Critica Sociale - XXXIII - n. 3 - 1-15 febbraio 1923

CRITICA . SOCIALE di dissoluzione. Del resto, tutti i casi contempora– nei che noi conosciamo - dagli Urali al Mediter– raneo - provano che ogni allontanamento dalla democrazia è un precipitare _nella crudeltà, nella ferocia e nel disprezzo della persona umana ... lndividualismo, democrazia, rispetto della persona· umana (Kan.t) : sono gradi, modi, momenti dello · stesso sviluppo. Nella successione di questi momenti, attraverso· infinite crisi, ricadute, rinculate, mo– v·imenti a circoli, a iinee spezzate, senza linee; è tnt.ta la storia dell'Occidente (Europa, America ed Australia), dall'avvento del Cristianesimo sino al programma di Wilson, deriso e_laceraio anch'esso, ma rhe è un riassunto e un teshmento di civiltà, · ,a cifra, anzi, composta da un professore di storia, della no&-tra storia occidentale. Si può deridere la « mentalità » democratica, la « civiltà u democra– tica, l' « umanitarismo » democratico, la « storia » della democrazia, le sue formule -- crl anche la Massoneria di rito scozzese antico ed accettato, - si può. certamfmtc; ad un patto: di tirare un frego su tutta la storia dtill'Occidente, di dichiarar!~ una inesatt1::zza ed un'aberrazione, un colossale spropo– sito che .la P rovvidem:a incaricò Benito Mussolini ,di volere·; nella sua infinita saggezza, rorregzP.re e cancellare. Tuttavia, finchè la storia dell'Europa, anzi dell'Occidente, indudendovi moralmcnt'l l' Au– stralia, è stata quella che è (- ripetP.rò sino alla nausea: un passaggio dall'organizzazione gentilizia e coattiva. alla organizzazione individualistica e con– sensuale -), nessuna <illusione è possibile: e~sa è una marcia verso la democrazia 'e la consensualità, un progressivo allontanamento dalla coazione, dal• l'autorità, dalla dittatura, dal terrore·, dalla vio– lenza e dalla sopraffazione particolare, cose tutte che possono suflsistere oggi solo come un Manico– mio in un mondo di gente normale ... III. Cosicchè l'assimilazione fra « progresso u e « de– mocrazia u, fra « reazione u e « regresso », risulta poi evidentissima. Tutto ciò che noi chiamiamo benessere,· culiura, rispetto della persona, civiltà è un prodotto di quel– lo stesso proeesso storico che. accresce i poteri e le facoltà dell'individuo, deprime e. limita i poteri é le facoltà n.elJP autoritit tradizionali (Chiesa, Stato, Corona,_ fazioni, caste, classi). Nessuno dubita, nel– l'ordine economico, che l'incremento della libertà personale, là dissoluzione dei vincoli tradizionali la cessazione dell'organizzazione a « stati » e la ~ua sostituzior:i<' .::on l'organizzazione a « contratto u ah– biano condotto a quel meraviglioso accrescimento della ricchezza, ~he !"i è visto negli ultimi éentocin– quanta. anni. Come dubitare che la « libertà » - cioè tanto il rispétto delle opinioni e delle manife– stazioni, quanto la dipendenza dello Stato e delle sue forme dalle stesse opinioni e manifestazioni _ sia stato cagione di un corrispondente progresso• nel– l'ordine politico e morale? Nè qui · è il caso di parlare di « benintesa u libertà, ·coine co'ntrappo– sto a una libertà che non lo sia. Il proprio del– l'idea di libertà è la sua illimitatezza. Un'attenua– zione .qualsiasi della libertà è la sua morte. Essa è facoltà sconfinata, oppure con l'unico limite, che n-on lo è, del male « fisico u altrui, purchè si tr::i.tti di persona responsabile; il male « morale » o non· e!S)st~o è qn pr~t~sto, ~g $t!l-to può prende;e .norme < • • ' ~ • ~ • . \ Biblioteca Gino Bi~nco di tutela per ii' minore o il minorato; ma non può_ limitare la mia libertà se non nell'unico raso in cui essa infllgga una sofferenza o un danno fisico a un'altra persona. La corrispondenza dello sviluppo di un regime li-. bertario con gli interessi della specie nasce dal fatto che cori la libertà cresce il numero (j.ei casi fra i quali si può fare la scelta. ·La coazion~ la dit– tatura ci obbligano ad accett.are le scelte che fanno per noi i nostri padroni. ·Possono essere anche buo– ne, ma per caso. Generalmente sono cattive, perchè ispirate dalla preoccupazione di conservare la coa– zione e la dittatura, che son cose nocive di per sè stesse. Ma, anche riconosciute cattive, non si pos .. sono respinge•re, senza incorrere in gravi pericoh per la propria incolumità fisica e morale .. L'uomo ò, in generale, cattivo e codardo. li suo coraggio è rarissimo; anche più raro della véra bellezza. I~ generale, il coraggio non è che una minore viltà, ma, tranne i suicidi, che sono eroici a·normuli, :J senso della vita ci obbliga ad ~ccettare anc)1e il. male riconosciuto, pµrchè non si scompagni dalla vita. - Ecco perchè la dittatura e la coaiionè p ,olit.ic :a SO·· no sempre pericolose. Noi avvertiamo il m ale, 1ha la paura del castìgo ci impedisce di combatterJo. Invece, in un regime di opini,oni e di consensi, la possibilità di respingere il male senza danno tisico assicura a.Ile società un certo numero· di uomini ca– paci di sfidare i piccoli inconvenj.enti d·ella cen– sura morale e della diffamazione giornalistica e di denunziare il, ma.le (4). In generale, nella lotta fra le società coattive e le società libertarie, hanno sempre vinto queste ul– time, ai:•punto perchè E>sseassicurano agli uomini • una piO. larga scelta di persona e di condizioni. Nel suo libro « Japan at the Cross-Roard. » il Pooley scopre i germi della decadenza del Giappone nelle sue difficoltà, dipendenti dalla struttura familiare della società, ad adattarsi alle forme libere delle istituzioni moderne. Tutti gli storici sono d'accordo nel rilevare che le inferiorità militari della Ru~sia, dalla guerra di Crimea ·fino a que!:!ta ultima,_ di– pesero costante.mentP dalla sua costituzione auto. mitica. Sott.o questo punto di vista, l'Italia st~ fa– cendo il più pericoloso e terribile esperimento di tutta la sua storia. Le patrie grandi furono le pa– trie amate, e si può amare una patria non libera? Nessuno' può a,mmettére la ·sincerità di coloro che dicono _di amar~ ii .proprip Paese, e -tolgon~. ,la..lÌr bertà ai proprii concittadini,. come se un Paese ·fosse una cosa diver_sa dagli uomini che lo 'compongono! Naturalmente, l'affer.mazione che il duello fra le società libere e le società. CC>attive. si riso.lve sempr-e a vantaggio delle società libere, va intesa con la restrizione « alla lupga ». Quindi que~to .non esclude punto che una società lih.erl!, p_ossa divenir preda di· un'organizzazione coattiva, e soggiacere per un certo tempo. Il càso italiano. è il prov;vi!:lorio co11fll)ire di _un interesse plutocratico· con una. so.llevazion,e mi– litarista di piccoli borgp.esi fanatizzati _da una fo~– mula patriottica, dell'istinto di · conservazione della Corona e di una svergognatissima de~nocraz,ia. cÙ Governo, che, per fare un p\ccolo dispetto al partito • ' -1 • (4) In Q'-!"5~ ,;enso la. democrazia è u~ meno male, oonsid&– rata. l'!- 1:mser~ ":'tura. deH'u'omo. Ed eooo perchè anche deì ~m•sfii ~C:'!t po~o dep1onre 1a soompar&&, degli or– dmi democrat,m, che niiduoono La. 60Dlllla del f!t<fle politico itl miniip<_> qe~l! ~qi!- Po5"il?i!~~. ' - • · ' ·· · " '

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