Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922

che quelli prècedenti alla gu~rra, hanno t.utti per ca- Ed io non so perché dovrei settariamenttl preter• gione la guerra. mettere un fatto, che getta tanta luce sopra il mio Uno scrittore recpnte, il Pa,lamenghi·, ~met.teva in ,argomentarA. La, Santa Sede fece ir:tPnderè !li Rnssi luce uno scritto del gengrafo Eliseo Rèclus, pubblicato . che essa sul terzo punto del memorandum, la proprietà nel 1903, soprn la « Revue », nel quale l'illustre scien- · eccl~siastica, non avrebbe insistito, per far capire alla ziato documentava come i prestiti francei;i a'.lla.Russia Franci,a ed al Belgio che met.teva la _questioné della in luogo di servire, come ~i· pretendeva, per lè st.rad; proprietà. (Applmtsi all'estrema sini'stra ed aL centro e per le ferrovie, servivano anzi a stornare le ·strade - Commenti). · , e le ferrovie dal loro :lì.ne natura'le di mez~i òrdinari TREVES. Il Belgio-non sentì·da quest'orecchio. e necessari di comunicazi_one, in un vasto apparecchio Mise i suoi tre mjliardi investiti a.ella Rnssia sopra strategico a puro scopo militare. Più tardi, nel l9U5, la questione della pace. La Francja si uni al Belgio, dopo la .guerra russo-g appone;ie, i crediti francesi alla e gli accordi na turai mento non si poterorjo concludere. Russia furono Jevolut.i es,,;enzialmente a·sovvenzi0nare Non rPstò che adottàre l'ult-ima transazione offerta la repressione t.err,ibi]e che prende no:ne. çlal fosco. dalla Rnssia: il Finvio. Trepoff. È 'di quei giorni un manife.sto firmato dl\i partiti · socialisti I dai consigli dei delegati dPgli operai e, cre– ~o, anche dai democratici, in c.~i (fin dal 1905, ba– date) si diffidava la Francia è l'Europa che la Russia del popolo mai· avrebbe riconoscit1to i prestiti fatti allo czar. nel . tempo · della sua lotta_ contro 11 pojolo. Si– guon, VOl 110n.credevate che il popolo ru~o;;fesse loico • o che 'ricordasse? In-fondo quei prestiti avevano un unico obbiettivo: mantenere viva l'alleanza franco-russa· con l'ideale ben chiaro ed. esplicito della révancli.e, della riconquista dell'Alsazia, e, della Lorena! Cè$'è' ora questo doppio impiego 'prim'a patriottico, ed ora finanziario che i signori banchieri parigini vogliono fare del loro danaro? Hanno avuto l'Alsazia e la Lo- 1:ena; si r:tengano pagl\ti\ perchè quello è tutto· .ciò che essi oniista!Ilente si ripromettevanò dai denari an– ticipati. (Applausi an'estrernct sinistra - Commenti a desti-a). I diritti di tutte le rivoluzio11i. ·· Teorica della proprietà e delia sovranità. signori:· La proprietà. non è di vina, n·on è un dogma. Lo Stato la regola so.vranamente in tutti i paesi d~l mondo. La. rivoluzione francese ha consacrato q1i'est.opri'n– cipio nella coscienz_a liberale del mondo. I beni eccle– siastici fnrone cpnvertiti, in virtù di, tale principio. Superfluo moltiplicare i fati.i, risalendo foto alle usur– paz~oni- della rivolui;i"Dne francese. Sarebbe e?"udizione e retorica a bupn mercato. La tesi è di evidenza palmare. Ma poichè parlo alla· Camera italiana, ricòrdando l'esempio italiano più recente e più in te1·m.inis, io chiederei" agli ònorevoli Giolitti e Nitti, sA,· quando essi preparavano la-legge sul m-0nopolio delle aE1sicurazioIÌi; che aboliva per tutti i cittadini è•.. ·stravieri, il diritto di esercitare l'indu– stt-ia assfouratrice sulla· vita, non banno nettamenté ri11posto con un fon de non relevoir a qualche potenza che si era mossa a· difesa. della p1oprietà dei propri s.udditi... · Signori, ,;e non ci sono partiti presi e pnssioni fanatiche che la oscurino, non è possibile