Critica Sociale - XXXII - n. 17 - 1-15 settembre 1922

,CRITIOA SOCIALE- 2 tll parzialmente violaté.· di fronte al sormontare di circo- nismo questioni secondarie di tattica e di metodo, ];t stanze'. m;genti; non la èoll\\borazione, impedita, scl;e·r- cui s9luzione ;varia perciò -secondo. i mementi, i luoghi, nita, ritardata., sabotta,ta in tutti i moé!i da chi voleva le opportunità - ma fra il Socialismo e il Bolscevismo; /potei; ,poi der.ider~e-l'insuccessçi, e preponeva la sua. tesi fra il Partito socialista quale fu f'ondatci a Gen.ova nel di frazione ai ~upremì interessi del Partito- e del Pro- 1892, cb,e vuol trasformai-e l'ordinamento s~ci_al~nell'in- . ,etariato. te'resse. dei lavoratori utili, mH.nu!!,IÌe intellettuali - La cri~~ profondissima i1~cui ci dibattiamo soverchia cioè della grand_issin/a maggioranza d·ei cittadini - mercè questi dissensi di ~etoc:lo, e attinge ed investe le radici·· la progressiva, libera e consapevole lò1•0adesione e coope- . stes~e dei principi e. d!)lla concezione socialista., razione, e che è quindì profondrumente clem,ocra.tico nel Il problemà dell'ora. Il problema dell'ora è questo: l:iis9gna rigua~agnare il terreno- perduto, rlvendicare all'idea S(?cìalista· ed• ai suoi seguaci la libertà di ·conquista1·e l'adesione della· maggto1·anza. Siail)..o .tornati al '98 e, sotto· molti ·aspetti, · as_sai" più indi.;tro. · · Ma non possia-mo onesta~ente chiedere e ~pJlrare questa libe1•tà, - cbe è ·il dfritto ·della mino1·anza - se, .non ~cé'ettiamo seri'~a SC>ttintesi il dò.vere c.he essa pò~ta . seco e ~he è quello di rispettai·e il diritto della maggio-, 1·anza. , Bis_ognii. usc;ire dall'equivoco, bisogna dire schietta-!, meli tè, lealip.ente se. siamo per là- legalità, 'se siamo per là [i bertjl, per 1,'sa.1·la e •per rispettarl:i. - pe~ usarla per noi e per rispettarla negli altri - se siamo per la so-' vranità e la legge della maggioranza, o se pretend~anìo' invece la libe1·tà per. pr~parare il co)po di mano contro°' la maggioranza. · ' Dobbiamo dirlo.pe1· i lavoratori nostri SC¼guaci, i quali devono sa,pere se vcÌ-gliamc, o,no trascinarli in avventure,. . insurrezionali e catastrofiche·; e .dobbiamo dirlo per tutti coloro .che no'O:ci seg,uono, borghesi o proletari, per la· ·maggioranza che non è anèora· r:on noi, ~ la·_quale deve: sapere coine 'intendiamo· la libertà, e che uso vogliamo farne, prima di ascoltare i ,nostri appelli e i'nostri scon– giuri éo.ntro la violenza reazionaria,· . L'equivoco inassinialista. Ora il peggior torto del massi~alismo; torto Òdioso in /lè e pernicioso n'ei suoi. effetti, fu appunto q_uello ·di aggirarsi nell'equivoco, di invocare la liberti\, ·.Je gara11- · zie costituzionali, i diritti della ,sovranità popolare - cioè le conquiste e le tu'tele della demqcrazia - e,. nelio stesso tempo, •flirtare• c'9l Bolscevismo, cb.e è la Dit- tatiim, . • Dittatura del proletar,iato -;- si r·isponae - ai fine superiore della Giustizia sociale! ~-,- Sia pur~ ottimo e . giusto ;i] fine, ma'·la dittatura - ·che, è -coazione di vo– lontà, che è violenza -di .metodi' - non cessa· di essere tJn mezz.o pessimQ_ e ingiusto, ohiunque l'adoperi; e, ci toglie ogni autorità di reclamare per noi i diritti assi– curati dalle leggi e dal costume demcicraticÒ. sup procedimento; e il P.al' .tito Comunista, che vuol im·– porre con la dittatura, con-la forza, e (occo1'.i:endo) cdl tetro~e le· proprie idee e la propria: volontà, ed è perciò profondamente autocratico, tantochè in Russia è indotto a perseguitare spietataniente .non solo gli avversari bor- 'ghesi, ma· gli ·stessi partiti proletarì da.esso dissenzien.ti, i socialisti, i mensceviki, i rivoluzionad e gli anarchici.' Bisogna decidersi fra il Socialisrn,o di Marx, Éngeb, Kautsky ecl.il Gomiiiiismo di Lenin, Trçitzky e Zinovieff. Sonò due conce.zioni opposte,· due metodi, anzi duè prin– cipi, as.selutamente inconciliabili. · E noi socialisti, fedeli all'as~ioma che l'emancipa– ziÒne dei tavoratori. non può essere c·he.'