Critica Sociale - anno XXXII - n. 7 - 1-15 aprile 1922

I iOU CRITICA SOCIAE agli Stati di Europa che mostrino di mendicarli sol– tanto 'per dissiparli nella politic~ senza fon~o dell~. guerra e degli armamenti, ma diventeranno 111fless1- bili a rivendicare i loro crediti di gue_rra.Una sot– tile ma evidentissima relazione di concorrenza agli– occhi dell'America è tra le " riparazioni ,, europee e· i propri " crediti ,,. In fondo, crediti e riparazio_ni fanno una catena, in cui tutti gli anelli si allacciano reciprocamente ed alla sua stretta la Conferen_za non sfuggirà senza sfuggire a tutti i suoi cò1npiti. Ora appunto, mentre la Conferenza sta a_dunandosi, il mondo si chiede ansioso se la Conferenza, per restare fedele ai suoi còmpiti, saprà essere infedele alle " limitazioni ., che le vengono imposte. Essere o non essere. Diciamo ·subito che noi non crediamo alla sol– levazione della Conferenza, giusto perchè crediamo nella Conferenza. E di tutta évidenia infatti che una palese ribellione, a cui tosto seguirebbe il ritiro dalla Co'nferenz4 degli Stati maggiori, sarebbe ... la non Conferenza! Ma credfamo anche che il giuoco naturale delle cose, fuori 'di ogni aprioristico e vio– lento tentativo di revisione dei Trattati, costringerà tutti a subire un attrito .che roderà come una lima ì Trattati. E' questione di modo e di misura;' è anche ques!ione di abilità nel miglior senso della parola.· Nessuno osa pubblicamente ribellarsi alle conseguenze di un. limpido ragionamento, di cui abbia accettato il punto di partenza .e le premesse. · In. sostanza revisionistica è la Conferenza per se · stessa. Con là· sua semplice convocazione essa dice che il sistema di Versailles, come·era ineseguibile, così rton ha' trovato esecuzione e bisqgna rifarlo, più .o men<1 ab iinis. Versailles espressameri.teigno– rava i vinti, fuorchè come oggetti passivi del diritto. dei vincitori; ignorava i neutri, che puniva di essere ·stati... neµtrì nella guerra. La società internazionale degli Stati. ~i stabiJiva in un club tra i vincitod, che si chiamava:·la Società delle Nazioni, dove le ·àç– cettazioni di nuovi soci erano misurate da un'esclu– sivismo aristocratico, arcigno e diffidente. IL club. dei vincitori distribuiva i territori trà gli Stati, le zone di influel)za, le colonie, ecc. Si ar– rogava il diritto di intervento nella -politica interna degli Stati,· per imporre agli uni (ai vinti) la demq– crazia, per imporre agli altri l'assolutismo; perse– guitancfo i Tedeschi per essere poco' rivoluzionarì e i Russi per esserlo troppo. La pace e la guerra erano suo privilegio; armava la Polonia• contro la Russia, -la Grecia contro la Turchia; !mpiccava l'Austria alla sua· desolata indipendenza; decideva delle decisioni dei plebisciti,. annullando quelli del– !' Alta Slesia e squarciando il territorio plebis,citario. Ma non gli tornava in pro'. L''çsercizio .dell'impe-· rialismo seminava rivalità imperialistiche in seno allo stesso ç;lub. Il dispotismo non arrivava a do– minare la guerra e Ja crisi. L'Islam insorgeva, al– leato al bolscevismo. La situazione era insosteni– _bile.I trattati erano· ineffettuabili. Ed ecco la Conferenza di Genova. li suo signi– ficato è pieno con .la abdicazione di Versailles, con la partecipazi_onedi tutti gli Stati nella interezza della propria sovranità: Stati vincitori .e vinti; Stati neutrali e Stati già condannati ali' ostracismo; Ger– mania e Francia, Russia e Inghilterra, Italia e Pic– cola Intesa ; tutte· le istituzioni, repubblicane e mo– narchiche, capitalistiche