Critica Sociale - XXXIII - n. 2 - 16-31 gennaio 1923

i salari, le mercedi giornaliere, i compensi di qual– ·siasi specie e a qualunque titolo dovuti: •1) agli operai !!egli stabilimenti governativi; 2) agli operai delle Provin.çie, dei Comuni _edelle rispettive. aziende autonome; · 3) agli operai di Enti morali e Società ce>mmer– ciali, che esercitino. ferro~•ie e tramvie urbane ed . intercomunali e linee di navigazione iriterna. Quando gli operai di questi vari Enti non abbiano caratte~e di stabilità in quanto sono semplicemente avventizi, l'imposta di R. M.· è fissata nella misura del 4 % sulla parte di retribuzione costituita dal solo salario. . . Questo provvedim·ento si distingue da quello So- Ieri: 1) perchè sottopone non tutti gli operai a· impo– sizione, ma. una sola categoria di salariati: quella degli addetti alle industrie pu]:>bliche o alle industrie· private di tramvie, ferrovie, linee di navigazione in– terna. ~i tratt~ di operai occupati stabilmente e con riµmnerazione relativainente elevata: e, quando essi sono avventizi, l'imposta è molto mite: ma, per quanto"ìnite, può essere inopportuna, se gli avven– .ti:z;isono occupati per poco tempo. -Se l'imposizione dovesse limitarsi a questa ristretta zona di operai, essa non muterebbe di molto lo statu quo: ma puo essere che questo provvedimento rappresenti il primo · giro della vite fiscale; 2) perchè colpisce _i salari nella loro interezza e non per la sofa eccedenza sulla m·ercede normale. In questo modo, l'applicazione dell'imposta è più sem– plice, sicura, redditizia, ma è nello stesso tempo or– .ganicamente viziata per le ragioni spiegate sopra e sarà un ostacolo all'estensione del tributo agli operai delle industrie ordinarie, perchè l' imposta troverà l'opposizione politica· ·delle classi lavoratrici e insie– me quella non meno ,o più, forte delle classi padro– nali, che a ragione comprenderanno di dover au_men– tare .i salari per compensare i lavoratori di tutta o di una parte dell'imposta, senza aver sempre la si– cur~zza di potere, alla loro yolta, 'rimbalzare il tri– buto sui consumatori o sui fornitori. Su chi cade l'Jmposta sui sa•ari Dico· che gli imprenditori non sono sempre sicuri di poter ripercuotere ..,l'imposta, che dovessero sop– portare per conto degli operai, perchè. può darsi in molti casi che essi abbiano già ottenuto dai fornitori. il· prezzo minimo possibile· nell'acquisto delle mac– chine. e m!)-te.rie prime e dai clienti consumatori il prezzo massimo per le merci, che vendono ad essi: sicch~ nè gli ~ni nè .gli al~ri prezzi' possano in qual– siasi modo essere variati. ll)vece è certo che, in tutto o in parte, essi deb– bono, o prima o tardi, sollevare gli operai dall'im– posta, che colpisca il- salario strettamente. necessario per- compensarli delle .loro fatiche, per dar loro d::i vivere e pér non costringerli a emigrare o cambiar mestiere. · Rimangono ,al contrariò, a carico degli òperai le imposte, file esse coipiscono .salari che ,nano giunti fino al massimo che sia .stato possibile di ottenere dall'IJ'!!prenditore, per una ragione e_vidente: che più di quel che giìt hanno gli operai non possono otte– •nere. Tanto meno -trasferibile sarà il tributo, se esso si liÌniterà a colpire ii soprasalario, perchè in tal caso l'imposizione si limiterà ai soli lavpratori con rimu– peralione elevata ~ ~~ sqJ~ pa~ ~H çssa cn(! rap- · presenta l'eccedenza sul reddito ordinario. L'azione e la reazione· dell'impostà sono più circoscritte, e perci0 