Critica Sociale - XXXIII - n. 1 - 1-15 gennaio 1923

-4 CRITICA SOCIALE prestigio mantenga l'Europç1, di front~ alla Cina, dopo essersi distinta davanti a questa m- due st1r- · pi, i vinc-itor~ e i vmti, è fa_c1ie1:ntendere; ma è ·anche facile intendere come Ql,flegi,mecap1to.Jare sia ormai difficile da mantenere anch.e per' i v.in – cito1·i. Nè è soltanto la Cina che oggimai sorri(ie dell 'EU,ropa, ma il Giappone cc euro,peizzato » dal- ! 'Inghilterra, il quale ha potuto ,fare un eccell-en– te accordo con gli Stati Uniti per il Pacifico. E, per non scostarci dalla tesi che la decadenza del– l'Europa si ,ra,dica nella guerra più che nella_ pa– ce r-esistiamo ad accennare qui ,alla sollevaz10ne cte'11 'Asia mussulmana, iispirata dal doppio rana– Lismo bolscevico ed' islamico. Non ci occorre. Il prestigio dell'Eu.ropa riposava essenzialmente suì do.minio attraverso la ricchezza che capitalizzava.– La potenza coLoniale, con ·cui l'Europ.a si faceva sentir,e in .Asia e in Africa, era -il trionfo del Gambia tra manufatti e materie prime, il trionfo deJJa mecca~ica e dell 'a,rmamento perfezionato. L'impoverimento dell.'Europa ne rovina il presti– gio percllè ne r.ovin\lr'te 1;>li:si._ Il (.hsordip.e_;segult? alla d1~truz10ne bellica, nel c~1i'colomaterie prune, produzione, scambi; lo squilibrio tra la cupidigia sfrenata dei ter.ritori e l '-1,mdoneitiialle anticipa. ,doni capitahstiche, per effetto dell 'un:iversale pau– peramento degli .Stati, distruggono agli occhi de– g·li' indi-geni ogni rag10ne di. ,mteres{>ata-sommes– sione all'Europa co ,lon.ia :le.Gli schiavi 1SirivolLa– no quando il padrone fa vectere chiaramente che non 11.a · più eta ma,ntetiere nemmeno se stesso. L'Asia e l'Africa s.i ,l'livoltano all'Europa è.ome schiavi, gli .Stati Uniti oome padroni .. L' 1 Europ.a è presa· al cappio di queste l'liv,olte,,che minacc.1a– no di portar\e la guerre nel suo ,continente; op– pure le offrono .pietosamente il ·protettorato ... ùel– l'e<sonero dei debiti interalleati contro p1egni for– rniclabih mino,ra,nti I.a sovranità degli Stati, co– stretti' a subirli ed a ringraziare. La fle,rezza non assiste più l'Europa s_enon nei suoi rapporti in– l,erni, nella crudeltà delle sue guerre, intestine·; nw. è mo,rta rispètto al mondo· extraem:opeo. . Cotesta lie.rezz'..a dèll'Europa, che .av.eva, come debbo, un contenuto -Lutto ma-te.riale, ec,onomico, nrnccà.mco, isi palu,aclva peraltro in alcuni ~olen– nli principl, che fornivano un tema inesauribile : ai suoi oratori per esaltare 111 cospetto dei bar.' ,·, bari la nostra e,,iviltà.Era il diritto, l'uguag·lianza, la libertà, là mutualità del rispetto aa uomo u uomo, da Stato a Stato, chie l'Europa v.antava come il segno della sua supeirio.rità, come il ti– tolo della sua penetrazione nel mondo barnaricu; E, se i barbari ogni ·giorno av,evano occasione di apprezzare la civiltà e l'umanità dei vincitori nei loro riguardi, ess~ po·~evado,·nella loro ingenuita, ritenePe ,Sii tràttasse di 'ebces.si scoppianti soltanto nel! 'urto di razze e di civiltà· ditier.enti. ,Ma certo; nell'~nterno della sua civiltà, tra·epidermicii Lutte bianche ad un modo, e tra genti tutte educate nel concetto ùel diritto, della· U,guaglianza, ecc., 4 1 ue, principì dovevano avere un valore e::;senzi.ale,an– zi assohtLo... Ora i « barbari»· invece s.anno che anche tra europei, anzi, sòptatutto tra europei, i principi non contano p.roprio nulla; ancora 1 meno, se fosse possibile, che nei rappo,rti coi selvaggi dalla pelle nera o .gialla o rossa. ,Essi hanno visw il principio di innividualità etnica leso dapper· Lutto .in Europa da ,quelli che avevano preso le armi per dif.enderlo; l'al.ttodeciisiorie degli Stati aggreclita ferooemente per imporre ai riluttanti le istJituztqni, i costumi che gli 9-ggress9ri reputano a. loro più c:onfacenti; le minoranze di. oggi $ev1- z-i:ate_d<!,lle minornnze ·.di ieri diventate maggioc r1anze,.o altrimenti arrivate con -.aiuti est-erni al pòtere; hannci vi~to sistematicamente •ne.gare a tutLi gli altri ciò che ·ciascuno .affermava ostina– tamente per sè; la vittoria rompere l'unità del di- BibliotecaGino