Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923

CRITICA SOCIALE s.ente, da lui asprament.e criticata, predicava una nuova l!'eligione (il culto degli eroi), Mazzini os– serva: « noi serviamo lo stesso.Di-o, ma con culto diverso»; Engels obieLLa :, " noi vediamo nella sto– ria non la rive·lazione di Dio, ma dell'uomo e soltanto· dell'uomon. (28). · Ora questa opposizione, cosi netta e recisa, po,r– ta con sè conseguenze importanti per_ciò che fr: guarda il conòel-to e l'.inspitr:azfonedell'azione sto~ rie.a, che i t11~ grandi agitatori J.avoravooo a pro-: muovere, sospingere e di'ri;gere. · In iJ\1azzinjlo svolgimenLo ·della. storia e· il c·oin– pimenlo di ciascuna delle sue epoche abbisogna (è vero) della forza interiore delLe·coscienze, dalla · quale sgorga e si sviluppa l'azione: ma queste,. coscienze hanno bisogno, alla loro volta, di esser animale in ogni epooa da.Ila religione, che in essé .prende vita, in quanto la rivelazione vi proietLl' la· sua luce. Così che là so,rg·ente prima di"tutta la storia non s-0no gli uomini,. ma un potere tra- · scendente: l'umanità non è nè v1e1,a causa nè vero ,: fine, perchè la causa è Dio, del guai.e l'urria.nità è il pro,feta e lo stmmemto, -che da lui riceve il proprio destino come un:a legge ed una mis:sio•-' ne'. Il fine lirascenci.e sempre gli uomini' che lo vengono attuando,· è ne sono piutLosLo• strumento eh.e oggetto; ed in questo sentirsi appunLo stru– menti di un volere che ad, essi sov.rasta, e di i Un fine che li travalica, ·sta il carattere imp_erat.ivo del destino sto11ioo: missione e non esigenza de, gli uomini, dovere· e non diritto Q sèmplice a:sj)i'– .ra~ione. -Ed·ecco ii ca,ratLe11e sacro del! 'obbligo- che incombe a -tutti, singoli e coll-et.tività, di una in– t1era aed,izione e dello stesso sac1rITicio di se ste'3si al compimento della mis.sione lor-oaffidata da Dio· nena stoiria. <•. La Vita è ·una mission~ o -non ha sienso e valore. La Vita non è -nostra, è di Dio•: ha quindi nec,essariamente un fine, una legge. Scoprir questa Leg'.ge,accertar via via ,questo firi.e, e attempemr-vi i pensieri e gli atti, è ·,ct-ebi-to no– stro » (29). ccLa Vita ·è una missione. Il compi– mento più o meno c;ontinuo, più o meno potente delha missione ·c-osUtuisce il ·merito e qui"ndi it pro– gresso della vita">> {30). · Posta la d'iperidenza del'a vita degli uomini e della storia· dell'ùmanitil. da un potere tra·scen- · dente, ne deriva· la tria:scendenza del fine · che è di Dio e non· degli uomini·; così che il v~lor·e d-i ogni epoca ,e il- grado- di· progresso -che essia rap– pnesenta -sono commisurati alJa pienezza·ctel com– pimento della. missione ad essa incombente. C'è quindi sempre una visione teleo.Jo.gicadi tutta la storia ,e il rifel"imento di• ogni mo momento ad un termine·: ·ctella:catena, in cui le esis-tenze in– dividuali e quelle dei ·popoli,• le generazloni e le epoche si inanellano; non -siono'forgiatori e· faib-· bri gli uomini· stessì, ·c;on .1,e loro focze intri1rse-– che e per gli stimoli ed impuls~ della vita· ma c'è un disegno preconcetto eterno, che è -i'u se stesso un destino e una legge, e; p.er l'umanità, che ne è semplice esecutrice, cost ituisc e un còm– pito e una missione sacra. Di questa co•racezione r-eligios-a.della stc,ria e della missione Marx. è netta:mente ,a,gli antipodi. ·.:i--: ~~: (28) Cfr. a.nche ALESSANDRO LEVI, op. cit. (29) Sç,•itti ed. ined., XVI, ·102-3. (30) Scritti, ed. i11ed., XVI\ 129. BibliotecaGino Bianco l. Per Marx, ].a forza motrice della storiia è l'uomo; e non un piano prec;edènl-e e sovrastante alla sua esistenza ed alla sua azion~, ma soltanto l'.inso,r– gere progressivo dei suoi- bià0gni e delle sue as}?'i– •razioni determina lo svolgimento della sua praxis. Forza viva, attività che neil'a:zionie si sviluppa ed aie-qui.stauna crescente pòte>itza di espansione, l'uòmo o, per meglio dire, fair~Òcietà umana da 1 01,giti progresso compiuto, da 0g~i fase di sviluppo raggiunta tra:e, per La siste,maii6ne ed organizza– zi·o,nenuova delle sue ·energie- p,rodut~ive, una ife– condità maggiore di esse, p-er la quale divengono a un certo momento troppo angus.Li i quadri chè prima 1-e. avevano o,rdinate e rooe effi.cient.i; e gli · involucri, ohe da protettori diventano impaccianti per l'esp-ansione ulteriore, debbono cedere, per dar luogo a nuove forme, a nuov,e •sistemazioni di rappo,rti. Non un disegno prees,istente, non un fine trascendente• ,dtrige e diètermtrna l'attuazione piena di og·ni epoc:a e il pa,ssaggio daJ:l'un'a al- 1 'altra; 'ma il fatto ll,ello.scatwife di riuorve es.i– gienze dallo stimolo delle condiz,io-ni esistenti, in quel processo per -cui l'uomo crea di conLinuo, con 'la stess,a;soddis.fazfone dei bisogni p1rima sen– tit;i,-il pungolo di bisogni nuovi. Il progresso si verifica come fatto rnaturale, non come legge di– vina; la stori,a non ha un 'esistenza e cons.isfenza per. sè, ·come disegno· di cui -gli uomini siano stru– mento. Contto Bruno Baoor e il suo cenacolo , che• ipostatizza.vano la storia, e il suo pote.re , e 1-o spirito in lotta cxin La massa, Marx insorge i cc la storia non fa nu1·1a·, essa non poss.iooe aicun enor– me potere,, -ess'a non oombatt,3 nessooa '.otta. E' piuttosto l'uomo, _l'uomo etffettivo e vivente, che f<;1 tutto, che possi-ede e combatte; la st()lria non è una gtialche cosa che s-i serva -e.teli 'uomo come mezz·o per conséguire ,coi pnoprri sforzi degli sco– pi - qua:si fosse una pe·rso,na per s,è stante•- ma essa e nun •·altro che l'attivit:à dell'uomo èhe per· se~ie ;i sÙÒi"scopi » (31). · Al postç dell'uom_o strumento d.i una leg-ge di– vina, Marxivede l'uom o- <;1utor e, della propria sto– ria; al postò di un Jjne pirefis.so ,ab aeterno, scorge quei fini che v:iavia l'u manità si pone, p,e,rJe c;on– dizioni in _cuisvolge Ja sua a.ttivlitàe per i bisogni che in lei si destano; al posto della. missione, col suo c:&.rattere. irpperativo trasoenderite, 1eg\i non il'iconosce s·e non l'esigenza, che sf.aff.e11manelle -coscienze umane, e rivendica. il propflio soddisifa– cimento, e lo cerca nell'.azione sto,rica. Tutta:via una poss.ibilità di ·v:alutazione etica non manc:a entro questa concezione puramente, urna- ' nistica de-)1-a st01ria. Allo sv,o,lgersidei b.isogni ma– ter-i-ali corric:.ponde nella stona anche u~-o svol– gersi delle estgenze mor:ali; e nell'aig,itarsi delle forze in fermento entro la società pres-ente è vi– sibi)e. per Marx e µe'r Eng-els.,una. dire~ion~ verso un •fine di alto valore etico, che è. ra,pp-resentato da quella esigenza. di libertà, in cui -essi riassu- . mon·o l'inspirazione es'Senzialè d,i fotta. la filosòfia classica tedesca, Per è.iò Marx ed Engels, -come salutano nel pro– letaria to l' erede della filosofia classica tedesca (32} pe,r:chè tendB (~ome_di.ce il Manifesto) ad•ccun'as- (3Ì) La Sacrr,, famiglia, oa.p. VI, 2. , · 1 . (32) -L. Feuerbacli e il punto r/,'IJ1''l'r~d>o dèlla,filoaofia c/.ae- . atea tedeaca. · · ·

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