Critica Sociale - XXXII - n. 22 - 16-30 novembre 1922
TURATI. ... ·e voi avevate molta fretta. Or~. il tempo non risparmia ciò che si fa senza di esso, e con la fretta ·non si risanano i regl'tni, non si istaurano i regimi nuovi. MU.:3SOLI'NI, presidente. dPl Consiglio clei ministri, ministro dell'inlenio e , ad interim degli affari esteri. Nemmeno con la paralisi! TURATL Voi avete dunque ... 0 (li!terruzio11i dall'e– strema destra - Apostrofi del deputato Giunta). PRESIDENT~. ùnorevole Giun.ta, la richiamo al– l'ordine! M.AZZONI. Lil.sciate parlare la mino_ranza! TURATI. Siamo in ottanta e pe tutti non parla· che uno! Voi avete, dunque, fatto o, meglio, creduto di fare, una rivoluzione, che vantate pacifica ·ed incruenta ( In– terruzioni all'estrema desfra); ciò ·fa onore ~i vostri buoni sentimenti cristiani. Ma il.vanto è un po' millan– teria. Perchè, sefu incruenta o quasi, non è merito vostro. Quando tutti fuggono o fanno acquiescenza, dalla Corona all'ultimo brigadiere ·ai pubblica sicurer,za, la vittoria' è· facile, ma non merita il nome di vittoria. Salvo che voi diceste -- ma n~n lo dite e l'avete smep– tito ieri con le parole del Presidente del Consiglio - che, ove una vera resjstenza si fosse affacciata, min·ac– ciante guerra civile, voi vi sareste rìtratti. · No, voi non siete andati p,iù in là percM i complic_1 ed i shccubi vi _avevano già, fatto -stravincere . .M:ala vostra rivoluzione, ripeto, non affaccia un principio nuovo Non è animata da un lievito rinnova_tore, che, se fosse tale, notate, potrebbe trov,arci benevoli, 'anche se non coin– cidesse perfettamente coi nostri schemi te.:irici e mentali.· La vostra rivoluzione, _fìnchè non .si liperi /pigliatelo come .un augurio) dagli elementi reaziunarì che l'han generata e che la dominano, non può essere, piuttosto, olle una involuzione, ossia una enorme •f)erd,i ta di tempo, un- aumento delle angoscia, delle aberrazioni e delle oonv1~lsioni, cui la guerra-, il dopoguerra, la pace S!;lnza p11.ce, hanno condotto il mondo, e sopratutto l'Italia. Il progra-mma. Quando cominciò il vero colpo di Stato. Ed eccomi arrivato al vostro 'programma, che, voglio ammetterlo, è meno nelle parole che nei fatti, nei pre-· cedenti, ~egli interessi ché rappresentate, e sul quale potrò essere tanto più,. spiccio, dacchè l'onè~evole Presi– dente del Co.nsiglio non ce ne diede ieri ·che uno spunto, abbandonando il resto alla Stefani, 'ad imi~ilzione del collega Murgia, che mandò agli stenografi le. cartelle della sua meditata concione. Nè pii\ ci illuminò, oggi l'onorevole Tangorra, Mini– stro del 'resoro, con quella sua diligente antologia di tutti i luoghi comuni fìnanv.iarì che io ascolto ripetuti da ventisei anni in questa Camera: con quel magnifico . centone di gll'neral ità, a ciascuna delle quali veni va voglia di domandargli: si spieghi con un esempio! (Apo- . strofi del deputato Giunta). PRESIDENTE. Onore-vole Giunta, la richiamo al– l'ordine per la' seconJa volta. BANDERALI. I. membri del Governo debbono ri– spettare il Parlamento! Questo è ammesso? .... I bivettive del deputato Devecchi1. · -PRESIDENTE. Onorevole Deveccp.i, la richiamo al– l'ordine. DEVECCHI. Quello non è c-he un ficcanaso. TURATI. Onde noi siamo costr~tti ... (Apostrofe deb depzttato Devecchiì. · PRESID~Nl'E. La ri.chiamo all'ordine una seconda volta·. Biblio ca Gino Bianéo Il diritto alla parola deve essere rispettato! Prose– gua, onorevole Turati. ( Nuova invettiva