Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923
\ CRITICA 5QC1~LE / 1 ' < L'innesto violenta il suo determinismo economìço, tra– sfoTmando il fatto in diritto, la lotta economica fra le, classi ·(o meglio, la naturale oppqsizione degli interessi economici del ca.pitale e del lavoro) in principio e me– todo politico per l'abolizione. delle classi. Il • determinismo e.conomico », il quale, deducendo ancora dalla legge d'Eccmomia politica, inferiva che nella fatale curva di produzione, ove nessun anello si può .saltare,, a un certo punto tutto il capitale sarà ac– centrato in poche mani. e·.tutt o H resto proletarizzato - legge astrattis,sim;:i, è ·in !lsat.ta (basta pensare alla varietà delle forme di· produ;zio ne, all a diversità delle loro con– dizioni, ai moltepl~ci tipi di proprietà individuale e col-. lettiva ecc. ecc)·,--, il determinismo economico, dicevo, si rov~s'cia in • ~aterialismo -storico • : per trasformar-e la società bisogna modiftcarne la struttura economica, giovandosi della lotta di classe, che diventa cosi poli– tica e si serve dell'unione dei lavorator\. Due principii che concordano soltanto nella preme,.<;saeconomist.ica unilaterale e insufficiente, perchè semplice induzione empirica; e s'incontirerebbe-ro poi -soltanto nell'atto fl-nale, dello spossessamento borghese: ma che non insegl).ano in che consista e. si distingµa la serie degli atti politici cl&ssisti da quella degli atti economici. Di questo em– piri,smo, risente poi tutta la pratici! socialista I 3. - Econ~mia .e P91itlèa, . 11 fatto economico e .quello politico, sono due diverse - forme d'attività soej:ale': l'-uno è più generale come, isti– tuto e più speciifico come funzione; l'altro, viceversa, ha organi più' particolari, ma funzione più generale. Ovun– que, e a proposito di qualunque attività sociale, v'ha un rappocto economico·, così 'nel bracciante ché va a · giornata come nell'artiiSta che vende il suo prodotto o nel ministro che ritira il suo stipendio; laonde -si può d!'!'~ che il fatto economico è fo.ndamentale rispetto a tutti gli altri, almeno come condizione di tutti (produ– zione, distribuzione e scambio dei beni socia}i}, quasi a formare il, sostrato, anzi il « tessuto » della società - e questo concetto, è ormai acquisito, per grande merito del marxismo -; ma l'istituto economico (la f_abbrica, la Banca, il contratto di lavoro, il mercato e via) come qualunque altra attività 'sociale (la famiglia, la difesa interna, la· guerra, il culto, religioso, l'arte .stessa e la scienza) vengono regolati, oss'ia diretti, dalla politica, che v'imprime la forma giuridicay nello Stato, Per prendere un paragone del genere caro allo Spencer (e a Menenio Agrippa): -fra economia-e 1; 1olitic ac'è una differenza e un rapporto analoghi a quem e.sj, stenti f.ra· stomaco e cervello. Se è vero· che lo sto maco & co ndi– zione fondamentale· (e in parte causa efficiente) percbè' funzioni il cervello (oltre che tutti gli altri organi)•, la funzione di questo reagisce sulla prima, regolandola e coordinandola nella vita di relazione. Non solo. Ma se fa funzione mnemonica e coordinatrice del cervello è pèr questa parte devoluta alla nutrizione, essa ha poi altre iruflnite direzioni, inclusa la capaci.là di auto– regolarsi; .sicchè sarebbe assurdo c onfondere le due sfere d'azione. Lo' Stato non è l'economja. Il partito polit.ico e il Governo politic-o non sono attività econo– miche e :finanziarie, pur av8'11do,fra gli altri, questi fini delle loro attività. Il marxismo non approfondì il concetto di Stato, nè di partito politico, nè di forma del dominio politico (aristocrazia-democrazia), nè di forma dell'attività di Governo (dispotismo-liberalismo). dichiaxandosi spesso agnosti-co ·circa la costituzione di esso (repubblica-prin– cipato, di cui· la dittatura e l'impero sono due modi), nonchè sull'accentramento o .sull'autonomia dei poteri e delle funzioni politico-amministrative, legi,slative. e· giurisdizionali, ecc. ecc. Tutto ciò perchè aveva identi– ficato. economia e politica, e lotta di classe economica e politica. · Il suo rapporto economico-politico, difatti, si può. in– differentemente rovesciare: conquistare il 'potere poU– tico significa poter rivoluzionare