Critica Sociale - XXXII - n. 22 - 16-30 novembre 1922
... CldT10.A. soc!ALE 341 · perfetta ·buona fede, voglio supporlo, ·poichè nelle discus– sioni la buona fede, come una sigaretta, non la si nel(a a nessuno - incitava all'intransigenza la più assoluta oontro la guerra di Libia, alla ribellione contro le guerre d'Italia. E' di quei giorni, ad esempio, ed è dell'onorevole MusBolini, questo periodo, che ritaglio dai nostri giornali: è Se' oggi in Italia ci so·no mc nò denutriti, meno anal- 1 ·fabeti, meno pellagrosi; se, insomma, la plebe-armento sta per cedere il posto alla plebe-umanità, gran parte del merito •spetta al partito socialista, che è andato verso· le moltitudini dolenti, impietrate nella loro secolare ras– segnazione, e ha dato loro una ,oce ed un'anima nuova•· E questa, qu,esta sì, non fu·cronaca; fu storia. ( Commenti - App,·ovaziqni all'estrema sinist?-a - Vivi rumori al– l'estrema destra). Il diritto della Rivoluzione. Rivoluzione 'e Rivolta. Ora,. ripigliando il filo, a questa vita parlamentare a noi così elegantemente •ottriata• dai nostri superiori, a questa bassa vita c_he rinuncia - la frase fu già detta - alle ragioni del vivere, noi dichiariamo francamente di preferire la morte; la morte dell'Assemblea, la morte dei ;uoi Gruppi, çhe ben possono intonare, morendo degnamente, il post fata resurgam. Si è parlato nei corridoi e nei giornali - ~o sen– tito dire che sarebbero state trattàte da alto tradimento ·_ di dimissioni necessarie. Ma le dimissioni, se mai, dovevano sorgere, onorev.oli colleghi, da un impeto spontaneo, istantaneo dell'Assemblea, di tutta l'Assem– blea. Altrimenti a che val~ono? Si può essere d'altron– de, •more voli colleghi, più • dimessi •, nel doppio sen~o della parola, di quello che gia. siete e sarete? Non occorre, dunque, -nAppur dire che noi non vote- , remo ,la fiducia. Aggiungo che non la voteremmo peanche se la nutri~simo .i non la ,oteremmo, cosi, con la ri vol– tella - rivoltella metaforica, s'intende, costituzionale - alla gola: · Non sappiamo se ciò sia e nazionale• o • antinazio– nale•. La dignità supera il concetto di nazione: appar– tiene all'umanità.. Perciò, onorevolto Mussolini, quest'olio di ricino noi -non lo beviamo. Siamo noi, per questo, dei • lamentevoli zelatori del supercostituzionalismo? •· Noi non neghiamo, signori, nè il diritto alla rivo– .lnzione, nè il diritto della rivoluzione di cui ci favellò ie~i il presidente del Consiglio. Noi siamo;· teniamo ad essere, un partito rJ»olu- zionario. ,Voci a destra. A parole ! (Rumori): PRESIDENTE. Facciano silenzio ! 'l'URATl. Io ~redo di decifra.re il senso di codesti rumori. Noi non intendiamo la rivoluzi0ne nel senso coreografico, come la intendono tutti gli imbecilli. Voci a desfra. La salita a.I Quirina}e ! (Interruzioni - rRumori). T,URATI. Sàli pure al Quirinale qualcn110 che dice . di aver fatto -la•rivoluzione, ed è il più vostro _dei vostri. (Interruzioni a destra -: Rumori). LUPI. .Non ·p13rl.o ~ciopero legalitario. TURATI. Perfettamente. Vi sali ~on la rivolta e per la riv:olta. Ora, la rivoluzione non è la rivolta; e spesso la. rivolta è l'opposto, è il revulsivo stupido della rivoluzione; sebbene anche le rivoluzioni• possano avere uno sbocco o un episodio di momentanea rivolta. Ed è sopratutto per _sventare questo equivoco, che noi ci separammo, or non è molto, da compagni ci.ris~mi di liotecaGino Bianco q11esta partfl, coi quali avevamo lungamente convissuto, nello sforzo, nella speranza. di non scindere l'unità pro– letaria.' e di attirarli al nostro punto di vista. La riv-0luzione è però, per tutti quelli che almeno sa~no leggere e scrivere, l'affermazione di un pnincipio nuovo e progl'Bssivo, che capovolga la situazione politica e soèiale; che instauri un ordine nuovo, non nelle eti– 'c,hette e nelle espressioni verbali e neppure nei· distintivi e nei timbri dei Ministeri ; .ma nella profonda sostanza. delle cose; un ordine nuovo che megl_io adegui gli isti– tuti socia.li, politici ed economici alle nuove esigenze ma.turate nella vita collettiva. Questa rivoluzione, che, dunque, non è soltanto il • levati di •lì, ci vo' star io, del poeta di Mugello, e non è semplice sostituz(one di uomini, non ha bisogno di colpi di mano; essa è gradualistica per eccellenza, si prepara lentamente nelle cose, oppure è un inganno. Non neghiamo, dunque, noi, onorevole Presidente del Consiglio, il diritto della rivoluzione e anche, in dati casi, della rivolta. Questo diritto, anche della rivolta, saremmo tanto più scempi a negarlo, oggi èhe voi avete così bene im– parato agli estremisti, agli oltranzisti di parte popolare - popoJesca, dirò .meglio, per non ingenerare equivoci compromettenti - agli anarchici, a tutti quanti i rfbelli, le vie per le quali, contro i nostri insegnamenti di tren– t'anni, si possono con sicurezza. spodestare i Governi, le Camere, i Re. VIOINI. E ool coraggio che voi non avete. (Inte!'· ruzioni - Rumori a .destra). TURATI. Non dubitate; non noi, ohe non è nel nostro stile, ma costoro del vostro insegnamento pt ofit– teranno largamente a suo tempo. MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno e ad interim degli affari. esteri. Lo vedremo alla prova. TURATI. A suo tempo. Non facciamo i profeti. Le. profezie, specialmente .cronologiche,· è sempre più pru– dente fa.rie dopo. Noi· intanto, ecco il punto centrale, neghiamo alla vostra ascesa al potere il ,carattere di rivoluzione. :MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ·ministri, ministro dell'interno e ad interim degli affari este1·i. Ve ne accorgerete. La calata ·su Roma, Nece·ssità dell'appello al Paese. TURATI. Ce rie accor.geremo di certo! Noi neghia.• mo che essa abbia obbedito alla logica necessaria, sia di una rivoluzione, sia di una rivolta che si· rispetta.. Per– chè una logica vi è pure, anche in queste cose. Voi siete venuti da Napoli a Roma col proposito, apertamente proclamato · - e del resto lo confermaste ieri con meritoria schiettezza nel vostro discorso - di e prendere alla gola questa miserabile classe politica dominante•, di cui questa Camera è la più tipica espres– sione. Prenderla. per la gola, dunque, e buttarla. via! A che pro allora i compromessi, gli approcci, i voti di ti-, ducia., i temporeggiamenti, gli indugi?. A buttarla via, questi. •miserabile• Climera vi impegua·va. la vostra promessa, vi impegnava. il rispetto della dignità reci• proca.. MUSSOLINI, presidwte del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno e ad interim degli affari esteri. Manterrò questa promessa_! t TURATI. Me ne compiaccio, ma si doveva fare prima. MUSSOLINI, pres,idente del C2nsiglio dei ministri,
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