Critica Sociale - XXXI - n. 20 - 16-31 ottobre 1921

.;e, per esemp\o, la ti d·anzata va d'accordo, come diceya Ferravi}ta, con troppa alt.ra _'gente ('ilarità) . e il.patto del proprio sQìcidio è moralmente illecito e nullo. Ma p!lrcbè, allora, fii mare ,di tali prj)messe?! · ' Com~nque, il pr·oblema è assolntametite inattuale. Ed è semp1icemente ridicolo che, per una semplice ri– SElrva circa fa maggiore o minore possibilità e co·nve– niem:,a ch1i, ·in un dato momento e in al~re coòdizioni, con il concorso di t1:1ttoi! ·partito. e dell4 malise orga– nizzatt1, noi possiamQ._,partecipare al Governo, .ci si .in– fligga oggi la scomtmJca magg~ore, ci Ai minacci ·l'e• spulsione per il saio peccato di prevedere e. di discutere ... SERRATI. - No! . · . · . ' ,, Obiezioni inconsistenti. TURATI/" - S.e è sil'lcero, 0 tutto questo, è sempli– cemente folle. Il Partito sarà chiamato· a decidere al momento d'ovuto, o per esso la sua rappresentanza legit– tima, alla quale se da_te i,pieni•poteri .per disfare il Partito, ben potete concederglieli per quest'altra que– stione tanto minore, nella quale un errore, un te.uta– tivo sbagliato o p'rematuro, TJ0n farebbe che sacrificare !\lcuni uomini .e sarebbe presto riparato. . Senza dire che, accauto :.Ila Direzione, vi sarebbe sempre, almeno, il Consigiio na?.ionale. . ·1\1:a,allorquando il .Partito decides8e questo grande passo storico - e qui raccolgo una obiezione di Serrati · ah non' diteci che· dovrebbe arrestarsi per la possi'. bi:lità di <J.Ualchecompromesso, perohè. assumeremmo le correspons-abilità del trattlìto di Versailles e dei bi'– lanci militari, o per l'eventualità che, nel periodo del trapasso, nascendo qualche· tumulto, una guardia, o un Commiss·ario nevrastenico, ·pohebbe sparare sulla folla e ci sporcheremmo le mani di sangue; al che io anei risposto che v'è un « intere~e superiore». Or io non vo~lio·passare per un' cinico ... (1) Ah no! Io dissi che, se· un giorno il partito de– cidesse, ripéf.o, questq grande fatto storico, sarebbe, ad eseml?io, per ,evit·are una guerra, - cinquecentomila . morti! -, S'.lrebbe per distruggere il fascismo che. ab; - batte tutte le organizzazioni operaie, sarebbe per as– sicurare un ·grande slancio in -avanti a.I proletariato. E .si dovrà esse,.e allora éÒsì vili da aver paura di un incirlente di. piazza, che potrebbe 'uascere a dispetto della nostra politica? O temere de] patto di Versail-les che già cade in frantumi ·e che, ·se•, noi fossimo al · potere, 11arebbe'anche più presto di8tr1ltto_? Forsechè og~i - giù dal potere - Versailles e i bilanci militari e tutto il resto non li abbiamo sul collo? ,, SERRATI. ·- Jlfai pensato .cosEIdi. quest.o generi'. TURATI. ;. Ma perchè, allora, ,ti adombr.i S"t. in 1111 molnento storico decisivo, dovremo fare alcune onest.H trnnsazioni? Se non si crede al miraggio di un trnp~sso mirncolistico - il ·famoso alzarsi del sipario, la rivolu– zione tf>atrale -, le tran_sazioni··oneste sonp pure da am– mettersi. Noi oggi discutiamo, non già di tesi ast.i;atte - fortunatamente non. siamo dei Russi - m_a della vita Atessa del Partito, qella vita del socialismo. Può trat– tarsi, domani, di· questioni ehe decirle~anno, pèr un periodo,, della vita o·della morte_ dell'a_zione proletaria. La partecipazi.one ·al potere non è che un incidente, J!.D ca~o ·specia1e, del collahora1.ionismo. La questione, tanto vessata, se que.sto periodo del dopo g1J.erra sia rivoluzionario, o antiri voluz.ionario, o statico, cioè in- (J) Allorohè i sooiA.lieti, per lw decisivo. conquista del dirit,to di _co...liz-ione e di sciopero, furono indnlg-ont.i R.l Ministero Giolitt,i, Li,7.¼ari, colla. consnetH. fraternità• ,~be ogt;"i 8P•Jrimenta verso i cnropa~nl m9;s sima;list,i • ci ~cou'sR.va Dfll puhbl_i~i-r-Comi_zi ~i• essere ·e in½Kcoberf' l.tl del 1uingne da Berra ». Qnest,e 1ns1nna7,1on1 demKi• gna-iche, V()Jte R.l linniaggio d&i compagni. sono au.tiohenellnstorin. dt'I PA.rti to. )h . . net discorso qui eyooato d; Serrati, aveudogliq-uA.l• cuno riC,, i-da.to il troppi) BA.ngue, annbe proletario 1 versato dA.Lenin e da. T.rohkY, egli rispondevi\ che qnello et·n. Ma.nguo versRto pér la. rivoft 1 7,ione e questo a an_.ue è sem pre benedetto. Noi oi permet.