Critica Sociale - XXXIII - n. 1 - 1-15 gennaio 1923
) çiRITICA SOCIALE 1 L'unità· sindacare Al punto in cui siamo, mf resta ben poco du..dire sulla oramai ·vexata quaestio. Potrei, dovrei forse, -smentire qualche voce maligna o dimostn,re l'irn.:on– sistenza dei parti di- fantasie troppo ,accese; ma tut– to ciò non caverebbe U solito rag_n0 dal solitçi buco. Meglio è. dunque tener presente che vivÌamo in- pè– riodo di nevrastenia acB.ta... e lasciar correre. Se un'utilftà c'è di fissare sulla carta la croni– storia del moviment) unitario, essa deve conside– rarsi una utilità d'ordine esclusivamente documen-. bario,· giaèchè non è chi no!} veda come, c~l pass;:i,– .re d·ei giorni, venga m·eno, sempre meno, per lique– fa,zione o per metamorfosi, la materia uniJìcabile. Con l'attuale temperatura fascista, è molto se si riuscirà a cohs,~rvare l'idea. Svanisce la possil..iilitù. del concreto fatto unitario; e l'unità sindacale ,pre.n·- 1de pos'to fra le leggende e i miti. ~a è la volta che , ie _rico:qosèo tutta l'importanza che possono avere 1 miti nel determinare il corso degli avyenimenti.- . n--J;>,a:i;liavio-,.puredeJl;:ùnit,à,,come:,di,, up.a; ._se!Ì1pAice, ipotesi, -come il possèS!lOre dì un biglie.tto della lot– teTia congettura sulla vincita del •m~lioJJ.e:sarà sem– p])e meglio, io credo, che disperai-e del dorriani. La fede nell'unità non è oramai che la fede nella 1·i– nascìta, in una~ rcrrtota àncorchè indefettibile· I;ina- ·scita. ' , . E-' a tutti noto che si intend.eva fare l'unità fra le organizzazioni già co[Ilponenti la disciolta .« allef,n– za del lavoro ». Come si éra giunti a quella allean– za? L'iniziativa era P.artita dal Sindacato Ferrovieri ed era stata appoggiata dalla Direzione del P. S. L' « alleanza » aveva sopratutto i copo difensivo e abbracciava le sole organizzazioni che agiscono sul· terreno della lotta di classe, lascìanùo a ciascuna di· conservare la propria ideologia e la propria tattica. Dall'alleanza provvisoria, alla fusione durevole è breve il passo. Tutta.via l'idea dell'unità non sareb– be nata, se non vi fos!3e stata alle viste la rottura dell'alleanza che legava -la Confederazione del Lavo-· ro al Pa,rtito 'soci;i1ista .. Questa separazione creava delle possibiiità ~i .ìnt'esa, coµ quelle or;ganizzazioni almeno che non ·a\\evano mai voluto aderire alla Confe,derazione p~r via. ,della sua dipendenza dal Partito. ._ Però,, a misura che ques.ti propositi a,ndavano 111a- . turando, il fascismo nien::.va strage fra ·le ex-alleate -con metodi che sono noti a tutti. Pochi p,reviùero ·al– lora, che il partito fascista si sarebbe così I,Jresto im– possessato del Gove1'no con un colpo di mano. Quan– do questo avvenne, molti provarono un s ollievo. Che cosa potevano infatti temere. di peggio le organfa.za - ., zion:i classiste ,dal fascism0 ,div~ntato.,Gov erno? ·, . L' iRcanto, per altro, llurò poco. Se mm si ebbe il ·peggio, le cose cont'inuarono come prima: alla tat– tica dell'assalto fu sostituita quella del logorame11to, ma il piano di distruzione delle -forze avverse fu condotto innanzi ~on spietata mano. 0-rbene, se in circostanze simili sono da invidiàre · coloro che non intendono sporcarsi le mani e scom– pigliarsi gli abiti per operare il salvataggio, io non ,credo però che meritino censura quelli che invece si regolano. in .altro modo, - purchè, naturalmente, l' « altro modo » non significhi passaggio al ne- mico. • .L'azione unitaria, per qi;,el che ci riguarda, non_ va s piegata c on la sola preoccupazione di voler sal– vare qualc.he ben!l materiale. Chi si ferma alla Ca– . mer a invasa o alla lega passata al fascismo, non ·ha ancora la più'· lontana idea delle perdite suhlte dalla classe lavoratrice. Ma, insomma, •messe tutte insieme le. pe-rdite morali e mat.eriali; non costitu-i– euono l'unico motivo per cui si dovette studiare l_a ino Bianco possibilità .di un più vasto raggi•uppamento di forze sindacali. Il giorno in· cui il movimento sindacale proclarna la propria autonomia, si pone nella nece_s~it~ di de– finirsi; deve assegnare a se stesso una dJret.t1va, UIL programma; un metodo. Che farà, cosa. sarà il Sin– dacato q,ùind'innanzi? La domanda viene naturale, ed ogni tendenza sindacale cerca di dare al nuovo quesito una soluzione rispondente alle proprie ve– dute. Donde le proposte, le iniziative, i Cop1ita,ti, le ' polemiche, il travaglio .caratteristico, insomma, dei periodi di riassestamento delle idee. · · • Da questo travaglio è uscito un programma, che ognuno potrà apprezzare come crede,. ma 'che in– tanto. offre una concreta base di discussione. Alludo al prÒgramma del Comitato pro Costituente. Quel programma è, nella sua vera essenza, _un prog'ra11,– ma di schietta e ardita democrazia del lavoro, quale può essere il pr·ogramma di un _movimento sindacale libero da dogri1i politici 0 religiosi. Chi voglia considerare quel programma con me1l– te serena e sopratutto con -la spregmdicatezza neces– sari~ a vincer e una buona volta quei pudori al tuttu 'convenziona.lì' che''-.tratterigon6' dfj-1gu~rdar~;. in fon– do alle cose, troverà che quel 1 pt )gramma cl!ffensc~ dai_ prograµuni di partito solo, in quanto è più. ade- rente alla realtà. . ' · , ,," Io ho la ferma convinzione che uh pr:ograriuna Jealistico dei Sindacati non possa scostarsi moltQ ùa quello fasato dal Comitato e penso che tutte le or– ganiizazioni che non a~cedono nè alla tesi fascista, nè a qujll~a comunista, nè a quella cattolica dovrelJ- . bero concentra.rsi e disciplinarsi• moralmente sulle traccie di q1ir.l programma .. Ma nemmeno ip mi na– scondo che la situazione .è poco. favorevole, e che quel prcgramma potrebbe restare per molto tempo. · e '- chi lo sa? - magari per sempre, senza effetto pratico. Ogg( infatti, noi assistiamo ad una curi~&a, meta– morfosi. Il fascismo, dopo aver gridato per tautu tempo che la ,sua·ira·si sfogava contro le_orga11iz'za– zfoni di classe· non perchè tali, ma perchè legate al partito· politico, adotta oggi, per suo conto, il me– todo tanto ripudiato. Non è certamente l'iniziativa del--Comitato pro Costituente che ha spinto le cor– porazioni a stringere ancor più sa:ldi i vincoli ,::ol partito fascista, e quindi col Governo; però il fatto è avvenuto, ed ahche se non muta in· nulla la· situa– zione preesistente,. bSSo conferma una· volta di più che fascismo e bolscevisi:rw sono in ciò pienamente d'accordo. Figuriamoci che bazza ,per i comunisti! Poter di– mostrare che, in Ru,;sia come in Italia, la tesi che prevale è quella della subordinazione, . perinde ac _ cadaver, del Sindacato al Partito, çhe, in Russia eù in Italia, i. Sindacati Ji · un .d ato colore sorreggon~ --il Governò al potere e Ie- 0 ò.ue '-'f0rze•unite stròncar,o senza riguardi 'ogni movì hì.en to contrario, equivale a dimostrare, con irrefragabile esempio, la debolot– za della tesi autonomistica e po·r1a quasi nella im– possibHità di. trionfare. E' ben vero che. si potrebbe contrapporre che Ita– lia e Russia non souo ancora il mondo tutto è che, anzi, nei paesi più progrediti dell'Europa e. ùe\L' A- . merica prevale il nostro punto di vista; ma, pure am– messo· che, per circostanze -speciali, in Italia doves– se, per iln certo tempo, prevalere un indirizzo- sin– dacale diverso da quello da noi indicatO', non per ciò verrà meno ·in noi la fiducia in un prossimo rin– savimento della pubblica opinione. Si noti che chi scrive rappresenta la destra fra gli organi:tzatori e le persone che si sono assunto l'in– carico di sollevare una fiaccola nella notte tempe– stosa. Nessun altro titolo gli compete all'infuori di , quello che gli viene dall'essere, in un certo senso. nn consigliere e UÌl tecnico del movimento operaio. Quel programma, che io non saprei altrimenti qua- •
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