Critica Sociale - XXXII - n. 22 - 16-30 novembre 1922

assa,i primi\ che voi appari~te alla ribalta· politica·, i de ,n.unz)atori implacabili di èodesta inettitudine govern\l– tiva e p,1rlamentare, fin dal giorno che un nostro com– p-•gno e collega diagnosticava l'hiatus profondo e. tra– g~co, che si era forroato,. •per la guerra, nel,la nostra · storia, fra una borghesia impotente a reggere' lo scettro, .e un pl'Oletariato che nòn era ancora p1;onto .e maturo a bi.andirlo e a servirsene, · Ma noi non credemmo mai -· e fu una delle ragioni ·aella scissione av-venuta in questi banchi - che cotesta tragedia significasse già ora la bancarotta imrn:inent11del sistema borghese, che questo avesse compiuta tutta, la , sua missione, o toccasse l'ultjma curva della sua para– bola; noi non vedemmo mai ia « Nazione boccheggiante,, come voi.la proclamat~, cert() per attirarvi più faciÌmente · quel credito di capitali dall'estel'o, a cui tutti ugpal– mente agogniamo. Non la credemmo , boccheggiante• neppure - e ci volle una gran fede -. allorquando, onorevole duca dell4 Vittoria, il sistema delle legnate agli Ital ian.i, alle. donne, ai vecchi., ai bimbi italiani, fece ricordai·e e rimpia.ngere · a troppi Italiani il regjme del!' Austria, degli Asl:.urgo, dell'Austria dominatrice di avanti il 1848'... 1 Commenti'. · Pensammo anzi che la nostra borghesia, indebolita anch'essa dalla guer~!l, •come in tutti: gli s·tàti, avrebbe potuto ricuperare via via le proprie forze, aiutata da una sempre più intensa iniezione di illuminata energia pro– letaria, che avrebbe condotto, a grado a g'radc, a quello Statò nuovo, intermedio, fra il passato e il futuro re– gime economico, che segnerebbe un più · pote11te affer– marsi dei diritti del Lavoro e agevolerebbe alle classi lavoratrici l,--acq11istodi tutte le capacità •tecniche, po– litiche, economiche, morali, che occorrono per as~ùmere t)SSe la gestione sociale. ' . · Ma per questo non era neciesi.ario porre il Paese a ·soqquadro e stracciàre la costituzione; vi ··bastava pro– vocare con noi un qualsiasi Governo )l'.leno imbelle,. in– coraggiare le forze della sana democrazia, ~oµ. di quella delle camarille ( Commenti); propu~nare, ad esempio - s'int-ende con i completamenti e le correzioni opportune - ,quel programma '.consentitemi i'orgoglio) ·.ai rifaci– mento dell'Italia, di sfruttamento.intelligente delle grandi forze industriali, teli uri.che, civili del!' Italia, che io stesso, i'n nome de' miei amici, avevo_ svolto ripetutamE)nte qui den~ro e che - messo· all'indice dal mussulmanismo dei miracolisti - aveva pur avuto qualche eco nel Paese. Non occor-reva. assaltare le prefetture e indire la calata su Roma. :Ma voi eravate ormai prigionieri delle vontre schiere; •perchè il · vostro famoso co],po di Stato, permettetemi questa: 'àffermazione, non ~i è fatto, come parve agli im– becilli, in questi ultimi giorni; esso era già :t;atto•da un p,ezzo j ,eia f ~t.to ·.'dal giorno_ in cui i precedenti Preside1:1ti del.,Consiglio, primo l'onorevole Giolitti, che voi, non essendo ancora· al potere, avevate fucilato soltanto in effigie, ·e perciò può essere ancora con voi, alle vostre spalle ... ( Commenti - lla,•ità). MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro _dell'inte1·no. e ad interirp deg{i affari este,ri. 4,nche voi- avete detto co&e atroci su di lui, ed eravate prou ti a collaborare. Cosi è. la vita. Ci si allontana e ci si a vvici'la-. TURATI. Di lui dicemmo cose atroci e cose bene– vole. Ricordando ora che voi lo fucilaste in effigie, non. mi pare di a.ver detto una sconcezza 1 [la,·ità;. 11 giorno dunquti in cui primo l'o1,10revole Gio.litti, quindi, ahimè! l'onorev_0le Bonoroi - ultimo l'onorevole Fact.a - che e~a ormai il solo a n\ltrire fiducia in qualcho cosa (Ila– rità), hanno abdicato alle vostre bande quello che è il .·piìi for'midabile ~iritto della sovranità, il, diritto'. terri- lioteca Gino Bianco 345. bile di punire, e. hanno permesso il formarsi di un– esercito privato, accan:o e in contrasto. o in com– butta con l'esercito nazionale; quel giorno il vostro colpo di Stato era virtualmente già fatlo. E si· esprimeva in' . quella plu,ralità di vostri Governi locali, in concorrenza col Governo nazionale, che voi avete suscitati, e che oggi, divenuti voi stessi Governo, ben vorreste deporre e re• primel'e; ma ricordate la profonda leggenda di Faust: è molto più agevole evocare i dém·qni d'Averi;io che _ricac– ciarveli dopo averli evocati ... MUSSOL iNI,' presidente del Consiglio dei ministri, minisfro dell'inferno e ad interim· degli affari _este1·i. Proverò. TURATI. ·Bastava dunque valorizzare le forze della vera democrazia, che, 'se è evaporata dai Gruppi dnmo– cratici di qui dentro, salvo qualche onoro~ole ottantenne eccezione ( lla,•ità1, è_ pur diffusa nel Paese ed è recla– mata dai tempi - e che voi invece vi sforzate di scre– ditare, umiliare, disperdere. Allora avreste.anche potHto o salire al Governo o inserirvi 1,el Governo - dico vni o alcuni di voi - ben altrimenti forti e omogenei tra voi stessi, e non minati da quelle contraddizioni profonde, che, quale ehe sia la jattanza. dei vostri presagi, vi dovranno necessariamente o trasformar& o distruggere. ~a ciò sarebbe stato v~ra– mente • nazionale•, avrebbe giovato al Paese, non sol– tanto a taluni uomini, e la.fretta non ve lo ha consentito. Bisogna essere indulge~ti col tempo, o:iorevole Mus– solini. vo·i siete giovane, io potrei es~ere vostro R,adn~; e vi assicnro che il tempo è un grande aiu'tatore, e nello stesso tempo la prova decisiva del nostro valore. :Voi.a– vreste procedµto innanzi, s.càmbio di rinculare verso il p~ss~to, che do;rà_'fatalmente ingoiarvi. I caratteri della pretesa rivoluzione. La Patria e l'Internazionale. - Politica estera. Quali sono infatti' i_caratteri_differenziali del vostro. programma, per i _quali la vostra rivoluzione, ·che fu insieme di piazza e di palazzo,· possa dirsi rivoluzione vera? Il primo, ~ principale, quello con cui più ci avete assordate)e orecchie, è la contt-apposizione di un vostro preteso carattere •nazionale•, di fronte alle forzo che chiamate •antinazionali•, dissolv·itrièi, dis:attiste, sva• · lorizzatrici dell'a vittoria, ·ecc., • Ora, giammai più audacemente fu sfidata la verità, fu speculato- sulla credulité. degli incoscienti. Noi non dobbiamo nè vorremmo rinnegare una sola delle nostre convinzioni, affermate quando dovevano J:Ostarci la dif– famazione, la calunnia eci il carcere, con •.ro gli orrol'i ll l'inutilità delle guerre, di tutte le guerre, da quelle fra le nazioni alle più incivile .di tutte, la guerra _civile, e circa le delusioni che la guerra doveva recare e ha in• fatti recate; la vostrastess!i discorsa di ieri sulla politica estera ce ·ne dà una im.plicita, rria eloquente conferma. :M:a, a dispetto di questR avversione profonda alla teorica dell'homo homini lupus, a dispi,tto del convin• cimento•, che i fatti cresimano ogni giorno più, che il processo ilell'U:manità consiste nella sempre crescente eliminazione degli urti e degli attriti inani, .n;ella sem– pre crescente solidarietà nazionale ed internaz_ionale; noi vi ricordiamo, a "proposito della d.ifosa nazionale e della vittoria, che furono nostri gli appelli più fervidi a questa solidarietà nazionale nel momento più triste della nostra guerra, quando • la Patria fu sul G'rappa •; e che furono i nostri discorsi che, quando la resistenza militare della nazione parve ·per un istante balenare, vennero disseminati, per rinfrancarla, a diecine e a cen– tinaia di migliaia di copie nelle trincee. (Commenti 'J!.1'0·

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