Critica Sociale - anno XXXII - n. 9 - 1-15 maggio 1922
CftI'l'ICA SOC1AL,E terre coltivabili, se vi è realmente qualche milione cli famiglie di contadini, che possiedono, non pi(1 qualche pezzetto di terra sparso qua e là attorno al villaggio, ma una proprietà continua sufficiente ai loro· bisogni ed alla loro disponibilità di braccia, libera da debiti e .da altri vincoli di ogni genere, il vantaggio econ"omico si ri,elerà in breve grandis– simo, ta1e da superare di gran lunga il danno che deriva alla Russia dalla disorganizzazione e dalla parziale distruzione deile miniere, delle offic_ine e delle vie e dei mezzi di trasporto. . L'economia russa in genere, ed in particolare il commercio i,rternaziona)e si sono sempre fondati sull-'agricoltura, e soprattutto ·sulla cerealicoltura. Nel 1911, sopra un totale di 3950 milioni di lire di merci esportate, il cinquanta per cento -(pii.i di 1900 - milioni) era costitui1o dai soli cereali, dei quali la produzione annuale aveva raggiunto in- niedia, nel quinquennio 1909-1914, la somma di 664 milioni -di quintaÌi. Ma. una produzione così rilevante, che rappresentava più cli 1111. quarto della produzione mondiale, era ottenuta. con una co)tura quanto mai estensiva, senza impiego. di concimi chimici e con 1111,-9 scarsissimo impiego di macchine agricole. Perciò non - è affatto probabile che la dis_or– ganizzazione .e la distn,1zione di cui tanto· si parla debbano avere nella produzione agricola quèlle gravi conseguenze che esse hanno senza dubbio nell.a produzione minerari'a ed industriale. Perch'è le terre nere ricomincino a dare i 7. quintali di fru– mento per ett,iro che ìn media esse _davano prin1a della guerra, non vi è bi~ogno -nè di forti anticipa– zioni di capitali, nè di· grandi lavori, nè di mezzi tecnici moderni. E' necessario soltaJ1to che il con– tadino senta lo _stimoloa produrre; e questo: sti-. molo lo sentirà assai più vivo il coltivatore diven– tato proprietario indipendente, purchè egli sia libe– rato dal terrore delle requisizioni for~ate e sia sicuro che potrà vendere liberamente il suo rac– colto e che questo gli sarà regolarmente pagato. In questo ramo, dunque, dell'economia, che è il più importante di tutti, la rivoluzione non solo 11011 ha distrutto la possibilità che la Russia paghi coi cereali' una gran parte delle sue importazioni; ma ha creat_Qanzi una condizione tale da favorire, secondo ogni probabilità, un rapido incremento 'di questa produzione. · Ma anche per un altro lato la rivoluziòne do– vrà finire per aumentare l'importanza mondiale del mercato russo : perchè essa, traendo la sua forza dal consenso delle 1nasse·proletarie, stimolandone gli appetiti, elevandone· la· personalità, ha suscitato, almeno in gran parte di essi; una quantità di biso– gni che precedentemente non erano sentiti,, e dovrà quiddi, quando sia superata la crisi presente,· au– mentare sensibilmente la potenzialità di consu·mo di questa massa enorme di popolazione. * * ! * Per tutto -questo ci sembra che, anche a voler considerare la Russia d'oggi C0!neuna colonia che spontaneamente si offre _all-'attivitàlungimi_rantedei grandi paesi capitalistici, l'offerta sia tale da essere presa in seria considerazione, e che i rischi del– l'impresa, rappresentati dai metodi poco scrupolosi usati finora dal governo sovietis-ta, siano enorme– mente diminuiti dall'esperienza, ormai"quadrienna1e, che è servita indubbiamen'te a dimostrare ·che il BibliotecaGino B1anco danno di quei metodi ricade su chi li àdoperq, ed ha diffuso e radicato la convinzione che la salvezza economica della Russia non si può trovare che nel capitale straniero. A partecipare attivamente a quest'opera di ri– sanamento l'Italia è spinta anch'essa da interessi di– versi, ma non meno urgenti degli altri Stati occi– dentali. L'Italia, è vero, non ha abb.ondanza di ca– pitali da tenere lungo tempo infruttiferi in investimenti stranieri;, non. ha', tolta qualche eccezio!le, molte industrie che siano· in caccia 0 di mercati e possano reggere alla_concorrenza ing~ese, tede~ca, giappo– nese e- americana; ma essa è. direttamente interes– sata alla ripresa della produzione cerealicola russa, c_hela liberi dalla soggézione al mercato americano, ed ha. soprattutto -fnteresse çhe si riattivino i traffici del Mar Nero. La vita di tutti i porti ·italiani, e in particolare dei porti Adriatici, è strettamente legata alla fortuna del Mediterraneo Orientale, e- questa fortuna non potrà risollevarsi senza il contributo della RLisi:ia,che ha in questo mare il suo sbocco principale. Perciò riteniamo altamente rericolosa una pro– paganda la q'uale distolga il nostro Governo ed i nostri capitalisti dal partecipare alla ripresa dei rap– porti economici con la Russia; in un momento io cui altri Paesi hanno già attiva111ente iniziato, indi– pendentemente da tutte le conferenze, la loro opera di penetrazione e di aecaparramento. - , · ·I-I ·nostro Paese non può certamente- ·offrire i' capitaJi ed i mezzi meccanici necessari per ricostruire . le miniere, le officine,. le strade ferr_?te, jl mate– riale ferroviario, la flotta fluviale; ma può por-; tare un utile .contributo, ·con lo stabilire' linee di nav.igazione regolari e relativamente frequenti coi porti del Mar Nern,· col facilìtare il credito ai nostri esportatori, col favorire e tutelare J'.emigrazione di tecn.ici e di operai specializzati, di cui attualmente· non dev'essere difetlo nelle -nostre industrie: Altri paesi più ricchi del -nostro potranno la-' - sciare. tutte queste imptese all'iniziativa 11rivata; in Itali<!, purtroppo,_ è necessario che l'azione aei pri– v~ti sia, almeno temporaneamente, integrata da quel– la dello Stato; e deL restq il}'questo ~aso l'inter– vento dello Stato sarà più utile e mèno costoso di, tutte quelle forme di tutela, di disciplina, di salva– taggio, a cui l'eçonomia di guerra e del dopoguerra c ha tanto abituati, e servirà ad impedire che, nel giorno forse non lontano ·della ripresa economica della Russia, l'Italia si trovi completamente tagliata fuori. , * * * Ma l'associazione fra Stato e privati in questa forma di attività è resa soprattutto necessaria dalla politica economica che sembra debba essere adot– tata· in questo momento dal Governo russo, eéi in · cui noi vedtamo, assai più che nelle temute espro– priazioni comunistiche, l'incogn_itited il pericolo degli accordi eh.e si vanno stringendo in questi giorni. Il gov~rno dei Sovieti, secondo le dichiarazioni · fatte a Ge11ovada Krassin, mentre ufficialmente in- . vita tutti i Paesi stranieri a partecipare alla ricò- · str'uzione economica. della Russia ed alla .ripresa· dei suoi commerci, non intende affatto di usare verso i suoi nuovi clienti una piena uguaglianza di trat- . tamento, ma intende riservarsi il diritto dt limitare ·o proibire determinate impo,rtazioni ed esportazioni, -. . .. ' .
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