Critica Sociale - XXXII - n. 4 - 16-28 febbraio 1922
l •. ti0 U.RITiOA socliLE. duzioue dominante in una determinata zona sigÙifica · non t~n~r ~onto dei potenti- fattori che l'hanno deter– minata ·come· la più coi1veniente' anche dal punto di vi– sta generale; significa, quindi, adottare una forma meno con veniente, e correre pertanto il rischio di far f~llire !'.impresa e la Cooperativa. ' Quando dunque si deve discutere quale forma di conduzione co~venga meglio ·in un'azienda agrar(a coòpe." rativa, il sistema più semplice e più razionale è quello ,li cominciare a tener conto della forma di conduzione trovata nell'azienda al -momento della assun11ione, per modificarla, se mai, in quitnto lo richieda lo sp"!lciale ca_rattere dell'ente assuntore e in quanto la ~ecnica e !.'economia lo consentano 1~anifestamente. Ma esperi– menti cervellotici, no,_ perchè i lavoratori e le loro a– ziende non sono porcellini d'India, e gli insuccessi non ric!l.donò sQlo sul capo degli incauti esp'erimentatori. Fini vari' delle ·aziende agr~rie cooperative_: a) combattere la disoècup_azione. E' utile e interessante esA.minare le caqse che hanno dtiterminato il.sorgere di aziende agrarie coope– rative in Italia·. Le ·causa sono·varie da zo11a a zo1;a, e sono le stesse ~he hànno determinato', nelle diverse pa~·ti d' Ital.ia., · 1e agitazioni- dei lavoratori della terrà. ' , Nella Vallata del Po ie agitazioni nanno una causa fo_ndamentale: la di~ocoupazione. Disoccupazione stagio– nale che, col diffondersi dell'appoderamento delle aziende, minaccia di diventare permanente: Dà ciò - prima -:-– la emigt'azione, la concorrenza, i bassi salari, la elirni– nazione dei vecchi e dei deboli condannati alla misel'ia. . Da ciò - al ptincipio fri questo. secolo - il" sorgerè e l'affermarsi di Leghe di res.istenza e di Uffici di coll0ea• fnento, che vennero ·a regolare il mercato del lavoro; eli– minanèlo la concorrenza e ·procurando· più elevati sai-ari' e pii\ umane condizioni di lavoro. Contemporaneamente ;a. Ravenna,. a Reggio Emilia, a Molinella) i lavoratori affrontarono le difficoltà della conduzione di aziende agrarie, per avei· modo di collocare sul posto la m~no d 'operà disoccupata. L'assunzione dei terreni· per trovar posto ai disoè– c1ipati è la mira prindpale, se non.esclusiva, dei lavo– ratori c,he popolano _la Va)lat0 del P~. L'I. funzioue as– segnata alle aziende agrarie cooperative fu, infatti, com– piuta con visibili risultati, La maggior' paTte delle Coo– perative agricole dell'Emilia;· della Romagna e di parte· della Lombardia offrono questi dati: le ·spese ·•di .mano d'opera - av·ventizia e fis;a_ - ··supM,ano il 50 per cento del reddito lordo. dell~ aziende assunte, e raggiungono in qnalche c;so ,un per cento superiore al 70, ffi!llltre– n.elle. aziende degE imprenditori privati non arri vano mai al 50 per cen:to. Per evitare la disoccupazio.Qe le Cooperà– tive comp-iono tutti i lavori di mìgliorament_o che la tecnica consigli_a, ·fino a· raggiungere - fino, in qu-alche caso, a oltrepàssado. -· !;estremo limite della· conve– -nienza. Tanto che noi molte vòli;.e dobbiamo ·richiamare i dirigenti al senso de~la realtà, perché considerino· se convenga, per eliminare o··per ridur-re la disoc,:mpaziorre; portare le Cooperative al fallimento: la disoccupazione risorgerebbe poi più acuta e la delusi.one la renderebbe pi.ii sentita. Ma - a. parte il successo diretto di ciascu.na ·delle Cooperative agr.icole, di cui bisogna occuparsi .e preoc– cuparsi per assicurare la continuità delle imprese ~ le çooperative hanno ottenuto innegabilmente un· successo indiretto, in quanto hanJ10 contribuito a offrire ai lavo- . ratori ·un collocamento pi_~l largo di quell~ che sulle stess11 aziende avrebbero fatto imprenditori privati. Ce1to è che,. procedendo nell'azione_ cooperativa, i la voratorj• si ,devono