Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923

CRITICA S9CIALE ·, 5T sperse (~4), l'indole mistica ereditata dalla niadre; che detierunù1Java f,ra lq,ro l'in\irp.a unione ed inte– sa spirituale da cui ..traeva ,a 1'.ma. vo1ta 1 n,uov,oa;!i– m~ntu, lo.rioorudusse ben pr~to veirs·ola religiosi– tà ,anche sen1;a bisogno det1'influsso che,l'a:mico cvedette d'esiwòitaite su hl!i.La s,ua natura intima e il prepotente bisogno, di reltgiosità non aveva in lui, come ,in tutti i misti,oi, n,è spiegazfone ·,rà– zion-aJ,ernè chiara ooosap,evolezza per luJ stesso: « La istoria del mio in'terno. (egli dice iri una J1etbe– ra .a ·sua madre) è d'una certa necessità prepoten:– te, illIJ. ies:plicabile a me stesso, dilrettr'ice di tutte le mi •e.az ,ion} e ,avente natura d~ stimolo re1igioso, lmi, qua ,n,dol-o:Sento,mi pare un diritto: non e,edere; rimarirà sempre un segretò, per tutti, perchè nè io so spiiegall'lo,nè .aJtri_lo intenderebbe ». E in una lette,ra alla Q. Maggiotti, •del 18 apr. 184!, fCrive– va-: ,e Il segreto è tro ,me e Dio » (25); ma avrebbe potuto dire più 6$attamente: è un segret o miste– rioso per me, che solo Dio può penetra.re. ' . Sicchè quan.to 0 ad aure pr-0p osito egli S C-!'iVl}Va,1 potrebbe riferirsi alla sua f ede religiosa, che sola ebbe la forza di salvar.io ,da, o,gfli ,tubbio e da o,gni dispe,razion e nei mom enti J!)iù □,rug!)SPiosi e -sconfortanti: « Ho firugato durante tutto questo 'ttmpo ·n:el-mio, c;uore; vi ho frugato iFl womenti di r,iv~lta, in mome,nti di accasciamento rr,oraJ.e che :non potrò mai descrivervi; e sempre in fondo vi ho trovata la .f.ede» (26) .. La fède: che aveva· .rad:ice nella più, profonda intimità d'ell'essere stio, quale egli aveva sortita fin dalla nascita per l'e– reJ:.1itàmç,ter:n:a,e nella comunione spirituale c'on sua, madre aveva sentito sempre maggiormente rin:vi,gioriredentro di.~- . L'influsso dei. suoi maèstri giansèùisti e, più ta:rdi' il fascino potente che su lui, ese,roitano il ,La~nalis (s,p!ecialmentè con: le Paro,les d'un :croy,ami, ed"altri s;pilriiti religios,i ,e rhi,stioi cii scrit- , 1 torJ pol8JC-Chi, nglesi', ,etc., non fanno che vie,ppiù confermarlo nell 'or:ientame,11to che la' religiosità di sua madre gli aveva impresso. « L'asse nza, di un ,pensiere religioso'» è per lui la ·c.aus ·a.di tutti i mali; « senza Dio, donde il dovere?». « L'um anità n'on può vivere senz0oci~lo »,; « :l'Umanità è H Ver– bo vivente di Dio »; e< Dio è b io, e l'Umanità ·è -il suo profeta », -che cc ,d;i. lavo.ro in lavoro, di ,credien:– za in oredenza; ooDJql llista via via una nozione più chiara della prop~ia vita, della ,pr0pma miss,iqne,. di Dio e d~lla ,sua legge »,,attraver-so un proçesso incessant.e di rivelazione;· c:he cc scendie continuo 'da Dio a noi, educazione del genere umano» .. Ecc co il concetto di progress-0,· simile a quello di. Les:sin.g,,che Mazzini deduce dall'idea di Dio, e che s·oltanto per la forza di tale fondazione· reli– g.iosa valse a trarlo. fuori, da11atempesti!, del dub– bio, nella qual~ ,in un tragico mom,ento della sua vita minaociò di'naufragare, fol1e o suicida (27) . (24) Il 0AGNACOI 1(G. _Ma,zzini e ~ fratelU· Ruffi,n,i) rife~Ì!ICe le parole d~l Bens"'.: J r~oordo _che lj,llora.,. _nel primo boll~re del suo pensiero eret100 e moonsc10 newava..Dio; ma. non fim quella_ noetra oorrisponde,;116 che egli COJ!l\E'nti weco e mi ringrazi.ò •· (l!5) La. lettera. ella nìa-,di:e (in -~t., II, 460) e l'altra sono riooroate anche d& Mo~iGLIANO; G:~Mazaflli, e le ulealità mo- denwi, p. 116. ·. (26) Eput., Il, 5M. . , (27) •Per non aooumulà~e cita.zi9ni rimando &i bei, libri. di· SALVEMINI: Ma.zzim' (ed. « La V.oce •l, cap. H, III, VII, XV e di ALESSANDRO -LlvI :' La fi,lo,ofi,a,poluica di (}, Mazz., ca.p. III e aegg. y. an()b.