Critica Sociale - anno XXXII - n. 9 - 1-15 maggio 1922
142 CRITICA SOCIÀLE ben diverse, ·quand.o le bonifiche non erano fatte, e' .quando la lira aveva ben altro potere d'acquisto. Che le sovrimposte sieno anche talora gravose, neppure può meravigliare o e,sere attribuito _a colpa delle singole Amministrazioni, quando lo Stato acl esse non ha lasciato, all'infuori de!'dazio-consumo che grava su tanti geneti di prima necessità, nessun'altra risors~ che la sovrimposta. Se i Comuni avessero potnto crearsi al.tri cespiti, come ha fatto lo Stato, essi avrebbero volentieri distribuito il carico ~ulle diverse fonti; co– stretti a qnello solo, hanno dovuto spingerlo in esatta proporzione con l'Ai;unento della spesa. Vi è anzi nella Valle Padana, dalla quale specialmente si alzano i la• rnenti dei proprietarì agrari, una esatta correlazione tra lo. sviluppo dell'agricoltura,· la valorizzazione dei· terreni e, quindi, la loro maggiore jmponibilità da una parte, e i maggiori bisogni di q11ellE1 popolazioni, la loro aspfrazione a una maggiore civiltà, att.raverso l 'o– pera del Comune, dall'altra. La facile e quasi unauime conquista al socialismo di quelle zOne deriva precisa– mente dal fatto che esse sono popolate qua1<i.totalmente da proleta,ii, da lavoratori, e quindi altrettanto mag– giori sono i bisogni cui l'Ente ·pubblico deve soddisfare, e altrettanto piò grave il peso che l'unica ricchezza locale, la terra, deve sopporta:re: · Ma quando il prof. Masè Da1i vuole dimostrare che per tale modo ai poveri proprietari del ·mant.ovano non restano che· sej lire· di reddito nettò in media per Ettaro, perchè, aggiungendo al'e 1 33 lire di imposte e sovrimposte .dirette ·e reali, alt.re 40 lire di gravarui secondari i (ipoteche, bonifich e, assic urazioni), sono as– sorbite qua8i tutte le 179 lire di prezzo di fitto medio, cioè di reddito dominicale effettivo dei terreni - aJ: !ora non solo si esaget'a, ma la slat.istica si trasforma in .favo 1 a. Io non mi •fermerò a contestare la cifra di altre 40 lire per Ettaro che il prof. Masè Dari aggiunge' come carico del debito ipotecario (si tratta. di una spe– reqaazione della legge, perchè l'imposta in fai caso dovrébbe ossere portata da una persona. sola, e •cioè dal mntuante), dei canoni di bonifica (di fronte ai quali Lisognerebbe considerare l'aumento enorme di valore capitale de: terreni, al quale gli Enti pubblici -hanno concon;o con la mas~ima quota) e dei µremi di assi• cura:>,ione (se.l'Autore li calcola·a 21 lira· media per Ettaro vnol clini che vi è grande ricchezza di fabbri– cati e ·quinrli maggiore· imponiliilità!). Mi soffermo invece sull'altro estremo del computo oftertoci: e cioè · Lire 179 come prezzo medio di affitto per Ettaro. Io posso anche ammettj'lre che nel ·1914. l'affitto medio fosse di 17!), come afferma lo scrittore,· e ·non supe1·asse (come altr i invece . mi assicnr1:t) le 200 lire.' ì\Ia èiò non pennette affat.to di dedurne che per, il 1°921 si deva tener ferma la ste~ sa cifra come reddito do– minicale dei terreni, col pretesto che_« la grandissima maggioranz& dei fi tti è a ncora nell'antica misura»! · Anzitutto non tut.ti i terreni ·erario affitt.ati, per modo che a tutt.i fosse·r o. applicabili· le -restrizioni dE>i · decreti e della IE1ggesugli affit.ti. Ve ne sono parec!i)hi liberi, che hanno q11i1idi dato nel UJ2l ,il lor,1 reddito effettivo di 500, •o 600, fin 800 lire per Et.taro. pe_gli affittati, non tutti hanno seguito le norme restntt1vo. Prima, all'infuori e al di là di esse si sono ugualmente combinati contratti. più vantaggiosi ma- gari con termini più lunghi. ' l,nfine dove pure i:I fitta volo ha ri D'orosamente con– seguito t_utte,le prorogh~-e concess.ig ~ di legge, ivi ancora s1 puo calcolare 1n- u n aumento medio del 60- 8?