Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922
. 180 CRITICA SOCIALE * * * Dopo qiieste precise e piane osseivazioni sitlle . mal~voli ese1'Citazioni polem-iche con cui la Dfrezione del Partito cerc1i. in questi gionti di riprendere ,U ti-atto avvcmtaggiuto, mostrcindosl più p-reoccitpata dd proprio vantaggio di frazione che degli 'iute1·essi e dei dolori del proleforiato, credia.11,0 di dovei· ri– volge·re ·un monito anche agli amici nost'l"i, perchè O· gwmo sente( ·la estre1µa delicatezza di questo momento· e non compro1netta cpn atteggiamenti individuali il ·valo1·edi una i;ititazione· dal cui modo di solitzione dipende l'immediato avvenii'e del proletm·t'.ato. Niente gi u.oco di banali astuzie, di adescmne11ti, di segreti patteggiamenti. Siamo mia f'orza che non pi!b vi11ce1·e da sola, ma il citi cònco1·so'può esser uecessa.·ic alla vittoria di ogni altro gruppo che abbia pa.1·zial~ con– co1·da11zadei fi,1ii f'ondamentali immediati. Da que'sta situazione noi possiamo e dobbfomo tran·e le norme della nostra azione. Il fine nostro è cmcora quello rl-i ieri. }{on c'è neppure a.lcuna via nnova da tentare. C'è solo un· niiovo strumento che noi abbiamo inteso di impugnare per pote1· 71iù efficacemente provvede,·e alla dif'esa del proletariato. LA CRI'I'ICA SOCIALE: Stato ePartiti di fronte al'Fascismo, ' 1 ) Intransigenza o rivoluzionarismo? A quasi un anno di distanza, e in uno stadio assai · maggiore ili _sviluppo, il Fascismo ha attraversato' un momen.to somigliante a quello del luglio 1921. Anche al– lora, dopo cerre sue imprese in Toscai:a:, aveva cònosciuto a sue spese ché cosa significhi; ptir i piirtiti come pér.gli in– dividui,.• passare il segno»,• offendere quel sei'isodel li– mite, che è diffuso nella coscienza .pubblica, e ti.in luogo · a molti - elastico e relativo com~è·...:..di u11a più rigida norma 1~oraJe. · La Bpedizione e- l'assedio di Bol<:>gna (28 maggio - 3 giogi:lo) ~usseguita a poca distanza allo sciopero e occ~– pazione di Ferrara.;' il ferro e il fuoco sparso nelle cam– pagne d'intorno, fecero sentire a molti qu·elJo che non' ·avevano avve1 tito p1:ima, fecero trovare intollernbilli, su vasta scala, quello a cui tanta gente si~ adattata quand'è somministrato a piccole dosi. Il le~dei- fascista, che a.veva,- nel sno giorn;le, oste'n– tamente •ignorato• la impresa di .Bologna,• intervenne. al momento buono per trattare col Governo, e per dar l'ordine di ritirata alle sue bande. Evidentemenfe il Fascismo ebbe i_n· qu·ei giorni·una crisi, sentì l'esitazion'e e il fericolo di un salto nel buio, ebbe timore deUa propria audacia, e forse provò -la pa– radossale assurdità. di questa sua. posizione di organismo armato, ex lege, e di .partito che ha i suoi rapprese~tanti in Parlamento e manda i ~uoi duci al Vimirale e al Quirinale. Che cosa: voleva il fascismo concentratosi a Bologna? Una vittoria p'oliti~a, la testa del Prefetto Mori; una co!lquista economica, la libertà di imp.ortar mano d'opera krumira'iu provincia. Natµralmente i capi politici lo ne- gano con sdegno, in taluni sincero. Ma il fatto in s'è è tale. li Bolognese, dopo che l'agrario, gretto e retrivo, fu liberato dall'imponibile di mano _d'odera, ha esube– ranza di disocrupati del luogo, che non vollero cedere e, inscriversi ai Sindacati fascisti. Ma i Fasci hanrio invece potuto arruolare operai -nel Ferraresè. Tentando impor– tarli nella provin1:ia di Bologna, compiono lin krumiraggio politico e, soprattutto, economico. La sovrabbo~danza di mano d'opera di~pon·ibile abbassa automaticamente le mercedi. · · · · Con il primo obiettivo ,il trasloco dei Prefett.oJ il Fa➔cismo confessava che senza l'aiu.to dello Stato o dei suoi or.gani esso non può viven,. Cel secondo palesava la sua vera natura reazionariit di schiavismo agrario, in ,quegli a'rnbienti dove osso prende necessariamente quel colore e div•enta suscitatore, interprete, e prigioniero di quelle correnLi d'interessi. · · · Al cenno del leader le orde fa_sciste abba11dooaròÌlo Bologna; o val la pena di regisLrare su queste colon ti e la colossale disinvoltura cc:>ncui il detto leader, sul suo giornale, commentava l'evento, e si compiacevlj, .. , che il. Fasci~ll\?i,,l!