Critica Sociale - XXXII - n. 4 - 16-28 febbraio 1922

62 CRITICA SOCIALE· lavoro da ogo-i contadino ed operaio •, pur seuza ohe potesse, per un tempo indefinito, arridergli speranza d'altro compenso, ohe il conforto di sacrificare l'egoi– smo individuale all'idealità dell'uguaglianza comnnista. Ma quando il fragile sostegn~ apparve piegarsi e spezzarsi sotto il peso della mole del regime comunista, ii" rimedio, cui il governo dei Sovieti credette di appi– gliarsi ·per l'attuazione di un'economia socialista, voUe ancora essere un discon::scinieòt-o del principio dell'in– t-eresse personale:· fallito il soccorso dello spirito di sacrificio e dell'entusiasmo spontaneo, si ricorse al la– voro obbligatorio e alla militarizzazione degli ope1:ai. E Trotzki scriveva (in 'Ì'en·orismo e comuni8mo): • senza le forme della coercizione ~overnativa, che co– stituiscono il fondamento della militariZ-zazione del la– voro, la sostituzione dell'economia socinli:1taall'economia capitalista è una parola vuota ». L:1.grande esptn·ienza storica del passaggio dal lavoro coatto degli schiavi al lavoro_ liberò, per la più intensa produttività di cui questo - sotto Jo· stimolo potente dell'interesse, più valido ed efficace di qualsiasi ferula d'aguzzino - è capace, s'era compiuta invano per questi fanatici costrut,tori e assertori di teorie a– stratte. Ricordarsene sarebbe stato riconosceve Ù fattore dell' inte1·esse nella sùa f~nzione fondamentale 1~ell'eco-· nomia, come sua forza ·motrice essenziale: e poichè questo non si poteva senzfl. -riconoscere l'inanità del tentativo di organizzazione comunista nelle condizioni presenti di miseria e deficienza dei mezzi di produ– zione, cosi il suggerimento delle espedenze passate fu respinto, fin che non s'impose con tutta la forza del– !' esperienza diretta. La militarizzazione del lavoro, infatti, significava coazione tanto più aspra e rigorosa, quanto più la ca– pacità di rendimento sociale fosse grande in ogni in– dividuo. Gli inabili, gli operai non specializzati, i buoni a nulla potevano sperare in, una relativa tranquillità; perchè, reperibili· in ogni luogo. in misura· esuberante· alla scarsa attività produttiva · ancorar possibile, non avevano bisogno di esser stretti dalle catene di una ferrea disciplina milit.ire per ris_p,ondere àllà 1·1chiesta. Ma gli o~~rai specializzati, i più tecnici,_ i più abili, di cui pm urgente e ansioso era il bisogno e pii'.1 scarsa la di– sponibilità, diventa,vano i cirElneid'ogni croce, cu~tretti ai cenni del comando strategico del lavoro a spostarsi ad ogni. dchiesta, senza requie mai nè tregua, senza rispetto ad esigenza alcuna di libertà ·personale o di interessi, vincoli o affetti _di famiglia. Possedere un'-abilità e· (peggio) mostrarla era un danno e un pericolq; -esser capaci di rendersi util~ e darne la prova s-ignificav, non -procacciarsi un compenso maggiore e migliori condizioni di vita, la cui prospet– tiva potesse quindi ·stimolare-la buona volontà e l'at– tività individuale; ma a~~curarf'i uqa-scbia~itù più ti– rannica ed oppressiva, la negazione di ogni libertà di 1novimento e di scelt.a. !~vece del compénso al merito, che eccita le capacitli, all'azione utile, era la pena, .in-. combente tanto più .aspra, quanto maggiore fosse la benemerenza o la potenzialità di essa. E Trotzki, col pretendere che senza di ciò « la sostituzione dell'economia socialista ali' economia capi– talista è una parola vuota», teorizzava come esigenza dottrinale ~ pratica del socialismo questa restaurazione della suhiavitù in disprezzo. del principio dt111'interesse personale. . · · · Il resultato non poteva ess\)re se nÒn quello che fu: disastroso. Tut,i gli specialis•i scomparsi: non si tro– vavn più. mille ci~tiL utt fategnnme, 1111 mer.cnnir.o, t1n fontaniere,. un Eiler.trioi:stae•c. ncppnre