Critica Sociale - anno XXXI - n.19 - 1-15 ottobre 1921

' Quel che 11 Lavoratorè poteva fare e non f.ece.' .I . L'unicb organo che poteva t~n~re_. ti'n sai';ataggio ·del-partito giuliano, chiarendo'onestamente le 'divergen-,' ze, eliminando - foss',mche col solo silenzio! --: gl~ e– lementi -non socialisti, che s'erano iutn1f9htti nella·,vita della. sezione e d!Jlla Regione,· rintuzzando le volute aspn:zze, sgonfiando ·gli 11uormi pl!'.lloni, -e~ucanao uon i.Ila vuota parola ma a.Ilo !\Pirito del soci·alismò,'era, sen– za dubbio, il Lavoratore. Diffusissi~o;' lettissimo, ascol– tatissimo, avr,ebbe potuto ~ompiere opera santa. di puri– fica.~ioue dell'ambiente, di remora alle idee, di util~ente aspra e savia.men te severa postilla ai fatti. Non lo fece ! Dar~e la colpa ad' u~ uomo solo, co~e a,ceusare un uo- . mo sòlo: della rovina. ~ostra, è troppo comodo ed ingiusto semplicismo: .non lo fece, perchè ~hi ~vrebb~ _do,vuto non lo seppe fare, perchè il t'ari? e!;igeva $Pipa dorsale infles; si bile e meditata convinzione dell.e pr'bpde idee: e n'è l'una nè l'altra si acqnisiscono ma rsorio dote e facoltà conna,turate, il. torto è, più, di c,oloro che, pur sentepdo che egli ne manca, lasciano un 'tale uomo a capo d'un partito è di quella preziosa e delicatissi~1a espressione lii esso .eh 'è il giornale! Comunque, il Lavoi·atore arruffianò in modo da c·0n– tenta.re - o scontentare - tutti con a_lt~rna vicenda.di mesi, cj1 gioi·ni ed anche tat volta .... di ore! Prfrua pre– stò' al più scamiciato massimalismo il più triviale dei frasari per affermare l'assoluto. e definitivo predominio del proletariato, e non sentì la funzione equilibra~ri~e che avrsbbe do_vuto compiere come giornale d'un parti~o che, effettivamente, aveva, più ancora che la maggioran– za numerica, il dominio morale di,l\a città: ai qon~rario, diede altro vino a chi era già ebr0 ! 'Poi, con soavi pa– role, coprì i. diss~I\si interni; colpì apesso il cerchio ri- · forroista - ahi, provate. mie spalle!,:-, battè qL1alcl,e volta, con timido atto d'audacia, la bo'tte massimalista; fu carne, fu pesce; diede relazio~e in dieci righe d'adu– nanza mov,imentatissime della se2ibne, durate due o tre. serate, e dimenticò di pubblicare notj:iie. a.oche pr0messe più· volte, dell'andamento di discussioni d'intHeRs.e vi– tale del Partito. Senza linea e senza voloutà, il Lavorn– tore,' oggi'· lodando e domani biasimando le tendenze stess!l, creò nella mass.a, che' avidamente, 'religiosamente lo leggeva per averne chiariti'. quei du-bbi - ed erano proprio dubbi di nàtura teorica! - che· il cozzo cont,i– nuo delle idee e dei fatti andava sempre rfnnovando in essa, creò, dicevo, della massa un se,:is9 di disgusto, prima, poi di scetticismo impotente, clie è stato, io cre– do, il fattore massimo della débacle social:sta giuliana.· ' ~,i. perchè 'di alcwni aspetti del socialisfl'lo giuliano. Qu'el'che occo.rre per riconquistare le posizi!)ni perdute.· Tutbo _ciò posto, molti fatt( rimangono chia1·iti, che cla.prima. sarti.nno parsi contradittorì; per ese.mpio, il carattere11onf esclusivamente negativo e catastrofico, con– servato abbastanza a lungo dal socilJ,lismo giuliano : e– redità del passato, imposta anche da coloro stessi che' alle forme rivoluzionarie credevano di non dover negare il co.11tribu,to della/loro attività riformista; per esempio, il continuo richia.marai alla P,rotezione· dell'Autorità co– stituita.1 fatto con ben maggior fede che no·n ci mettes- · sero,' uei loro scettiçi tu.viti, i massimalisti <lei, resto d'Italia: eredità anch'esso d'un passato' presso che lega– litario; per esempi.o, I~ nessuna resistepza alle violenze ro>tteriali degli avversa1·i, 1 conseguenza di una