Critica Sociale - XXXIII - n. 2 - 16-31 gennaio 1923

CRITICA .SOCIALE gli aJfitti tino dal giugno· di quest'annQ, m:a, a 48 o:re di distanza, sell\bra che, ayendo -avuto la sensa– zionE:· (poichè, -come· tutte le categorie di cittadini, anche i fascisti ·sonò, per la più parte, inquilini) che ia. libertà, oggi, sarebbe il· cannibalismo, abbia creduto di temperarla, istituendo le Commissioni arbitrali le quali dovrebbero, per un triennio, far da, cuscinetto. . . E ·già fin d'ora si rivolgono verso i padroni éli casa, perchè adoperino giudizio nel maltrattare gli inqui- · lini, i moniti del Governo, i consigli deg1i economisti, e la minaccia del manganello dei fascisti. In queste co1;1dizioni, dov'è· il libèro giuoco delle forze economiche, il quale dovrebbe ristabilire l'e– quilibrio dei prezzi dei_ fitti delle case ve_cchie con quello dèUe nuove, perchè il capitale trovi - nel re– g·imc borghese attuale - incitamento a cercar im– piego nella costruzione di c~se, con un frutto con- gruo, certo e continuativo? .· . Questo giuoco dipende, oggi, dal beneplacito dei padroni ·di casa, dall~: loro cupidigia o dalla loro timidezza, dal loro spirito cristiano o da quello ca– pitalistico, e, in un seconrlo ·tempo, dai criterii ·delle ·commissioni le quali, fra l'altro, dovranno tener con- tò' d'elle 0 ·condizi©ni· degli inqùilihf.' I ' Ma còme? Si rinnega oggi - èhè, durante la guer– ra, q.uando conveniva, lo s-i ammise, sia pure a denti - stretti - il principio che ad ogni uomo debba esser assicurato un minimo di salario necessario a un'e– sistenza degna e confortévole, e ·si buttano tra le bardature di' guerra da distruggere le ricerche- sta- -tistiche che fissano gli indici del costo della vita con !-'intento di ristabilire quel minimo ogni qualvolta il sala'rio reale vi restasse al disotto; ed ora si pretende affidare a tre cittadini l'esame delle condizioni delle singole famiglie per sottrarle alle vessazioni dei pa– droni di casa trq.ppo ingordi? Ma su quali dati di' fatto .poggerà quell'indagine? Sul salario dell'operaio? ma della disoccupa'Zione che rre abbassa il livell0 medio qual conto si farà? Su lo stipendio dell'impiegato?. ma le II).alattie, il numero dei figli da un lato, o la-dote della moglie dall'altro, per esempio, entreranno nel computo? Insomma. iR qual misura i criteri etici andranno a correggere le cupidigie padronali dettate dai ~oli cri– teri economici? E" in tal caso, data la inevitabile disformità dei criterii e· dei giudizi, non· si accontenteranno 11è gli inquilini :nè i pr-oprietari ·di casa, ch'e avranno l'un– pressione di esser soggetti al capriccio e agli nmori mutevoli di Commissioni non. guidate qa alcuna nor– ma stabile e sicura. Tal quale come acc: :Ì.de ora coi Commissari delle abitazionJ, i quali dovrebbero risolvere l'insoluliile problema di' assicurar la casa a chi non l'ha, anche là dove le case non ci sono, e mentre es·si sono sprov- , visti di. ogni sa'hzione. per requisire quellè case che siano troppo ampie per pochi inquilini e- collocarvi gli inquilini troppo numerosi di case troppo anguste. Perchè le ,case, oggi, non ci sono. E quando le C:om- 1 missioni dovranno decidere sui ricorsi degl:i inq11ilini contro gli sfratti - i quali spesso maschers1,no il pro– . posito del ·padrone di riacquistare cosi, dopo due mesi, o anchfl meno, di lihèra disponibilità dell'al– loggio' per-sè, la facoltà'. di aumentare senza freni l'af– fitto -, ·come si comporteranno di fronte all'impos– sibilità dell'inquilino di trovare un altro alloggio? Ammettiamo pure che. per un certo numero di al– loggi delle famigiie del medio ceto e agiate lo smi- stamento, di fronte ai fori.i rielzi degli affitti, giuo– chi utilmente; ma qU'elle 10 o 12 ·mila famiglie che, a · Milano ad esempio, non hanno casa·-propria,. e la cer– cano, dove andranno? E gli alloggi _di 1,. 2, 3 locali per la classe lavoratrice e per i piccoli impiegati dove li troveranno gli inquilini sfrattati da ,allol!'gi più 8\DlJI~ se vogliono sottrar$i (I.Ila _iu~ula'.zione del pa– dron~ Il\ çasa? · - . E tfon si speri ohe l'industria privata ti f~bbrichi. ~e costruirà, essa si volgerà agli aUoggi per la bor,– ghesia media e .ricca, ehe paga a semestre, che non laa disoccupazione, che non da noie. La " poveraglia » vada alla, periferia, nelle casci– ne, riei -paesi vicini, o· anche nei lontani. I corifei dell'economia fascista consigliano infatti la emigra– zione, come se l'urbanesimo sia problema da rispl– versi col metodo della violenza! • E saranno poi stimolati a costruire gli imprendi– tori privati cctll'attrattiva dei 25 anni di esenzione fiscale? Ora, in fatto, essi avevano già l,'esenzioue · di 25 anni distinta in tre periodi di 10, 10 e 5, secondo perizie e concessioni delle Intendenze di Finanza. E non hanno dato che briciole per soddisfare la farne di case! Perchè? rria perchè l'incertezza dei costi e dei guadagni rendeva troppo aleatol'io il frutto dei loro investimenti. • Questa incertezza oggi continua e potrà prolun- garsi. , . Chi assicura gli im.prendito1'i che anche nel 1926, se la crisi fosse, rispetto ad oggi, quel .che oggi è ri– spetto al 1919, non saranno concesse nuove proroghe al, termine per allora fissato? E chi li garentisce che tra non rliòlto 11UOVi rincrudirpe'nti di imposte assor– biranno ·non solo il nuovo aumento di affitto, ma an– che. parte di quelli precedenti? '· . E allora, ben dice il Cabiati, era preferibile di gran lunga " la strada tracciata dalla p_ropost_a di legge Turati_», cioè cc la proroga del regime V!.nco– lativo sino al 1930, ma con rapidi aumenti di fitto, che io - egli dice - chierlevo ancora assai più ener– gici: confidando che _in tal guisa si giungesse pres~o a quei prezzi ai quali le costruzioni potevano u~1l- 1:nente riprendersi, e che d'altra parte la nostra lira si sarebbe andata stabilizzando, eliminando, o a.ddi– rittura annullando, l'ostacolo naturale più grave·». E vi è ancora un'aggravante per quel che si può presumere, nel decreto. ora uscito, che esso taglia le gambe all'azione degli Enti pubblici - Comuni. e Isti– tuti' - i quali hanno fin qui costruito (e sono stati i soli, eccettochè a Roma dove ha imperversato la cuccagna delle Cooperative, non rosse, dei funzionari statali diventati con poca fatica proprietarii di casa) in quanto sopprime il contributo statale per il paga– mento di· una parte dell'interesse· dei mutui per .le · nuove costruzinni. Non solo lo sopprime per l'avve– nire, ma annulla. lo stanziamento che si teneva ormai più sicuro dei 3.800.000 di contribut~ che dovevano scffvire specialmen.te per mettere in valore per le co– struzioni i 100 milioni stanziati dal\a Cassa di Ri– sparmio di Milano, ed oltre a ciò, sembra, ~nnul~a anche i contributi assegnati ma non erogati, e m base alla prom~ssa dei quali furono già concordate operazioni di mutuo. Forsf,chè gli Istituti, di Credito, o la Cf!-SSa.Depo– siti e 'Prestiti faranno mutui agli Istituti per le case ,popolari solo perchè è stata concessa l'esenzione tren– tennale dalle imposte, .mentre non li hanno ,fatti si– nora,che l'esenzione era ventennalè? Così gli Istituti, che sono i soli che potrebbero co– struire gli alloggi di 1, 2, 3 looali per la classe ope– raia, dovranno arrestare ·ogni loro iniziativa, e il problema si risolverà, se si risolverà, solo per le classi agiate, per le quali il sacrificio di danaro sa– n,bbe meno·gravoso che per gli altri, ma rimarrà allo stato attuale di acuto disagio per la massa lavora– trice, che sarà sempre più ridotta nella impossibilità di trovare gli alloggi dei quali abbisogna. . Evidl1ntemente ·non è questo che si vuole neppure dal Gov,~rno fascista; ma la fisima della libertà - che vicewrsa non è libertà - sostituita al razioci– nio, e la es,:lusiva e unilaterale preoccupazione di al– levia're gli oneri dello Stato il quale, viceversa, ha dei doveri economia( sociali ed etici - sì, in questo .ca:so anche etici,. e in altisiòimo graào - che gli im-

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