Critica Sociale - XXXII - n. 3 - 1-15 febbraio 1922

33 CRITICA SOCIALE e che sono - sol che essi lo- vogliano a loro portata di mano. Noi, transigenti e gradualisti_ anche -:- _e, ag: giungiam0 pure, sopratutto - 11~1 rapporti mter~1 coi nostri siamo di avviso che ti Convegno - 11 quale si ' noti, checchè arzigogolino i feticisti del '.'protocollo,,, sostituì nel miglior modo, e_.nell'u– nico modo oggi possibile, ùn vero e proprio Con– gresso - dette tutto ciò c_he. dare doveva ~ poteva, e quel "tutto ciò,, è molhss11no ed è ?ec1s1vo. Un Partito e una Direzione, che non ne intendessero gli ammonimenti tragicamente profondi, decrete– rebbero non la propria morte, m-a il proprio .vo– lontario suicidio. Si può deplorare -· noi non ci stanchiamo di farlo - che ad adunate come questa - le quali. messe in piena luce, onorerebbero veramente il nostro partito - sia mancata la ·pre– senza ed -il coptrollo diretto di tutta la stampa, anche più reci_samente avversaria, costretta ad ori-· gliare in qual che modo dietro la porta, e che per– ciò la massa dei seguaci lontani, per lo più gente semplice e, nonchè unùts libri, gente unius diarii; ne riceva le notizie razionate, accomodate e.... de– nicotinizzate dal s0!0 giornale ufficiale del Partito, che in questi casi, per motivi troppo ovvii, diventa , assai facilmente un Bollettino di Frazione. Ma, per coloro che sanno e vogliono i_ntendere -- ed è di questi che qui ci occupiamo particolarmente-, il si– gnificato e la portata del Convegno non poterono essere dubbii. Esso cresimò la tesi della Confedera~ ziòne· Generale del Lavoro - che è poi della Lega dei Comuni, della maggioranza del Gruppo Parla– mentare, dei Cooperatori, degli Amministratori, del– le Leghe di resistenza, di tutto ciò che vi é di at– tivo, di vitale, di responsabile nella compagine politica ciel socialismo italiano - la cresimò con tale eloquenza, e co-:iìirresistibile e definitiva, che nessuna sapiente reticenza o rabbinica interpreta– zione -avrà virtù di infirmare o diminuire. E il grido fu così forte (non parliamo dell'enorme maggioran– za degli oratori, che sarebbe per sè un motivo di ben scarso rilievo, ma del valore obiettivo -delle . argon1entazioni, delle constatazioni, delle co:-iclu– sioni concordi ed univoche), che ruppe tutte le ovatte dei cancelli ben cÌJStoditi. trapelò persino - sempre per chi voglia e sappia leggere - nelle caute colonne dell'Avanti!, e fu raccolto in pieno dall'altra stampa politica cli ogni colore·, letificando· quella che, nelle presenti circostanze, da una più in– tensa ed efficace azione parlamentare socialista, si attende sinceramente un beneficio generale per il Paese, e inducendo l'altra, che cotesta azione pa– venta, dal Corriere della Sera e dal Corriere d'Italia al Giornale d' Itaiia e alle molteplici Idee Nazio– nali, ad attaccarsi, con ostentata compiacenza, alla nuda lettera e alle formali tac-une dei deliberati, per far le viste di credere al "nulla di mutato,, (fortunatamente) o ali'" equivoco perdurante,,, che· lamentano, con buona fede ben altrimenti indiscu– ti~il_e,ma_con. fed_etr?ppo t~pi~a. e scarsa,· gli a– m1c1quenmonianh cui da pnnc1p10 alludemmo. · I quali, ripetiamolo, hanno ragione perfetta– mente - ma unicamente - dal punto di vista an- . gustamente " protocollare ,,, nel senso cioè della mancanza di una deliberazione- conchi.usiva defi- 11itiva,tassativa, che riassumesse apertis verbis · ad uso, vorremmo dire, degli ingenui e men che ado-· lescenti lettori di Cuore (del cui meritato successo, fra parentesi, facciamo i ,nostri più cordiali ralle-· gram_ential nostro amico Giovanni Zibordi), ciò r;he 11Convegno aveva gridato, dal principio alla frne, con parole e con esortazioni, che erano ca– t~pulte. insie~1_e di s~n_g~iozzi e di logica. La poli– tica d~t _partih.... poht)Ct (tanto meno fra noi, nipo– ti tard1v1 del segretano ftorentino) non suol essere precisament~ ('arte e la pratica