Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922

188 -ramante e decisamente pacifiche. Hanno firmato ed aè– cettato il patto di non aggressione, ed hanno, fin dalla prì,na seduta della Confe-1:enza,chiesto ohe fosse mei<sa all'ovdine del giorno la questione del disarmo, dicL_ia– ran,IÒ che la Rus~ia era pronta al disarmo. Non di– me11tichiamo che la Russia· rappresenta· i,l solo ·altro esercito efficiente dopo quello francese, in questo mo– mento. GIUNTA. E" le par poco? (Ilarità all'estrema si·nistni - Commenti). TREVES. Ma c'e il Trattato.russo-germanico il quale è stato ·commentate> in vario modo, ed in Ger– mania ebbe la esaltazione della parte più nazionalista e revanscista, e per _ciò stesso de~tò · qualche appren– sione nei nostri compagni di ,Germania. · Io non ne ho; ma_,dico questo: il Trattato rus~o– germanico sarà quello che l'Intesa·vorrà che sia; se persiste la politica di Versailles e- la ·si continua· im– . placabilmente, tirandola,· come vog}iono, a tutte le sue conseguenze 1 il Trattato russo-germanico sarà i'l. patto stesso della rivincita... , Se in vece Versailles 'si rivede, quello sarà lo stesso manifesto dtilla revision,e'. della conciliazione e.uropen. ' O alla cosmopoli alla. nazione, o vicever,sa? ' ... La revisione dei trattati_.- Tn tte le· masse, .i_nEurop~ ogg,i marciano· sutt:-◊'Ja bandiera dellà i·evisioi1e dei fratt'ati. In Francia, come in Inghilterra, tutti i lavoratori vo11:lionoandare incontro alln Rus;sia leaimerite, senza secondi fini, senza credere, senza dir.e che 's-i tratti di una ~olonia da conquistare, e vogliono ,riaccostarsi , a.i lavoratori qi Germania. · ,,._ ' E tut.te lé masse vog]iono la restanraziorie ec·ono– .mica., che è ancora la paoe, come la miseria può di– vental'e a~cora il più tremendo incentivo alla guèr!'a. L'onorevole Labrio'la ha dettò: noi· veniamo d~Ua cosmopoli e -andiamo verso· 1a nazione. L'unica realtà è la n[!,zione, e ciò che si vuole è una politica forte- mente naz_iohale. · · Credo che ·ciò sia piuttosto. let.te 1atura. Nessl).na nazion~ basta a se' stessa ... L'interdipen– denza dei fatti economie~ è· arrivata a tal punto che mettere la nazionalità come l;>asedella politica univer- · sale è un condannarsi a non c;omprenderla affatto.· Lo . .- stes_S(\na·,.ional{smo parte dalla nazione, ma per negarla' per superarla e· di 1,entare imperialismo; cioè un·'unità più vasta di economia e di potenza.· . Io non credo che la guerrà abl;>iasegnato il trionfo della n·azio,nalità. ·Il movilllento della: consoéia,i;ioue po– litica è perfettamente il rovescio di cj.uello che.· desi– gnava l'onorevole Labriola. Dal particolare'si · va al- -1' universale, grad uarmentA, ascensio~almente - da1 CO,· mune alla provincia, dallo Stato' nazio~ale allo Stato internazionale. · . Di quella colluvie di staterelli, nati, secando l'o– ·11orevoleLabriola, dalla guerra per segnare il trionfo· del principio di nazionalità, si può dfre che non uno è etnicamente puro ... la maggior parte ha im gran da , fare per assimilare gli elementi allogeµi, che qualche volta, coine in 'Jugoslavia, superano .il numero dei cit, tadini ... Cotesti staterelli, impoteµti a crearsi un'eco– nomi,i, perchè ai tempi ,nostr,i le economi"e SODO natu · ralmente e,ipanse, non ·potei;ido aprirsi degli sbocchi al mar·e, sono destin,1ti a rissare fra di loro, poi a rica.