Critica Sociale - XXXIII - n. 1 - 1-15 gennaio 1923
I • •• • I CRITICA SOCIALE , sto fra di 10!1'0, che non possan0, essere ugualm~nte sod– disfatti nella gxa,nde impr.esa cooperativa. Qua.ndÒ una .gran,de organizzazione aivessè in ogni centro, do;v,erha potuto, 'raccogliere un num·ero' minimo d'ete.rminat o di ,soci, una pwpria sezione a cui •-fo.s seci,e ,mand-ato, tl 'c.om .– ·pito dierlla pro,paga™l'a coopea"a(iva ,f.ra i consuma tori, delià. aim,missiOJle, esclU!\i-O<IlJe. e, soT ve·g lianza dei sod, essa associerebbe le esigenze della impresa a quelle del- la scuolla. · · . Grandi illllPrese ooo.perati,v,e:ecco. la rr1eta pe,r ·cli1 do: vrà - re. p,ea,chi. portrà - Qccuparsi di éo.o,peraziq:nefra' i ,consumato,ri, ,i.ccettando cdime inevitab ile e necessaria la J.iqqidaz.ione di molte delle -picco.le Coop,e.rative che l'economia di, gue:rra ha fatto S OO'ger~ e che òra nOJl vi– ;vrebbero1 sei norn chiedendo ai soci i ;;acriflcì inv.ece di recare aiuto-. . . · Il pr~blema conomico dell'Austria · Generalmente, quando parliamo della situazione di· sastrosa de'lrl'Au,strta,· nm pensiamo a:l 1Precipizio deJla sua valuta ed ial di.savailzo enmme del bilallcto ·fede– rale. Effettiva.niente s.i. tratta da un lato, della maniCe– stazioone più aicuta ed impressionante della· chsi e dal– l' 3rlti:e: della, causa ,imme:<,liata e ' -pri nèi,p 0 aJe c1i questa lil"LRifestazione, ma non si uratta ù.el male in se stesso nelle· sue radici più prof,onde. Il gio·r no in cui una po– liJtica fi,scale senza pietà 'Ilei tassare 01gni f-Orma di red– dito e nel recidere tutte le s,pese possa riuscire a sta– bilire il pareggi.o del bilancìo e ad impedire ogni nuoiva a-ccensione di' debiti, in. quel gio,rno si raggiungerrà fl– nalm!Ynl~,la stabil1izzaz1.0ne ct.euc1, cornna e. si_ sJra laLto un ;pa.sso decisivo verso, la ricostruzione economica. Ma tuù\,Oquei,to sarà possibile ad. una soJ.a e difflci'lissi– ma oondizione: che Ia riduzione delle spese ed i nuovi a,ggravi. flscalt non tolgano ogni possi,bÌlità di movi– mento., ali~ forze produttive del paese. · Il problema fondamentale è quell-0!d~ stabilire se l;Au– stria nei- suoi attuali co,ruflni e nella situaziO,l).ecreatale dai trattati di! pace .sia in condizione d~ potere sussi– stere, nel o.e'llSOcioè ch'essa possa, envro un termine più o meno lungo, ri,nunciare all1'aiuto finanziari'o, ed alimen:tare delle grandi po.lenze,. senza che, si deter- · mini t>e1· questo un a:bbassrumento, sensibile. del tenore di vita e del liv_ello di civiltà della sua popolazione. 1-1 pc-oblema demografico • L'AustTia attuale, con una surpeJ,1ficiedi 84,ÒOO chilo, metri quaidPati, ed una po)5olazione di 6,5 miliooi di abitanti, è stata giustamente para,gonata al,la Svizzera, colla quale hi in comune, oltre. alla .densità della po– polazione, pressoché uguale. anche la prevale'llza del- 1'alta-montagna e delle valli alpine e lo scarso s,vilup;po delle piao,ure, situate nell'un caJSOe nell'altro nella ·parte {Pi>ù settentriooale. Ma· i due Stati s.i difte,enziano prCYfoooamente 'pèr.r la di-stribuzione della popolazione, di cui nell'Austria: qùas:i, un terzo è agglomeraJta nella cla,pitale, mentre in !svizzera mancano completarnentl\ le gra,n,di città. · ·Per questa , anormale dil: ;tribuzi-o.ne degH abitami ,si è 51Pe-sso• tentati cti' conclude -re, che il pr-0!blema:econo, , mico dell'Austria non è, in fondo, ohe il problema di Vienna; e la proposizione è perfettamente vera Se la si usa nel senso che il problema di Vienna na,s,sume in sè, nei• suoi aspetti più gravi, il p:r-oiblemadell'Au– stria; .ma non è più esatta quand-0 invece s'i[lten<i1;1, clhe l'Austria soffra soltanto per la sorpravvivenza di ."qu6Slta gran<l_ecapitale di un µò.pero scomparso; e ·che quando .st sia eliminata questa· ipertrofl1;1.parassitaria, il ,problema austriaco possa considerarsi superato, o possa anzi p.ksi' cli~ non esista. ·· ·Jn realtà, il _p,roblema dell'Austria, ove si intenda r1- ISOJ.Vfil'lo senza ,il s.aicrìrficio di quel paése, 'OOruùste ÌIJ)– punto in questo: nel deteri;ninare cioè se H ,paese possa seguita.re a vivere el ll)ro.sperare sen2a ricorrere al ri– medio es t.remo e fallimentare di 1>rovocare l'esodo del– la sua. popolazione urbana, che nella _grande_ maggi'o,. ranza. 