Critica Sociale - XXXII - n. 10 - 16-31 maggio 1922

150 ù.RtTlCA ·sqciAi.t questo Primo Maggio, •che voi dovete_ ri.so1vere, che esige soluzio11e pronta, immediata, perchè - lo d_issi a· sazietà - il rinvio è la morte. 1. , In altri termini: creçlè utile il proletariato di coo– perare alla ricostrnzione, nazionale e internazionale, ossia itl ritorno ad una vita economica sana, ad unn coesistenza cli' nnzioni ·normale e pacifica - sempre ancom nel' quadro del capitalismo, che nòn, ha èsaurito il HttO còmpito - ma nella quale, face,ndosi !aler~ Rempre più, possa esso riprendere il suo cammrnò d1 ascensio11i graduali, In, sua forza politfca oggi abbac– chiat.a, la preparazione non mirac0lista del suo avve– nirA socialista, come nel preguerra? Oppure crede che la miseria attuale, il caos attualfl, il pericolo incom– bente' di nuove conflagrazioni, debbano es·sere, con la propria astensione, indirettamente, o magari - come logica vorrebbe - cliPett-~mente aiuta.ti? . . Le dlle opinioni possono ugualmente,. sosteI)ers1: non vi è opiniòne èhe non possa sostenerai. Ma biso: gna optare: eleg~erne ùna; non si può opinare, a mezzo. E bisogna agire di conseguer1z!\. I due Manifesti. Il Partito e la Classe, Il dilemma è magnilicam,el)te rappresentato dal contra8to•cli due documenti, usciti, e11tnymbi in questi giorni, che voi avete letti., lodati entrambi dal- ncstro. 'Ava1iti!, e dei quali· l'uno è la negazione dell'altro. 'Ed io sono autorizzato a variare in n.ome di imtrambi, con libera glossa ad ambedue. L'uno è il Manifesto· della Dirézione del Partito. Voi ·10 conoscete a mem.Òria. L'altro è il proqlama della Jnternazi.01iale opera.ia , testè ac~un·atasi a Roma; in sè– gnito ai Convegni clJ Francoforte e di· .Berlino, rappre– sentante bfn 20 Stati e ';l4 milioni di organizzati - la più gran forza,, la sola grande fqrza proletaria del mondo. , · . Nel primo,· ogni aiuto alla ricost.rnzione economi,ca europea - nei quadri attuali - è negato recisamente. lu conseguenza, l:t. Conferenza cli Genova, e ogni altra ch_ele somigliasse o la seguisse,· è qonside1'ata come un tru~co dei Gov_erni borghesi, ·con,cui il proleta~iat~ non ha nulfa da vedere . . ·• Come, nel periodo della guerra mondiale, il prole– tariato non volle confondersi coi ciechi cfistruttori di o– gni ricc)lez~a umana, cosi, nelP incerto periodo che at– . trave;rsiamo, si è rifiutato di cedere alla- bufera reazio- naria, che mirava a spingerlo fuori della via' della sua emancipazione, per renderlo collaboratòre volontario 'della ricostruzione borghese ... A Ge,uova i Governi, mostrando dietro le Note diplomatiche la punta della spada, si bat– tono per roifesciarsi, buttandolo sulle vostre spalle, con mosse oblique, il grave peso delle conseguet;ize economiche della guerra. éreando così i veri trionfatori e i veri scon– fitti .. , Ora p proletariato,, .. che con la 1·icostruzione bo1· 0 uhese vede 1·in.mlda1·sila siia schiavitù, che.nel fallimento rlella economia capitalistica rischia cli pP.1·dere soltanto le .me r.alene \1), il proletariato non può -rinunciare,·. in quest'ora decisiva, ad essere l'arbitro dei·pi-opri destini.• Eccetera, eccetèra. ' Il manifesto dimentica ai notare che è proprio qnest'astensione e questo disinteressamento, che ba ri– badito ai polsi del proletariato 'qnelìe « cateni! », che egli a nd·ava prima, via via, rallent.andò e limando. ·L'altro docnmento, per con verso, è un Ìnno alla r.icostruzione e alla parte che in essa, già da questo momento, deve prendere il proletariato. Basterebbe il . · (1) L'ultim~ fra.i-ie è, quasi testun.1ment8, di Engels e Mari: ma' in che di veno_ quadl"o e moD?-enho collocata, o con che diversa por- tata! · (Nota di c. S.) \ . B-iblio,tèca Gino Bianco· titolo: L' Inter1iazionall'- operaia. alla Conferenza di Genovct · Le vie siCtfi"e !)ella. 1·icostruzione europea. E l'lat:i..