l'istituto . eçonomico BibliotecaGino Bianco preesistente - ma la politica regola e ~i.rige, non ~rea: ahimè•!, Il .sottostrato economicp ·-;·viceversa, unue 1 lavoratori nella difesa economica contro il capitalismo, implica, per i ma.TXi.sti,conqui&tare il dominio politico della società - ma la politica è funzione che supera la classe, dovendo regolare tutto lo Stato nella coordi– nazione superiore di tutti gli interessi socjaJi. Pèr, i marxisti, non è uto,pistic.o • collettivizzare tutti i mezzi di produzione é di scambio », tutti, dalla terra alla Banca: è utopistico' formarsi un concetto chiaro' di che c6sa debba essere ques'ta collettività economica, che div'enta Stato: accentiratore o distributore, liberale o dispotico, politico o apolitico, etico o neutrale, risul– tante o determinante della vita sociale, si vedrà poi I ii. - Il ca1colo utilitario. Vediamò come sarebbe ,più fecondo, se coerente, il punto di vista •critico», ossia ka~tiano (dualista), di c. Marx, il quale, stando all'estrema sinistra di Hegel, forse pensava che il Kant .si trovasse all'es~remo opposto,. Invero, la lotta economica di classe non consiste nella , presenza d'interessi contrari fra le, classi, obiettiva– mente con~tataJ;>il\,,cond\zione1.;ç13a)e d\ essa.: · ml!, è la rivelazione .cosciente .e. l'org_anizzazi-one volontaria .di .questa opposizione. Dove ma,nca l'equ_ivalente fatto_ eco- nomico subie,ttivo, non c'è lotta, anche se ia sperequa– .zione econo,mica: è più ,stridente, come nelie società schiaviste .. · , II Marx critico ha posto dunque nella coscienza, vo– lontaria è nell'organizzazione classista il fattore polilitco dell'azione soctalista.- Ha !atto però. due P/lSSi.in· una ·volta ·sola: Molti .marxisti po\ (i balmnin,i.ani furono i primi) ne saltano tre a dirittura, chiamando ~ rivolu-. zione » la riV'olta sentimentalè spontanea empiricamente determinata dalla forza dell'0dio, che non crea· maggiore riochezza sperperando quella dei ri-cchi, nè migliori istituzioni rovesciando le vigenti. Si dice che:·il lavocatore reagisce al padronato perchè soffre, quindi odia (quando 'non s'adatta; e s'.adatta tanto più. quanto più è i.n miseria: vedi paradosso!). Ma, a parte il fatto, che aJtri possa servirsi di questi senti– menti come spauracçhio (cosi è avvenuto· e non altro) per r·a,ggiungere .scopi economici e politici ..:.... e in tal caso; la questione è rinviata a questi altri -, i senti– menti non determinancll ancora un'azione di carattere economico Ò pÒlitico in senso proprio, restando sem-– plici fatti um_ani, siano pure coll~ttivi. Basterà un ecci– tante più forte, per és, la paura, o un appagamento del pari immediato.- « panis et circenses », .a ,µ1odiftcare questa forza Impulsiva. 11Marx no n c hiamava.coscienza di claS6e Il dolore condivise •e· l 'i.ra sommata, fattorl soltanto psicologici-, Il rivoluziona rism o, empkico· non è « lotta di cl;i.sse •. Ogni azione eèonomica, contrattuale_. (per es. la com– pra-vendita) od extra-contrattual~ (p- es, il_ ratto, .l~. conquista, la l'atta e la guerra economica), trovano la lor causa impellen1e· in un bisogno, ossi.a nel desiderio di . qualcosa, alla quale è c_oml_Ilisurato il sa,crtflcioo. e lo sforzo che si può fare ,per ottenerla. E' dunque un « calcolo utilitario» la ragione determinante dell'atto economico. Il « convenienté », « l'utile • sono la ·« ca– tégoria », o&sia la fo,rma di pensiero çhe _domina lleco– nomismo, anche quando prende la forma della lQtta e della conquista. Difatti, la odierna lotta economica di classe s'è ini, ziata quando l'urbanesimo ha creato nuove esigenz!) nella classe operaia e le ha reso possibile l'orgànizza- . zione intesa come mezzo ai fini_ della difesa e del mi– glioramento economico, per dominare cioè il patto di lavoro, prima libero e individuale, e per c9nquistaTe condi:zioni vie più convenienti. Basta pensarci sopra un ·i-stante, per comprendere come una simile for,ma di • lotta» doveva esser diretta all'accordo e alla col– laborazione, essendo queste le -soluzioni più razionali di un· calcolo utilitai'lo perchè direttamente economico. Due egoismi 'in lotta;-~ti f!L~<man-0, vèhgono- a un'intesa, .
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