Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921

1 orj CB.ITÌCA SOOIAL:t Lura!U1euLe dai capi della Agraria lo<Jale, sempre guidati d>1essi, poichò altrimeuti llOl1 sarebbe possibile -co110- ticere Jlell'o~curiti,, iu mezzo «ll« ca,upagu" tiperduta, lu caseHa del capolega, o il piccolo u!Ìtioi·edo Utticio di col- 1,,can,ento. 8i presentano davanti a una casetta e si seute l'or– diue: <.,'irconit01,e ta casn. Souo veuti, sono cento per– sone arrnate di fucili e cli rivoltelle. ::H chiama il capo– Jpgfl e gli si iuti111a Ji scendere. 8e il capolega nou di– sceude, gli si dice: '!)e non scencli ti bruciarno ta ca~a, tua muyiie, ·i 'tuoi figlioli. li cnpolega ,f,scende; se apro In porta, Jo pigliano, lo legauo, lo portano sul cmniou, gli fauno passare le torture piÌl inenarrabili fiuge11Jo di ,unnnzzado, cli annegarlo, poi Jo abban,lonauo in 111ezzo rtlla campttgna, uudo, legato ad un alber-o! ::,e il capolega è nu uomo di fegato e uon apre e adopera le 11rm1per la sua difesa, allora è l'assassinio immediato che si consuma uel cuore della notte, cento cou trv uno. Questo è il sistema nel Polesine. A Balar., li fatti sono consacrati tutti uegli stessi rapporti clell'AutoritilJ a Salara un disgraziaw operaio di notte sente bussare alla porta. « Oh i è?•, domanda. •Amici! , , gli si risponde. Apre e si accorge di a1 7 er ,lavanti una banJa di a1'mati. 'l'enta di riuchiudere -la porta; ma gliele impediscono co11 un piede, e attraverso alla tessurn venti colpi di fucile e cli rivoltella· lo Jisten– clono cadavere. A Pettorazz,i il capolega seute battere alla sua casa di notte, sempre cli uotte. Gli si dice che è la forza pubblica li disgraziato crede, apre. Lo prendono, lo le– gano, lo bastonano, lo trascinano per tutta la_ Provin~ eia di Padova, esponendolo al ludibrio cli tntt,, fino a eh~ lo abbandonauo in mezzo alla strada. Quel disgra– ziato ritorna a ca,ia, denunzia- il fatto, e il brigadiere dei carabinieri lo anesta ! ( Commenti). GALENO: E il capo della spt>dizione vien fatto ca– valiere 1 su proposta del 111iuistro di agricoltnr!), ! MAT1'EO'J'T1: A Pincara, piccolo paese in mezzo alla carn pagna, a mezzanotte arri va 1111 camion da van ti ali' Ufficio cli collocamento, una misc>rabile bicocca, una stanzetta. Non c'è nessuno dentro, ma per assicurarsene lll ➔glio i fascisti sp<1rano " mitraglia, di cui si ris-:on: trano le tracce sul muro. Non c'è nessuno; allora fuon la benzina e si l,rucia tutto. Poi vanno alla casa del sindaco, sempre dopo la mezzanotte, non lo trovano per puro caso. La moglie è all'ospedale, la figlioletta dice: • Mio padre non c'è'.· Non ci credono, lo vanno ricercalldo nei ;iiccoli riposu– gli, non lo t1·ovano, ma intanto una vittima la vogliono, e vanno più in là, nella campagua deserta, alla casa de~ capolega che dorme. Circondano la casa. Duecento colpi di m·,.>Schetto e di rnvolver punteggiano i muri della ca– supola da ogni lato. Il disgraziato scéncle e difende col petto l'ingresso della sua casa; cinquanta colpi crivel– lano la porta ed egli è ucciso nella sua casa stessa. (Commenti). Q.uando il disgraziato difensore della casa è caduto, con <lue colpi dentro il petto, clie~ro la porta.,che il-ifen– <leva, e la moglie lo sorrégge fra le braccia, entrano tio sono stato a vAdere la casa e ne ]10 riportata un'im– presBione tremenda) entra no inveendo,_ s'assicuran~ che il morto sia vera men te moi·to e s,motouo •violentemente il figliolètto, che con le sue grida dennnziava sulla strncla, nella notte, l'assassinio del parlre: Egli ne poi-ta sulle braccia ancora il segno nwlvagio! (Commenti). Ad Adria, pochi giorni or sono, è avvenuto un in– ciden t.e fra un fascista eù nn facchino. Il facchino fu ncciso dal fascista. Sarebbe clovuto bastare. Ma invece nella notte.seguente arrivano ancora i camio11, perchè i f',1scisti non (!rano paghi di avere ammazzato nu nomo solo. E vanno, dopo l'una L1inott.e, alla casa tlel segre– tario dolla sezione socialista, lo preuclono, 10 legano, lo portano snll'Aclige, fingono cli imrl\P1·gPrlo nel fiume, o di legarlo coi piedi dietro il , camion, e poi lo abban– do11ano legato ad un palo telegrafico in provincia tli Padova! E il • Corriere del Polesine•, l'organo degli agrad, ha il coraggio di far l'esaltazione !fi questo fatto selvaggio e vergognoso. Poi, s<1mpre nella stessa notte, mentre, naturalmente, i carabinieri dormono (poi– chè la Sottoprefettura era stata prPavvisata rn~lla gior– nata della spedizione fascista e quindi la consegna era di russare), mentre i carabinieri d0rmono, la stessa banda armata si presenta alla casa del presidente della Deputazione provinciale di Rovigo. Battono alla porta L1i. cas& , Chi è?