é F. ScrVITTARO: La concezione reeigiosa di. G. Mu• (ed. e Il &loo ~) e A. CRESPI: G. Mazzini e la !I'· tura· ainteei religioia (Firenzè, 1922) .• BibJioteGa Gino aianco , Ora questo spirito religioso e mi!Sticoè quanto di più contrario si possa imaginar-e al reale llu– 'manismus, che. Marx deriva da Feuerbac;h, e fa •suo,.·nell.'intendimento di essere il continuatore -dell'opera iniziata da,! suo maestro. Nell'analiisi del fatto religio'so Feuerbach era giunto "alla con– clusione che l'uomo non fosse creatum, ma crea– to,re df D,iq,c~e egli estrae da s·~stess.o, compien– ,do una autoalienazione (Selbstèn{remdung), os-,' sia pro,iettandp fuori di-sè, nei cieli, la, sua ste~sa inter-iorità di aspirazioni e di speranze, di bisogni e di aspettazioni. L'ideaJ;e, che, vi<enyonverlito- in una illusoria Tealtà separata, opposta .alla realtiL terrena, è 1'0,ggetto di urna fede, le oll!iradici sono nei bisogni,. materiali e spirit,uali, dell'uomo; ma che, ,rimettendo ad una potenro oltremondana, Dio, ed alla sua attività mfraoolosa il superamento degli ostJl,colicontro cui il des idesrio umano coz– 'za, e la eliminazione dei mç.li e dolori che aftlig– ..gon.o l'umanità, Sli conve rle in uria rinuncia all'a– l'lz,ione, che .dov,rebbe invooe spiegaI1Sì·aJazyee in- , cessante contro lé difficoltà e le ,aspriezzedella vi- ta. I;lichiama:r l'uomo alla s,ua r-.ealtàumana, aua riconquisra 'di se stesso, eioco per Feuerbach la oondizione ind.isp,ensa:bile par il risveglio àell'at,. tività operosa. Il reale Humanismus, nel suo ca– rattere vo.\on.taristico e attivistico, dev'essere libe- razJorue dalla. reUgione. . Di ,qui muovono Marx ed .E.n,gels, <e L'uomo ha soltanto da· ricdn-0sceI'Si,d·a mi5urare su se stesso tutti i rappo1'ti d,i-vita,(s,crive l'Engels nel Die La• ge Englands), odia:. giudicare secònd,o la sua es– senza, da foggiane il mondo secondo le esigenze della sua natura"' veramente umam ». P-oichè il .riflesso· 1;eligioso si gener-a da una lacerazione e · oontraddizione 'ìntern:a :rullaSocietà, la praxis ri- voluzionaria vien.e a rovesciarlo pratic;amente con •la :rii:mozionedella oè:mtraiddi2'Jioine st .s-sa,cioè del– la divh:i-0ne,della·s0cietà in classi, aggiunge Marx (glosse IV e Vlll a Fieu:e~bach e Cl1!}1itale, I). Il pTo– c\essoascensionale della storia, quindi, nello spie– gamento delle forze· umane che lo gEmeriano-e nei resultati cui perviene, coincide per Marx ed En– gels eon la eliminaz-ion,edella re1igiosità, per' Maz. zini con un sempre più alto e profondo immede– sim:arst di essa nella coscienza degl,i uomini. Tutta la stoma per Mazzini è·la vita di un esser.e (l'u~àinità) <i nel cui svUuppo Dio ha scritto .e ,•scl'iv.ead o-g11i epoca una linea della' sua. legge»: ·essa ha tutta· quindi un valo!I'esacro,, coime spie– gamento dell'o,rd.ine dei finii prefisso, da Dio, ed ha nel volere e nella mente divina la so!'1~nte e J.a•direzione del suo svolgimento·, per mezzo _di una ·serie di riv.elaztoni, -che via via si incarnano nelle religioni -sucoessiive.Per Marx ed Engels in- - vece la storia è nulla più che il processo della praxis che si rovescia, dell'attività umana mossa dai- bisogni, che lotta con le condizioni naturali da prima,· e poi via via c;on quelle stori che da lei stessa cirèate, per superarle 'spezzando J 'involuc.ro delle forme sociali costituite, quando di\lengano imped.imento àU'ulteriore esip·ansione delle forne produttive. . . Di .fronte (notò già il Levi) alla ,conoezione del, Carlvle che nella storia vedeva una rivel.azioote della' divinità, e contro la morte dello spirito,· che il Vangelo di Mammone portava nella società pr-e-

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