-cca,:npa_ndosi in armi coQtro lo,Stato, ·.av.esse dato modo allo Stato di farsi valere!! , Lo-f'.!tato - unti volta tanto, per la prima·volta. - ha vo1uto da,re ·la sensa:!:ione che la sua autorità 11011 è parola vuota .di' senso ed ha resistito alla presslonEl· fu. scist.a. I fascis·ti avrebbero potuto, volendo, accet:it1iare ' questa pressi?ne fino a renderla irresistibile. Ma u_nà attenta meditazione ed un esame cqrupleto della, f!ilua– zione generale italiana li ha convfn ti non solo che la .vit><stessa di Mori non merita u na goccia. di sangue dell'.ultimo faso,ista della-provin.è.ia , ma che non_si poteva spingere la cosa oltre il . limite d ella saggezza e della forza, vii,rca,to il q11ale si cade nell'arbitho. e nell'avven– tura. •Lo Stato italiano ha voluto passare per primo: i fascisti - con alti'ss,imo senso· di civismo - si sono in– chinati alla necessità. Non hanno voluto c~e altro san- gue· scorresse. , « Ma ora, o signori del Go-verpo, ora che l'autorità. dello Stato è passata, deve passare anche. la v;olontà del popolo. Guai se così non. fosse!• . Gustino e meditino i, lettori questo 'brano, chè in esso v'è la .tragedia e la fars·a dE>llasituazione i'taliana. ' . Dicev.o pm sopra 'che .la gente;' _incallitasi nel senso morale per effetllo de 1111, g11erra; e mi tridatiz_zatasi • al'la vista e alla consuetudine delle. violenza, ha bisogno di vedere il Fascismo in manifestazioni di "grande stile, per stupirsene é per chièderè a se stessa in- che .mondo vive e do.ve si' va a finire. Essa sembra non sentire che, · sul terreno etico, non è la quantità'· ma la qualità che conta, e che ·1a, legnata all'umile. oscuro cilpo-lega di villa· e la bastonatura al mop.es' to sindaco di paese è· crimi~osa quanto l!a·ssalto alla Prefettura e la· insurre– zione contro lo Stato; e che, da i;in· punto di vista· di. legalità, di polìFca, o di polizia, le primé sqi'ia~re di giovinetti armati di /randelli che cominciarono nel 1920 · e '21, indistm:bati e imp111!iti, a _gira.r le· vie.delle nostre città, gettando inti/nidazioni e provocazioni, cercando,: la rissa per aver prete~to apa .rappresaglia, costituivano un' anor.malità, un arbitrio, ~n • pericolo, per l'ordine plibblico-., tal e quale le decine di migliaia di camicie nere accampate nella dotta Bologna, e spargenti terrore e distruzione nel circostante contado; e ~he fn la man- . (Il Queét'articolo ci 8 stato mandato p rima ohe il ConsiglioNa.. 1· z,ona e prendesse l"" '1eliberazione onde è na.ta la presente crisi del cata repressione di .quegli inizi, la prima radice dei mal Partito. Ma le con,ìdera?.ioni ohe esso svolge, a.nohe nellSL seconda successivi. Non avere spentn il fìammife_ro fu la cagione parte, non perdon 1 0 di valoÌ'e anche in Be!?Uito Qi fatti più recenti• ~ anzi a.ppa~ono an_ohe :pi~ opportu,ne di frOnte all'atteggiamento 88 : dell'incendio. , . sunto da.i mass1mahst1 e dR.11 Avanti ! per svalutare e co'm~ ' 1.., promettere in precedenza quell'azione au;onom" 8 responoabi!edel li Fas·cismo invero, salvo pocç.is' sinii luogpi (come ~rnppo ~ a.dn: ~ent-ar~ che es,i i,tesei non hanno sentito Ja for?.a e I B' l l d · · t · ·1 · · · a·v·am 1 J ooragipo eh impedire, . ,o og~a OV'e ~.L er~d pi:epara.b_bo. !Il SI énz1.o e. P?l I bi.· (Not" della Critica), -po e s1gnore~g10 po erosq 1 _e e piccole ,Qfi~lllL, e Cfe ,.,e. I BibJiotecaGino Bianco ;
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