sempre più preoccupare .,di altri scopi 'oltre quello ai rid11rr~ la..disoocupazione: deVOJIO sopi atutto intensificare la produzione, el'evando il pro– dqtto lordo unitario al .di sop\·a del livello raggiunto dai priva'ti imprendito,·i del luogo .. Il che è nece11sa_riìJ per migliorare l'agricoltura e per far fronte alle spese che, nelle aziende· cooperative -, , col_più alto colloca-– mento di mano d'opera e con la più elevata somma di interessi da pagare __:_, sono maggiori che nelle aziende private. Bisogna pertanto perfezi.onar'e i sistemi di col- , tivazione, chiamando, a meglio indirizzin·e e coordinare il lavo~·o dei singoJi soci, tecnièi vali>nt1 per coltu·ra._e per pratica acqui8ita. b 1 combattere lo strozzinaggio degli _incettatori. · :Diversa è la causa determinante di Còoperative agricole -~d ~-ziend~ quotizrmta. A,bbiamo detto che tali Coope.rative sorgono e funzionano di_ preferenza i:ielle zone a latifondo. · - In queste zone 1~ difficoltà degli scambi ìna.ntieile vivo lo strozzinaggio degli incettatori di generi di .:on– sumo: la coltivR.zione dei cereali - per il clima sfarn– _revole, per il terreo o non "bonificato ed inadat.to -:- è a– l~atoria; ·l' irnprenditore ri-fugg~ dalla col ti vazion? dire:ta, che significhèrèbbe spesa sicura e introito.incerto, torse infiiriore al-la spesa. Per tutto questo lavoratori 'e im– prenditor1· :si trovano d'acciordo nel quotizzare la parte· ··delle terre che, secondo il turno, vanno 'coltiva:te a ce~ . reali. L'impr~nditore diYidé quel'la parte iu lotti e li distribuisce, il più del}e vo_lte con contratt_i ,di p'arteci– pazione, fra le famiglie dei lavoratori . Seuonchè i la~oratoì•i sfuggono éosì allo strozzinaggio ·deìl'incettatore di ·gene1 i .~i consùmo per ca!5<:are sotto lo strozzinàggio dell'incettatore cti te'rra. I priva,tj pro– pri~tari sono assenti: -~anno nelle grand'i cittè. -a occu– parsi d_i.politica, magari di politica agr3:ria, e -· per es– sere Ji'berì -- affittano le terre a speculateri. I quali; in "qualche ~aso, le suba:ffit'tano ad alt1:i ·speculatori. J~a terra arriva ai la,voratori ·dopo essere pa~sata per ' diverse mani di gente avida' e senza scru,poli, e vi arri va con contra,tti in]!mani, pe~ i qual'i, molte volte, il po- . vero 1avoratore, ,a raccolto finito-, . torna a casa - come ·. dicono in Sicilia .:... col fridente· suite .spalle,· ,cioè sènza prodotto: il pr9dotto ·è rioi'asto ~utto n:elle i;naui del pa– drone, il quale ,si è :ripagato ··lautamente le.poche antici- pa:iiioni fat.te ·~1 ia vòratore. · . . · , Il bisogno di aver la tei·ra ~enza. la"necessitit di pàs- ·. sare sotto le forche caudine lii interme,liarì specula.tori, . ha creato fa ragidn d'essere delle affittanze colle{ti-ve in Sicilia, nell'Italia Meridional·e e· n·e1 Lazio. I lavoratori -~,nitLin Cooperative ·assu~ono direttam~ute dai proprie' tari le. aziende (molte volte le assumono in seguito ·ad occupazione/, le quotizzano, distribuiscono i- lotti fra le fitmiglie dei soci éon contratto di· subaffitto o èon .<'OD· tratto in parteciea.zione. (fn Calabria e in Puglia si tenta. anche la forma di conduzione u_nita, di cui attenqia'mo i risultati per-ésaminare la convenienza). ~ Una-osservazi,:>ne ,a 'fatta in riguard_o alla _quotizza– ;i:ione. Le Cooperative ~n molt_i luoghi quotizzano tutta la st1perficie del'la terra. assunta: tiitta'la superficie ~ene quindi coltivata a cereali, c,on la soppressione di ogni' turno,. anche di quello elementar~, costituito dall'alter• narsi. della coltura a pascolo con là coltura a cereali. Pratica riprovevole, che porta alla raplda liquidazione della poca. fertilità trova,ta ·nel t'arreno e, quindi, alfa lì– '~\!id\i.zione dell!impresa e :iella s~essa Ooop!Wativa-. ~iamo • di fronte aci un movimento prevalen·t11mente. di coneu:
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy