Critica Sociale - anno XXXI - n. 15 - 1-15 agosto 1921

cm'.i'lCA soctAtE · , facilitazioni di beneficeaza, ·non ·sistemi di politica di Stato. , ' Anche bi.sogna distinguere fra industrie nascenti e industrie che ~aun? fatto le loro ossa, ed .applicare qui la famosa teoria dr Herbert Spenc 1 r, giustà la quale i fanciulli hanno bisogno di' un regime opposto a quello degli adulti; per i primi la protezione è legittima, per gli altri la libertà è necessaria. ·, E guardiamo alla condizione reale del Paese. E' legittimo che ogni partito difenda certi int,ressi contro interessi _difesi da altri partiti; i;na non è lecito che alcun partito difenda interessi, i quaE si trovino IO antago':1ismo con gli ,interessi generali della nazione, Ora d1 questo esame, di questa .distiòzione, io non trovo alcuna traccia, nea.nche fra.· le righe, nelle dichia– ra.zioni, co~i circospette, così caute. così sobrie, fatte · dal presidente del Consiglio. Non certo per ignoranza dei. p1,obl-emi. · L'uomo che ha scritto Le vie nuove del socialismo non è, via, un'ana Eabeta \Si 1·ide). Egli conosce i pro– blemi, ma. forse li sotta.ce per spiega.bili preoccupazioni politiche. Vi soup iui1omma interessi eia uon urtare. Ebbene~ signori, io vi dico. che vi sono invece inte– ressi da urtare, e che noi non ~1sciremo da q 1:1,estadolo– rosa situaziouo s,.enon avremo il coraggio d,i urtarli for– temente, c;oraggiosamente, senza, rispetti umani. Allora soltanto, quando avremo fatto questo,' quando, avremo mostrato la 'volontà di. far questo, potrà 'il' Governo do– mandare la fiducia, perchè 1tllora soltanto potrà abban– donare il sistema delle blandizie malsane, della retic;ènze, degli inganni, Le proposte, del Governo. le non mi indugio, perchè ne parlò ieri l'onorevole Matteotti, sulle correzioni che l'onorevole Bonomi in– troduce nel programma finanziario, ·e disdegno la pi~– cola polemica per cui potrei domandargli dove egli era - egli era pure nel Ministero, e fors'anche,al Ministero del 'fesòro -- q nando quei provvedimenti furono ànnun– ciati e fucinati; quei provvedimenti che oggi si dovreb- . bero ritoccare così profondamente, da destare negli inte– ressati la speranza che- in realtà si mandino al diavolo: alludo alla nominatività dei titoli e all'avocazione dei sopraprofitti dj guerra. · Non ne fui mai entusiasta, Li votai obtorto collo e per disciplina, convinto com'ero, e non lo tacqui,. che· in quella forma non ·s1 sarebbero a~tuati, perchè non penso affatto che ogni angheria al· capitalismo sia per · ciò stesso utile al socialismo, Non ho .quindi rimpianti. Quando un provvedimento è annunziato, io_non, lo .giud_ico buono o cattivo, secondo che esso nuocé o giova al capi~alismo, bensì secondo che giova o nuoce alla evoluzione generale della società verso la mèta ch·e mi è cara, Dove in vece la mia perples~i tà diventa preoccupazione è di ·fronte a quel fascio di ogni erba, vorrei dire II quel minestrone--alla milanese, che appare nei provvedimenti economici che il Governo ci annunzia senza distinzione e.· senza _graduazione: case popolari, opere pubbliche, portuali, idrauliche, stradali, ferrov{arie, di· navigazione interna, di sistem1tzione man tana, opere di bonifi, a e di irrigazione, e in genere opere chi'\ migliorando il no– stro territor\o', lo pongano in grado cti produrre meglio e di più. ' • teressi locali. Se i lavori •debbo·no servire ,a prevenire davvero la disoccupazione, con un miliard o. potrete oc– cupare centomila, duece'i1tomila indivip.ui, mentre i di– soccupati saranno presto due o tre mìlioni. U'è, al :Mi– nisteS:o dei lavori ·pubblici, raccogliendo i dati delle Di– rezioni-generali, un insierue di lavori preveduti, fra bo– nifiche, opere idrhuliche e bacini montani, ponti e strade, acquedotti, navigazione· interna e ferrovie, per· almeno dieçi miliardi, e c'è un miliardo giacente, non as~orbito, non utilizzato, per mancan~a di sturli'i sufficienti e di progetti finiti. Dunque un miliardo è un'ironia. Per le. sole case popolari un miliardo potr'à bastare, (fate i conti sulla base di diecimila.