della assoluta sin- BibliotecaGino Bianco cerità verbale e formale, e bisogna, conoscendo le . persone, le tendenze, le tradizioni, gli- interessì, . guardar sempre un po' addentro e un po' sotto àlle frasi degli Ordini del Giornp. Ma non si tratta poi di un'ermeneutica eccessivamente complicata ed astrusa. In generale,• le dichiarazioni ufficiali (il " protocollo ,,) degli organismi dirigenti sono tanto più accentuate in un senso, quanto più da. essi si teme il palesarsi troppo violento della realtà vittoriosa nel senso opposto. Qualche volta, per ben intendere la portata vera di un Ordine del Giorno, occorre non soltanto ·esplorarlo, come le ova, contro la candela accesa del buon senso, ma giova, a un .dipresso, a dirittura rovesciarlo. Il Con-· gresso di Livorno riaffermava baldanzosamente quello di' Bologna, al quale tutti sentivano - tran– ne gli sciamanti comunisti - che i fatti, sacerdoti inappellabili dell'Augusto Vero, stavano per dare bravamente l'estrema unzione; e Milano si dava l'aria di riconsacrare Livorno, che era gi'à caduto in frantumi. In tutto ciò (che, del resto, non è affatto il privilegio di un solo partito, e tanto meno del solo partito socialista !) non è da vedere. uno spirito volontario di menzogna, e neppure - se anche questi coefficienti possono entrarvi in misura più o meno umanamente naturale e spiegabile - la renitenza dei dirigenti a confessare i proprii torti e le proprie incomprensioni, o ad abbandonare i vantaggi delle posizioni conquistate. Altri senti– menti, ben più nobili, entrano a spiegare il fenome– no: quali sono la opportunità, vera o presunta, di non .urtare troppo visibilmente e bruscamente i misoneismi delle folle (le folle sono sempre pro– fondamente conservatrici - le socialiste non meno delle altre), la preoccupazione di non fare il gioco della polemica, sia di recisi avversarii, sia di amici troppo interessati, e di evitare che i m_utamentidi indirizzo, ai quali pur bisognà concedere in fatto, conducano, per reazione, ·ad .eccessi ed errori uguali e contrari a qLÌclli da cui ci si ravvede, ecc. ecc. Questa psicologia .di tutte le politiche non può essere del tutto estranea (se anche c'è chi lo desidererebbe; e noi siamo del numero) a uA partito carico di interessi, di tradizioni, di· re– sponsabilità, qual è il Partito socialista. - Ora, il Convegno cli Roma fu imposto dal!' im– perativo categorico .di' una necessità urgente ed indiscutibile, e la coscieriza ch'esso avreb_0e pro– fondamente mutato l'indiriìzo tattico del Partito (più esattamente : eh' esso avrebbe segnalata e con-- . sactata la ·mutazione, già divenuta consapevole ne– cessità negli a•nimi della enorme maggioranza, ec– cettuati solo i Comunisti senza ·saperlo rimasti nel Partito per distrazione o per bizzarria e i fetiçisti delle formule_superate, estranei e inaccessibili agli ammonimenti della realtà), cotesta coscienza era così forte ed unanime, che la Direzione del Parti– to -- conservatrice per· destmazione e, oseremmo dire, per dovere professionale - credette di sal– varsi l'anima accorrendo fulmineamente ai ripari, .. prima col rivendicare solennemente a se stessa, e al monocromo Concilio dei proprii fiduciari di Fra-· . zione, l'esclusiva, nonchè delle decisioni, ma be– nanche di ogni discussione sulle questioni appas– sionanti d'indirizzo e di tattica; _poi, con la· vota– zione preambula e prepostera - non poco contra– stata e oscitante nel suo stesso seno - di •quel– l'Ordine del Giorno Corsi, che presumeva. di tap.- • pare la bocca ai socialisti di ogni parte d'Italia p_recisa_ment.~ sul tema principale, ·e il più essen– ziale dt tutti, pel quale erano conv·enuti alla capi– tale : nel che, a parte la lieve offesa al galateo era .sopratutto un'offesa alla -ragione stessa del Convegi:io (tale un giud_ice, che prima stendes:;e e pubblicasse la sentenza, poi consentisse alle parti

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