Critica Sociale - XXXII - n. 18 - 16-30 settembre 1922
,. - 276 <JRITICA SOCIAL:t • I gli eventi al lume della pratica verità più semplice e piana, IJ,Onpoteva non riuscire un po' strl!,nò. In costrutto, quel manifesto notava· ohe il Socia– lismo, il quale in origine si proponeva ~i percorrere il suo cammino mediante la civile conquista delle co– scienze e la libera adesione dei singoli e delle masse, come una minoranza che aspira a di:ventat· maggioranza per le vie legali, da alcun tempo, per effetto della guerra e dell'esempio russo, si era lasciato trarre sul terreno della imposizione, della violenza, e della. dit– tatura. Il che, mentre è eticamente ingiusto è biasi– mevole, è anche (qui o'è tutto il o: Prampolinisino >, quel' raro e felice connubio di nobile spiritualità e ~i praticità semplice e· sensata) praticamente .un grosso errore e un brutto guaio, perchè una minorap.za · che si mette a cozzare contro la maggioranza ... le piglia I Le piglia, ed è naturale che le pigli; ed essendo na,turale, è anche storicamente « giusto •, ed è mar:x:i– st.icamente prevedibile ed inevitabile, se è vero che c'è la lotta di classe, e che le classi' attaccate necessa– riamente si difendono - come è diritto e. nBcessità lo– r~ a non badano a mezzi. ... E anche qui, a proposito di tale diritto di reciprocità, eleme'nto essenziale di ogni principio e di ogni nQrma mo– r.ale, il Manifesto della nostra frazione rammt1nta agli· interessati, che la libertà non si può chiederla'per sè e non praticarla per gl_ialtri; che essa è patrimon.i.o co– mune ai contendenti, e che la minoranza può valer!'ene e rivendica~la per diventare maggiora.nza, ma frattanto non deve .offenderla nell'avversario. Questa e libertà» - ter;mine relB;tivo, lo sappia'mo benissiqio, e condizionato alle rispettive po,sizioni delle classi come degli in'dividui, secondo ·che son sopra-• stanti o soggetti ; termine çhe sarà sempre, necessa– riamente, relativo, finchè vi saranno classi e sperequa– zio.ni sociali - è tuttavia 'qnel tanto di· meno peggio che la societ~ presente s'è, dopo lunghe lÒtte, conqui– stato., È, fino ad un certo punto, una menzogna con– venzionale,; ma è meno menzogna, ad esen.ipio, per noi, che la forza: la quale addiri.ttura ·è' tutta dalla parte di chi comanda e tieue il coltello pel manico. Espressione di 'questa libertà è la legge: imper– fetta, borghese, insino a eh~ la classe dominan~e è la borghese; parziale, menzpgnera, tutto quel che volete; ma menp peggio• <lell'arbitrio, delJa violenza, sul qual terreno la probabi.lità di esser battuta, per la. classe che sta .di sotto, ·è addirittura certezza. Anche quell'altro concetto, delJa legge della mag-· gio-ranza., è pieno di difetti, inqHinato da mille in– ganni, insidiato da mille arti della classe a'omiiiante - la quale (oh altra mirabile scoperta!) è appunto do– minante per questo, e. l'altra è dominata perchè è de– bole, e si lascia sottomettere, ingannare, illudere, tur– lupinare, corrompere - ma è il meno peggiore, pèr– chè non se ne è ancora trovato un altro, e il concetto della dittatura, della violenza,· è di gran· lunga peg, giore, non soltanto eticament.e, ma praticamente, in q-uanto su questo terreno il proletariato ha anche ma,g- giore sicurezza :ii esser sopraffatto. ·· · , Gira, rigira, ci si trova sempre a battere contro questa realtà: che v'è una classe 1 un ·regime salda– mente costituitosi e capace di difendersi con gli isti– tuti e le forme vecchie, e all'occorrenza con forme e armi nuove, il quale non si può trasformare se non ,me– diante la consapevole volontà e forza· di tutti coloro che sono in_!eressati ad abbatterlo, e per· le vie della legge, _non solo perchè son le più civili, ma perchè sono 1~ meno pericolose. . • L'argomento che 'ci si oppone (comprensibilissimo·, Biblioteca 11 Gino Bianco ' . data la suggestione di violepza che viene 9all'altra parte) -essere evangelica uto{li!/, il nostro legàlitarism.o,. quando la borgliesia, per la sola minaccia di violenza nostra, esc~ essa dalla leg~e e usa la più spietata vio, lenza (e ahimè! la più efficace) torna, con la dolorosa riprova del fatto, .a nostro favore. . La guerra di classe, la guerra civile, non solo è barbara, ma è _per noi tanto più dannosa in quanto vien fatt\\ ... da una parte sola. Ma è anche iattur~ co– mune della società, è distruzione~ 'è odio, è mortè depa civiltà. E noi dobbiamo fare ogni sforzo perchè cessi, unendoci a tutti coloro che, per una ragione d'i senti– mento o pe!" un~ ragione di. interesse (la stolta ered_ità, della metafisica usa, anche· qui, porre _distinte o, ~nzi, in antitesi la due cose, che invece, in una vera e U' nitaria coscienza, così spasso ooi;ivengono), <> per en– trambe, intendono questa yoce. Naturalmente, per alzare questa, bandiera, occorre, metter da una parte, senza riserve, ~enza restrizioni mentali, i programmi della violenza, della dittatura, del Socialismo imRosto per decreto d~ (toverni improv– visati. con colpi di mano. · Occorre tornare all'antica 'strada della propaganda, della orga,nizzazìone, della conquista delle coscienze e _della form\\zione delie opere socìaliste. Strad_a lunga, secondo la mentalità dei vecchi partiti ribe'lli, eh.e so– gnavano i miracoli delle ~ongiure e i terni al lotto. delle insurrezi9ni; ma che non è in r,ealtà nè lunga nè breve;– è la sola. Le -altre. - rivoluzione, impossessamento del potere politico, e simili,- si avvolgono tutte in una petizione di principio assurda 1 cioè nell'.ipo.tetli di quella, forza ... che precisàmente ci manca. Per anni ed anni, questo' ragionamento così ele– mentare, reso più ~vicl.ente, all'occorrenza, con la antica similitudine del grano dì sà.le sulla coda della passera, lo· facemmo agli anarchici. Là rivoluzione ,russa, che in circostanze specialis~ime e mediante una q,efezione militare potè. impadronirsi del p-otére, pofitico, }la· ri– mes·so in ,circolo la vecchià illusione. Per 'fortuna, la verità sempre verde d·el Mar:x:ism~'s'incarfoa essa 'ai ricordare, ai socialisti dimentichi, che il Socialismo è un fatt,o 'economico prima· assai' che politico, e che si può aver conquistato il ·Governo e· non attuare il socia: -lismo, s'esso non ·èmaturato nelle cose e nelle coscienze. * * . * Conforme a questa sua concezione !ii proselitismo, i! Manifesto della· no'stra frazione parla di' quei ceti che vivono fra il proletariato manuale e la borghesia pr.opriamente detta, che non hanilo ragioni· di temere il Socialismo, ma che il nostro partito non eercò di at~irare a sè, anzi piuttosto respiI,)se, e che, pE!rque·sto, , e per falsi giudizi loro·, è per abili arti avversarie,·C!lggi sono, in' parte notevole, " passati di là>. I Questa constatazione, dell"esistenza di larghi strati sobiali che no.o sono «borghesi> e potrebbero esser!3 vicini a noi; ,questo convincimento, inspirato a.a cosi pro– fonda fiducia nella verità del Socialis~o, che una più as– sidua ed accorta· prop!lganda ed azione nostra posa~ acco– stare a noi'<;ruéstistrati,, ci è valso, da parte del'Massima- , lism·o, l'accusa d!' voler vènire· a patti ... con la Bo1·– ghesia. PoveI'i proletari in giacca nera, lucida per i lunghi. onorati· servigì, voi vi sentireste lusingati della defini7'ione, se essa noi\. fosse capziosa_, così com'è cap: ziosq il sofì,sma architettato intorno alla. parola De- mocrazia. . · - · 1 Il nostro· Mimifes,to propugna un SociaJ.ismo che, n~l suo d'iffondersi'·come· riel suo organ'ament?,• agisce
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