Critica Sociale - XXXII - n. 23 - 1-15 dicembre 1922

Vhl'i'Iù.ASOCIALE u rappn:i;e11l~111Li r couusciuLi tlclla cla::1,;e lavumlriee. La (;omu11e no1i doveva essere n11-_E11te parlamentare;. bensì nu Ente operante, nello ste:;so teu1po esecnti vo e legislativo. La po' izin., lino allora strnmento del Governo, . veniva ~nbito spogliai.a di tutte le sue qnalili1 poliliche e trasformata in uno strnmento re,;ponsal.Jile e revocaùile dell.a Comune; lo stes;;o per ogni alira ,;pecie di fun– zionari. Dai' mernl.Jri della Comnue iu gii1 ogni servizio pul.,l.Jlico doveva pre;;tan;i contro salario».. . Qnesli po;;tulati dovrel.Jbero, secuuclo· Leuin, di– stino-nere· la democrazia proletH1·ia da quella- borghese. ~ . . rnrca l'ultimo po;;l.ulato - ogni p1'esta¼ione di ;;er- vizio pul.,l.Jlico contro salario _:_ Lenin dichiara : « Qui è chiarissima ·]a distinzione fra democrazia· borghese e democrazia proletaria,_ fra democrazia degli sfrnttatori e "democrazia deg:i sfrutlati,,fra potere pub– blico esercitalo per opprimere. una classe e potere pub– blico esercitalo dalla maggioc,\n_za degli o_perai e dei– contadini contro i loro sfruttatori. E. propr.io , questa p11:te 1 forse la più importa;nte, della dottrina di Marx sopra lo Stato fu com·ple~ame11te dimenticata». Purtroppo fn dimenticata anche nella Rus8ia dei Sovieti. Ma che c'entrano ora i contadini? Da quando in 1 qua la democrazia dei piccoli proprietari agricoli !i una ' democrazia proletaria anzichè borghese? Eppure Lenin ha ragione di i·iferirsi ai piccÒli proprietarii agricoli, in quanto questi, come il proletariato, ·.più del prole,– tariato, ·chiedono uno S_tato parsimonioso. J n néssun prtese cl' Europa gli stipendi degli alti funzionari i er11no, al ten.po della Comnne, così l.Jassicome nella· Svizzera, che non passava certo p3r nna democrazia proleta1 ia. Il postulato della Comune di. Parigi non è quindi cà– ratteristico della democrazia proletaria, nè Marx lo con– CElpiscecome una cosa spiccatamente prolet!1ria. E' intuitivo che la repubblica proletaria, come una repubblica di piccoli proprietarì agricoli o di piccoli borghesi, dovrà- abolire tutti i privilegi degli alti fun– zional'Ì. Se i funzionari della Comune non avevano che un salario .da operai.o, ciò aveva senza dubbio un alto significato morale di fronte alla corruzione dell'Imr,ero. ~1~ le esperienze fatte in seguiw., e specialmente in Rus3ia, fanno lecito il dubbio circa la possibilità di chiam <J.re a tut.te le !unzioni dello Stato le necessarie forze intellettuali, offrendo ad esse· soltarito un sala'rio da operaio. -- / Certo l'evoluzione econoUJica tende a scemare la difteÌ'enza fra il compenso deÌ lavoro intellettuale ·e di quello manuale. (1) Questo movimento di. livellazio~e progre<lirà dopo la conquista del potere politico da parte clel"proletariato, non però per un ultedore discesa della massa degli intellettuali, ma per una più rapida.ascesa delle masse In voi·atrici. DoLbiamo supporre che-, in una società s0cialista pienament!l sviluppata, la differe11za economica e sociale fra lavoratori manuali ed· intellet– t.uali avrà cessato di esistere. Ma qui trattiamo della _fase di tì·:.i,nsiziÒne, pe;. la.· -rprnle riteniamo inattuale il postulatò della Comune di Parigi, per simpatico che esso sia: A sostegno della sua tesi Lenin dice·:·« la civiltà capitalistica ha creato le ·grandi aziende: fabbriche, fer– rovie, poste e telefoni ecc., semplificando le funzioni del potere statale, così da rid~ì-li a semplici fatti• di legislazione., di anuotazion(;l, ·di coni.rollo, in modo che ., (I) J ?nra.nt ! e _subito _dopo la guer1·n. si è anche esn.gerato, po~. tR.ndo I sala.r1 d1 molt,1 operai manuali a nn livello pii1 alt,o di 11nello_ùei l~vorn.t~1:i intellettn~li. Ma quest.o fenomeno si è limi•• tu .. to R.1 p9:-es1 c?lp1t1_ dn._una. rapida clisc~sn della v1dntR., nei qunli i ltt.vo1·A.ton a st1pencl10 fisso non poterono ottene1·e aument.i con la ~tessa rapil!irà degli operai. · BibliotecaGino Bianco ogui per::iu1,a clrn l:Hl.l>J!ia lugg~rc e scrivere 1•0:osa· cli– si111peg11arle; per cni il compenso puèi~e dev$" essere ugnale al s~mplice snln.rio do~li opnai ... Dopo la·con– <1uista <lel potere politico gl-i operai iufra11gera1ino il vecchio apparato l.,m·ocrat.ico, per sostijuif-gli un nuovo organismo formato dagli stessi operai ed impiegati, p1·end('11dole precanzioui suggerite da l\forx ~cl Enge]s per i11111iedire la loro l.J11rocratizzai.io1;e: 1) eleggibilità e revoca~ilità; .l) compenso non supe1·:ore al- salario operaio; 3) conferimeut·o a tutti, per turno; dell'ufficio di controllo e di sorveglian~a, affincliè tutti siano, per nn ce;.to tempo, dei l.,nrncratici, per evitare così il pe• ric0)0 che di venti 110tali per sempre». Alla vigilia di assumere Je reqini del potere; LP~in immaginava dunque che le sue funzi0ni fossero stato dafla civiltà ca pita listica ridot.te cosi semplici, {la poter essHe disimpegnate da c!Jiut1que sapesse leggere e scd-. vere.· T,tle concetto infantile nutriva il più gl'ànde genio 'del bolscev'ismo, alla v1gilia op] colpo di Stato. Bisogr,a ammèt.tere che il popolo russo abbia una costituzione di ferro per aver sopportato per cinque an11i qnesto · regime· di ignoran·z11.pazzesc~, sen1:1a esser·e ancora ster– minàto. D) La destitùzion.e dei d~putati. li secondo postulato che, sec,ondo LE(l~in,-co3titni rebbe _per· Marx una caratteristica della demo~n1,zia pro– letaria è l'eleggibilità dei fonzionari e la destituibilit;\ loro, ·comé anche dei deputati.•· - Pot.remmo do"ma11dare dove siano· mai, noll'Tm– pero di Lenin, i fuuzionari _e!Eltti dal poi•olo, e potremmo anche chiedere in che e/osa consista il carattere speci- _ ficamente proletario cli qnesto postulato. clie la dorno– crazia borghese ctella 8vizzera ha ,già realizzato da lung_o tempo. La dest.ituibìlità dei deputati po_teva es~f\l' una ne– cessità al tempo della Comune, qu~ndo gli elettori co– stituivano ancora una massa disorganizzata, senza nes– suna poSHipilità di· controllo sul deputato, che poteva pertanto, una volta _eletto, fare quello che gli pareva. Ma nell'Euyopa Occideutale dei nostri tempi, dove, ,da olti·e mezzo secolo, le · ma.sse sono ve_nute, sotto· la spinta del movimento socialista, organizzandosi itj grandi partiti, quel. diritto di revocabilità -dei mandati, peri– col<1soper gli abùsi 'cui può dar luogo, è j,iventato anche .as1,oluta1nejlte ·s11pe1fluo e irra_zionale. , Il cleput'.\to singolo non può più, in Parlamento, agire a suo beneplacito. Egli è soggetto alla ·disciplina· .del suo Gruppo ed. è continùamente controllato dal sno · partito, verso cui -~ ben 'altrimenti responsabile che verso la massa ,.dègli elettori. E) Potere esec.utivo e legislati_vo. Per qna.1\to rig~ar,da l;unione del potere• legislativo col ·potere-esecutivo, Ma"t-.,:si, limita disgraziatamente a formularla come postulato,· senza entrare in partico– lari. Egli aggiunge soltanto che la Comune si trasfo~;nò così d.a· Ente parlamentai·~ in Ente operante. Si .. puo presumere cqe tanto i ·comunardi quanto Marx,. nel eh iedere la -riunione del potere legislati VIJ con l'.eseC\l· tivo, avevano in vistal'esempiodellaConvenzionefran– cese del sett~mbre, 1792. La Franci'a allora era i11cguerra con r1uasi tutta l'Eul·opa: l'Austria, la Prussia,· il·•Pie– monte, la Spa·gna, i 'Paesi Bassi e l'Inghilterra. Man caya soltanto la Russi~, che si a~dingeva ad ingbiot- · tire il resto della PQl~nia. I-I vec_chio~seTcfto francPse era sciolto, il nuovo si 1 stava ·_appena form11nqo; i ge– uerali era.no infidi, in parte a dirittura traditori, 1 1 _Mi- ' . .

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