del deputato Devecchi - Rumori prolungati - Molti deputati abban. donano t loro posti). PRESJDEN'rE. Onorevole Turati, vorrei invitare l'onor~vole Devecchi a spiegare le parole che ha pronu_n– ziate verso una parte della Camera. Se ella non consente, Io farò quando ella avrà terminato il suo discorso. TURATI. Per carità! PRESIDENTE: Non Io deve fare per usarmi una cortesia. Ella può ~cconsentire o no; se non consente, l'onorevole Devecchi parlerà dopo. TURATL Consento, consento tutto ciò che ell~ de-. sidera, e non, soltanto per cortesia. "PRESIDENTE. L'onorevole Devecchi ha facoltà di parlàre per spiegare le sue parole·. r DEVEQCHI, sottosegretai·io di Stato per l'assistenza militai·e e pen.~ioni di gÙen·a. Ho ragione di spiegare le parole, anzi la parola che ho rivolta, non contro una pute della Camera, ma contr"o una quàntità di deputati che tenevano, secondo me, un contegno indegno di de• putati. l Vivi 1·1imo1·i - çommenti1, PRESIDENTE. Onorevole Devecchi, !11 prego ... DEVECCHL lo ho il di'ritto di esprimerà il mio parere, posto ahe ella, onorevole Presi,iente, me Io ha chiesto. Se ella, onorevole .Presidente, desiderava di non conoscere ·il mio parere, non aveva· che. da lasciarmi. se– duto. Se desidera nonoscere il mio parere, io continuo sullo·stesso 'tono, 1Rwmori - Commenti). PR,ESIDEN1'E. Ed allora i~ dichi~ro alla Òumera che, dopo le parole dell'onorevole Devecchi, ctc,po il di– scorso dell'onorevole Turati, io rassegnerb le- mie dimis– . sioni da Presidente della Camera. (Applausi vtvisslmi e prolungati - Grida di: Vi:v&1 il Presidente! -:- Com- menti animati), vii ' Onorevole Turati, .continui. '' TURA'rI. Io stavo per avviarmi ~Ila· fine ... CON'rl. Deve dire che dopo la dittatura c'è la re• pubblica I <Riimori - Commenti). PRESIDENTE. OnorevoÌe Con.ti, la richiamo ai– l'ordine. CONTI. Oaore_vole- Mussolini,· Ii frusti, H f.rusti I Per la sai vezza d'Italia! (Rumori). PRESIDENTE. Onorevole Conti, parlerà più' tar:di I· Prosegua, onorevole '!'urati. · TU_RA'rL Mi avvio alla fine, c.ercando, giacchè la. Qamer!I-è così inqµieta, di abbreviare e di riassumermi. .Il vostro programma, ·dicevo, noi siamo dunque costrétti, più che dalle vostre parole, a desumerle dai· fatti, dai precedenti, dalle deliberazioni dei vo~tri Con-.1 · sigli di min,i~tri, delle quali, con esempio che merita enço– mio, date alla· e~ampa cosi ampì re/!oconti; sopratutto dagli•~ · interessi che rappresentate, dà.quel determinismo economi– co, clìe è pur sempre la miglior chiave degli eventi politici. · Voi avesto, ve ne devo dare at.to , possente aiutatrice della vostra ,salita, una grande fo.rza negativa: la .stan– chezza, il disgusto, l'esaspe;azione, che. aveva dest111to in molti strati della popòlazione, e nelle. nostre- file so– cialiste più, che dovunque, l'impptenza, la flaccif!Hà, la, inconcludenza, il nullisnio, dei Governi che ·vi -hanpo preceduti: anche questo, un fenomrno di guerra e ,di dopo-guerra assai facilmente spiegabile. · Onde par.ve a molti che un gesto, ·qualsiasi di ener•, gia, ohe rompesse quella pa1·a)isi, che promettesse qual– che novità, non importa· qual,i ed a servizio di. clii",fos~e .da mettersi alla prova e da accogliersi con benevolenza. · Non ·è certo questa volontà di azio)le,. di ri~plutezza,, dl:" t decisione, che possa farci ostili o differenziarvi da noi·. Al contrario, fummo ~ropri;o nei) furono ·socia~isti 1 I • ,1
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