Critica Sociale - XXXII - n. 21 - 1-15 novembre 1922

\. , ,. - cRJtlCA' SOCL\.L.F; 329 cipio della tasMzion_e, non cr~di~nn ci sia··da farsi molte illusioni sul gettito che- essa può dare.. . · Un altro punto delJ'articolo•del -Griziottirichie– de qualche osseryazione, èd è un punto che con– cerne l'aspettò politico della questione. Dice il Griziotti : il disavanzo del bilancio è oggi enorme, ed è interesse di tutti che esso sia ridotto subito e colmato al più presto. Il gettito della imposta diretta sul salario è uria piccola parte ·' di q'uanto occorre p·er colmare il deficit, ma, quando gli operai abbiano· accettato di pagare, quella im– 'posta, avranno ben · altra autorità che oggi non abbiano di. richiedere e pretendere eh~ anche .le altre classi di contribuenti facciano -tutto il loro dovere. · " . In questa conclusiòne appunto non siamo d'ac– .cordo col Griziotti Pubblichiamo qui ,appresso un altro passo della relazione Matteotti, che contiene un suggestivo confronto fra l'attuale ammontare delle imposte· dirette e quello delle indirette in Ita- . lia. Risulta di lì che le classi abbienti non hanno nessuna ragione di rimproverare agli' operai la re 7 . sistenza a sottostare a una tassazione dir~tta, .-quan– do è così gràve il cumulo dei tributi· -indiretti che essi già sopportano. Risulta in ~ari tempo, che l'e– goismo delle·. dette · ela.ssi abb.ienti· è così forte e imperioso çhe esse non hanno avuto alcun ritegno di scaricare anche sulle famiglie più povere (sotto· forma, appunto, di tributi- indiretti) il· massimo ca– rico tributario, al f_ine .di sopportarne, per ·coi:itoloro, la mi.nor parte possibile: Non si nega che oggi la tassazione abbia raggiunto, nelle disposizioni di legge, un punto oltre il. quale -,- almeno per alcu– ne forme di riccheiza - parrebbe non esserci ohe l'espropriazione. Ma nella realtà sono ben rari (se pur ve. ne sono) coloro che sopportano ·il vero carico che le leggi impongono. L'evasione è generale, uni– versale: varia soltanto la misura che, per alcuni, ·per parecchi, arrfva, senza esagerazioni\ ai 9/10. Per questo noi riteniamo ch_e ci sia ancora gran •quantità di ricchezza e di reddito imponibile da sottoporre ai pagamento effettivo dei tributi prima di· cos.tringere gli operai (già così colpiti dai tributi . lndiretti) a pagare la,imposta diretta sui' salari.. Ben lungi dal ritenere che i contribuenti ricchi più facil– mente si disporrebbero a rinunciare ad ogni evasione dai vecchi tributi e ad accettare anche tributi ·nuovi, quando vedessero glf operai d1tr ·esempio ·di civi: smo tribu.tario, noi riteniamo invece che ·-t~ clas~1 abbienti cercherebbero, ancora una volta, d1 scari– care sugli altri (a massima quantità del -;acrificio occorrente per· sanare la. grave piaga del disav.anzo. E a questo tristo giu0co crediamo di- non do– verci•.prestare. IMPOSTE ·1NDIRETTE. - Confronti con le ·dirette. Noi. Se· distinguiamo razionalmente Ìe imposte érariali nelle loro m~ggiori spec;e, i proventi sono i seguenti, in mili9ni ,di lire: . ' . Percentuale · 1922-23 di - 1913-14 1921-22 aumento 1914=100 (previsioni) --- Dirette 608 3,059 503 2,427 ndi11ette •s. affari 21;1 1,612 618 1,646 Id. sui consumi 1,139 .6,180 543 o,933 I . BibliotecaGino'Bianco Risulla dunque che in Italia le impçiste sui consumi sup~ra1:o del doppio le imposte dirette (1); e la somma delle im post(< indirette 'supèra di oltre due vo!Le e . mezzo le dirette. . 