Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921

. . CRITICA SOCIALE 101 lisli deve svolgere una funzione prevalentemenle tecnica, riservando la direttiva politica delle Ammini::;trazioni Comunali alla Direzione del Partito. Gli Enti locali no– stri hanno bisogno di un organo centrale, il quale studl ponder11.~amente i problemi che interessano la vita co– munale e provinciale, dia il la alle amministrazioni so– cialiste, e affidi al Gruppo parlamentare l'ufficio di pro– pugnare 'luelle ritorme che permettano agli Enti locali di svolgere la propria attività sulla base dell'autonomia. Fino l\d oggi è in vece mancato l'affiatamento indispen– sabile tra Lega dei Comuni e Gruppo Parlamentare; il che ha impedito la risoluzione, sia pure parzil\le, di quei problemi che i precedenti Congre~si dei Comnni Socia– listi avevano ritenuti cli necessità immediata. I Comuni, grandi e piccoli, si dibattono oggi nelle strettezze finanziarie. Le spese sono ~estuplicate in questi ultimi tre an uni e i tributi sono sempre gli stessi, o son cresciuti di poco Tutti gli inasprimenti p~nsabili e possibili delle varie tl\sse non sono sufficienti a compen-· sare neppure una terza parte dell'aumento delle spese. Le amministrazioni passate hanno, lasciato tutti i servizì in nn deplorevole abbandono e i capitolati nuovi del personale da applicare. C'è tutto da rifare. Il perso– nale preme, e giustamente, perchè lo si metta in condi-. ·7.io_ue di vivertlj il pabblico reclama il miglioramento e l'allargamento dei servizi, ... e i mezzi non ci sono. La riforma dei tributi si impone. E necessario, però, che i Comuni Socialisti precisino la propria. linea. di con– dotta, in materia tributaria, più di quello che non ab– biano fatto per il passato. Il Governo, col suo omnibus tributario, minaccia di togliere la tassa di famiglia ai Comuni, concedendo ad essi compensi irrisori. I Uomuni devono insistere perchii la tassa di famiglia resti a loro. La tassa di famiglia è la tassa più democratica che ci sia nel mazzo delle tasse; non bisogna cedtlrla, assolutamente. Sui ruoli della tassa di famiglia i Comuni possono innestare tutto il loro si– stema tributario e rLcavare gli elementi p,w integrare e disciplinare la assistenza dovuta ai cittadini. ln materia tributaria noi dobbiamo sostenere che i tributi comunali sianc, nettamente separati dagli altri tributi, di guisa che il cittadino sappia in modo preciso che cosa paga e per chi paga, · Noi domandiamo pertanto: che la tassa cH famiglia con aumen.o della progressività delle aliquote e con :lggiornamento delle deduzioni per il fabbisogno fami– gliare in misura proporzionata al minor valore della mo– neta - resti, come si è datto, ai Comuni; che la tassa d'esercizio e la tassa sul bestiame siano rese progressive; che sia istituita una tassa che colpisca il plus-valore dei terreni e dei fabbricati derivante dall'esecuzione di opere pub)Jliche 1strade, sventramenti, linee tramviarieJ; che sia elev!l-ta la sovrimposta sulla ricchezza mobile; che siano disciplinati i dazi; che sia istituita una tassa glo– bale tendente a colpire le manifesta:<lioni clel lusso; che sia migliorata. ia tassa sui vani. Ognuno sa che le Opere Pie rOspedali, Congregazioni di Carità ecc.) si trovano in istato di fallimento. La be– nefìceuza privata non arriva più a sopperire alle neces– Hità crescenti. Per poLer trascinarsi innanzi, molte Opere Pie furono forzate ad alienare i loro patrimoni di case e tli fondi, consumando nelle spe~e d'esercizio una parte del ricavato. Moiti ospedali dovranno chiudere i bat– tenti, se non interviene un sollecito provvedimento, BibliotecaGino Bianco Noi sappiamo che la ri~oluzione del problema della assistenza. ospedaliera è legato alla legge sulle assicura– zioni malattie, legge che viene avversata da molte parti interessate, incominciand0 dai Sindacati d'Assicurazione infortuni per arrivare ai medici condotti. Il Congresso dovrà fare voti, ed impegnarsi ad agitare il problema, affìnchè l'assicurazione malattia arrivi in porto. Ma sic– come occorrerà del tempo prima che la legge sia appli– cata, è necessario provvedere ai bisogni immediati. Noi proponiamo che la tassa 'd'assistenza civile, ap– plicata durante la' guerra per l'assistenza di guerra, sia mantenuta a favore dell'aRsistenza Comunale, destinando la maggior pa.rte di essa alla assistenza ospedaliera. Un altro degli importanti problemi che dovranno es– sere discussi dal Congresso è quello riguardante gli approv– vigionam ..nti e i consumi. Durante la guerra, in conse– guenza delle restrizioni dei consumi e dell'intervento dello Stato nell'approvvigionamento, sono sorte, in quasi tutti i Com•~ni, delle Aziende dei Consumi. In mezzo ai casaldiavolo guerresco non è stato possibile disciplinare l'azione delle aziende e degli Enti di Consumo, cosicchè si ebbero a lamentare non pochi inconvenienti, derivanti dall'accavallarsi delle iniziative e dal precipitarsi dei con– sumatori o degli accaparratori sui mercati ad acquistare merci, coll'immancatile rialzo dei prezzi, per effetto della contemporaneità delle ril·hieste. Ora che lo Stato, con grande giubilo degli specula– tori, ha tolto i freni e ha reso libero il commercio della più gr~n parte dei generi alimentari, le piccole aziende comunali sono ridotte al lumicino, essendo venuti a man– ci-re loro i rifornimenti che i Consorzì facevano per il passato, e non avendo esije i mezzi adeguati per tentare la concorrenza col commer~io privato. È necessario però far in modo che quanto si era tentato in questo campo non vada perduto e che li' aziende possano continuare a funz;ionare. Noi abbiamo proposto, d'accordo con gli al– tri relatori al Congresso, una organizzazione degli ap– provvigionamenti e consumi, seguendo questa linea: Aziende Consoi-ziali provinciali. - Compito: Approv– vigionamento, impianto molin i, frigoriferi, latterie ecc.; accordi con le affittanze collettive per il rifornimento dei prodotti del\a terra; accordi con le Cooperative di prod'uzione o impianti proprii per il rifornim,mto di tes– suti, calzature, cappelli ecc. Aziende Comunali. - Compito: Distribuzione dei generi forniti dalle Aziende provinciali, servendosi delle Cooperative di Consumo. Dove le Cooperative non esi– stono e non è possibile farle sorgere, apertura di spacci Comunali. Al sorgere delle Cooperative, gli spacci co- , munali devono essere ceduti a queste, essendo le Coope– rative gli organismi piì1 !\datti a compiere il servizio di distribuzione delle merci, anche per la garanzia morale che offrono ai connsumatori. Consorzio Nazionale. - Le aziende provinciali si uniranno in un Ente nazionale, il quale avrà il compito di provvedere ai grandi_ impianti, ai contratti per il ri– fornimento dei generi principali, agli acquisti all'estero. Allo scopo, convenientemente trasformato, potrebbe ser– vire il vigente Consorzio nazionale delle Cooperative ed Enti di Consumo. Con la conquista llei Comuni, da parte del partito Socialista, sono sorti e vanno sorgendo gli Uffici del La– voro. È necessario precisarne e disciplinarne il funzio– • namento. L'Ufficio del Lavoro non può sorgere in ogni più piccolo Comune. Soltanto nei centri di una certa

RkJQdWJsaXNoZXIy