niente ai speçialè; tutti i tributi devono col– pire la ricchezza, di cui realmente si viene o si è in possesso. E nemmeno la preoccupazione che u que– « sto sistema è costoso e complicato, nonchè fonte « di infinite ed interminabili contestazioni e campo. « troppo facilmente aperto a frodi, astuzie e corru– « zioni » basta a far apbandonare questo metodo di colpire la ricchezza, finchè esso si reputa utile e conveniente per l'accertamento deì redditi e dei pa– trimonii, non solo in Italia ma all'estero non solo nella pratica di vecchie leggi, ma nella f~rmulazi.o– ne di nuovissime a carattere personale, com'è ap- punto la successoria. . S_ono parolone, che non bastano per una critica sena, queste che si leggono in un articolo di Einau– di sul « Corriere » \28 febbraio): « Abbandonare la sorte delle famiglie al giudizio « presuntivo » delle Commissioni è tale enormità, che basta enunciarla, per condannarla ». · La riforma, invece, ·sarebbe logica e opportuna. Al . Ricevitore del Registro è rimasta per tradizione sto– r\ca l'amministrazione di questo tributo, che in ori– gine era una semplice e modesta tassa, a .qasso ali– quote proporzionali, sui trasferimenti causa mortis. Il lasciar!~ ancora a questo funzionario, che ignora tutte le v1c_endepatrimoniali del <!,e cuitM, le quali so~o ~ote mv~?e ali' Agente delle imposte per -rap– phcaz10ne del! imposta di R. M. e dei più recenti · •tributi di guerra, -è ·cosa assurda e che tocca anche il ridicolo, quando si pensi che il Ricevitore del Re. gistro ncin ha la facoltà, per l'accertamento eredJ. tarlo, di farsi dirn. dal!' Agente delle imposte il valore fl lll- ~onsjstimz~ de~lf ll.V!Jrj den.unci~tt Q. poipiti agH BibliotecaGino Bianco effetti dell'imposta straordinaria sul patrimonio del defunto. Con l'introduzione dell'imposta personale siil red– dito si andrà formando per ogni cittadino una sche– da tributaria,. che riassumerà tutte le sue fonti di reddito e che costituirà la base principale per l' ac– certamento dell'asse ereditario. E' naturale che il funzionario, che tia tenuto al corrente questa sc)le– da tribuf aria, abbia la maggiore competenza per va– lutare il patrimon_io del defunto. C'è però da temere cne .il nuovo procedimento pos– sa accentuare quella sperequazione· regionale nella· applicazione dell'imposta successoria, che _è stata messa in luce dagli studi statistici, e che il gettito ' possa diminuire al disotto degli attuali 250 milioni con lo scemare delle aliquote. Io vorrei che il Ministro delle Finanze fosse corag– gioso nella diminuzione della tariffa. Un'imposta progressivà per classi (non già per sc-3.glioni, perc~è la progressione a scaglioni è illusoria e spinge il contribuente alla frode, ·perchè ai gradini superiori corrispondono aliquote che sono molto alte, per far media con le aliquote troppo basse degli scaglioni inferiori) dovrebbe arrestarsi a una pressione del quindici per cento· nelle successioni in lin·ea rett11 e .del trenta nelle trasmissioni a parenti remoti e ad estranei. ·chi eredita dal padre cento milioni e nè paga 15 al Fisco, o eredita da .un estr~neo pari somma e dà al Fisco 30 milioni, non dà poco : pre– tendere di più dal contribuente mi sembra cosa da in– genuo o· da fanatico.; in ogni caso, uno sforzo vano, .che provoca la frode e null'altro. Vorrei pure che fosse elevato il ·limite irrisorio di es~nzione ,che è ora di L. 1000 per le successioni tra ascendenti e discendenti e per quelle fra confugl e che dovreboe essere portato a una cifra molto su- . periore - almeno a ·10 mila lire se non si ha il co– raggio d'arrivare alle 20 mila - sopratutto tenimdo conto delle sue.cessioni alle quali concorrono' figli° mi– norenni. In questi casi il patrimqnio famigliare eser- . cita una funzione sociale; e deve essere rispettato quanto rappresenta un minimo necèssario per l'assi- -stenza della famiglia. Vorrei pure tolti i controlli sul contenuto delle cas– sette di sicurezza intestate al defunto: si sa che in esse non si ~_rova quasi mai niente, perchè si prov- vede. a tempo a vuotarle. · · Ma queste· attenuazioni, facilitazioni e. immunità non devono compromettere il gettito del tributo.· Gli Agenti delle imposte sapranno fare buoni ac– certamenti e ,le Commissioni gioveranno a mitigare le eccessive pretese del Fisco e a ·proporzionare la ripartizione del tributo. In complesso Agenzie e Com– missioni fu,nzioJJano bene· e non c'è da temere che av- - vengano ll,busi a danno del contribuente. C'è piutto- s!o da_ preoccuparsi che -il gettito dell'imposta, col r1durs1 delle ahquote, scenda al· di sotto di .quanto è attualmente o non s'avvii con una certa solleci– tudine. a qi.ìei·750 milioni, che si possono attendere in Italia, flnchè la ricchezza prj_vata può valuta.rsi di almeno 400 miliardi. • Affìnchè questa garn~zia ci ~ia · in modo assoluto - I -~?corre, anno per anno, fissare quanto debba. rendere I imposta sulle successioni complessivamentf\ nel Re– gno e in particolare nelle singole località.· Si po– treb?e, pel ~~ossimo esercizio, stabilire un contingen_. te d1 400 m1honi e crescerlo d'anno -in anno fino ad arrivare ai 750 milioni sopra indicati. Se il prov~nto procurato dagli accertamenti• delle Agenzie risulta inferiore_ al contingente fissato, potrebbe affidarsi ~lle stesse C?mmissioni mandamentali e provinciali 11 còmpito d1 colmare la lacuna, ricevendo an• 1_1 opo · anche le !EJtan.zede8'H stessf contrftiuentf 1 è~e 1~0• ..

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