Critica Sociale - anno XXXII - n. 5 - 1-15 marzo 1922

ùìH'l.'!CA sòciAt:E misura assai sensibile, la ripercussione dej ràp- purti politi1.:i. . . . . . . Da questo punLo di vista ci sembra i~1disct~– tibile che la polihca seguìta, dal grngno m poi, dalla Consulta·, col plauso di nazionalisti e fa. scisti sia diretta all'unico scopo di distruggere tutti 'i vantaggi economici che si sarel,bero po– tuti ritrarre dalla. pretesa 1·ùnmcia di Rapal_lo. Ilas·ciare eternamente insoluta la dolorosa qul:lstio; ne di Fiu.me valers.i di ogni pretesto per ritarclare J • • • l'integrale esecuzione del trattat~, 1_ngigant1re ogni più piccolo incidente fra I~aham e ~erbo– croati, aiutare sottoma110 o lasmar credere che si aiutino tutti i nemici interni ed esterni del nuovo Stato: sori tuUi ai1elli di una politica che avrebbe un senso quando mirasse decisamente allo smembrall).ento di quel Regno, o attraverso ad una rivoluzione. interna od anche a ri.schio di una nuova guerr;;1.,Ma poichè uoù vi è nazio– nalista, per quanto acceso, che voglia confessare nè l'uno nè l'altro di questi due scopi, l'unico movente di una 'tale politica di rin~ii, di ripicchi, di punte di spillo è quello di impedir.e là defi– nitiva sistemazione di una 'soluzione che- non corrisponde ai postulati nazionalisti, e di lasciarla sospes a q uanto più a lungo è possibile,'nella vaga sperai ;i.za che intervenga frattanto qualche fatto nuovo ch e perm~tta di riprendere in esame tutta· int~ra la questione, passando sopra agli im– pegni di Rapallo. In questa attesa messianica non solo noi fasciamo' sempre più invelenire i nostri ·rapporti coi vicini dell'altra sponda, ma rir1unciamo ad otténere i vantaggi più sensibili che ci att1mdevamo. dalla pacé per la susseguente. ,stipulazione di un t:i:attato di cqmmercio favore- . vole alle nostre esportazioni, e lasciamo intanto che le 3;gevolazioni ritardate per noi si concedano , ai nostri concorrenti più vicini e .più ,temil:;>ili. LI!, Piccola ·Intesa, che una pohtica meno preoccupata da 'concetti nazionalisti e. più apile. avrebbe p,otuto conv~rtire in.' uno strume~o di espansione. pacifica dèlla nostra influenza, tend6 · sempre piì.1 a diventare un a· minacc ia per ·noi, non solo dal punto di vista· politi.co , ma anche . da -quello commerciale. Gli accordi c he, per ini– r.iativa di Praga, si ianno stringendo da Varsa– via a Bucarest, non solo ci danneggiano pet le concessioni di favori preferenzìali che noi a– '7repi,mo potuto ottenere ptima d'ogni alt:rn, ma minacciano. di deviare definitivamente verso il Danubio 1 diventato 1à grande· arteria cèntrale . della nnova Intesa, la maggior parte riel traffico che a..vrebbe dovuto gravitare verso .l'Alto Adria– tico. Eliminati, per ragioni politiche, i tre sbocchi naturali marittimi· della,. Jugoslavia, lo sboccò cioè di Trieste per la Slovenia, di Fiume· per la Croaz.i~, Slavonia e· Serbia settentrio.nale, di Sa– lonic00 per la Se-rbia meridionale, poichè d'altra· parte è: assurdo pensare che i porti del Medio e Basso Adriatico, Spalato, Ragusa e Cattaro, separati dalle regioni più produttive del Regno da nn'a~pia regionè. carsi~a, povera e impervia; pos~ano m .breve tempo assumere .un'importanza nazwnale; non resta che· 1a via del Danubio la · quale, ~ervend.o ·nello stess_o,tempo a Bulgari', a _' Rumem, a Serbi, a Croati e Slov,eni, porterà' un contributo prezioso ai programmi egemonici de.Ila giovane e attiva repubblica ceco-slovacca ed al- BipliotecaGino Bìanco