¼, specialmènte maggiore _in quei poderi di mag– g10re estensione, che il prof. Masè-Dari assume in tutela. Ma non basta la rettifica di fatto. Altri. d-u.eordini di considerazioni sono da opporre. Se le leggi e i decret.i sùgli affitti hauno volnto po~·tare,delle 11art,ico)nri r_estrizion! a dànno dei pro– ptietan e a vantagg10_ dei fit tavoli, c ome .vorrebbe il prof. Masè-Dari· scaricar.e ~l grava.me dei proprietari a Siblioteca.Gino Bianco danno del Qomu11e, sottraendo. a qnesto i prelievi ne– cessari di imposta? Io sono pront0 ad ammettere ohe qnelle leggi e decreti, adot~ati come cerotti provvisori e non inquadrati in una vera riforma, furonoqemago– giche misure del tempo di guerra e di smobilitazione, attraverso le quali la classe· dominante credette di sal– vai-,;i e salvare il proprio maggiore interesse; - ma, co– mnnque emanati, essi hanno voluto incidere sui dirihli e sui profitti della proprietà., e sarebbe i!logioo volerli fare scontare, neppure in parti'), dalla collettività, che dai profitti normali attende i propri mezzi di esistenza_ Comprendo benissimo che il capitalismo, abituato a fa:re ricadere ogni imposta e ogni gravame oulle classi in– feriori, insorga per non aver potuto far altrettanto di questo; ma nor) meno_ per questo è logico· che la col– lettività domandi alla terra, come a qualsiasi_ altra ric– chezza, il cont.ributo_prop.orzi~nato al valore reale, anche se una parte dei detentori sono vincolati artificialmente da norm!l emanate a lo;·o sfavo1 e. . , lVla sopratt.utto, e a,ll 'infuori di queste più discu– tibili considerazioni politiche, vi è 'trna più chiara di- mostrazione statistica in contrario. _ · - Il reddito della terra non può considerarsi. come un reddito occasio-nale; esso è_-costante e si ripete per molti an.n.i, così che i gravami e i profitti si possono meglio ccnsidera,re, non in un solo anno, i;naper·gruppi di anni 1 còme le affittanze .che di solito sono triennali, quinquennali, novennali. D'altra parte, se umi pubblica amministrazione risparmia spese e imprstè per p:;trecchi anni, e i nodi vengono più tardi al pettine in ùn anno solo; anche sotto questo aspetto le maggiori imroste di quest'an_no p..ossono considerarsi a sconto. c!egli anni antecedenti. (Se per ~seriipio per cinque anni non si man– tengoQ.o in ord'ine le strad'e, il sèsto.anl)o si dovrà spen- dere assai di più per rimetterle in pristino.) · Ammettiamo allora,_ per un momento, che nEll1Dl4 il fitto medio dei terreni mantovani foese. di 179 lire; _ma ammettiamo anche che nel 1921 sia .arrivato a.350 lire, così che, interpolando gli anni .di mezzo tra il 1914 e il 1921, si abbia una serie di redditi come .la seg;Dente : ·lire 179 + 205 + ~30 + 250 + 270. + 290 + 320 + 360, e un totale di 2091- lire. Di contro a questo totale di reddito m·ettiamo pure la impoBta,di 133 lire, più 40 di ·accessori nel 192}; ma premettia– moJe la serie dei gravami anteriori, qal 19a al 1921,. e· in ma11canza dei dat,( precisi, li . interpoleremo co11 una prog1·essione conforme a quella de1la sovrimposta totale del Comune di ·Mantova negli stessi. otto anni, ottenendo'ue: lire 40 + 42 + 44 + 45 + 46 + 98 + 144 + 173; totale lire 632_. " . ·, .. Ne risulterebbe allora . che la media annua degh ~ffitti è stata di lire 262; -la media dei gravami lire 79; cosicchè i.I margine netto non più a sei _andrebbe ridotto, ma a centott1,ntatre lfre, cioè non più al 3 ·;., ma q,l 68 "/. del provento lo1·do · (1). Ciò che, per una Na~ione povera, .la quale ha voluto fare una guerra di quattro ·anni, tenendo in trincea milioni di contadini, non. è certam enhj'l poco ! I..... ·' * - * * Il fatto è che nulla vi è cj.i pih deplorev.ole _ e .sconveniente, della scienza messa al servizi•o di un in– teresse privato contro l'ipteresse coll'attivo. E-ssa arriva perfino a falsare i primi- elementi di _fatto, le prime verità espresse- in numeri. E bitta codesta campagna di assurdi, di reticenze e di falsi:.:.: che culmina negli scioperi dei-contribuenti, che disgrega ogni senso: di_ civi-ltà e ogni vin•colo di solidarietà na;-.ionale,-fino a suggerire alle classi domi– nanti; contro il popolo ·dello stess,o paese, atteggiamenti che la sto.ria ricorda soltanto. nelle 'ribelliol}i_ di Tazze_. (1) Ad analogo risultato si 11erverr~bbe oert&mente (se ai potPieee) calcolando l1t m·ecli;t degli anni dal 1921 in poi; poiobò menbr& lo imposte non pro_grediranno più così for.temeute; rJi af1Uti fjQiivep– teranno libari e più alti,
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