Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922
182 QRITICA SOClALE guenze 1 che· esso crea, illudendpsi di trarre da esse forza e potenza. , , . . Così per la guerra, cosi per la pace, cosi per la crisi ocl,ierna •. · .A.ne.beadessò, di fronte all'imperversare fascistu, al– l'invocazione, da parte delle -organizzazioni, di qualche cosa che valga a difenderle, ,fa frazione intransig.ente 'e dominante oppone il suo fatalismo. Non concede le vie legali, non a,ppresta le vie della resistenza arma_ta. Dirò' di più: sì dell'una chJ dell'altra t'ia, si tenta e si speri- .menta solo qùel tanto che basti a darci l" beffe e il danno, a offril'e al nemico un pretesto per raddoppiar~ la sùa violènza, o per intensificare il suo schermo. , , · L'~ltima formula offèrtaci dall'intransigenza è che ·• dobbiamo restare 'noi, e vincere.da soli•· La prima parte della proposizione è una fras·e: Nessuno ba mai detto di voler , diventare un altro•.' Chi è socialista: è socialista, e riman tale, faccia a1lèanza o no con Cristo o col dià– volo. Qu'antò. al vincere da soli', è un'altra espressione rettorica. Chi è minoranza, o in condizione temporanea di inferiorità, non p_uò vincer da solo, non vincèrà. mai più, si lascerà battere e schiantare, se non provvede ad unirsi con altri che abbiano .sentimento o interesse pari al suo. . ' È legge biologica, è legge' politica: Ìn ci'rcostanz~ ana'loghe, sempi;e si fece spontanea l'unione, nè per questo" il so.cialismo deviò o cessò di• • rimanere lui•. l\fa con ·chi unirsi? L'intran,iigenza, 9he a prio1·~ ha sernpre respinto tutti, che per costume acècÌglie tqtti·. a pedate, 'che n~n ammet~e ,gradazioni 1 e, Hgia" al suo con-· cetto d'un classisIQo semplicistico, e ii.'reale, soprattutto in Italia, è sempre pronta- a proclamare: « chi non è còn noi è contro di noi • -- dopo essersi alieuata ogi;ii" pos– sibile' alleato, 'ed essere rima~ta sola, dice:. Vedete che sono andarti via tutti, che si \jono alloh~anRti? - e n~n dice, più veridicamente: Vedete che li ho ,mandati via tutti,· che li ho ali on tana ti ? · · Nel novembre' 1921, quando le ·orde fasc,iste ca.Jarono a Roma,.~ la cittadinanza, 1a:rgamenteint~sa, lerespinse· ,e le condannb, ma,terialmente. ·e moralmente; formando loro' d'intorno quel fenomeno di asfissia psichica. da cui ( ' . sol.o il fascismo può essere, debellat_o, l'Avanti! 'accennò ad intendere e valutare questa coincidenza e convergenza di strati diversi: ma fu ùn breve lampo. E ~ompagni · intrjl.nsige~ti diranno:, In quali altri 'ambienti, eccetto Roma, si formò ·questa convergenza?-• · _ Al che possiamo obie_tta're: Dove mai fu tentato di aiutarla a formar;i? E'. inte1'essante, in ·II)-ateria.,, di isolamento: 'questo passo .d'un articolo dell'on. -Cazzamalli, distinto fre·niatra · (Avm'itir; 9 ·qiugncÌ): · · · ; : - • Diamo l'iiripresgione di un i vade tetro, a tutto ' ed a tutti, come nel godimento passionale del martirio · isolato. , Ciò può essere estetiçamef\te simpatico· quan40 si tratta-di un iudi'Viduo; ma per ~n Partito'che hll dietro di si, almeno un terzo del paese, in circostanze come le .attuali, l'atteggiamentQ può seriamante nuòcere. Natu– ralmente io :non m_idissimulo- che 11n giornale o l'altro , o il J)' Annun?:io si orie1-,tioo più o 'meno verso la ma.ss !l'. · ·lllvoraprice màrtoriat_a ~empli?emente pel nostr-o bel viso; ma l'atteggiamento di dispetto sistemati,co, non crecfo possa servire in un periodo reazìonario