1 Risulta che, mentre era gili forte fo squilrbrio avanti la guerra, ora esso è aggravato, nonostante 0be il 192'1-22 rappresenti già un notevole sforzo per lo sviluppo delle impoAte dirette. Se, su basi ·di computo leggermente diverse, quali ci sono -concesse dai documenti a nostra disposizion.l', noi seguiamo lo sviluppo delle diverse imposte nel . tempo di guerra e nell'immediato dopo-guerra, .ponendo come 100 il provento dell'ultimo anno di pace (1913-14) abbiamo: ~ Imposte dirette i (1):_:: ~ ./5 ·a ~: .. -~ ~ a,:,::.~ ., ~ e,.,·N o - .~-- p obO..ce ~.po:: o ;; : ~ ., a~ §.8 Pt.~ ~ -eec:: ·;: ~4} A~~ 8, o· .. k•- ·~;; 8 ~ H O H. ,: " Ok ~ g ~ .... ~ i ""' o ~A 1,918-14 100 100 100 + o 100 100 1914 J5 94 100 109 + o 106 130 1915-16 124 107 127 + 6 114 ·200 llH6-17 167_ 156 140 + 51 124 · 290 +!:117-1!-l 196 205 152 +120 133 400 19i8-Hl ,,, l 261 18j +187 144 370 i !:119-20 349 430 221 +198 210 500 1920 21 485 610 343 +a93 -288' 600 . gal quale prospetto !)sultano ,ancora più gravi le defì– cenze del periodo bellico e postbellico. . Ben diversamente è proéaduta l'Inghilterra che, mentre nel 1900-aveva raggiunto finalmente il pareggio tra imposte dirette e indir~tle (60 milioni di sterline per parte), alla vigilia della guerra aveva già oltrepassato il 57 per cento Cl)n le dirette, toccò 1'80 per CElnto durante la guerra,.e ultimamente si è arrestata intorno. al 67 per cento d'i.mposte dirette e 33 di indirette (645 milioni di sterline :contro 31f< nel 1921-22). Stat.i- Uniti, Inghilterra e Stati ,;candinavi accen-. tuano più chEI mai la prevalenza delle imposte dir_ette, A:nche Germania, Austria e Olanda fanno notevoli tentativi su questa via. Seguono l'indirizzo opposto gli Stati latini e gli m·ient~li'; tra i quali è rilevante l'e• sempio della Francia che, dopo avere 1tspettato l'inizio della guerra per att.uare meno bene l'imposta sul red– dito, oggi ricorre. alla imposta sulla cifra degli affari· piuttosto che' gravare i detentori di ricchezza. · In Italia le imposte dirette costituiscono appena il 28_per'cento delle complessive imposte erariali_ or– dinarie. Sommandosi insieme le impost.e. locali., e rimanendo ancora incerto il ·maggior provento deri- _ vato ai Comuni dagli ultimi inasprimenti daziari, la quota •si arrotonda fino .al 34 per cento, ma riman·e sempre scarsa. . Facenào -la media p~r abitante si -avrebbe che ciascun·o paga in un anno: · ' • per imposte dirette, erariali lire 82, locali 40; per imposte sui consumi, erariali lire 166, locali ~(~ . , La media per le imposte. dirette non ba c~e u_n valore ~ritmetico che compone in sè lo zero e 11 mi– lione. Ma le- quasi· 200 ,lire ,di imposte _sui consuJJ?i pos~o_noconsiderarsi q_ual?l -u~ vero c~~tnbuto medi~. md1v1duale. La maggiore differenza e forse tra gh (1) A.l oonfronto qua.Iouno vorrebbe aggiubç-ere i prov~n_ti ~ei I due miliardi d"ei eovraprofitti per atte nua.re_ 1I ~rave squ.1~1br10 ! ma oltre ohe quest,i stanno per cessa.re , e qu1nd1 la. qoest1o~e B! rip~odnrrebbe· Ldentioa più innt\ nzi, l'im ponibile aoce~ta~o cn1 ~BBJ si riferiscono, nou 'ba nulla a ohe '\'edere ool 19-21-22,po1obe l'n!t.1~0 termine era ;1 30 gi<1goo 19'?0. Ne potremo tenere co~to per 11 pQ· riodo 1916 20 m,a non oltre . •

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