Critica Sociale - XXXII - n. 18 - 16-30 settembre 1922
\ 284 ClllTlcA soct:A.t:rt. ---,------'--------~------ sono coerenti, nella loro rudezza, il Brentano (1), il Mo- . dal Cornelisseu (1), aal Geny (21, dal ~ry'(5) e dal Bois- dica l2J, il Caluci (SJ, l'Antoine (4), il Ricci (6) ecc. · sard (4).' . , Il Leit-motiv di questi scrittori può così riassumersi: b) Alienità contrattuale del lavoro. Il creditore del lavo-ro IÌ destinatario della· presta– zione, nflli)ìen·so che questa è adempiuta pel suo imme– diato ed flSylusivo interesse? Ove ciò si ammettesse, .ne conseguirebbe il carattere · di strumentalità della mano d'opera, nel senso che gli ·operai sono dall'imprendi~ore considerati alla stessa s'tre– gua del capitale tecnico e che l'elaborazione del prodotto-· è fatta nella sua sfera economico-giuridica (6J. L'operaio, secondo il Pothier 17), agirebbe in tal caso" per l'indu– stt'iale come se agisse questi stesso, non avendogli l'o• pera io prestato che l'opera e il brac!)iO suo. L' imprendi– tore sarebbe il centro assorbente delle utilità come dei rischi (8)"e la proprietà del prodotto s~rebbe da lui ac. quisita fin dal momento della produzione. Più bre,ve– mente, gli assertori di questo. teoria. opinano che l'ope-- 1·aio - coiitrattualmente - attribui~c_e t1dto il suo pro-· dotto all'imprenditore (si noti bene la parola contr_attual-– mente: e pattuiscE'I per questo prodotto un compenso.– • Appunto perché non sussiste, un::i p1·etesa - seri ve "il Barassi - a una futura prop1·ietà di ima pai·te di pi·o– dotto, il. lavo1·atore,col contratto di lav~ro 1 imp1·ime alla _ propria attività una determiziazione esclusivamente al– truistica • (9J. Ciò, a detta di questi autori, non farebbe che rispéc– chiare l'attuale assetto economico-_giuridico,. a ba1:,ed, impresa capitalistica, in cui l'industriale elabora la ma– teria per sè, e l'operaio per l'industriale. : il lavoratòre ha diritto almeno ad una parte della pro– prietà del• prodotto. 11 Boissard arriva persino a-Pa com– proprietà. 'Punto di partenza: il contratto di lavoro deve essere considerato come-associazione di forze, come sacietà clie. dà eguaglianza di diritto alle_ pal'ti, quindi la 1 pl'O· prietà dei prodotti aµche al lavoratore. Il salario non _sarebbe che_il prezzo di rinuncia ali.a divisione. del, pro- dotto (6).. - . · . La teoria dello Chatelain, detta in poche parole, è _questa: • i} lavoro muta· forma alle cose per Ili-Odoche di queste muta radicalmente la specie: siaino di fronta, ad una 1·es nova sulla quale è indubbiamente stabilita la proprietà del lavpratore.• Il lm:oro sarebbe così tit~lo d'acquisto 01·ig.ina_rio. Concetto, d'altronde, che già,trapela ·negli Economisti della scuola del Sax, il! quanto asseri scono che il _lavoratore ha diritto al su·o predotto-(6J. Ma lo Chatelain vorrf?bbe applicarvi i principi del diritto comune circa i modi di acquisto della proprietà. E' noto che per specificazione 1,. leggè riconosce -che. tutta la res· nova appartenga ali' artefice, qual,;:,ta la· mano d'opera - abbia valore supAriore alla materia. E lo Chatelain vor– ,rebbe proprio applicare quespo principio ammettendo che gli oper'!-i potrebbero essere' proprietari ·di• tutto il __ pro- - ç.otto, liberi di .disporne comElloro aggrada: e risarcire all'industria il prez~o delJa rnàteria prima (7J. . . TrascuraJ1do le· ulteriori elaborazioni di questa dot– trina ....: che in ltalia ha avuto eco :specialmente nEll Bianchi (81,·-, è però cePto che, a:. parte alcune esagera– zioni, v'è pur sempre una parte di vero. Il Barassi (9J, per confutarla, dice: tutto. C!Ò sta bene, si ·può ammettere che il lavoro acquisti ·per speci– ficar:ione un d-iritto di proprietà sulla r,es iiova, ma tutto ciò cade ove _f:ii pensi ch\l esiste un contratto in virtù. del quale il lavorator11 ha precedente7TJ,ente alienato il- frutto del ~uo lavoro. Quindi, qualunque sia i} lavoro -r anche mille volte superiore af valo.re deUa materia -, quando ques~a è contrattualmen_te pi·oprietà. del committente; i.I diritto di proprietà resterà sempre a qtre.st' ultimo. · Ora noi ci domao:ùiamo: è proprio vero che contrat– tualmente il lavoratore ?