pElr le ripara- BibliotecaGino Bianco zioni più urgen·i nelle case, che si trasformavano cosi, per belle e mode1:ne che fvssero, a poco a poco in lu– ridi le'amai inabi abili; perchè chi avesse rivelata la sua quali à di operaio specializza:o·, sarebbe s•a·o preso immediatamen'e da·lla Diili·arizzazione del tavoro, e CO· s retlo dalla disciplina mili•rire ad obbedire ~ tutti .i comandi del potere dittatoriale. · E dell'economia già rovina··a non po'eva che ere-• scere spaventosamente la_ rovina; fin che la dura le– zione dell'esp~riep~a, e la mi11accia. sempre più pres-. san·e del disastro completo non cos•rinse i teorici di– men•ichi degli insegnamenti della s· oria a riconoscere che l'economia - patriarcale o feudale, capitalistica o d'al ra forma che sia - ba sempre.bisogno di poggiare sulla salda base dell'interess~. Ecco dunque la dichia- , razione attt,ale di Lenin, c'he bisogna « basarsi sul– l'aiuto dell'interesse personale», per spingere l'eco– nomia russa ·sulla via d13lfa ricostruzione. Oggi questo in Russia significa e non può signi– ficare altro che un ritorno al capitalismo. Ma anche . per un fuburro i;uperamentll di quelié. condizioni, ne11e quali ancora soltQ,nto il' capitalismo può rispondere ai bisogni economici degli uomini, resta un problema, del quale i comunisti russi .han cfovuto rendersi oo'nboJ e che sarà il più grave per un'organizzazione socialista della società, come per ogni embrione o forma attuale di economia associata o cooperativ~a. L'abbandono del livelJamento dej compensi, che priìna Lenin aveva,teo– rizzato nel suo Stato e 1·i-voluzione, discese dalla con– sapevole11:za che non soltanto nel presente conflitto dPgli egoismi in concorrenza, ma anche iri una futura solidarietà degli sforzi Ùmani, l'interesse personale ri– marrà per la maggioranza il veicolo, attraverso il quale l'attività individuale sarà stimolata a.· cooperare al bene comune. E la sapienza di una prga.nizzazione so– cia.lista dovrà provarsi specialmente in questo delica'– tissimo còmpito,.al quale non potrebbe restar inferìore senza votarsi al fallimento. d) I limiti dell'azione politica: fom=! ed economia. Intanto,· sulla· via che ascende faticosamente al- 1':::.rclua-mèta,· un grande mònito viené _dall'esperienza . russa. E' il mònito dei limiti della potenza delVazione politica. Quei deterministi o fatalisti, che inteud.évano nn teriipo e predicavano il materialismo storico quale af– fermazione dell'esclusivo dominio dell'economia, nella storia, disprezz,ando cc:me ombre vané ed inco)lsistenti tutte le altre-forze, materiali o ideali, politiche o giu- . ridiche, in c1,1ivedevano s11mplici.soprnstrutture senza influsso sopra la.soggiacente realtà della dialettica e– conomica, era;no senza dubbio vittime di ùn grossolano errore. Ma I\On meno grave è l'er;rore dei recenti vo– Jcintarisii, che nella violenza, nell'azione politica. e nella conquista del potere hanno cz:ediito ·di ritrovare l'onni– potente forza trl/-sformatrice della storia. La violenza, reazionaria o rivoluzio_naria, la· dit– tatura e il terrore possono in talun( Illomenti storÌci (1) rappresentare una necessità per liberare da ostacoli non altrimenti sormontabili il camminq delle forze e– cono~iche. In Russia la rivoluzione berlscevica ha e– sercitato appunto que1:1tafunzione di o!!_tetrica per il grande passaggio dell'economia agricola dal r~gime feÙ– dale al borghese democratico: funzione. di ostetrica, · ciòè di strumento necessario, sì, ma limitato nella sua azione utilo alle esigenze dei parto, 1;ui era chiamata (D PoHono tnlcn•a, ma non aempro. Per non ripete1.•mi rinvio il lettore a quanto bo eoritto nella prelazione 1>llibro di Sergio Panun'– zio: Diritto, fm:aa, viole11:a, ed. Cappelli; B.ologna. G

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