Critica Sociale - anno XXXI - n.16 - 16-31 agosto 1921
6'Rtlì'ÌCA §òòìAL~ , fo mai O quasi mai applicata,. e_l'onor~vole_Bo~omi n_on 110 io-uora i motivi. Anche q11111propri~tario - per ~n– euri,~, per inC11pacità o per impotenza - e l'eterno nemico della patriR ! . . L,~ formaz ione ,h 1 n1 C.onsorz1n iri"i:..uo supp_one _i_l con><enso e lu volont.i t d1H pt~priotnri, 111qnale il p1u spe~so è in ,l i fo tto, pe1·chè iI p1·oprietar10, per renderA i nigno il snn fondo, ileve i111piegare u.n c,q.Htale spesso_ 1 1 gun.le al vnlore ilei terrPno. E come fol Ricorrere al credito è grl\'voso e pericoloso. Potrebbe alienai,~ una 1,arte ùel 'fondo. Ma bisogna incontrare cl.elle br1gh~ e si tratta di un reddito n. lun_ga_ scadenza, che •andra a. beneficio dei Hgliuoli, pei quali s1 ha un amor~ sviscerato mA. sempre un po' minore di q1,1elloche s1 ha per se stessi! . Ep_pure, ripeto, si tratta di milion\ di ettari, e _non del solo Mezzogiorno, dei quali s1 ·potMbbe raddoppiare, triplicare, il prodotto e il valore. . . , L'onorevole ministro Bergamasco, che m1 .fa 1 onore "di ascoltarmi, e ,)he è il rappre~enta,1_1te pi~•gennin_o _del riso, non di quel riso che abbond_a.._.e mtend1amo. (Si ride) ma della risaia iombarda, 1:1a be01~s1mo co11;ela sua :C,omel– lina il Novarese il Vercellese siano stati redenti. dalla irrig&.zione, e cr~ando forse la pii'.1grassa borghesia dlii nostro Paern. . E l'esempio di quelle terr~ mi ha f~tto pensare molte volte so non sarebbe il caso ,11 cominciare a pensare alla concirpazione e a.ila irrigazione obbligatorie, c~e sare~– bero come a dire ... l'istrnzione obbligatoria dei te.rrem. ~ (Si ride,. " . Appunto per non_ parla~· semp)·e del M_ezzog1orno, come se non ci fosse rn Italia che ti Mez.i:og1orno, ~oi:iie se ll"on fossimo tutti diventati indecentemente mer1d10- 1,ali (Si ridei, permettetemi, signori, un ricordo .. ·.. Molti anni fa era sorta nel Nord una grande ~n1z1a: tiva quella. del Canale emiliano. Duecento metri ou!n d'acqua al minut9 secondo, derivati _dal Po p_resso Pavia, avrebbero irriga,to quattrocento mila ett~n d1 terre_no nelle provincie' di Piacenza, di Parma, <l1 .Modena, d1 Reo-gio di Bologna ·e l'opera sarebbe .al lora cost ata tre– cento 0:ilioni di lire'. Ma si calcolò çhe al capite.le l'opera non avrebbe reso che il due per cento. AffarA, dunque, sballato; non ne parliamo ueppure .. r~•i~,i~iativa, va .çang dire è stata abbandonata. ErA. una m1z1at1va considerata da ~o pnnto di vista esclusi.a.mente capitalist~. P~rci_ò il plits valore che il canale _avrebbe p~rtato. ~ll ltal1a, )I valore più alto delle terre, 11 va!1tngg10_ dei )iwo~aton, l'A.umento della produzione, le tndustr1e. der1_vate, c_he sarebbero sorte il formarsi di nuove borgate, d1 una vita più moderna e 'civile, i vantaggi che sarebbero venuti allo Stato anche sotto forma di imposta, ttJtto questo non contava uno zero. L~ logica del capitalismo è fatta CQSÌ. , I , Ora, in quella Relazione, ,ihe ho rilP_tto g1orn1 fa, snl Canale emiliano, fallito per l'orrore d1 questo famoso. rlue per rento, si cit:t la storia, ta,nto interessante, del Cannle Cavour. ' C'era stato Cavour; e questo costituì va una piccola. differenza fra allora ed oggi, ( Viva ilarità) ed anche, non ve ne offendete, tra 11:liuomini di Gover•no, com\) fra i deputati, di allora e di oggi. C'era dunque stato a genio di Cavour che aveva-dato vita al famoso Canale che do– vevA. iri:ig~re il Novarese., il Pavese, eccetera. Ebbene il Cimale Cavour ha redente. quella parte delle n~stre terre, ma la Società iniziatrice era fallita. Dunque, s1 concluse, anche la Società del Canale emiliano sarebbe· fallita. Senonr.hè quella decina di miserabili milioni •r,he banno perdute i concessioilarì dél Canale Cavour ebbe a riscc-utro le centinaia di milioni, forse i miliardi, gua– dagnati dall'Italia, non esclusi i proprietari della re– gione. Le lande incolte, i cosi detti •sabbioni• sono scom– parsi, ed è sorta la cultura del riso, u na coltura irrigua per la quale quelle praterie alimenta.no centinaia di ber– gamiUA con centinaia di o ap i di bPstiame e mandano il hurro in Inghilterra ed il latte a Roma, tornendone per– sino le Compagnie -ii navigazione. Ma; ripeto, ç:era· allora. it conte Camillo Benso di Cavour. un conte che qualche cosa contava, come osserva 'un freddurista che mi sta.accanto. Contava que! che oggi dnv\'0bbe contare la coscienza economica nazionale, la co– scienza 'd'uno Stato· degno dell'Italia. nuova, la _coi'cienza di una classe lavoratric,;, degna dell'avvenire e della pro: pria for~una. · Bibliot&ca-GtnoBianco · L'industriàlizzazlone agricola e le industrie eh; ne deriverebbero. Or qui le mie note si arruffano, essendo.rui m1111cato il rernpo d! pettina~l11, per q_uel·.vi'ziacoio maledetto di prepararli 1 d1scors1 all'ult11u1~Slllla ora... l'!e. sc?Ve1·ò ancora ·tuttavia qualche scheggrn, qualche minuzzolo .... lo uou ho bisogno cli spiegare .nHa. Camera quali siano gli effetti mediati di questo geuère di lavori. La 'industrializzazione dell'agricoltura non è soltanto l'agri– coltura· sono tutta una serie di· industrie derivate. Pe~sate soltanto che noi, colla Frnncìa, Bil).mo.i più abbonda;nti produttori di vino del mondo e, ipalgrado ciò, nell'esportazione, siamo ~ìnti d~ tutt~ gli altri, e perchè? Per la nostra inqapac1tà l'ndustnale e metcan~1le, per non saper dare il tipo c~stante, a~che pe~ la poca n?stra .... ma questo non lo dico, perche :fovre1 pr1,gare gli st,eno- grafi di non raccogli_erlo .._. (Commenti). , Sia pure che voi ab~llate capito_, !I_la ali estero_ 'non capiranno. spero, le reticenze rn italiano... \Ilarità - Commenti 1. . Nell'orticoltura, noi producevamo, ant-eguerra,·1~ ra– gionA di circa o,O0O lire per ett~ro,_ che , oggi .09-m~ar~ rebbero a circa 10 mila, 11che significa la poss1bil:ta d1 occupare, estendendola oltre i 160 mila ettari_ che le de– dichiamo, centinaia di migliam di .ll_'vc~·atfJr1. Ma no~1 siamo capaci di organizzare le sped1z~q_n1, gh rn~balh\gg), i traspo1·ti, i frigoriferi, ecc , e così s1 perdono I merpat1; tant'è che l'Inghilte rra. si pr?caccia ,le f~utt~ de.I, Sud, Africa e persino < le.ll 'Australta, mentre I It.aha è tanto più vicina. , . . , . . . La