Critica Sociale - XXXI - n. 17 - 1-15 settembre 1921

~ .CRITICA SOC,iAtE I Termil!-ata la glo1·iosa epoca della guerra, quando l'industria dello sfruttamento d.ello Stato era l'unica industria e al festino di· Belthazar. sedevan'O uniti 'e concordi, tutti i ceti borghesi, arrivata l'epoca penosa e paurosa di pagare 'i dtibiti, la grande concoi-dia nazionale si è rnfran– ta. 'l'utti i ceti' borghesi: cercano ·di cacciare gli u~i- sugli altri i p'ési tributari. Riappare la clas– sica divisione degli ind·usfriali e degli agrai·i. Gli industriali dicono agli operai: Sono quei vampiri di agricoltori che tengono alti i prezzi dei viveri. Agitate_vi, agitiamoci per la vita a buon mercato. Noi no~ possiamo tenere i salari al li vello del tempo della guerra. Rispondono gli agricoltori: Non fidatevi; sono gli industriali, che hanno fatto i· milioni a bizzeffe durànLe la ' guerra, cui spetta di- provvedere a voi. Mettano fu"ori i quattrini che hanno na'scosti; noi non p~ssiamo ridurre i prezzi delle derrate. . · , 'l'ra gli uni e gli altri gli operai non hanno ragione di sceglière, ma debbono saper profittare della divisione che si è aperta; sopratutto deb– bono impedire che la divisione si chiuda, come già si pr_ofila, coll'universale comproruesso · del protezionism,_o. Tutti i· ceti borghesi tornano per ~al v_ia all'arrembaggio: armatori, costruttori, si– dernrgici, ·cartai, solfatari, ecc.; tutti- tentano di. rifarsi di accordo, cacciando sui ,:onsumatori, cioè -sulle ·masse proletarie, il _gravame. E questo è pegg+o, che la sirena borghese protez1ou~sta ·– ricattando gli operai con lo spettro della imme diata disoccupazione - cerca di associarsi i ravo' ratori, opponendo anche una volta, nello stesso nostro campo, gli interessi dei gruppi all'inte– resse della generalità. Ecco, il collabo1·azionismo che noi n9n deprecheremo _mai abbastanza. r,,_e masse, che hanno saputo veder giusta la linea della lotta di. classe nélla- gu.erra, mo_strerebbero di perderla nella pace, .in questa , pace. Nessuna più vera, nessuna più gran_de vitt.oria della cla.sse capitalistica di quella di riass0rbire in sè, dopo la guerra, la classe lavoratrice, col miraggio fans .tastico ed utopistic9 della ricostruzione per via · del protezionismo, nella sfrenata concorrenza na zionale ed' internazionafe. · Àzione diretta e azione parlamentare; ideologie~ realtà.' Intanto; però, la crisi che opprime i lavora– tori spezza nelle loro mani l'arme della az(one d-iretta - diretta contro tutti .. Lo sciopero gene– rale, la lotta di masse, non si puè fare quando gli industriali non aspettano c4e un pretesto per chiudere le fabbridle. Resistere senza rinculare è già una vittoria._ Rinculare poco ,sulle paghe, · sulle 8 9re, ecc. pare ,un compromesso utile. In queste condizioni, di quanto diminuisce 'l'utilità dell'azione di1'etta, di tanto aumenta il prestigio dell'azione parlamentm·e. Ecco comé i fatti hanno ragione delle ideq- logie presta bili te. Durante il periodo delle vacche grasse, g{an disi13tima. dell'azi0ne parlamenta~e; lo spirito ardente della· t"Ìvoluzione, ·nel se~so guerriero della parola, anima i propositi anti– parlamentaristici e sabotatori. Il mandato di Bo– logn_a ai deputati, è 'il non funzionamento del– l'Istitu-to borghese; l'annunzio del tocsin dei So– viety imminenti. ,Volge il periodo delle vacche 'l!'agre. Il corruccio contro le istiJ;uzioni J:rorghesi · q. Gino·Bianco non è scemato, è piuttosto, come ragion- vuole,· aumentato. Ma l' istintivo senso di vita della cl~sse lavoratrice la ta -tornare all'azione lega– litài·ia pa1·lamenta~·e. Tant'è che la tattica· non è un domma. L'opposizione :di classe perma– nenté .si adatta alle forme volute dalle circo– stanze. Ci sono tempi per la tattica forte ed - intransigente. Ce ne sono altri per una tattica più moderata e conciliante. Allora il compromesso non può più _respingersi a p'r'i01·i in nome della lòtta di classe. 11 compromessò è un mezzo di ottima lotta di classe, .anzi di vittoria ,di classe. Il compromesso in tanto è pòssipile in quanto i1 blocco borghese è scisso, in quanto ci:oè si può inçmnf'arsi tra le frazioni borghesi, ciò che nel , periodo precedente era impossibile. La legittim_ità socialista del compromesso, cioè di una co-Ilaborazione con alcuni ceti bor– ghesi a vantaggio del proietariato, contro certi ·al 1 tri ceti borghesi,· ha per' sè l'autorità di Carlo Marx ,che, nel Manifesto ai lavoratori dell'Inter– nazionale,· si compiace con gli , opt3rai inglesi perchè, destreggiandgsi tra tories e wighs, tra proprietari e industriali, strapparono la prima legge sulla giornata da lavoro (10 ore !). E Marx inneggia a tale fatto, come ad una ·conquista ri– ·voluzionaria. Accolto il concetto di agire posi– tivamente sul, terreno parlamentare, si ricono– sce la necessità di adire alle cariche dell'assem– blea, di partecipare alle Co~missio:ni 1 , di opporre · disegni di· legge a disegni di legge; di utilizzar~ i propri voti, in guisa da schivare il pericolo, inerent~ ad una negazione _l!istematicà, 'che· i proprii no indirettamente diventino· tanti sì per tntti gli assalti del_la estrema nazionalista, e con– ser;vatrice contro il Ministero, cosicchè in defi- . nitiva l'opposizione socialista diventi, per ec– cesso di méccanicità, una forza permanente di appoggio ai reazionari, conseguendo alla fine il risultato• di un peggioramento dell'ambient~ po~ litico generale ai danni del proletariato. Sotto la spinta della necessi~à, tb.tto ciò è praticato da tuhe le frazioni socialiste e dalla Direzione del Partito: ma se -tutto ciò è detto e teorizzato dagli odiati riformisti,- affinchè si svolga con la maggiore coscienza per il più grande vantag– gio. del proleta,riato, ecco che quegli stessi che lo praticano chiedono la loro .testa, strilla:ndo che ciò è collaborazionismo, incompatibile con gli ideali del Partito, e che bisogna separarsi! ... Le esigenze dell'azione parlamentare: manca un programma! Il vero è cb,e quest'azione parlamentare così intens,a, richiede dal Gruppo parlamentare un e– norme impegno di tempo, di studio, di prepa– razione, di cui l'eloquente negazione totale e fìnalistic1t non sente la neces~ità. Il ·gruppo do– vrebbe ·avere, per ogni_ periodo dell~ sua atti– vità, un p1·ogrammq concreto, schiettamente so– cia1ista nei suoi fini, accortamente adatto alle, circostanze nei suc,1 mezzi. E' il solo modo per salvarsi dall'inerzia e dall'~mpirismo. Noi non abbiamo mai discusso a fondo i progetti finanziari dell'òn. Giolitti, 'di una gros– solana invidia piccolo-borghese contro. i pluto– crati-, e li abbiamo votati; non tanto per con– vinzione che essi rispondess.ero alle necessità \

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