• _lire per locale), forse per cinquanta o per centomila,famiglie, e con esso non si risc,lve nemmeno la 1 questione di una sola grande città:, . Con esso non bonificherete una sola delle plaghe mala 0 riche. Non estenderete a una sola regione l'irrigazioI\e; non creerete sul serio neppure una sola industria. Vice– versa, anche con un, solo miliardo, potrete fare tutte que~te cose, se non siA.'lo Stato che lo regala, ma se questo ·miliardo, o poco più, servirà a stimolare, a ga– rantire, A.integrare, ad ammortizzare i capitali, che dep– bono venire spontaneamente da·gli interessati-, dalle sane forze economiche nazionali ed 'estere. . E quando vedo àccennarsi alle economie, un tema· al qual;, abbiamo diritto ai essere diventati molto scet– tici, qua)ldo sento parlare di riduzione della burocrazia, senza accennare a nessun criterio direttivo che la renda possihile, torno a, diffidare. Ad. ogni modo mi domando; la visione è chiara? La volontà è precisa? I mezzi 7i sa· ranno? Lo strumento è adatto? Vi soccorrono criteri ben determinati? In tutto ciò il Goverrro fu invitato anche da altri a meglio definirsi. Auguro chu lo faccia.' Ed esprimo iJ?t1tnto il miojrnnto di vista, che è-quello di un socialista non ~atastrofico, che tiene l'occhio al. l'avvenire senza ~imenticare la realtà presente, che _non crede al aorgète miracolistico dellfl soèìetà avvenire dalla tabula 1·àsa del passato, e che vuole affrettare, p,ermezzo: della fo11za.del p'roletarjato e di tutte. le forze che pof• sono convergere ad essa, una realistica rinnovazione so– ciale, l'avvento cio è di u no S1;ato che sia l'ammini.st1\a– zione delle cose, e n.dn p iù l'organo di sopraffazione di una classe sulle altre. · Visipne generale del pròblema; ferro e carbone. Òccorre una visione generale; partire da ctò che è, per arriv:are a ciò. che dovrà essere. Ne ho parlato altre volte iri. questa 'Ca,µera, e mi riassumo rapidamente.– Ogni programma. ,li ricostrnzione sara fallace e illu- sorio, peggiorerà anzi la situazione, se non partiremo da . questa constatazi.pne pregiudiziale: chel'ltaliaèun p-aese 'povero,· infinitamente più povero di tutte le altre Nazioni europee con le quali IU e sarà in gara: che l'Italia ha una popolazione, ·che è aumentata per forza di inerzia • 1 (\lico •inerzia• per non usitre parole· sconvenienti) (Si ride), molto al di tà del suo sviluppo industriale ed agricolo. I La ricchezza materiale moderna, tutti me lo inse- 1' gnate, a parte la popolfzioae che noi abbiamo meravi– glim:a se fosse discipl~ata ed ed'llcata, è data essenzial– mente da due coefficit!nti: la terra, compredo il mare, e le miniere. L'Italia non ha miniere ed ha pochissima terra. Non può quindi alimentare, nè potrà' per lungà pezza alimentare i 40 milioni di abitanti che possiede. Lo· po– ~eva in tempi di economia chiusa, in quei tempi patriar– cali, quand9 i bisogni erano limitati; non lo può oggi, e abbiamo visto a .çhe approdii.rono i predicozzi dell'onore– vole Nitti sul consumare di meno, mentre la gente vuol Troppa grazia! E mi preoccupo della possibiiità di mandare avanti "insieme tutte·queste promesse; ·mi preoc– cupo più ancora dello strumento, che ci è annunciato sotto forma di quel Comitato interministeriale, che do– vrebbe - nella intenzione del presidente. del Consig)io ' - • evitare gfi attriti e le duplicazioni• (o non è fatto invece-per aggiungerne? A buon conto, a ·que\ 'che si ode, qualche attrito in proposito ha già cominciato a sor– gere in Consiglio dei ministri) e •·adeguare i provvedi-. , , vivere, e n·on bada alle giaculatorie dei Savonarola, mentre i1 111ondoè fatto più grande, e la-· vita 'rompe tutte le pastoie artificiafi dei moralisti. ment_i st!!ssi ai bisogni reali dPl paese,, · Mi· pi'eoccupo anche della cifra, pel'chè ho sentito parlare di circa un miliardo per opere pubbliche, che do– vrebbe µsci re dalle casse dello Stato, galla ricchezza col- . lett'iva che la guerra lia. di~trutto (altro a~salto, dunque, alla ricchezza colletti va in favore della. ricchezza priva.tal, senza che si A. fatto cenno dei sacrjfici, che dovrebbero venir sop;portati cl.a quella propr!età inerte e parassitica che essenzialmente beneficierebl,ie di j;utti questi ~avori. Ora, per tutto quel che vi proponete, un miliardo è nieri te se deve sovvenire e distvibuirsi per regioni, per fndust~ie, per numero di postulan_ti, ver riguardo a.din- lipteta Gino Bianco Limitiamoci all'esame del carbone e del ferro, che souo i fondamenti primi di gran, parte delle industrie, · Noi non abbiflmo carbone, non A.bbiar.10 ferro. La Germania, senza la Slesia, ha riserve per 200 miliardi di tonnellate di carbone, coll'Alta ·Slesia ne ha per 4.00mi.– li.ardi~ Il Regno Unito ne ha 200 miliardi. 60 e forse piu la Russia, altrettanti l'ex Impero Austro-Ungarico,40la Francia, 16 il Belgio, 9 la Spagna, 4 l'Olanda, infinita– mente pit1 gli Stati Uniti, senza conta.1;e le coloni_e e le regioni inesplorate. (Non r.'è che Pitalia che abbia co– lonie senza carbone), Ora, i 300 milioni di tonnellate' di carbone, che si attribuiscono. all'Italia, sono anche meno di quanto gli Stati Uniti producono in un solo anno, e pra– ticamente, come tutti sanno, sono poco o nulla sfru.btabili. 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