-nazionale del Lavoro manda inf11tti, i suoi d'e– legati a consegnare il documento nelle mani della Con, ferenza degli Stati borghesi, della quale è ben lunge dal disconoscere il valòre., almeno potenziale. • Mentre i rappresentanti dei Governi, riun:iti a Ge– nov"' cercano i mezzi atti ad assicurare la riorganizza– 'zion~ economica dèll'Europa e riconoscono la necessità ùi una nnovà politica ir.ternnzionale e dì un rista.bili– rnen to dei. rapporti fra· ,i popqli, la Conferenza operaia, convocata dalla .Federazione Sindacale internazionale, vuole far sentire· la. voce del mondo operaio ed esporre lè . rivendica:doni del lavoro, senzà il conco_rso del quale. l'opera di ricostruzione, invocata da tutti i paesi, non potrebbe esserè condotta a buo?J,fin.e ~. _,, . E, dopo aver passati in raseegna gli errori .di questo dopoguerra, che disconobbe Ja interdipendenza della "vita e delle sorti.dei popoli, onde Ì'anest? d,ell'indui;;tri~ nei paesi ricchi, mentre le nazioni più_ spossate dalla guerra non riescono a soddisfare i bisogni più urgenti; onde ancora la disoccupazione di· 10 ,milioni di lavo– ratori, la rovina della civiltà-e ~ia di seguito· (voi po– ter.è rileggerlo e meditarlo nell' Avanii! d21 20 aprile); addita e raccomanda ai Governi, mettendosi a. loro di– sposizione p~r cooperarvi attivamente, i rimedi_più u11- genti - tutti nell'àmbito della costituzione capitalistica - e particolarmente: l' uguaglia,nza delle nazioni ne}, l'opera di ricoHtruzione, dall'Itatia, -alla Germania, alla Russia; la risoluzione della qu'.s, ione dei cambi e (].ella, ·ripa1·tizione delle. ma'terie prime, per risollevare il va– lore della moneta'.-deprezzata, coll'annullamento dei de– .biti di gueri:a.,, con nn gran pr<jstito inte·r1;1azionale, . organiizato dalla Società delleNazioni,· a favore delle nazioni povere ma nell'untve;rsale interesse; l'abban.- dono della iniqua poli'tica di riparazioni ai danni della Germani'!\; la messa in valore d'ei terreni ? delle. mi- ,,,, ··.-,. niere, hon ançora, o solo imperfettamen'te, sfruttate, da affidarsi alla Oooperazione internaziouale, per riav- . viare un processo· normale di produzione e di scambi e, lenire la disoccupazione; l'abbandono ·del' protezio- • · nismo e delFimperialismo; e finalmente il disq.rrno, condizione imprescindibiìe di una pace.sincera, daccbè oggi .Ja guerra che doveva porre .termine alle, guer_re èi ha lasciati cinque milioni di arma-ti, mentre nel pre– guèrra erano mE-no di quattro milioni." E, a propo~ito dell'invocatq disarmo,. lasciatemi aggiun~ere_ -- per coJoro che, ··~chiavi di nom,~ncla~ur.esuperate, credessero di trovarsi di fronte- a u.n riformismo addomesticato ed idiota - ~he il GQngresso di Roma affidò a unj\ Com– missione speçialé la preparazione, sopratutto meréè una vasta educazione della coscienza, dello sciopero gene– ·ràle internazionale· nel caso di probabile 'scoppio· di una nuova'•gnerr·a, Ed io _stesso, che .mi dichiarai· recisa– mente contrario, nel 1914 e 1916, ~ll'impiego di .up. ta:1 mezzo,· quando lo· sciopero sarebbe stato fatal~ente unilàtei-ale e quindi, anzichè strumento di pace, pa:rte- . _cipazione attiva e de0isi va alla guerra del nemi~o _contro di noi; io stesso, in coteste éondizioni di preparazione universale, l'accetterò con entusiasmo (Approvazioni). L~ :chiusa della· risoluzione è una -vera proposta di compromesso, uo esempio di do ut des 1 proclamato a front.e alta, come un:fatto di co0perazione condizio,na~a:, « Il movimento oper!l'i'onon potr~bbe però ammettère , che la Tiorganizzazione economica progettata fosse· un pretesto per ridurre_ i· vantaggi conq11istati sotto, e.erti , rapporti dalla ,cls1sseoperaia e, sopratutto, non potrebbe consentire all'abolizione della giornata di o-tto .• ore o della settimi,,na lli 48 ore. Pronti a .contribuire all'opera ini– ziata dalla Conferenza ufficiale di Genova,.profonda~ente desiderosi di vederla riuscire ai suoi scopi 'di salvagnar-; dare la pace, sopprimere le difficoltà che tc;:,rmentanole

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