Critica Sociale - XXXI - n. 21 - 1-15 novembre 1921
324 CRITICA SOCIALE dui, principì, ma pratico e materi~listico· fra• due inte– ressi, dell'Individualismo, ·della concorrenza, della libera iniziativa, di fronte al Cooperativismo, rilla disciplina, all11-solidarietà. Da che parte .starà la Democrazia • so– ciale,? Se questa Democi·a-i:ia vuole int~rpretare vaste zQne di cittadini, contigue al, prolet11riato, f!la difficil– mente lr,eggimen tabili nelle file socialiste, essa dovreb– be considerarle come consttmatrici, e allora inevitabil– mente dovrebbe porsi, 111 loro fianco, contro ~ cÒngrgni è l CP.ti p.el traffico inte1:mediario. Ma sta essa. ponendosi_ veramente su questa via? Noi non vediamo insomma (nè ci sembp1. sia facile finora dedurlo da chiare esposizioni di programmi) quale sia la prec:sa fisionomia della nuova Democfazia, e quali i possibili rapporti di affinità col. movimento s0cialista e proletario. Sappiamo invece - perchè lo udiamo 'ri– petere ad o"gni ora. ~ che la Democrazia sociale e, in genere, le cosidette • Sinistre• cantano ai socialisti i-1 vieni meco, non tanto in base a programmi concreti che potrebbero unirci, quanto in nome di ,un ·senso politico– spirituale di difesa contro coloro che la tradizione anti– clericale usava chiamare, con significazione tra di di– spregio e di allarme,· • i preti •· '. - Se si con t,inua così; se non ci 'uniamo per la _oo– mune salvezza, • i p1·eti • a poco a poco diventan pa– droni dell'Italia. Sono ,potenti entrò il Governo, si in– stallano e si affe1·ma'no dappertutto, audaci, invaianti, insaziabi\i. Si vanno 'gi~ impadronendo del do_minio dei lavori pubblici e dlllleCooperative e dell'agricoltura- cioè del pane, e si impadròniranno della scuòla, - cioè delle coscienzè... Biso~aa che gli • spiriti liberi•, le « forze progressive• si unisM_no per arginare l'~lluvion'e cle– ricale ! Questo è quel che si va dicendo e pr~pa:·apdo da una parte. Or vediamo la situaziòne dall'altra. Nul Co':gresso di. Venezia la maggioran~a dei po– polari andò' a sinistra ·- che vuol dire, all'ingl"Osso, non volle orientarsi verso i •Signori~, i aazionalisti, 1 i fa. scisti, m~ orientarsi piuttosto. verso le J°I/'asse,anche se schierate sotto la .bandiera rossa. Le ragioni princip1di di questa affinità o • simpatia• sarebbero due: '.I.), tanto socialisti quanto.popolari sono partiti di masse; 21 gli uni' e gli altri, se pure in grado diverso, conside.rano come uemico il Fasciame. Sù questa seconda affermazi~ne vi •sarebbero molte risei:ve da fare. A. parte ·il fatto che nell'epicentro del fa– scismo, Bologna, fin dagli inizi e por un anno· inte,·o il foglio clericale fu ardentemente fascista, senza che i cli– rigenti del P. P. lo richiamassero mai,-,-- basta una coin– cidenza contingente, ·e di ordine negativo, a stabilire un'affinità? È -vero che ogi;i_iperiodo ha un fatto., un fenomeno che serve come cri terio differenziatore dei par– ti ti. Vent'anni fa era la Lega, dieci anni f~ fu la Libia, sette anni fa fu la guerra. (Chi era contro la guerra nel 1915, era amico nostro: anche ... Giolitti!'E ce lo dimo– strò nel 192l !) Adesso è ii Fascismo. Ma è chia.'ro ,:he son ci-iteri instabili ·ed imperfetti, i qual; posson ·valere in momenti _in cui profonde crisi alterano e sconvolgono le normali compagini e le divisioni consuete; ma non pps– s~n.o co~tituire nè sostituire uoo..effettiva affinità di prin- c1p1 e d1 programmi. · Quan_to ~ll'esser • partito di ·masse.•, e per ciq af– fine a no 1, bisognerebbe chiaramente definire-quali: masse arruo!a il P. P., non senza premettere ciò che più so– pra dicemmo circa i rappoi;ti r.