Grecia e l'Asia Mrnore c1 battono co1 fichi d1 Smirne. La Spagna, la Florida, le. California ci vincono ,cogli ag_rnmi, ~ei quali un tempo ~bbi_.mo-_iLprim1J,tò .. - Mi suggerisce 11 col_lega .B~ozz1, che e cosmopol_1ta, che ci arriva la pasta d1 Napoli. , da New-York! (l{arità): Un cibo si può direfondame_ntalede_lle mense_mgles1 ad americane è la marmellata d1 a1anc10. ~e 1! Pat>se • où. fien1."it l'ora.nger •, se le belle costiere ~ wo die zi• tronen bliihen, la.producessero snl lu?g-o d1retta_mente, sarebbe probabilmente più pro_fum~ta di quella_ spi:emut~ da aranci stanchi da lunghi vtagg1. Ma non siamo nep– pure riusciti a pop?le.rizzare e _diffondere 'all'estero I~ mormellate ai mosti d'1:rva, a cui talune nostre 1,1ve s1 prestano meravigliosamente. e P;efer!amo insorrere contr~ la t11gsa.sul vmo, in danno all erario e. a difese. degli osti e degli ubbriacl!mi. · - · · . . Noi siamo gli uni'ci prodntto1:i di ber'ga~?tto, e l'acqua di Colonia si fa, c1·edo, a Coloma.:. {Ilarifal. '· . · U mio amico Canepa mi iµsegna che ,invece si fa b– brica in Parigi ... 1Ilarità1. Evidentemente egli è piil COil)· petente di me in fatto di articoli di toeletta, di lusso e di volutt.:\ ... Il sole'dell 'Italia meridionAle matura a n0stro dispetto tonnellate di limoni e di e.çidità ... (Ilarità) e 7:1oi non sappiamo produrre su -larga scala n_eppure _l,ac1~0 citrico e ci limitiamo a quel miserabile citrato d1 calCJo per fis~are una ;sostanz a chimfca che poi vjene ela1!_orata e ci v,iene riD; 1anda.ta dall'estero. Nella fru'tticultura l'Italia conta zero, e il meglio_, che si fa è in quel Tirolo tedesco ohe abbiamo di recente acquistato, dove certo non brilla il sole ife! nc~st;ro Mez– zogiorno e delle isole. /Tutto ciò d-imostra che non esiste un'indus tria ve– ram11nte italiana, il_c~e è gu_anto •dire ?~e ci .~e.né~ una 3eria politica econom1ca, oiis1a una seria ·P?ht1c11-, se ~ , v~ro che la base della politica 9· l'ecqnoniia. ··Qul)sta e anche la vArità fondamenlale dfl social_ismo, eppure .la piì1 parte negli stessi sòcialisti banno l'aria di non so, spettarlo. Ma certo non lo ignorA. l'on. presijleote del . Consiglio, il quale, se potè descrivere • le_vie nuove ~el . ·socialismo,, è perchè ne conosceva anche le vec.ch1e. (Ilarità). ' Nècessità dunque di industrializzare la produzione, di organizzare la vendita, di creare, dove la proprietà è frazio nata. consorzì a.i proprietari, di tJli!Dinare. gli in_– terme, dia.ri inutili, di studi~re i gusti dei mercati' esteri, di ap11restare mezzi di trasporto co;nvenienti, di fare in, sommA. tutto q-uello che ~i fa in tutti g1i altri pH.esicivili. - ' Anche laddove le bonifiche furono fatte: e la coltqra è intensiva, siamo ben lung_i dall'ottenere la produziQne unitaria delle nazioni più-progredite. ·• · 1 •Mi 'è stato detto che, quando g1i Olandeei hanno-pen– sato a' quella. facezia che è il prosciuga.men,to del'lo iui• dersee, ·h!l,nho mandato dei tecn-ici in It11lia e. st'udi:are le n6stre bonifiche ferraresi, che·sono mèraviglid.sel ma hanno,
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