1'81PP:ce senta la f or,za, industria.le ,, 'l'.elemen¼> 8itti– vo più pre2ioso del.la. sua e cooomia, ' . , ~ , , 1 , • P{oduzion,e agr~la ed industriale . E' noto infatti a.nche all'ultimo dei' profani che nel– l'Austria _ted~a la ll)rodl)Zione· delle derrate agricole alimentari 'è ben lontana da{ bastare ai bisogni della . sua po,polazione. Del suo .territorio iI 53 per cento è occu,pato dai bOlschi e dai pascoli alpini, il 10 per cento . cla t1;;rrent assolutamente· improduttivi, e soltanto il 27 ,per cento da. terreni arattvi; ed a,nche di questi 1'11,5 per cento è destinart.o ài prlj.rti, in modo che so1o un quarto della ,superficie totli:le è· rtse:rvato alla coltiva– zione delle ll)iante alimentari od i'ndustriali. Perciò anche nell'ultimo decenni-o prjma della guer– i·a la p.roduzione dei cereali era insufficiente ai bisogni>. Se ci li,In.i,ti'ampalle due va,rietà più usate per la pani– ,filcaz.ione, graoo e se'gala, la produzione media totale era di •soli 8 mniooi di quintali (per più di due terzi segala)'. Ma oggi anche questo raccolto <lOsì modesto, per effetto df fattori' diversi, fra cui H pri.'llcipale, è i'a mancanza dei c(ìncimi, si è riidotto alla metà, sicchè la dLsponibilità per ogni abitante è di scarsi 62 chilo– grammi. di cereali da pane all'anno; mentre H fabbiso– gno si valuta, al minimo, a 225. Nè si può sperare che questa deficienza •sia compensata· dall'abbondanza del ta~colto de1lè'"patatè, disceso !l,n'èh'esso alla mèìà. del– l'anteguerra. ·Perciò, se non si vuole che la disponi: bÙiltà deH'alimento fondamentale' della popolazione di· scel'\Qa ar (l,isotto del minimo ritenuto indtspen~abile; sarà necessaria una importazione annua di grano, e seigala che .potrà variare cl1;1,i 12 agli 8 milfollli di· qui'.11- tali. · , · Il di>savanzo del bi:lanci-0 agrkolo alLmenta,re; aggra- vaito dalla quasi totale dedlcienza delle barbabieto!le da zucchero, è compensato dalla -ricchezza dell'allevamen- , to, che non· super,a però i bi,sogni del consumo interno, e tr-0 1Vaun c orrettivo ,soltanto 'parziale nell'abboodanza delle ,fores.ts ,che dànnò vita i'nfatti ad .. una esportazione abbast anza intensa di legname da, costru.zione, o.staco– Iata però dalle persistenti d'ifficoltà dei trasporti. l\fa _og.;-!, .come in passato, le regioni d,ella repubblba austriaca devono contare, sopratutto, per colmarre il de(tcit · agrario, sulla loro attività,. industriale e com– merciale. Il censimento del 1920. ha dimootraito che la dLstribu– ztone della POIPOlazionepe r- pxofess,ioni conserva a que-. ste r egioni -1~ loro, antiica' cai:atter.ìstica , il predominio ci.oè della classe industriale (33,26 ,per ce nto) e commer– ciale H2,'1.7 ,pe.r cento) sul .ceto agricolo, e forestale (31,90 per cenio,). Una metà cil'ca. della· popo,lazione vi– ve dell'irudustl'i.\l,, del commercto è dei tra,sp01rti, ,e nes– suna delle forme dt attività ch'essa esercitava nell'an– ticò iIIl{Pero e che le permetteva - in generale - di ma.n:tenere un alto tenore di vita, può dirsi finora com- plet amente sc omparsa. ' E' opini.on/ , molto di·ffusa che l'unica erede e conti- 111 Uatricedell a potenza industriale dell'antico impero sia la Cz.eco-Slovacchia;, anzi la sola Boemia. Ma se si guarda· alle statistiche 'degli operai assicurati contro gli infortuni• nel 1913, si vede ch'essi •erano distribuiti nelle stesse proporzioni nel! 'Austria attuale e nella Bo~mia: 745 mila i,n, questa 'e •740 mila in quella. I due paèsi differiscono soltanto '·.p'er' una maggior preva– lenza in B9emia delle grandi e, delle grandissime im– _p,rese,mentre in Austria predomina la media e la pie, cola industria.. . · · Tolt ~ po che. eoceziolfli, come la siderurgia stiriana, !~ • g.r ,an.di e.artiere-, alcune grandi officine meccaniche e le , filatur e· del V0ralbe.rg e della Bassa Austri·a, l 'i11- clustria austri,aca è s()IJ)r~tutto una industria d-i qualit.à, .che si affida assai, 1Più a,J.l'abil,i,tà' <li una mano <l'opera specializzata che alla materia prima ed alla forza mo:– trice:. ·Perciò questa indu,stria non ha molto da temere .dalla. troppo lamentata deficienza dV carbon. fossile; ma a:ssai più che a questo rif01rnimento la,sua fortuna è legaJta alla possibilità di! conservare il se.o antico mercato, al perdurare deHe condizioni che hanno crea– to ij11. potenza economica. di Vienna. Vi.enna Vienna coi suoi immediati dintorni è sempre il mas– simo centro. della produzione austlriaca, dove si con– centra ·il 70 per cento della popolazione in<lustriale e COJ;D,Dl._erciale della nuova repubblica. Colla rete fe!froviaria di cui ess11,è. sempre il mas– sirp.o centro~ con je sue bà.n.che, la borsa, le sedi -delle mB1ggi•ori ca,se commerci,ali ed industll"iali,'. coi ·suoi
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