Bianco I rittu e deUa morale, ·creando un dir-it.to ed una mo:ràle per i. v1inti -ed' un dirtitto ,ed una ìn~I"lile per i vinc,itori; il di,ritto della jungta beluina di– ventare il diritt.o europeo, con un qualc~1e cosa lii p,iù innatutale, di più· {';rudele,-di più ,sadieo,. per– chè non genera.tq dalla immediata necessiià di vita, .,rna da. preconoetti di ne.cessi-tà future e da ' prevenzioni• ferocemente ve.ncticativ-e. Un .trattato già universalmente abbominatò, · scritto oJ.tre.cento anni fa, àil. T.ratt.aito di Vienri:'l, 1neUe incon1futabil.i. illus-t.razioni dei ricercatorif· come NiHi, viene a -mostrare un'insospeftata- su– pe,riorità .etica e politica sopra g~i · ultimi trat– tati, sopratutto iD.quanto allora i vincitori .rispar– miarono alla lilrancia. napoleonica vinta ·e. l'o. stracismo dal Congnesso e lo smembramento ter'. ritoriale, che fmono .ris"èrbat1invece .alle. Potenze vinte nella gr.ande gue,rra. E noi stessi ·ora, -rileg, gendo 1 ,quanto il vé,ochio conse.r!Vato,re ·Cesare Cc;m,-. Lù sc-riveva ai ~uoi .tempi nella prefazione al li– i)ro di Gior·giq Goffredo Gervi1.rns ! la fiestaura– zione e',il ,Tratta~o ,di Vienn,a (1864), lo, troviamo · meno ingiuisto .. e. meno paoiotto : cc Quanto allo spirito intimo, il. Trattato di Vi,enna .fu. un gran p,110,gress,o su quelle di WostfaLia. Questo,,aveva introdotto 1a pluralità degh :'Stati e l'equilibrio. ~sterno .fra essi; il trattato di Vienna pçise Ia so. lidarietà di cias,cuno e la garanzia 11ecip.rocadegli Stati. Erano i ·popo:!i che !'.avevano chi,esto quan– do un eOJnquistato,re aveva sc-omp-ostoconfir~i, na,· z,ionalità-, dinastie a capricGio e ,col1a spada. Vero è che 1i principi se ne valsero a l01ro vantagglo e sicurezza, ma pure restava: implicito neUe stes, se ,forme pat11iarcali che i Viari popo'li fossero di– stintamente cost-itùiti. E in fatto, al do;gma del· mutuo acoordo nel sistemare gU ,affari inte-rr).i,.si ,g1i'unsea lasc.iar surrogar,e quello della non inte.r. venzione, che, almeno ùi titofo, v'era diametral– mente opposto; •e cosi tutte le Potenze adottarono . . Governi rapri-res.entativi, mentre contro di quo~Li' pareva uombinata la -San11aAlleanza; dal sistema, · ino1r.garuico.isi paooò ·al sistema.°dì riflessione, di di– ritto, dli.libertà)). E insomma, il :vecchio, infame t.ratt11to diede ài p,op-oli.trenta, &.nTui di pace, in cui si preparar-ano le ene:r:gie di nuo;vi ideali po, litici,. sigillo •di conqu1iste eoonomiche · 8' sqciali nuove. · Invece, subito dopo Ìa pace di Versailles, i pri– mi giudici deU'EuJ10pa ·ei del suo p.restigro, i « bar. bari n 1 veggono, malgrado il coatto· disarmo de.i.· due imperi più militari di Europa, · esservi, ora· ill' EU,ro-padue volt.e più s;oldati sotto le armi che ayanti .la guerra; l bilanci. militarti per. la- so)a aV;tazione sµp1;1raI"e i ):>i.Ianc:i. milité1 ,ri.p.i.av.an~ i _la guerra;. le Convenzioni inLeI"nia.iionati .pi disarlu.6 frodate, i trattati° ;intemazionaJ.i loiolescarnente non eseguiti e i gabinetti sci,entifici ·di Europa· la> varare febbrilmente alla ricerca di .nuovi e più ra.ffinati mezzi di distru:uione è di offesa, di gaz asfissianti,' di navigli subacquei, di mostri aierei.. E l'Europa, in questa gara folle, disperdere le ul– time ,riisorse çhe le conv,erreb'be.economizzare per la n.on ~mai l,entata opera di risor:gimento e di r,i- . sanamento. · · E, perchè sia completo il quadrò dei fattori dei. la decad·enza dell'Europa, convielie registrare lo sciogliersi .della solidarietà scientiflc.a del}e. scu.o– le·, delle Uruiversità e dei Gabinetti di Europa. che daVia la 1infia vitale· al regime cosmopolita della.– produzione oapitalistic,a; figlia .dell'alta coltuta .e della qualijicazione del lavoro operaio, che è pu. . I"e una specializzazione der-iv_:ata dalla stessa: alta cultura. I nessi della oollaboraz:ionè scientiOca so– no l'òtti, .sia dagli sipiriti •esdusiVIsti ·e ostracizza'. tori che la gùerr:i;tha ·lasciato di-ètr0 'cl.isè, 'sia, .an– cora più, per- !a· h1iséria:·atroce che oolp·iooe f ceti ap_plic;ati aHa: sci•!~nza ·riei. paas\ v.int'i ·e..non solo,

RkJQdWJsaXNoZXIy