èm la Democrazia sociale: se il P. P. •lavora• o cerca lavo.rare su un terreno c:he è anch_e il nostro 1 la troppa affinità ienera, la, coqeor- BibliotecaGino Bianco I renz~ e, quindi l'antagonismo? o prevedendo che le plebi I 'prol~tarie c_hee~so o~gani_zza:finir~nno per ven~re a -~oi, possiamo d mi s,n d'ora che I preti lavorano per noi? La "Chiesa, attraverso i suoi sacerdoti, fu quasi sem– pre e dovunque conservatrice. Anche la Dljmocrazia cri• stiana, dopo brevi atteggiamentì filantropici e sovver– sivi, fini con l'essere dalla partl) dei padroni n.ille lotte campagnuole, _conconerite e krumiro nostro nel movi– mento di coopera;:ione ·e di resistenz·a. Ora è sort~, come co~a nuo:va, il''P. P., ma inevi– tauilmente esso si riallaccia a-Ile forine pre,cedenti. Esso trova però (questo è vero, ed è da tener in conto) ceti nuovi, di piccola'. borghesia venut~ su n'eua tr"avagliosa e fervida elaborazione della economia agricola degli ul– timi tempi. Ma come si definis_corio con precisione-questi ceti - che a lor volta SÒT/O in con'tinua evoluzione, e sem, pre in, procinto di passare, dalla condiziori°e di condutto1•i'-, lavoratori deÌ suolo, a quella di proprieta1 i? In che rap– porti si trovano essi, o possono trovarsi, còi nostri or– ganizzati, braccianti, coloni? b questi rapporti, ih que– sti eventu_ali conflitti, ,il P. P. vuol essere eleµient,o di conservazione, di-rinnovamento, di concilia2iione?. · Il • 'migliolismo • è fenomeno di bassa démagogia ·o è un 1:iiovimeiito •reale di masse? ·.La C60pei-az-ion,e bianca è spuria o è genuina~· Le ·affittanze' <l"ollettive, per le. quali l'on. Micheli chiede ch,e sian favorite nel • com– prare insieme • e ch·e possano poi .· se 0 1'l°z~ tassa.- divi-. darsi il fondo in lotti indi vid11ali, dobbiamo ·cGnsiderarle, somiglianti •alle nos'tre, Ò diametralmente dlve~·se nello spirito informatore e nella ~-ratica? I due partiti ·devono ri~uardare le .rispettive orga– nizzazioni ·economiche ~~me basi politico-elettorali nel gretto -senso bottegaio del vocabolo, e disput,Hsi perciò co11rabbiosa demagogia il ·dominio delle )118Sse'. o devono consid~rarle· elevatamènt·e come il campo spe'rimentale in cui ciascu_no ts ~e prove dell_a ,sua attivit~, ,del suo la– Vtiro, della bon"tà dei suo metodo, ·~ol pensiero rivolto al- 1''4tilit:à colletr,iva? ., . .. Questo P. P,, còe, è un'innegabile ·forz9t.-s~pratutto perchè-è l'i~ne~to sapientemente l'lseguito, ·al momento .. g'iusto ~ nella crisi ài spiriti del dopo-guep'a - di ele– menti nuovi su un tronco_ secolare ròb, sto (e jn ciò è il segreto' di quella che ci a,ppare _organ.izzazionè mira– bi,le del partito giovanissimo, che in ogni luogo, in ogni 'viilaggio 's'appoggia. ; i.ll' antichissima tradiz-i~ne· e .realtà della parocchia, della chiesa, centro, scuolll,, propaganda, teatro, ufficio,.demografico, ufficio d'infurmazioniì; questo P: P. ha un'unità., o ha .due anime inconciliabili? Cri– spolti e. Miglioli possono e sser tenuti insieme da Meda? Q·uella -yec~hia sa'pienz.a di infiogimen.to, con -iui il P. P. , copre le troppo aperte sue antitesi, ~è ·una forza o è una i. debolezza? fotanto, è veris_simo cpe, sl ;·1el campo m~·ali,i c 0 he I nel materiale, i popolari, al Governò.: e fuori, invadonQ e pigliarlo con frenesia _giovanile, in concorrenza con noi, in ont1,. e danno nostro Alcuni di essi affermano che con, 'questo 1ùetodo tendono a piegarci alll\ a·esiderata allean,za: all.!ianza la quale, per le antiche tradizioni anticlericali, e- per la effettiva antitesi che in ·ogni borgata, in' ogni pae)letto, pone il parroco contro il Sind~co socialis.ta, il curato o l'organizzatore «bianco. contro il capo-lega, arriverebbe .inattesa, inammissibile, sbalorditiva, alle nostre masse, non meno clae ~gran, parte dei dirigenti, contras.tando a ·radic~te 'abTtudini mentali_ e a realtà d'in- teressi. ·"/.•· * * Con questo artic9lo, fatt0 in ·buona, pa,rùe di 'inter– ro~ativi1 'io mi ,son proposto di prospettare àlouni el~· . ' . ,, l
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