Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923
54. CRITICA SOCIALE buone norme parlamentari e costituzionali ·ed esige perciò le più. vivaci proteste, non soltanto da parte mia, ma da parte di tutta l'Assemblea. Onorevole Cavazzoni, io parlo a lei. come deputato a depuiato, perché anch'Ella è membro elettivo di que· sta Camera e .raippresenta nel Governo una parte im– portante di eiSsa, una :parte che non potrebbe, sen~a abdicazione, non essere gelosa quanto noi della dignità e .delle .prerogative del potere legislativo: Ora, di questa Camera era stàto detto dal Presidente del Consi_glio, che essa avrebbe potuto vivere due giorrìi– o due ànni. I due giorni sono super<l,ti da un pezzo, e 1 due anni, seçondo i nuovi orientamenti governativi, saranno forse anch'essi varcati. · Comunque sia, non si tratta soltanto di vivere tràsci~· -.nando la vita, ma di vivere con dignità. Si tratta. di sapere finalmente - e .nessun temà si vresta come quesfo a provocare <Sudi ciò franche spiegazioni - se i1 Go– verno intende umiliare l'Assemblea elettiva riducend'oia a una vana ,\ccademia, a- un semplice Ufficio dt r,ig~– strazione di trattati che praticamente non è possibile modiJìcare, consentendole tutt'al più di discutere, per passatempo, qualche modesto :problema di categorie pro– fessi•onali, come quello dell'albo degli ingegn_eri e degli architetti. ehe oggi è su'l tapJ)eto, b se Intende che essa funzioni nella dignitosa pienezza d.e' .suoi poterL Se la Cootituzionè ha ancora un valo·re, è evidente che non è ammiss!bile si emanino - mentre la Camera è a,perta e non vi può quindi essere motivo d'urgenza - decreti-legge su questioni di alta importanza, che inte– ressano tutt e le c laSiSie tutta l'economia del Paese, che interessano,, di.rò anzi, la ricostruzione .economica ,<lei dopo-guerra; su q uestioni che evidentemente eso-rbitano · dalla legge dei pieni poteri e la cui soluzione - non mi ,stanco di ripeterlo -- raccolse già i consensi di tutte le rappresentanze auborizzate, degli industriali, . degli operai, degli agrico\tori, dei contadini, dello stesso Go– verno_ e dei 1 co-rpi .te,cnici consultivi competenti, con un magnilflco esempjo 1 .di. collaborazione, nel 'Più alto senso della parola, fra le varie classi sociali e: fra esse e lo Stato. , Qui si pone dunque H problema d.el nostro essere o non es,sere: non si tratta .più della <fue stione delle o-tto ore di lavoro, ma deJla questione del Parlarrineto e della Costi-tuzio·ne. Dal .punto- di vista pratico, debbo aggiungere che un decreto-legge non risolverebbe nulla, nè .sotto l'aspetto nazionale, nè sotto l'aspetto- internazionale. Non sarebbe che un semplice differimento, di cui non si capi.scono le ragioni. Quand',a:nche, con la interpretazione più benevola, si volesse supporre che l'intenzione di un decreto-legge mirasse ad attuare più celeremente e ,sicuramente. quel princi:pio delle .otto ore, di cui avete fatto testè la ap.o– logia citai;ido le dichiarazioni del Presidente del Con– siglio, il ragionamento mancherebbe di base. E' chiaro infatti che un decreto-.legge non assolve l'impe·gno ,che abbiamo aissunto di fronte all'estero con la Conferenza internazi,onale di Washi,ngton, di cui da tanto tempo ·si attende, per questa p(lrte, la ratifièa. Tale rati,tl,ca non ,potrebbe aversi che ih seguito alla con versione in legge del decreto. E tutte le ipotetiche difficoltà, che .aveste creduto di eludere col mezzo spic– ciativo ed incootituzional~ del decreto, si riaffaccereb– bero a llora; si riaffaccerebbero, cioè, quando una qual– sia.si nuova sentenza Mo,rtara della Cassazione vi ponesse nella neceSiSità.di riportare qui il decreto per munirlo delle valide sanzioni dél Parlamento e attribuirgli la dignità e la serietà di una legge dello Stato. In-si.sto nel dichiarare che il disegno di legge che s'in· titola daaJe· otto o-re - ma che praticamente consente persino il raddoppiamento di tale orario in relazione ad esigenze 5peciali, e soltanto so.ttrae questa importante materia al cieco arbitri-o padronale, affidandola alla di– scussione delle parti e al controllo illuminato di magi– strature com.petenti •- non richiede alcun nuovo esame preparatorio, .e ogni differimento è in pura perdita. Ne<Ssun· dise,gno. di legge venne niai alla Camera con cosi ampio ed ·esauriente corredo di preiparazione e di consensi. La stessa crisi economica, •della quale' soffr.ia – mo, anziché eSiSere un motivo di ·differirne la· discus– sione, è un motivo di più per affrettarla. Perchè, mentre il disegno di· legge, come ho detto, appresta tutte le de– roghe e tutti i temperamenti necessari a -superare le difficoltà tran,sitorie che -la ·crisi può present;i,re, è IJ,P· BibliotecaGino-Bianco punto sovratutto in un ,periodo di crisi che la difesa del lavoro·, ossia della vita fisica e ty1orale dei lavora– tori, ha bisogno di maggiori tutele; è a,ppunto nei pe– riCJ:(li di crisi, e quindi di depressione delle organizzazioni proletarie, che è più urgente l'interesse del Paese, l'in-• tere,sse, ag.giungerò, degli stessi. industrfali onesti, delle industrie sane e .fisiologiche, a -salvaguardarsi contro il .• krumiraggio • degli industriali disonesti e delle industrie parassitarie, che sono tentate d.i valersi, di code<Sta depressione, mercè ,sleali concorrenze, a loro esclusivo ed illegittimo p,rofltto, e in danno 'dell'econo– mia, generale e. della salute del Paese. E, ad ogni modo, è ancor. più evidente che, se, per effetto della crisi, nuove difficoltà. fossero ,sorte, se degli emendamenti, come ho detto, si reputassero o-pportuni, è sul terreno ,parlamentare, è nella grande luce del con– traddittori-o della Camera che si do•vrebbero · discutere, dove tutti gli interessi confeSiSabili possono cim_entarsi ed aver voce: non già neÌl'ombra, sempre sospetta, degli Uffici: Perchè qui, e non nei gabinetti dell'Amminil'tra– zione: vive l'anima della Nazione. , Pongo dunque •nettamente la questione al Governo: o ·il Governo vuol lasciar vivere la Camera pe,l' la Na– zione e non pel prop,rio comodo,, con sincerità e non '·per sem.iplice ipocri.sia;• e questa vi•ta deve svolgersi in J conformÙà deJla Costituzione; o il Goyerno crede O·P· portuno (list!l,i,-:;i. qe!;).a Camera, e lo• Statuto glie ne dà i µoteri, e~d -i. i:1%'i,, Ma nòn è dignitoso, nè per· noi nè per il :G.averno, che, quan·do· una leg15e come questa sta dirÙipzr al!\i:''Càriiérà. e la Carnera non è nè sciolta nè abolita, 'il. y_tiverno. ci ·parli di decreti-legge. · Tanto val'e che ci mandiate a ca.sa, signori I Appella• tevi al Paese; di oui vantate un c onsen, so quasi unanime, anche se qualche ma:ligno,·.Possa trovar-e qualche con– traddizione. fra tale vantata unanimità e Ja necessità, che proclamate, di tante nuove armi ass'Oldate a· difesa del vostro Governo, .del vostro potere personale. Riso.J· · viamo dunque una buona volta la que,sttonè fondamen- .tale: o la Camera,. deve funzionare di~nitosamente, o altrimenti sostituite_ a noi attri rapprese~tanti. del Paese. · Io non ,sono, certo così ingenuo da provocare in que– st'ora un voto della. Camera sulla mia domanda: pongo una questione che·vunil essere risolta. Se fossi ·deputato' ministeriaJe, saggi.ungerei che mi parrebbe uri atto di grande abilità, una mossa altissimamente politica da parte del Governo,, non barcamenarsi in risposte va~e ed ambigue come quella testè dataici dal-l;onorevole Ca- . vazzoni, ma portare oggi .rtsolutamente, davanti alla Ca– mera le grandl que,stioni. di principio cAe interessano il Paese. La qu,estione delle otto ore è una di queste. Consentendone la discussione; il Governo avvalòrerebbe vera~ente · quelle frasi, quei discor<sj.agli operai, pro– nunciati dal Presidente del Consiglio, e dei quali si fece bella, il Ministro del Lavoro. Yo-i ayete d!,!tto che •siete nemici della fraseolog.fa , che il volStro è il Governo che non parla, ma agisce. Acta, non verba.; Di vuota fra:seo/lo•gia da comizio .se ·ne è ratta tuoppa e se ne' è fatta da ogni .parte.• E' teroipo di mutare sistema. Noi, frattanto, .finchè ci sia dato rimanere dignitosa,. menote in quest'Aula e tenere il nostro -mandato, ram– menteremo sempre ·con o6tinazione inesorabile le pro- · messe fatte, le dichiarazioni vostre, la necessità moraie di non speculare i,ulla buona fede nè nostra nè· del Pae,s_e.E ql}e·sto int~reSS\l, anche voi, se avete veramenite qualche cosa di bu·ono da esprimere da quello che chia,. mate il nuovo r.egime. E' doveroso uscire dà questa ambiguità. O governane eol P<l,Ì-lamento restituito alla pienezza dei suoi p_oteri, .o governare con la dittatura, con le formidabili responsabilità storiche che essa com-• porta. Le due cooe, lungamente, non possono vivere insieme . . (Applausi alt'Estrema Sinistra)·. · ___ .... _..,..,.. ........ ...., .. ...., .... ,.., ......... , .. __ ...,. __ ,_ l noatri abbo;;,,ti che invieranno direttamente ordinazion• , denari all'editore Licinio Ca;ppelli, Bologna,. potranno avere con ;on eccezionale ribasso (L. 12 invece delle L. 16,50, se• gn.ite in copertina) il bel v·olÙme il LE VIE MAESTRE DEL· SOCIALISMO Il, in cui il 'fYl"Of.Rodolfo Monàolfo ha rac• r.olto - '[Yl"emettendooi un'ampia e intereuante inwod,uzione - i di&cor,i · 'fYl"01Junziati daJ, •. no,tt'o •Dilrett.ore ai O'ongreasi aoc,a- · luti, da Genova 1892, a Livorno 1921,
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