– biamo di esYere meno s11.nguina.ri e peìisie.,m,, ohe ogqi effusione di al\ngue inutile. o ad op~ rfl,di 0- overni odi_priv~ti eperqu';l-l~nque ,,. bandier11. .. sif\ senipre or1m1,noea._e provoob1 le unmanca,b1h ven- dett~ deil~ uma.uit.'à e della •t~ria . · N.. d. Rfd. I differente, non è una questione la cui soluzione sia scritta immuta)Jilmente nei., destini, è una questione che decideremo noi, coi nostri atteggiamenti, coi nostri accorgimenti, col valore della nostra· azione: La guerra non fu rivoluzionaria; fu reazionaria; fu tutt'al pilÌ rivoltosa, che è. anche un, modo di es~ere reazionaria. Ma questo periodo di 'adattamento e di assestamento può diventare rivoluzionario, se noi sapremo· agire in modo da syilupp.are le ;,ere forze rivoluzionarie; sarà t•:opposto nel caso 'opposto; sarà indifferente se non saremo capaci di spingere le cose nè,in un ~anso nè nel– l'altro. La decisione spetta a noi. La partecipa?.ione al potpre pot.rebbe essere, in un dat'o m9mento, l 'at.t.opiiì rivoluzionario che potremo ,compiere, menti-e il divieto potrebbe essere l'atto più conservatore. C_ris_ipostbellica e ricostruzione. L';uione parlamentare., La consider:a?.ione della' ctisi postbellica. mi richià– ma al terzo nòstrò preteso dissenso: la questione della ri– costruzione economica. Concorreremo uoi socialisti alla ricostruzione .economica, mentre dura -qaesta sciagu;at.a t 'economia capit~listica? I comunisti dicono no, perchè, I -come gli anarchici, sono per il_« tanto p eggio t\l,nto , mf'lglio! » Viva L~in e lasciamo tut.to crollare: su'! I deserto ricostruiremo. Così ha insegnato la Russia. 1 Ma· i comunisti non i<ono'qua, o 'almeno, se Livorno 11011 fu menzogna, non ci dovrebbe!io essere_. E per noi, e por v,oi, la -cosa è diversa. 'Per noi questa ·è una crisi, 11011 è la crisi del sistema sociale. O, come av– vertì D'Aragona in un suo discorso, le CJ:isi s'ono du'e e contemporanee: umi è, la grande crisi, che si risol– verà alla sua ora e speriamo debba sbeccare nel sociali– smo; l'altra è )a -crisi ·tewporanea, che la b'?rghesia risolve come può e nella. cµi sol.uzione spett'a a noi di inserirci spiegandovi il ipegliç, delle nostre forze.' Guai agli asseati ! E viene allor,a a proposito il trinomio ciel 11ostro manifesto là dove dice: « Jn questa crisi, che . « investe ad u 1 1 tempo e la vecchia società che si sfalda « e la nuova che si prepara dentro il suo sErno, l'opera « del Partito socialista dovrebbe essere, triplice: giovarsi ,, della crisi per la sua critica di demolizione; conèor- .« rere a ripnrarvi perchè i tessuti fondamentali della ' « società si ricompongano al più presto; lottare in- ,'« defessamente e sapiente1nen(e per innestare nella « ricostruzione di quei tessuti quanto più è possibile « di ~uovi diritti e di nuove conquiste proietarie - « preparatrici della definiti va assunzione àella gestione ·" sociale ». · Onde la necessità di nn programma: la necessità di lavorare a rifare l'Italia, ·che non è rifa1,e l'Italia borghese, ma l' It11,lia di tutti, che sarà. tanto menò borghese quanto pit1"noi,· colle nostre forze, QOI 'nostro accorgimento, avremo concorso a orientarla verso gli I interEISSi del proletariato. E, nel caso oppogt,o, sarà il ·rifacimento più antisocialista. possibile. Perchè, questa casa comùne, in cui no! ,viviamo e lottiamo, quando crolla, crolla su tutti, ma crolla soprattutto ·(e già si vede) sul proletariato. I pescicani hanno i loro yachts · in mare per 'pigliare il largo quaudo trema la tPrra, ma il prolAtariato e inchiodato alla zolla nativa. (Applausi). Ricostruzione dunque; collaborMione necessaria; cooperazione anche col capitale privato, na'l;ionnle od estero, finchà esso è parte. così necessaria dell'econo– mia, ma a _mezzo, quanto pi_ù è possibile, delle nostre 'fooperative, delle nostre forze organizzate. Sovratu~to cooperazione intelligente. Per la quale l'azione parla– mentare, come è l'azione culminante, è anch_eimmen– samente compless~, e non· si .esp)-ica soltanto nelle pa– rate-dell'aula e nei giorni di voto, come st>mbrava cre– dere Alessandri quando,- emme ci harrava, eletto depu– tato, non andavà neppure alla Camera, tanto la cosa gli pareva indifferente; e allorchè, sollecitato, dovet.te andarvi per aiutare i frat.elh delle _terre libel'ate, ebbe ,quella famosa rivelazione e scoppiò in quella tale ri- ,· , .

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