Critica Sociale - XXXII - n. 3 - 1-15 febbraio 1922

bkf 't'ÌC.À. SOCÌA.tÈ ...__..__;.r,.,.__...-~--~-----:.-------- · 4l per il trasporto-su ·navi noleggiate da lui a questo scopo, più di 30 lire per qui11tale I In un solo caso potremmo consict·erare anche noi il servizio statale dei cereali come un· male ne– cessario: quando cioè fosse cii.mostrato che l'ab– bandono del monopolio qi Stato abbia· aperto la via del preteso scandalo, sjaµ10 invece d'accordo col Violante nell'inattesa conclusione a èui egli è arri– vato. Com'.è nelto, la sospensione del dazio sul gra– no scade il 31 marzo 1922, e pare -che il Governo, per rispondere .forse alfe preoccupazioni' degli ag,ri-· colto~i• in seguito alla annunciata liquidazione dei Consorzi granari ed al conseguente ristabilimento della libera concorrenza •fra grani -d'importazione e grani nazionaii, abbia promesso di non prorogarla, ristabilendo il dazio nella vecchia misura di L. 7,50 oro per quintale. · · al m9nopolio di un gruppo capitalistico. Ma in que– sto ramo del commercio, dove l'importazione si. può fare da dieci _paesi div-ersi e senza alcuna li– mitazione alla iniziativa dèl capitale nazionale od estero, dove una campagna rialzistica sbagliata può determinaré il disastro delle più grosse fortune, dove non si può in ogni caso eliminare la concor– renza _dellà produzione interna, non crediamo che possa sussister.e il pericol<'l di un vero monopolio privato (I). Ma se ripetiamo -: per questo lato 11011 possiamo essere convinti della utilità.della denµncia (1) l\'011 siamo d'accordo, so,pra questo puuto paitico– lare, col nostro amico e collaboratore. Non ci sogniawo certo di negare che le iniziative del Governo;inmateria di approvvigi'.rnamento. o d'altro, abbian0 avuto, quasi ~empre, un risultato disastroso. !via·neghiamo èhe questo sii\. dovuto a uua congenita impotenza degli Enti pubb)ici a.d a1su1nere iniziative economiche, e che solo l'iniziativa pri vaca-sappia raggiungere il ma@simo· fine col 1ni11imo mezzo,. e provvedere anchl) al pubblico, intere,;se. Qui non possiamo naturalment~ svolgere l'argqmento, neppure per soiurni capi. Ma domandiamo se tutti colo:a che· l11ucia– rouo gli strali di una facile irqnia contro la così detta economia associata (delle cui concrete mauitestazioni siamo noi pure, ripetiamo. tutt'altro che eritusiasti) si siano resi .:onto di quel che sar.ebbe,avvennto,· negli anni. di guerra, se l'approvvigionamento del Paese (e dell'eser– cito) fosse stato abbandonato alla libera iniziati va dei privati. Qnalche eloquente sintomo offersero alcuni fatti che ebbero ir loro epilogo in Tribunale: e quanti furono i forti, le truffe e gli altri Niati che andarono impunitj ! Per l'immediato dopo guerra si vegga, fra gli altri, lo scritto di Oberdau Gigli uei num. 18, 19-e23dellascorsa Un tafe provvedimento si sarebbe .forse potuto gi~1stificare nel giugno scorso, q_uando lo Stato si trovava nel dilemma, o di man.care ad una. pro– messa fatta agli agri_coltori nazio nali, . o di d over, mantenere in piedi la costosa ed ingombrar.te im- ·. palcatura delle Commissioni di requisizione e dei Consorzi gnrnari. In quel momento il ristabilimento del dazio poteva ·sembrare l'11ni-::o.mezzo per con– ciliare il ritorno. alla piena libertà del commercio col· rispetto agli interessi d.egli agricoltori, incorag- · giati da una solenne promessa del Governo ad au– mentare la superfici.e seminata a-grano. Ma oggi la situazione è totalmente mutata. annata della Critica. · La difesa anticipata che ta. l'amico luzzatto c..utro ,, la nostra prevednta -obie:,ion.e non ci pare molto valida. Sta il f~t,to, a11zitutto, che l'iniziativa privataobbedisce l).d Utl impulso che :Jon sempre .coincide col pubblico in– tflnBse-e a cui non• ~i possono quindi incautamenté ab-· banìo.nare funzioni d·alle quali dipende la vita Htessa del PRese. Che il pericolo ili monopolio non sussista, noi, a differenza del Luzzatto, non credtamo;· e ci pare a-nzi che l'importazione granaria sia chiaramente avviata nd unà condizione di monopoli<> dopo la costi.tuzione, avve– nu,ta 4 ·o o anni aùdietro a Milano, di mìa potent~ so– •cietit., la qnale mira appunto a dominare il mercato, coor– rlinando, o subordinando a sè, l'azione delle varie ditte iroporta-trici, 1:n modo da eliminaie ogni concorrenza. E la concorrenzn. • ·è evidepte. - nou può risorge~·e con tanta faciHtit, p{!rchè non è cosa da tutti mettersi a f,.r gli importai ori di -grani, pllr l'ef!pei·ier,za, e più per i capitali che· occorrono: e le iniziative che sorgessero sarebbero prontamente o vinte o attratte nell'orbita del frust, come varii esempi dimostrano ormai. Resta pero vero eh~ le iniziative degli Enti pubblici vanno promosse e assunte con circospezione, liberate dagli in~omb,·i di una tanagiuosn e incompetente burocrazia, affidate a gente com perente, lasciata autonoma nelle sue iniziative, con relativa ampia responsabilità in tutte -le forn;ie. Certo, fiucbè l'incarico di acquistar viveri è affi- · dato a generaH e a colonnelli, che non sanno distinguere, non che il grano· duro dal grano tenero, neppure il grano dall'orzo o dal loglio; e a cui è la c9sa più agevole del mondo vendere caffè Santos come Portorico o-Moka, sarà molto facile trovar occasione di dir male delle inii-:iative degli Enti pubblici. Ma non. si può negare c)1fl, qua,ndo que11te .iniziative soho impiantate su- basi rlivflrse (si vegga. ad es., l'Azieuda con.. ço,·ziale dei Co11.ç11mi di Mi– lano\ le cose vanno molto, moico diversall\ente, e riescono a realizzare, nel pubblico ~Rntaggio, tutti gli essenzi~li , . pt"egi e benefici dell'iniziatìva privata, eliminandone in– sieme i pericoli e i d 81D n i. (Nota della C1uTICA SoCJALEJ). Promesse governative per il nuovo raGcolto non ve ne sono pit'.1state : chi ha ·seminato grano lo ha· fatto di sua piena ~ spont~nea volontà, e lo Stato non ha al'cun dovere di assicurargli un detenni– nato prezzo. D'altro lato il prezzo dei grani ame~ ricani portati iri Italia si mantiene per ora ad una tale altezzà da non minacciare in alcun modo le sorti della nostra agricoltura. Nell'anno granario 1913-1914, quando il prezzo .interno si -aggirava tra le 25 e le 28 ·lire il quintale, il grano americano si poteva avei-'e a Genova (fuori dazio) a 23 lire il quintale. Oggi quello stesso grano non fii può avere a m'eno di 130_ lire o, se accettiamo le quotazioni più basse, a meno di- 115, ad un prezzo dunque che è ,cinque o sei volte su– periore a quello dell'anteguerra, e -che, a giudizio degli stessi agricoltori, de_ve considerarsi sufficien– temente rimunerativo, tantq più che dall'anno scor– .so a quest'anno i.I prezzo di molte altre derrate a– gricole, e special'h1ente della canapa, È! sceso della' metà, e- non minaccia più una grave concorrenza alla cerealicoltura. . Ma v'è anche un'altra ragione, d'indole ben diversa, cb.e sconsiglia il ristabilimento del dazio .sul grano. In· questi ultimi tre anni .l'Italia è riusci~ ta a conquistare il prirì10 posto come paese espor-· tatore nella maggior· parte dei mercati balcanici. Qi.testa sua conquista è ora seriamente-minacciata dalle enormi difficoltà di pagamento in cui si tro– vano quei Paesi, mettendo in gravissimo repenta– glio la solidità · e, spesso, l'esistenza medesima delle nostre case esportatrici. · Contro questa· mi– naccia il solo rimedio- possibile è quello di inco– raggiare l'esportazione dei prodotti agricoli di quelle - regioni verso l'Italia, e specialmente dei cereali dalla Romania e dalla Bulgaria. Ma questa espor– tazione, che si è iniziata in misura promettente da appena sei mesi, sarebbe forse itreparabilm'ente compromessa il giorno che noi le opponessimo un ,ostaeo lo cosi grave, come sarebbe quello di un sovrapr.ez- o, per il grano, di L. 7,50 oro, equiva– len ti, in q uesti giorni, a L. 33 carta. Non è certamente da esclud·ere che in un av– venire non molto prossimo, -riattivatasi la produ– ·zione e l' esportazio,ne dalla Russia, aumentata quella · dèi Paesi balcanici, e migliorata sensibilmente la situazione dei cambi, la concorrenza esteri;!. possa rifarsi minacciosa per la nostra agricoltura. Ma nel ' momento attuale questo pericolo è ancora lontano, ed il ristabilimento del dazio rap9resenterebbe un grazioso regalo fatto, non ai milioni di piccoli pro- prietari' o fittabili · coltivatori che consumano il pro-

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