Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923
. '••, CRl'flCÀ_ SOCIALE . che sia la. '.Più utile_ r~ciJ)rocamente: •è il c.onçettoi,~ei • contratto sociale •• tondato appunto su l'economismo. Il Marx chiama ciò lotta politica, anzi rivoluzi-0.naria. Ma l'interesse eeonomico, il calcolo· utilitarie no,n può coincidere con la rivoluzione, se non quando economi– .ca.mente convenga, ossia quando siano. mat)ire quelle, tali condizioni e·conomiche, per cui il· pa;.ssaggio av– venga da sè, senza rivoluzione. Perciò dalla lotta eco– nomica di classe è disceso, invece, l'evoluzionismo con– ,tingentale che, coerentemente, rimane ,alla « ragion di ·fatto •• ossia al calcolo dei bisogni empirici, e si serve ,del· poter.e politico ai fini esclÙSivamente econ-0mici. 5. - La politica realistica .. Il CTiterio politico può consistere anche in un utili– tarismo economico? Senza dubbio, poi che questo è stato lo sfoll'Z-0 di tanti u-0mini -di Stato, che hanno retto i Governi dei Paesi più civili dopo il periodo romantico, e si vantarono del loro « irealismo » po.Jitico con l'ap- . poggiare una « politica, d'inteTessi • a incremento della produzi-0ne, specialmente ·indus.triale. Essi i procla– marono • posit1visti », ma la loro pratica non poteva essere che empirica, quella:' cioè' ·di--'.,segui're ·ie'linee ·di forza maggiorre in un aidattamento, che sarebbe stato evolutivo e pacifista, come pensava Spencer, se'-la società obbaj.isse alla ragione logica, e si sopprimessero gli impulsi, phe gli stessi interessi, invece, portane in sè. ,Jhtendo.dire che il calcolo utilitario p_otrebbe diven– tare una 1>olitica e una norma di Stato,· a condizione di uscire dall'egoismo e dal. parti-colarismo, e di cercare d'amore e d'accordo « il' più conveniente universal– mente ., mettend o-si, a 'tav olino,; èol sistema Rathenau. Ma gli interessi tend-0.no a chiudersi in sè medesimi, . tanto più fra na zione e nazione: onde iì' falliment-0, con la guerra, della politica realistica e utilitaria. Ora, il Man:; sprezzante d'ogni romanticismo, si mise arditamente nella via del realismo politico, mantenendo così la politica prolets1Iia nella stessa· s'fera, morale di. quella borghese, utile in regime bocghese,· ma .incapace di uscirne. Tanto più incapace, in :quanto, dichiarandosi a priori po.Jitica di classe, non potèva némmeno aspirare a quella· razional;tà e' universalità, ch'è,· come abbiamo ora visto, l'elemento intrinseco: del criterio veramente politi'eo. Vorrei anzi dire, che, c01Stringendo il lavo-ra– tore al solo calcolo dell'uti!è,' si so.ffocava in lui, senZI!, saperlo, il suo istinto politico· spontaneo, rinasçente, a malgrado dei. programmi « mar·xisti •, ogni volta ch'esS"o si a.gita e si ,sacri.fica, n-0n per il salario,: ma ·per gene– rose aspirazioni mµanitarie, per protésta oonti:o' ingiu– stizie -sociali,. ohe tJ•. puristi •' deridono. --6-. - La vera politica, economica., • li iaitto politico nasce qui. Nasce, no•[! sui val-0ri eco-· pomici, ma su quelli etici. Il partito, politico non può avere che una banqiera ideale.· Il' · G-0ver.ii -0non. può lE1giferare che per tutti, assolutamente . Lo s 'tato non può· reggere, non p\iò guerreggiare, non può so-stenersi ' ohf richiamandosi a valori di uiustizia e di bene, su– peDiori agli, individui 'e ai ceti. Sàranno spesso ipocrisie neija intenzione dei dirigenti:· ma .queste ipocrisie sono 11 tatto, che muove l'opinione pubblica politiea e tra- , soina.-uomini e istituti. La debolezza dello Stato borghese è appunto tn ,ragione della ,poca forza ideale della·,teorria dell'utile. E' una politica « apolitica • : lo Stato neutrale e litico. , Si replica: La società è un giuoco d'interessi mate– ria.li verniciati d'idealità; bisogna dunque fa.r leva sul tonda .mento economico (già ammesso, del resto.) e non sui .colori della vernice, -se non si vuol· capitombola,re. ' 1noltre, l'i,stituto economico essendo ,la pàrte più so– lida, più essenziale di uno Stato, e la sua trasforma– zione. 2a -condizione d'ogni miglioràmento anche giu– ridico, morale,. politico, eco. (e non viceversa, come s'illudeva il romanticismo), anche per rivoluzionare la società presente e per prepararne una migliore, la mi– glior ~oUtiCIJ,, è 11ueila.ohe si rivolge ai contenuti eco- nomi-01. 'v ·, .•Questa risposta non tocca iJ. nodo d·ena questione ma limita ciµesta ai cont!)nuti economi-ci della politica.' Per · difetto di spazio, che m' impedisce di discutere su ·•quèsto punto., accetto tale limitazion·e. L'accetto in quÉÙ!toseniso: quantungae, come l'individuo, cosi la società agiscano ·spesso nel modo, più anti-econ-0i:nico . e meno utilitario, pér affetti e bisogni .morali, religiosi, politici, T-àmiliari; e ·siano sempre pronti a sacrificare l'uti!P •an:amore e all'odio per la d-0nna e per i figli, per Jil iiun'to d '-0nore, per -l'invidia, peir la .religio-ne, per l'opinìohe poli~ca, ecc. ecc.; ammettiamo che una sana politica, come un sano 'e po,sitivo•criterio di yita pratica, debba prima di tutto e sopra tutto. cercare i.I meglio economico, la );)roduzione più fecoooa, il benessere in– divi-duale e sociale, che sono, per cosi ·dire,' la saiute· dell'organismo sociale. Ciò non tbglie il dilemma: ma– terialismo o idealismo politico - sia pure in fatto d'eco.:-· nomia. - sar\ il criterio fl.losodlco,storic9 d'un partito politico, tanto ·più se avvenirista? Idealismo non ·si– gnilflca romanticheria astratta; c'è un ideali,smo· concreto e storico, che vuole ,attuare con i mezzi -Ohiamati reali; · ma si d-istingae da certo reali.smo, perchè questo, -con– ' t'ona:endo i i:nezzi,col fine, non riooce mai a superarli. Ora, la letta politica per'la trasformazione economica . non consiste nel co,nvenientE:, ma nel più uiusto. eco– nomico; il suo criterio ..non è più il bisogno, mà. il « giu– dizio morale•, l'affermàzione di una presente ingiu– stizia· sociale e la volontà di una maggiore giustizia;· il suo programma. non è più la difesa di bisogni (che , potrebbero ·anche tacere di fronte a esigenze mor~i ~.,, più alte e convincenti); ma la effettuazione di unò stato di giustizia economica, che co-!Iìciderebbe con la mag– giorr 'Conveniéliza univer.sale. · Il Marx comprese benissimo, ,kantianamente, che la lotta di cla.sse diventa ,Politica quando il salariato rea– ·gisce, perchè. comprende ch'è ingiustamente sfruttato; quando, per dirla fllosrnflcamente, un giudizio di valore mo'!'ale dirig,e l'attività pratica, so-vrapponendosi al giu– dizio. dell'utile empir/co, anzi · lil:1erando la condotta umana dalla catena dei bisogni individuali. Ma come conciliare questo criterio etico-politi-oo CO'Ilquell-0 eco– nomistico, secondo cui il passaggio a traverso il capi– talismo c·o n tutti i suoi effe-tti è utile, anzi storicamente ,necessar.io 1, Reali-sticamente, ciò ch'è utile alla so-cie.tà , r è a:nche g iusto· che sia! Ond'è che dal principi o ideale sg<orgòuna pratica realiJStièa, di adattamento utilitario, e una politica, non ec~nomica, ma solo economistica e operaista. • 7. - Il mezzo econom.ico e U.fine politico. Risolviamo l'antitesi '(e concludiamo). La classe lavo– ratrice è oggi· strumento del capUale individuale, ergo inferioré economicamente,. ergo anc:t:J.e-p9liticamentesog- , getta, per il determinismo ·economico. Bssa acquista la éoscienza di questa inferiorità, e reagisce, organizzan– dosi nei Sindacati e giovandosi d'ogni mezzo, fino allo sciopero e qualche volta alla· violenza, per èonquist.are benefici eéonomici di salario,. <l'orario, di contratto, di garenzie e d'assicuraziòni; nel contempo; si -Organizza in. partiti politici; per la· conquista di un mag_gior do– minio politico-. Se questa azione politica si subordina, cmne un nuovo mezzo, ai fini immediatamente econo– D;J.ici sopra detti, Iion usciamo dal terreno della· lotta puramente economica, ·tendente all'accordo e alla· col– •laboraziene, senza varcare l'àmbito dei vigenti istituti. Ma quando .la classe riconosca socialmente ingiusta la propria inferiorità economièa e politica, sì fa un seconào passo, perchè si agisce seguendo un criterio squisita– mente. politico, anche se riguardante .il solo fattore eco– nomico. Il giu,sto e l'ingiusto npn ·riguardano la classe. . in sè, ,ma il rapporto sociale fra le classi, ossia lo Stato.. Inoltre e sopra 'tutto, non riguardano la realtà storica, ma l'idealità politica. Il giusto• non si può· commisurare allo stato di fatto, ma t.I prificipio di ragione. Come fatto; l'inferiorità eco-' nomica della classe lavoratrice esistè. Si tratta di vedere
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