a,vere òue opiili-0ni in questa questione. L'evoluzione del diritto. dello straniero non può essere che quella co11sacrnta nel codice d'Italia. Lo straniero era nulla., lo straniero venne pari.fìcato af cittadinol, . · Ma questa pretesa che esso abbia 11ella terra che lo ospita didtti mflggiori 'del cit.tadino, ,è un 'aberra• •ziooe senza noll).e, sem:1;1 dignità crit.ica. E una preteRa di conquistatori; un 'iu vasione che continua: E' il di• ritto di Versailles universalizzato. Ora, io quanto i. Russi. sostenevano questi prin– cipi, dove. era ·1a loro intransigenza? Questi principi sono patrimonio della co.scienza politica di tutti i paesi d'Europa, creah1si sulla l'ivoluzione borghes? e liberai è. bHotecaGino Bianco Che cosa ha fatto il Governo ? .Ora qual è in tuÙo 'ciò il pensier.:>dt,J Governo e, in .generale,. _q 11,aleè la sua politica circa i 1rnstri-r.ap : port.i con _la RusRi.a? ,. · . · Vi faccio credito, onorevole Scbanzer, largamente, della vos'tra buona volontà. Voi avete scove1-t.oda.ul– timo l'intransigenza r~s~a che non esist.eva, per far– vene un pretesto, data la necessità ,di tenere In Confe– renza sino alla fine, a restare con la Francia e l'In– ghilterra. Senza di ciò la Conferenza sarebbe andata in aria,- e questo non doveva accad.ere. Tuttavia credo che poteyate fare qualche cos.a di più. Penso, per e– sempio, che a quel Co~sorziÒ internazi\>nale, di stampo e di profitto quasi es~lusivamento inglese, avrest.e op– portunamente potuto, come credo vi sia stato consi– gliato, non contrapporre, ma aggiung~re un Consorzio nazionale, con gl_i ste1;1siobiettiyi ed essenzialmente per' la ripresa di tutti,.ì rapporti cqmmerciali con la Russia. Lo so che per questo fotto vi sono state rivolte delle censore. L'onorevole Labriola, diventato· nazio– nalista, è anche diventato ta~cagno. ( Commenti - si 1·ide - Interruzioni del depy,tato Lab1"iola). ·, An,?he i 1 onorev0IA Mèrizzi, che io non ,so se n1p– presenta il pAnsiero di tutto il suo gruppo, fece una q1.10- stione che a me pare piccina, ma che corre il rischio di avere un'enorme presa nel cervello dellà buona gente, ego,ista · e sparagnina: « lasciate fan, agli altri; _quei pochi denari che abbiamo teniamoli per noi in casa! se ·por da tutto ciò salterà fuori quàl~he g 0 uaèiàgno, ci saremo anche noi I ». Ecco una tesi ed un~ pròpaganda facili ed allettanti. Ma non giuste·e· aop utili; e biso– gna resistervi. -Perchè vi dico questo:. noi siamo nel tèrnpo più vero, nel quale, quauto-si dà al vicino per-· chè possa: vivere, è dato a noi s,tessi per la nostra.vita di oggi e di domani.!' O ci salveremo' tutti uell'univer– salità, nella solidari'eta. dei nostri bisogni e dei nostri mezzi, ()ppure tutti periremo, se ancora crediamo in– dividualisticàment.e .ciascuno di sottrarre alla comune il proprio piccolo -peculio, salvo a pigliare da.gli altri quanto gli altri, capito il giuoco, non' daranno mai. (Interritzion{ del depiitato Merizzi).. · Se fosse .lecito ricorda re un bel motto di D' An– nunzio, che. torna meravigliosamente al caso, direi: « Io ho quel che ho donato » ! A noi/come cl.icevoper'l'Jnghilterra, è necessaria l'amicizia della Russia per mantenere buoni rapporti con la 'l'urchia·. e per dare un'indiriz:r10 positivo a tutta la nostra polit.ica ori•entale. Io non credo ai vostri patti « tripartiti »; non me ne importa nulla che gli alleati, dopo di avere contrnt.tato con noi alle spesA della Turchia, ci dicano: « ma percbè non vi acco– modate con la Turchia? ». Era naturale che fosse così! Ogni volta che si fa r • I '

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