le neanche in pe– riodo rivoluzionario) ad age"v-o!are l'azione, e tanto meno ad avvicinarci alla µièta •. · · 1 ('>ttim0 quest'accenno a ciò-ché può servir~ in pe– riodo 1•ivoluzfona1'io. Gli, ~omiuì rivoluzionari (e non _semplicemente in– t:ransigent:i! ·dovrehbero avere per caratte~·isticll di ,non stupirsi di nulla, c(i valersi di tutto, ·di cogliere a .,volo ogni an:n!I, ·ogni 'mezzo. , , ' L'Av,i,iti-1 1 che non, h~ c~mbattuto' per due ann_i, in tem,pi pìlativarµente tranquill\ e quando i,l vento era in poppa, il miracolismo. delle folle_ èhe' credevano, che in Russia, si' facesse il comunismo, e che l'ftalia potesse i– mita-i-e '1a Ru~~ia, ora è piene di fredde ironie contro il , ~iracolismo di chi, ,nel rÒezzo _dell!I ·temp.esta, guarda I dovunq11-e gli appaia 4n r~g~io di luce, _d, simpatia, di aiuto, a Roma o ·a Gardone. ' · · ' · · Se c'è UU·,ilntimiracolista' feroce, è chi.scrive. ]\fa bi– i sogna pm·· riconoscere natm,a1'e che le màssll, lasciate in preda alla bufera, perchè la collabornzione non_ si vqol ', ~are e la rLvoluzio.ne non si pu_ò fare,' afferrino ogni ta– . vola che loro si òflra. E esse mostrano un 'istinto • ri'-· voluzionario , ,eh.e•manca a chi: non: intende che in ·t.empi anormali ogni legge ;ionsneta è sconvolta o soppreRsa, e di· nulla· bisogna ,stupirsi e niente. bisogùa tralasciava, che giovi ad usci'r. da una stretta .. , _Maforse, anche in ques,to cr:mpo, a-ll'Italia non è lecito quel ;che è l~cito. in _Russia ..,. <- G10VAN~1. Z1'BOl<D1. Da una « Dieta .di vassalli- ►> ad:un « parlamento di Popoli » , Discorso alla Camerii dei Deputati· cieli'on. CLAUDIO TREVES nella torn~ ta_ -d~ll'8 giugno '1922, Genova non potev~ far miracoli! .. TREVES. L'onorevole winistro,· ieri, dife,',dendo nobilmente l'opera sua e della Delegazione, e. quindi an0he del Paese, nostro, ha detto: Genova non· poteva. fare miracoli. E noi aggiungiamo subito, che neanche , il uiinistro ne poteva fare.' Ha fapto quanto nella posi– zione delle cose era possibile fare, per dar. colore a.quel disegno, che egli aveva .vagheggiato, come lo scopo della Oo11ferenza. Non siamo. insensibili neppur noi, che p11,v:entammo, al successo materiale di organizzà– zione della fJonferenza, che è· pure un segno di forna e-di idoneità per uno'Stato che convoca gli· altri ad una assise di tanta importanza.,, . Ma _quel segno di universalità "dE)lla Conferenza, che il Ministro esaltò, fu. pi1'l simbolico· che ~eale, -più, un rito ed una cerimonia che una effettualità. Bibliotecc;1 Gino Bianco Bòulogne, dove. noi non fum,mo,' svuotò C~mies col ribadirè quelle ·1imitav.ioni - i trattati, il disarmo; le ripara~iol)i ~ che dovet•ano dare la· ragione VE\radella' Cohferenza, sé la 'Cdnferenza d,ove_va riuscire alia re– ·staurazio:Ò.e economica dell'Eurqpa, a dirimere le semJ;tre .incombenti minacce d-~guerra, a fondare fì~almente la paée ve;ra. , ·Ben pqtevasi .sogna1:eavve,nisse un mi,;acoZo: che_ la Uon'ferenza, concepita_dalle PotenzE\ invitànti come una . « dieta di vassalli", s1 trasformasse per virtù .pr_o– pria· ri volu~ionaria in un :Parlameuto dì poP,oli, ~ov~;, salvo le gerarchie natur.a1.Ì delle ,funzioni e dei · valori personali, pari fosse in: t.utti il diritto di 1nìziativa_ e di -decisione per·i singoli e per la ~ollettiyità, che vo,. f~va dire la sovranità della' Conferenza. .• · . . _Mancò iJ sel)hp e l'ardire, malgrado' certi si11tomi
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