(>pena degli stessi lavoratori, dobbiamo prochimar-e che siam<> deci~am'enté ·contr,,ri al metodo bolscevico,' giacobino, antòri>.ario, lilanquista, dei colpi di 111,auo,con cui un partito ancora in minoranza s'impaarònisce del potere e .tt-uta d'im- . porsi aÙa maggioran~a. ·Questo ·metodo' 'può -portare al Go\erno· i Bonaparte, i_.Leui~ od anche i Mus~olini, ma · nega e calpesta la sovranit"à della classe lavoratrice, ~i del braccio-che della mente, che è la-grandi~sima mag• giorauza della società . Esso va;le a 1·itardare piuttosto che ad affrettare· .la form11-zione delJ.a società socialista. L'.esempio della Rus– sia, della_ Un~heiri_a, lo -dim?stra. La superiore, organ,iz• zazione sociale, nascente.dallo sviluppo del capitalismo, non può formarsi_ èhe gradualmente. Sono co~tretti ari– conoscerlo anche i comunisti, dopo le loro delusiç,ni e d,rsfatte nel can;i.,po.della :ricostruzion-e sociale. La, classe · la~oratrice non può esser~ ema_ncipata forz9samente da un gruppo o partito di p·retesi suoi rappresentanti e sai• _vatori. che l'illur,nininç con la violenza e col terrore, ma può emanciparsi soltiinto pe,r virtù propria; mediante la propria progressiva elevazione ed organizzazipne, ope– r;i.nte entro l;evo·lv_ersi del processo cap_italistico. · A leanza per _la libertà e 1a·_ civiltà. Le nostre proteste di ]egalitarismo e per· 1a pacifì– !. cazioné degli animi _n<;>n_ possono che suscitar diffidenze, e derision,, e cadere nel vuoto, fìnchè duri questo.equi– voco, moralmente .ri,pugnante e politicamente royinoi,o, Bisogna Ùscire dall'equivoco: per il Socialismo o per il Bolsc~vii>mo? · l Ques~a è la risposta_ chiara' e precisa che deve dare il Congresso di Roma'.- Questa è la dottrina socia.lisca, la dot~rina che ab• biamo preq.icata· e praticata per trel)-t'a11ni, '·daiido .una coscienza· di classe al proletariato, migli.orandone le con– dizioni morali e materiali, faoendone (Una forza politica sempre più poderosa, elevando le pbebi a popolo; dottrina eh~ noi, dobbiamo solennemente riaffermare e ,:;he ci dà nÒn solo il diritto di esigere ma anche la possibilità di ot– tenere nuovamente la libertà di propaganda ed organiz– zazione, mediante l'appoggio dirett·o ed indiretto di quanti mantengono fede alla bontà e nece~sità dell~ de– mocrazia e paventano gli effetti del governo dispotico, · di una cieca e b11rttal~ resistenza al movimento operaio– socialista, del prolungar~ ed acuire la guerra civile. . Il limbo massimalista; paralizz.ato nell'attesa, della, .. azione rivoluzionaria. e nel ;rifiuto di ogn'i azione •evolu– zionista, deve e~serè deffoiçivament'e abban_donato, Sociali$mo o Bolscevismo ? '.Bisogna decidersi, non fra là transigenza e l'iµtran– sigenza, non fra c_oll&bo~aziònismo e Ì'anti'collaborazio- -1bljoeca Gino l3tancq È fra questi elementi democi-atici, e fra tutti coloro che sono stan.chi delle violenze odierne e desiderosi di lotte meno inèivili ·(e sono una moltitudine sempre cre– scente, anche se mal rappresentata qalle. quattro o cin– que democrazie parlamentari, che. si dilaniapo e si silu– nnci a vicenda, a scopi .grettamente personali ·e mini– steriali/; è qui che noi possiamo e. dobbiamo cercare i nostri alleati per riconqu~ta,r~ la libertà. - Libertà per noi e per tuttf, entro la legge; restaura• I . .

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