imprepa– razione, tra noi adctirittura tradizionale, all'uso d!llle armi; per .ese,npio, il rp.pidiss~mo sgonfiarsi d'el • fen·u– roeno • socialismo, e il suo rapido. straniarsi alla. vita del Pa~se dov'era stato, per hon 'breve tempo, .dominante e· detern\in:i:nt~: ·consegueri'za della mancn.ta educazione politic3: dei nuo,vi adepti e deU'insuffi"ci,inte preparazione, che di conseguenza veniva al Partito, a trattare gli in– teressi vitali del Pa,ese; per esempio, la •prevalenza nu– merica dei• comunisti - faUo unico in Italia __:_ dopQ Livorno ed a tutt'oggi:· conseguenza, logicissima ·an– ch'essa, del c0nfosionismo poli'ti~o e del crescente disa– gio nazionale ed econpmico della Regione Giulia, dei ,quali il.Partito del tant pis tant mieitx.ha ben ragione di 1 far suo: pro'. . Tutto ciò è naturale; l6gico. Ma quel cl-·.'è. illogico, enorme, è il disinteressamento dei 'vecchi compagni, il ,iloro ritirarsi dalla vita del partito, l'affievolirsi della lo~o vecchia, fede, il ·dìmenticare le viicchie a.bitudini della 'fatica tenace e. cotidiA na. Questa è la ragione ·del nostro irrimediabilmente _grave fiasco eJettorale; questa la ragione ·di tanti ,parziali successi 'che i comunisti· sono andati e vanno anèora otten_ei;ido da per tutto, dove c'è . da: soppiirntare qualcuno dei-,nogtri_, dn.·arraffare qualche cosa;, questa la ragione.per cu·i, mentre nel resto d'Ita– lia ferve un'opera di rinnovamenfo e di ricos~rnzione, la Venezia Giulia sgretola gli, ultimi avanzi deÌ recente, glorios~ nostro ')Jassato pol-iti~o, 'in una lotta statica con gli aVV{lrsari co~unisti, senza più contatto con la. vita del Paese, senza pres.a sui principali problemi, ,che· sono srstematicamente risolti al di fuori ·del nostro Parti•to. R.ifare? Si: •tutto: gli uomini e le _cose! 'E si può; e in che mtido? U~icamente: ritornando all'antico, con l'antica fede, , Ar,oo OBl!lRDOFER. .\.L'editore R. Bemporàd e figlio hft pubblicato, fra.le edizioni della Critica,Sociale: ' FILIPPO T'URATI Per ,un programma di ,r.icostruzio ne ec omi.ca Discorsi 22 e 2~ luglio \921 aij~ Camera• dei dep~,tati', .discutendosi le Comunicazioni del Gabinetto Honomi e l'Esercizio· provvisorio. (7ìal i·esoçonto stenografico). Un· voÙ1metto di _pag. 80: Lire 1.50 Sconti d', usci. per gli acquisti in blocco .. 'co'mmissi~ni e vagliaall'EditoreR. Bernporad e ~glio, Firenze, via del 1 Proconsolo 7, e M1ilàno, via Velasca, 2 - oppur-e alla Li,breria dell'Avanti•!,. via Settalit '22, Milano. LEVIEMAESTRE DEL' SOCIALISMO (l) ' I • / Un critico ~lq:u,anto o_stile, parlando., tempo aòclietro, in 'un. quoti<liarro di;;· Milano·, del volume che raccoglia i discorsi pronunziati dll-1Turati nei Congressi nazio– na1i del P. S. ,I. (1), e richiamandÒsi alle par;le del ~u– rati stesso, cç)ll 'le quali il Mondolfo inizia· la sua intro– duzione alla raccolta- (•una continuità di pensiero, UD!!– colleganza ed unit~ ideale, oh~ avvicina e fonde gli a,nni, uno spirito, sèl)'lpre il, medesimo,- èhe alita dentro •), le giudicava, piuttosto che coi;ne una ragione di compiaci- . ·mento, un argomento di condanna: l'autocondanna di chi confessa, vantandosene, la propria indifferente immo– bilità nel. vertiginoso roteare degli eventi storici. Giudi– zio superficiale ed errato: è forse segnc; di debolezza,ùi ,una dottri,:ia ·il fatto chi) essa sia capa~e di com-prendere e spiegare realtà ed esperienze maturate anche fungo (1) f;illppo Tu(atl, Le vie maestre del socialismo, a cura di Ro• dolfo .M:ondolfo (7ol. II della. Biblioteca 'di st,uli sociali, diretta da R. l,londolfo) Bologna, L. Cappelli libraio editor~; L. 16.~0 (per gli abbona.ti alla CRITICAL. 16)., • \

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