– dere neces:mriam?nte nel ';assallaggio delle maggiori potenze. E .per evitare cotesto fatto, già accennano a riÌtunziare alquanto del loro fiero individnali&m·o cer- - ' ' . BibliotecaGino Bianco ca1l'do nel principio federativo una basè di· salvezza' e· di vita. Io consid«:-ro un \,~ro fatto di· re:;izione, di ritorno·– al pàssato, che èi'ggi nell'Europa eenti:ale :e centro– orientale sìa così sminuzzato ,il gruppo statale, che oc– corra, per andare - fo per dire - da Milano a Praga, attraversare tante frontiere, tante dogane, 'qnautè ne occorrevano prim'a del '1848 per andare da M!-}ano a Bologna. Cqsi, mentre teniamo su col fiato tairt~ in,. sufficienti economiè di piccoli statl'relli, l'ottimo mi– nistro dell'.inclnstria ci viene a dire èhe egli ha valo– rosamente propugnato alla Conferenza di Genova il lib,-ro -scambio uni ;,ersale. Ora bisogna decidersi: fare ve~a111c1~te la politicR. che tende, come voi avete dèi.to , alla universalità, o · q·uella che tènde a[ particolarismo, Dopò, come prima di Genova, n:on ci sono che due po}Ltiche -possibilt in Europa: o quella· di una egem'o:· nia basata sugli a~ma.menti e sulle alleanze partictilari; per l'applicazione di trattati sariguinanti e, peggio ché sanguinanti, assµrdi, inattuabili, ed è ,là politica 'del!; gÙerra, è il rancore perenne, è la politica che ci.strozza e che ci rovin·a, oppure un concerto: europeo fondato snlla revi'sione dei trattati, sul disarmo, sulla. 'uuitit .. ee~nomi0a e politica dell'_Eu;ropa. L'America ci.sp ·_nge a questa seconda politica, non tant@ per eccesJm:di idealismo, quàI\tO perchè è la sola éhe le qia le vo– lute lgaranzie dei .suoi crediti fotùri; più ancora 'che què-lla dei su·oi' crediti passati. ', · Cotal~ politica esclude~ ·nella ~;1,a forma .attunle,, la Società delle· Nazioni!. · , · Il primo compito della Conferenza futura sarà la revisi@ne dello .sta,tuto della -$oc_ietà delle Nazioni; il resto verrà. · · - D · resto verrà, poiehè l.o v,ogliono le 'masse l;vo– ratrici d'Europa! Che importa che oggi "in moltì paesi esse siano, oppr"!lsse dalla reazione militare e supmili– tàre del dopo guerra? Ohe importa? Ciò che ha da· essere, sarà, ad ogni _mo·do. C'.è-però un 'qualche casa, onòrev;ole. Schanzer, 'che d.evé ·-dare a voi altrettanta ·preoccupaziò,rn, _che jl- noi ·stéssi. •·.• - Due; invasioni nemich.e ... · Noi, abbiamo in quei,tÌ giorni discusso gr9.'vemènte di ·politica estera, che è quella in èui lo Stato dovreb– be campeg.giare maggiormente· nella sua indi.;idualiià, perchè è la politi'ca dei rapporti dello Stato stessq co– gli altri Stati., M.a' (vi 'ha già ieri accenn;ito l'onore– vole Alessio, e cons!)ntite· che-io fo rip'eta) esiste oggi fo ·stato in Itafia? . . ', . . . 'Voi avete, on. Scµan,zer,· wlla vostra appa.ssio- . -nata difesa, 'fatto· l'elogio della saviezza del popolo ita– liaho durapte .i giorni della Confe_renza. Ma nei giornj' successivi ·voi sapete q_uello che è avvenuto! Avete vi– sto con che volut.tà . 1a .stampa .estera, il. New- Yo1·k– Herqtd. alla· tes_tà, qava ampi •ragguagli, descrivendo minuta.men te tutta. là gesta _di·Bologna? ' · Ai nazionalisti dì cuore e. di sentimento io vorrei porre q,uest~ ·problema: · ,Credete voi che conferisca ad una qualunque po– l:it.ica estera d"llo St:i,to, e specia-lmente allà vostra,· una sit.uazion·e p_er la 4ua,le in molte: J>rovincie 1 l'avo 7 ra_tovi, i cimtadini · e- gli operai, façen40 il paragoh_e tra l'inn1sione del nerr,ico ·straniero è· l'invasione• del nemico 'nazionale, co.ncfudono ch,e la più atroce non è,'. la prima? (4pplausi 'aÙ'esfrerna sinist1:a): -Pensateci!,. Comunque, gli Ita:liàni, sociaJ.ìst.i e la, 'voratori, per qu~nto _in· quest'ora pppressi 1 . testando·'

RkJQdWJsaXNoZXIy