stesso meno l'irnp-osta può ripercuotersi. Ma, anche abbandonando i casi, in cui i salàri ·abbiano raggiunto la massima altezza possibile, si può dire ·.che le impost(! sui soprasalari - siano essi conse– guiti da pochi, come ora, o da molti, come nei tempi bellici e ·immediatamente postbellici, cioè, nei tempi delle « .vacche_grasse n - normalmente non si riper– cuotono. Lo hanrio osservato .4da-mo Smith, Uicar– do, John Stuart Mill, lo hanno confermato -il Pan– taleoni nella sua profonda Teoria della traslazione dei tributi (pag, 279-80) e il Seligman nella sua opera sulla ripercussione delle imposte (The Shifting and Incidence of T,1:rutio11 - 5~ ediz., New York, pag. 367 e seg., tradotto nella Bibl. delt'Econ.), lo ha illustrato in modo perspicuo l'economista inglese J. A. Hobson nell'interessante opera: 1'axa.tion_ in the new State (London, Methuen, 1919). Norrnahnen-. te non si ripercuotono le imposte sui soprasalari per le stesse ragioni, pP,r ·cui di regola non si rimbal– zano i tributi che colpiscono i guadagni di còn- . giuntura, le rendite e le quasi-rendite e i redditi prl– . viJegiati Ò '·ai monopolio: ·tutti quei guadagni, cioè, che non sono in rapporto al- costo di produzione, che rappresenta.no già il massimo insuperabile di quanto il contribuente può ottenere dal mercato in compen– so della· propria opera, e che possono sopportare l'imposta ,perchè, anche dopo pagata l'imposta, il contribuente ha sempre convenienza a mantenerr l'Òffer.t,a dei' suoi servigi, pagati sul mercato più ch(' a sufficiimza, e a quel prezzo, che - con o senzii l'imposta - viene stabilito sotto la tensione di una domanda forte in. rapporto all'offerta.· ;\I contrario, nei casi di prestazione di mano d'o– pera o di servigi o di merci, in condizioni di con– corrEmza, e perciò di salari o. di rimunerazioni ri– dotte all'estremo limite dello stretto' costo di produ– zione, l'imposta, che colpisce le mercedi già per sè stesse meschine, non può teoricamente essere a ca– rico del contrihuente, ma da questo deve essere ri- , percossa su a,ltri, ·perchè l'imposta ,ct:venh un puro supplemento del costo di prodm.ione, che deve nr– cessariamente e fisicamente di regola essere reinte– grato. Se ciò non avvenisse, entreremmo in un sin– golare caso, che produrrebbe funeste conseguenze. . Ma quest'ipotesi d'imposta sui salari riòotti al mi– nimo è da proodersi in considerazione r.ol Decreto De Stefani e in vista delle sue possibili estensioni a categorie meno fc;,rtunate di_operai, perchè il recente decreto colpisce il puro salario e non- l'extra-!"alario, come disponeva il disegno Soleri. · In ogni caso, a mio modesto avviso, sòno da capo– volgere le previi:;ioni che hanno fotto l'on. Matteotti. nella sua Relazione parlamentare, e con lui l'on. Turati nella CrUica sugli effetti 1lell'imposta sui so.– prasalari e sui salari (1).. Non credo, cioè, che tale imposizione sia profondamente iniqua, perchè la sop– porteranno « gli operai nei periodi di depressio1,-e del lavoro, quando le mercedi '>Onopiù misere e ins1if– flcienti, e cesserr.bbero !ii essere essi a pagarh qua,;– do· le vacche grasse tornassero a lattificare anche per loro: tassa, dunque, a roveRdo del reddito "· Normalmente. questo non può avvenire. In via ec– tezionale, può essere che un'imposta rimanga ,mg)I -(1) Vedi l'opinione dell'on. MATTEOTTI i,; Critica Sociale 1' ott. 1922 p. 296 e quello. dell'on. TURATI nel fascicolo del 1° dic. 19?!!, p. ~~i, · . . .. . . - .--. .

RkJQdWJsaXNoZXIy