l'espansione della ric1.:a industria bo~ma in tuUi quanti i mercati bal1.:ani1.:.i,. . . , Contro questa mini\Ccia, ehe, m gran· parte è opera nostra, il riparo è fo_rs_e ~ncora possibil~, dato che negli Stati balcamci, impoveriti e di– sorganizzati dalla guerra ·e dall'immediato dopo guerra, una corrente sempre più ~arga ~ell'opi• nione pubblica si afferma ormai apertamente contro gli esclusivismi, le gelosie e g11 illimitati appetiti 11azi0Halistici, che traggono quei Pae:si alla rovina. e si dichiara fa.vor~vole il:gli accordi con tutti gli S.tati che possano più efficacemente aiutarli nell'opera improrogabile di ric_ostru.zione economica. Ma perchè gh accorlli siano possib'ili, bisogna decidersi _adaccettare onestamente e sin 1- ceramente i. fatti compiuti, ric.ono::icei:e lo stato di fatto e di diritto creatosi nella pen,isola balca– nica, liberare i n'ostri mercanti, i nostri banchieri, i nostri industriali- dal sospetto che essi siano sull'altra sponda lo strumento di oscl!re _manovre politi<lhe .i bisogna scegliere, in una parola, tra un.a ·politica di espansione pacifica, cultura!~ ed economica, ed una pcili.tica dì ostilità aperta o larvata, eh~ miri all'indebolimento dei presunti rivali e ad una nqstra esp ansione territoriale. · _Il contrasto s; ,riden.te .fra .i•vantaggi .-lnspe– rati che la nostr°a iniziati v;i privata ha saputo in tre anni raggiungero sul mercato balcantco e ltt p'olitica che il nostro Governo ha persegui· to ·negli stessi Paesi· prima e dopo la pàren tesi di Rapal}o, ci r\chiama alla meml;)ria: un· famoso disoo.rso che il Doge Toma.s~ lVlocenigo, morente· indirizzava 11ir.ettori della ;R!,lpubblica d,i Venezia, nel momento in cui quel:ltà, giunta a_l ni.1\-ssimo dè)la sua j:Otenza marit~ima- e· commerciale, era. st!).ta presa dalla febbre delle conquiste territo– riali e voleva romp!,lr guerra al Ducato di Mi– .lanq. Dopo. aver· enumerato tutte '.Je s_omme di danaro e tutte· le mercj che le varie citt~ di Lombardia spedivanq .settimanalmente a Venezia e tut_ta l'attività eò. i .guadagni chl'l ne deriva– vart~, il doge esclam:i.; « Ch11ve_pa1· questo sùt un bello za1·din e nobilissimo che ha· Venezia senza spesa? .... ,e questo è zardin da dover disfaÌ·? M<;t dì, nò l Ma l'è da esse1·difeso da chi el volesse de$_(m·. » Oggi quella· in vocazioiie si potrebb~ rip'e.tere. . con le stesse parole .e press '-a poeo coù lo stesso spirito. Ma il giali·dino c.he , noi dobbiamo. difen– dere contro i sogni in deter minati e contr.addit,– torii dei nostri nazionalisti e de!i ~inistri che obbediscono ai, loro. cenni, non è soltanto una somma di vantaggi materiali, ma è tutta intera · la possibilità d_i 'una- nostr,a, espansione verso l'Orìente,· verso quei' Paesi dell'Asia. anterioré che, in tutti i periodi della nostra grandezza, hanno cos.tituito la mèta ultima e più ambita della .nostra attiv1tà coloniale e commerciale· e la fonte principale della ~ostra ricchezza e della nostra influenza nel mondo civile, , ·, L'Adriatico. non riacquisterà· mai l'antica importanza, se e$SOnon s.arà il pur,ito .di partenza per nn traffico intenso nel Mediterraneo' orien· tale,· e la !J.OStraesparisjone neì .m_ari di levante· sarà gravemente, e forse. irrefiarabilmen.t!,l, ost!l· , colàta,· se· noi, con ·.le ostilità imp_rudentemente ·suscitate t;l con la _nostra inabilità p<,>litica, ci saremo lasciati eséludere <lai mercato balcanico. : GIN.O LUZZATTµ •.

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