e comunistiche; una Co– stituente I Ah I le " limitazioni ,,! Ah l gli Stati che, per non ç\verefatta la guerra 1 non h&nno" interesse•,, .f:3iblioteca Gìno Sianco - seèondo Lloyd George - a discutere le inden– nità di guerra, quando tutta la loro economia è stata massacrata dai contraccolpi della guerra e della pacè Versagliese I... Chi crede che questi Stati l'i– nunzino, senza qualche riserva mentale, a volgc'.c la Conferenza a definizioni che siano serie garanzie di pace· e di rinascita economica, anche se doves– sero un tantino impingere in, vetitum nefas? Un a– lone di fiamma viva circonderà la Conferenza e la riscalderà dall'esterno. I grandi partiti politici, spe– 'cialmente i Socialisti e i Sindacati internazionali, ·potran·no lasciare. svolgersi con apatica indifferenza i lavori della Conferenza, senza tenfare di animarla dal loro soffio, che non sa le " limitazioni,,, nè le menzogne ufficiali, nè le ambiguità e le impote:1ze' dei Governi? · . Gigante è la parte che tocca alla Russia: gigante e duplice. Alla Russia tocca di salvaguardarsi na– zionalisticamente e di rappresentai-e internazio11ali– sticamente la clas,se proletaria europea. Come ,as– solverà essa il duplice compito, tra le insidie ca– pitalistiche che mirano a spogliarla e le politic!Jc • · che ne minacciano l'indipendenza? Ad essa si vol.– gono tutti gli sguardi e ,va la tenace sirhpatia delle moltitudini, un pp' sconcertate dàll'impçnente c0111- _promesso che intravvedono nella collaborazione. e– cm10mica per la ricostruzione europea tra i rappre– sentanti più intransigenti del comunismo e i più in– vidi rappresenta:nti dell'imperialismo borghese! ·, Ah! la vita! Come travolge i piccoli schcmì degli uomini, le " limitazioni ,, dei . diplomatici, le formulette· delle scùole ! Certo noi non siamo cosi . ingenui· da sperare che Genova rechi . le soluzioni . che il mondo lav0ratot:e attende, per la sua pace e la sua redenzione l Ma neppure sappi~mo negare il più caloroso co_nsenso a· questo sforzo collettivo. degli Stati per trovare, la via della comune, imme-, diata salvezza economica, dopo le ruine e le ca– 'tastrofi della guerra , appu nto perchè · esso rappre– senta il moto delle ca.se verso la vita, più forte cli ogni umana e· politica _prevenzione, di ogni avverca volontà, di ogni fre)lo meglio preordinato e preèo- ·stituito. ça ira. Nulla ci sembrerebbe più stolido che unirci al facile coro degli increduli__, che vcn-. gono inconsapevolmente in rincalzo a tutte le correnti imperialiste reazionarie, votate all'insuccesso del– la Confereriz~ ·come al I?iù&rande successo proprio. Anche se fosse tutto..svotato _il contenuto sto– rico della Conferenza per. i tradimenti e le rivalità degli stessi promotori, non è· svotatp il senso dcllii convocazione della Conferenza stessa. Anche se · fosse un mero simbolo, esso ci basterebbe per le– vare fiduciosan1ente il saluto augurale. Un'idea (: in cammino. Nulla l'arresterà. La Sociètà delle n:!– zioni di Versa'illes è morta; fra breve, sopra le su<; spoglie, portata sulle •ali della revisione dei Trat– tati, trionferà la nuova, la grande, la vera associ:l– zione di tutte le· genti, cementata dal lavoro, in cui non siano più nomi vani e di trastullo la pace, la libertà e la giustizia. · la CRrrrcA Soc1ALE. Saremo grati a quei' lettori che, av,endo copie dei . . numeri 1, 2, 3, 4, 7, 8 del 1921 e non· intendemio conservarle, vorranno gentilmente inviarcele per darci modo di compiei.ire alc1.ine collezi~lilj,

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