Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922
'190 CRITICA SOClAi..11: '. dippide e Strepsiade, mi ·sembra di un'eloquenza impareggiabile. Istigazioni esterne, indisciplina degli scolaretti, mancanza d'autorità di professori e di– rettori? Un po' di tutto, forse; ma cert~-,se -sivuole . che la scuola esista ed operi,,è urgente che il pre– stigio morale' dei maestri· sugli scolari sia riconqui- stato. . Ma come? Chi invoca a favore dell'esame òi Stato quest'esigenza di restaurare la disciplina, 1101_1 considera come esso, ben lungi dall'avviare a una conquista o a un rafforzamento dell'{llttorità morale degli· insegnanti, comincia. intanto col produrre l' ef– fetto contrario. Non soltanto perchè esso spoglia i maestri della funzione di· giudici dei loro scolari per deferirla ad altri, o perchè anzi d'a giudici li tramuta essi stessi in giudicandi; ma'Più ancora, perchè, a legittimare tale conversione, si è anzi tutto creata 'loro la condizi~ne_di imputati, svo!– gendo dinanzi all'opinione pubblica tutta una cam– pagna di sfiducia e . di sospetto sul!!opera lQro. Brevi esempi fra i molti qocumenti : " La fiducia meritata da una classe nei riguardi del paese non si misura già. · dagli sperticati elogi che la classe interessata fa di sè, ma dagli effettivi-risultati e . dalla riconoscenza del paese' stesso. On~ non ci siamo mai accorti, nè che i professori fossero troppo in. alto nella stima della pubblica opinione, nè .che la loro 'Qp·erameritasse adesione e plauso ... ,, (M. Casotti: Qu~stione di fiducia). " La stessa nausea della scuola è nei giovani d'ingegno, dappertutto; lo stesso discredito dappertutto,, (Lombardo Radice: Relazione su l'esame di Stato). Certamente bisogna tener conto, di. ciò che dir ceva,. fra gli., àl~ri, il Salvemini: "Noi ,critichiamo perchè vogliamo riformare e migliorare la scuola, pubblica; mentre i cé\itolici criticano perchè. vo– 'gliono sostituite alla scuola pubblica 'la scuola p_rivata ,,. · ·' · Ma quando il rilievo ,del male assume tinte .così gfavi, com~ negli esempi_ sopra citati, un di– lemma si impone. Se -tale grave diagnosi fosse e– satta, il rimedio adeguato non potrebbe essere che • uno: cacciar ·tutti i falsi sacerdoti dal tempìo, an– che . a rischio· di doverne chiuèfere· le porte per mancanza dlofficianti. .Ma sè si ,amtnette che essi possano restare nelle loro funziqni, solo che queste vengano poi collaudate con ijn controllo quàle l'e– same di Stato-, la_cui sanzione eventualmente. col-· pirebbe le vittime (gli shrdenti) anzi che ·i colpevoli - supposti insensibili agli altri controlli, già esi– stenti, di prèsidi,• ispettori ~cc.,' che .almeno sono armati di sanzioni anche gravi - si viene a dichia– rare, con la blandizia del rimedio vantato come, toccasana,· l'esagerazione della diagnosi.. ·· Ma_intantoquesta esagerazione contribuisce ad aggray~re il male esistente. Il prestigio degli inse– gnaJ1ti ne esce ancora diminuito; la riconquista dell'autorità morale, che essi 'dovrebbero operare per virtù propria, viene resa più difficile dal disc;re– dito gene;ale diffuso su tutti,. e dal significato di deminutio capitis che espressamente vien dato alla - loro. destituzione da giudici: la r,estaurazionè della disciplina ne riesce più che mai ostacolata. Una. grande illusione· miracolista ci si rivela nell'aspettazione di chi,, nell' interesse· della disci- , plìna morale e del senso di responsabilità, caldeg– gia l'esame di Stato. L'illusione che il deus ex ma– china, che dovrà intervenire nel momento solenne del termine di un triennio 'o di ·un quadriennio di . Bib,liotecaGino Bianco ,stu di, valg a ad. inspirare quel fe~vo,re iritimo con– ti~ uati.vo e quella consapevolezza costante d,el do– vere e della responsabilità morale, da cui nasce -e si .cost.ituisce la disciplina. Còme la. famiglia, che, non- avendo in sè la virtù di -infondere e far vivere OP,erosamente nella coscienza dei figli la norma d~lla condotta morale, si riduce_sse a sperare che ·il pensiero della confessione pasquale e il desiderio di conseguirvi l' assoluz_ione pot~ssero valere in tutto il corso dell'anno a inspirare al bene l'azione di ogni. momento; così la scuola verrebbe a fare assegnamento per la sua salute sull'intervento trien– nale ò quadriennale di giudici estranei. , Ne~l'illusione. di quqlche fautore,· l'esame di Stato qovrebbe raggiungere i suoi effetti sugli stu– .·denti operando direttamente sui genit<:>ri, che inco– raggiano ora l'indisciplina ,dei fjglioli e li aiutano a far pressioni sull'indulgenza dei pròfessori. Ma chi non vede, nell'accresciuta importanza pratica dell'esame, un incentivo a più irisistenti pfes~ sioni, prima ancora che· sugli esaminatori, sul Mi– nistero da cui dipenderà _la loro scelta; è una mo– bilitazione generale di deputati, senatori, . prefetti, sindaci di ogni provincia, per ottenere che vengano esclusi i severi, e scelti i più blandi e indulgenti? Non c'è neppur" bisogno di perisare a qÙalche re– cente esempio di pronunciamento degli esaminandi, -che al giudice han posto un aut au( molto- reèiso e deciso: quando la disciplina e il senso de'! do– vere e della responsabilità non siano 1 norma inte– riore di vita e d'azione in tutti coloro che formano l'ambiente sociale, entro .il quale lo spirito dei gio– vani si foggia e si educa,'· la medicina dell'esame di Stato sarà come una p'omata asettica sopra una· piaga infetta, che si contagia essa pure e si popola di germi del" male. · .La scuola risente inevitabilmente la rip,ercus– sione della vita sociale: l'azione degli iJlsegnantj non potrà efficaceme,nte vqlgersi allq. restaurazione, della discipliria, fin che un prc;icesso parallelo non,. sì svolga in tutta la vi_ta, sociale, per. una· rinnovata -coàcienza ge-nerale dd valori_mo-ral-i. li. - La scuola, la vita e l'esame., • . • • I • :rra questi 'valori, déi quali deve rinnovàrsi la . coscienza, è anche 'la scuola, e la concezione d'el suo còmpito-. La' consapevolézza della sua funzion·e è oscurata ora da un'ombra, che 'di solito la copre e non lascia scorgere altro che se stessa alla miopia. degli occhi comuni: l'ombra_ dell'esame. Nella con– ce;done corrente,· diffusa fra gli scolari e le famiglie, l'essenza della scuola ·si _riduce e si concentra.tutta in quell'atto finale; valutato non tanto per se stesso, quanto per il risurta.toprat-ico, al quale d'à_luogo,del certificato o diploma utilizzabile per scopi concreti. . Pertanto ciò ·che si cerca_nella scuola, dagli a– lunni e dalle famiglie, è sopr,a tutto quest9 risul– tato pratico, sul quale éonverge tutto l'interesse; distogliendosi completamente, o quas"i,· da quello che dovrebb' essere il fine e còmpifo essenziale deJ.la scuoi~: Ridotto il vero fine alla funzione ·di m'ezzo, che,· come tale, app are sosti tuibile co(1 altri ,mezzi più agèvoli e meno fatic o.si, nella scuola ·si cerc;a non la ,formazione dell'in,telletto e della cultura~ ma la promozione o fa ·licenza, al cui conseguimento l'indulgenza dei-proftssori e le facilitazioni mini~ steriali (e spesso anche la frode degH scolari) che ' abbassano il l_ivèUQ degli studi 1 sono pi~ gesidera-tò
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