-lien911 il frutto del proprio lavoro? ·(destinazione altruistica cl.e_! lavoro): Se ciò. avviene, è, ·.come asserisce il Cognetti (10), una anomalia, una eu- Esamineremo, "più avanti, la.• parte effettivamente occupata dalla mano d'opera nel sia.tema prodll,ttivo at-: tuale. Per ora ci basti osservare come sia assurdo il con– cetto della proprietà altruistica del lavoro. L'operaio in-· tenzionalmente lavora per sè e ni:>nper il principale (l0J. il l1tvoro non è c!Ìe un mezzo per soddisfare i suoi -bi'. sogni. Il Pantaleoni 111) asseri'sc_e che l', operaio lavora . per sè, 1tltrimenti non eserciterebbe una funzione .econo– ~ica. Nel fenomeno de-Uo scambio egli segn:e la legge edonistiéa del minim_o mezzo per il massi.mo. utile. E il Depasse 112): • Si ,lavora per sè, per la patria, non già per nn altro_ uomo, quando si è uqmini i si lavora per \ propri bisogni, per le sviluppo della propria personalità: non si vende la propria energia. • In Fran<Jia si è anche tentato di dare una giustificazione giuridica al concett~ della -non altrùisticità del lavtlro. Si son o prese le mosde·· da quel principio - caro alla· scuola: socialista - per cui il _risultato del lavoro appartiene a chi porie in es– sere le energie dirette a produrlo. Propugnatore di que– sta costruzione giuridica .fu lo Chatelain (Hf,_ si,guito perstruttura artificiale, che non risponde all'importanza · assunta dalla mano d'opera nèll'odierno processo produt– tivo: _E, d'altronde,. nel!' operaio stesso che pattuisce la mercede, è compietamente esclusa l'inteniio!le, la volontà ·.di alienare,ad altri il prodotto dèl suo· lavoro. Egli cerca, ~ol•lavor·o, un m_~zzodi 'soddisfare ai propri liisogpi nul- . l'altro. · · ' , , ' (l) Brantano (in Bi b!. dell'Ec onomi$ta, Serie III pag. 29-e,egg) ammette un rapporto persona.le. ' · _ (2) S?oo_ndo il Modica (op. cÙ., pa.i,:.4-35), l'operaio aliena la snR libertà. d a,:1one e subordtna la propri I\ vololltà a.quella del na.drone'>. (3) _Calucl (Teoria dello sciopero, pag. a) ammette ci· ·u soluto dell'industriale sul lavora.fiore. . un tr1 o aa- (4-) Antolne, op. cit., pag. 35. (5) Ricci ((t Oapitale, pag. 66) sori ve· , Us d' b · fioa. provoca-re ed estrarre le sue presta.~ioni ad~ l ~nh ene e1g~i– gerlo, per ooal di're, a lavorare per noi. ina.m~o e, ooetr1n• (6) Barassi, op. oit., pag. 84. (7) Pothler, Proprieté, pag: 136. (8)'Redentl, v. Foro 1913, I, pai:. 1146. ··c9) Baras~I, op. cit. 78-82. Cfr Carneluttl R' v· II, l3K e 1913 I, ij9Q, • w. ,r. Oornm., 1910 (10) Cagnetti de Martlis, op·. cit. pag. CLXXVU. (11) Pantaleoni, Scritti vari, I, ;,ag. 223. (B) Riforma sociale, 1898.. · . (13}'De la natur• d1<contrat de t ,;l neur. Parie 1902. . ravat entre ouvrier ~t eri-~repre- Bi eca Gino Bjanco Agisce solta~to sotto l'impul~o edohistico.'H Bar~ssi s~ a·ppog~ia soprattutto a ·quest'accordò. contrattuale ·p·er dimostrare• la validità del -principio della destinazione altruistica, ma è appu:n,to questo: accordo che manca. -Non solo, ·ma la_ destinazione altruistica implicherebbe l' esfraneità completa deU' oper11-io all'andamento dell' a- . zienda in cui lavora. Cìò è in contraddizione con la (1) TMorie du ,ala.ire· et du tr~vail sa!ar,t, pag. !9. (!) Rtvue trimtstrelle, 190l, pag, 3~6. · (S) Ooufs èlémentaire de (egi,tutia,t industriélle, 1909, pag. 65'. , (4) Perrau et _Groussler, Ountrat d~ Trova.il, pag, 69. (5) Jves Guyot, Les conftils du travàil. (6) Bibliot•ca.dell',Economiata, Serie V, voi. 15, pag, 176. (7) Revue socialiste, 1907, pajl', ~08. . . (8) Oorsb_di diritto èlvileit., vol.'IX,,3, pag. 63'. (9) 0p, Olt,, pa.g, 1e, I •. t10J Op. oit'., pag. OLx;K:·Vh ..
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy