Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921
CntTJCA 8001ALÉ 105 Lazìoue rispetto a, quella dei Paesi la cui moneta J111, u11 prezzo pili eleva tu .. La climinuziuue del camb-io, che sarebbe stata salutata, in un re– centissimo passato, come un indice e una pro– messa di risanamento economico, pare oggi ag– gravare lo stato di sofferenza in cui ci dibattiamo. E intanto la sitnazione iuternazionale si fa sempre più cupa: nubi in Germania, nubi in Oriente ; segni di crAscente rivalità fra In– ghilt~rra ed America, fra America e GiappoBe; prtiparativi d'armi a tutti i confini d13llaRussia: senza contar le rivolte che sobbollono in ogni parte, come segni di insoftribile disagio, che non arrivano tuttavia ad essere rivoln\ioni liberntrici. Ma accanto a tutto ciò, che nessuna invo– cazione umana riuscirebbe ad eliminare e che potrà anche precipitarci. in una catastrofe, ci sono aspetti di questa crisi che la mala volontà di uomini aggrava e che la loro buona volontà potrebbe servire ad attenuare. Con questo intento riproduciamo più oltre \l testo ufficiale del di– scorso pronunziato alla Camera, nella seduta del 10 marzo, dal compagno on. Matteotti, perchè esso prospetta, con larga esemplificazione, l'organiz– zazione di violenza compiuta i~ una delle più progredite regioni a.grarie d'Italia. Non siamo mossi dall'intento settario di mettere in luce la responsabilità di coloro che oggi s'avventano contro il nost_ro Partito e la nostra Idea. Vo– gliamo piuttosto far sentire che ci sono coef– ficienti e forme di q nesta spasmodica violenza, che energia e_senso di responsabilità nel Governo e nei condottieri dei partiti politici avrebbero possibilità. e dovere di eliminare. Non sogniamo già - si badi bene - idillici e assurdi a0costamenti di uomini, che dimen– tichino le insopprimibili ragioni di lotta per vo!ger concordi tutte le loro forze a dar pace alla travagliata umanità. Ma pent'liamo che l'espe– rienza dovrebbe ormai aver aperto gli occhi a molti e averli fatti accorti che questo séguito di violenze con vulsionarie non risponde oggi all'in– teresse di nessuno. Il Governo, che volle fare una speculazione per i suoi scopi parlamentari, sperando di giungere alle elezi,mi con utl. partito socialista e un proletariato disorientati e di– spersi, con un fascismo screditato o reso odioso dagli eccl,ssi di violenza (che il Governo, anche per questo, tollera e incoraggia)~ tfeve essersi ac– corto a quest'ora che il suo· calcolo è già fallito. La reazione borghese, che è ricorsa alla delin– quenza fascista con la sp13rarn>.,a di disnrganizzare la compagine delle forze proletarie e render possibile u_na reazione a fondo sul terreno poli– tico ed economico, con l'aiuto anche della crrsi di disoccupazione che indubbiamente fiacca le forze sindacali, deve essa pure cominciare a sen– tire che - se il terrore riesce qua e là a disper– dere qualche Lega, a sostituire qualche bandiera tricolore a qualche bandie1:a rossa, a imporre la rinuncia a qualche conquista sin~acale - §.i vanno però preparando i coefficienti di un dies frae che sopravverrà terribile quando il Prole– tariato parderà la pazienza e sentirà tutta la perfidia del giuoco e dell'inganno che si è ordito ai suoi danni. E nelle file df'i partiti di estremà sinistra e nelle organizzazioni proletarie, quanti hanno Biblioteca.Gino Bianco senso di responsabilità e non fanno coni;istere uella temeriLà dei prupu::;iti o nella violenza de– gli odi o dei rancori il grado del-la propria co– ::;cienza rivoluzionaria già hanno sentito (e hanno daLo segno di sentire) che que:;ta guerriglia ac– canita e incivilEI non è necessaria e non avvicina di un passo al successo liberatore della iotta di clasi;e; anzi, mentre accresce inutilmente il nu– mero_·delle vittime, determina altresi deviazioni e ritardi. Costoro sentono oggi che anche le rap– presaglie ohe paiono giuste e utili a frenare, nelle contese di individui, le prepotenze avver– sarie, in queste lotte collettive servono solo a toglier la chiara nozione delle responsabilità e a ritardare quella reazione della pubblica opi– nione che ha un'importanza notevole a determi– nare il risultato della lotta. Oggi il Proletariato manuale non è maggioranza in Italia: ha biso– gno di aver con sè l'appoggio di alcuni ceti medi (artigiani, mezzadri, piccoli proprietari col– Li va tori, impiegati). che hon hanno interesse di– retto nella lotta, ma vi sono travolti dall'impos– sibilità stessa di rimanere indifferenti e neutrali, e pi::endono quel posto dove li spinge o una spe– ranza di maggior utile o una_ visione di giusti– zia; e sono• queste classi medie, lavomt,3 dalla stampa, borghese e sobillate con ogni mezzo di propaganda, che oggi formano il sostegno più forte dell'opera di reazione. Delitti stupidi e fe– roci, come quello di Milano, çome quelli tentati in più punti delle linee ferroviarie, oltrechè es– sere la pii.1 brutale negazione d'ogni aspirazione per il cui trionfo s'arrogano di lottare i loro autori, costituiscono anche il più valido appog– gio ba1ordamente offerto· alle pazze voglie cli rea;,,ione. Lottare dobbiamo, e non possiamo non lot– tare. Non c'illudiamo di poter armonizzare inte– ressi e il.spirazioni cont.radditori, di poter sop– primere il contrasto delle classi. Ma tutti dob– biamo volere che questa lotta sia spogliata d'ogni violenza inutile e che si eviti uno spargiment·o di sangne da cui nessuna delle parti può t.rarre un vantaggio effettivo e durevole. La CRITICA SocÌALE. LA,LOTTAGRARIA- NE L POLESINE Discorso _di G.MATTEOTTI allaCamera deideputali, 10marzo 1921. MATTEOTT.f. ... Nel Polesine la situazione offre un esempio così tipico, che lo stesso Sottosegretario cli Stnto agli Interni fì11almente hl1.dovuto riconoscerlo: Siamo in una regione cli tradizioni essenzialmente pacifiche. Forti lotte agrarie ed economiche si sono tra– scinate per mesi ed arini nel Polesine, e nessuno ne ha parlato, perchè non si sono verificati atti di violenza. Vi possono essere stati casi -improvvisi cli folle in– coscienti, ma noi ci siamo messi sempre cli mezzo con l'esempio e con la propaganda e anche gli avversarì possono testimoniare questa .nostra opera di educazione. Perciò il Polesine non·pareva dare col suo atteggiamento alcuna giustificazione alle incursioni e agli atti, ehe om vi si manifestano. Ma come si manifestano? Ecco quello che il Sotto– segretario cli Stato ha trascurato di dirci. Si manifestano nella forma pi11 orribile, che mai altrove si sfa Yistl1.. Come ai tempi del brigantaggio. Nel cuore delll1. notte, mentre i gl1.lantuomini sono nrlle loro cRse a dormire, arrivano i camion di fascisti nei paeselli, nel le campagne, nelle frazioni composte rl i poche centinaia di abitanti; arrivano accompagnati na-
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