•· • La forza•, risponr1ono. Perchè av- Biblioteca.Gino81ancù viene anche che molti della masnada sono vestiti iu di– visa, quando auche alle· loro gestii non parteci11ano~ come a Leudinara, teneuti del regio esei-cito actdetti alla , eq uisizione. Bauouo duuque, atcendo che è la forza pubb11ca. . . . Nelle disgraziate ~mpagne del Polesme ormai s1 sa che quando si battt d1 notte alla porta di casa, e si dice che' è la'forza pubblica, è la condanna di morte (Clom- 111mtil. l-lniucli alla cusa del µrnBiJ.,11te ,]ella Deputazione nou si apre. 'l'enLano· di sturzare 1,. porta, non l'iescouo; ~al tau o ~ul poggiolo lo, sforzano. J I disgraziato VLtole di– feudersi co11 ltI rivoltelb,, ma h, lllOglie <' la madre lo dissuadono, lo incluoono "fuggire. J colpi di rivoltell,i lo inseguouo quasi nudo per la 8trada. Egli va alla ca– Sel'lna dei carabiuieri, ma essi tardauo un'ora ad andare, perchè i carabinieri nou ci sono per mettere in ga.lera i delinquenti, che vanno ad assalire le case di uotte. E intauto la mas11acla peuetra uella 0asa; prend;i le donue, la moglie, la madre del disgraziato e colla rivoltella in pugno vogliono che indichiuo dove è nascosto. .J,; continua così la storia, ma nessuno viene, nessuno è scopei·to, uessunv si, chi siauo i delinquenti. . .Nella stessa via, uua viuzza di Adria, abitano gh Rgeuti investigativi; tutta la strada é a rumore, tutti gndano per quello che sta avvenendo; ma gli agenti in– vestigativi non sentono nulla e non s1 fanno vedere. ( Commenti. - Aposfrofi llatt' est?·ema sinistra al banco del Gove1'1io). L'ordine della C~mera del Lavoro : viltà. Notte per notte, giorno per giorno, sono così in– cendì ed assassinii che si commettono. Leggo sul • Cor– riere del Polesine », l'organo degli agrari, che. la Casa del Popolo di Gavello è stata bruciata; e uon si rlwe nemmeno il pen,hè ; perchè da parte nostrn, µer lo meno eta parte dei nostri orgauismi responsabili, non. vi è stata mai nessuna provocazione. L'ordine della Camera del ·Lavoro è di uon fare nessuna provocazione. L'ordine è: restate nette vosti·e case: non ri8pondete atte provo– cazioni. Anche it silenzio, anche la viltà sono talvolta eroici, Questo è l'ordine; ma, malgrado q nesto, si bru– ciano le Case del Popolo. E allora non è più lotta poli– tica, non è più· protesta, non è piÌl reazioue. Qui si tratta di un assalto, di u11a organizzazione di brigan– taggio. Non è più lotta politica; è barbarie; è medioevo. Dobbiamo noi combattere la lotta politica iu questa ma– niera? Siamo anche noi autorizzati a metterci su q1testo te1·reno? Ma vi levaste allora almeno di mezzò, voi del Govern0, e ci lasciaste combattere con dignità, a parità di coudizioni. E noi sapremmo mettere a posto i briganti. Il vostro intervento è intervento a favore dei briganti. 1.ticordate: gli anni scorsi, ecl auche quest' anno, quando l' Em!]ia era in fiamme per la lotta economica, la provincia di Rovigo taceva. Quando nello ~tesso Ve– neto, nella provincia di Padova, succedevano episodì cli vioh,nza contro gli agrarì, verso cui si agiva violente– mente per obblig~rli a firma-re, la provincia cli Rovigo tace~a. Vi furono cim1u" mesi di discussione, tre mesi di lo~ta agra,·ia, tre mesi di sciopero, ma con incidenti minimi, trascurabili. Se avveunero, furono episodl di vio– lenza improvvisi, imprevisti, di folle incoscienti. Ma dc parte nostra è venii.ta allora sempre la deplorazione, la sconfessione. Oggi invece dalla parte avversaria vi è 1a glorificazione dell'assassinio. Questa è fa differenza! Vi sono stati, anche da pa_rte dei nostri, atti di follìa, Un atto di violenza fu commesso a danno cli un cattolico partigiano rlell'ou. Merlin. Ebuene, noi lo abbiamo çle- • plorato;.lo abbiamo condannato. Non abbiamo mai fatta l'apologia di coloro che avevano commesso questi atti. E oggi l'assassinio premeditato e organizzato è ta ricom– pensa di q11,elnostro att~ggiamentò. Nel Polesine sono sempre state sconosciute le taglie, cl1e sono state ricordate alla Camem, T boicottaggi si contano sulle dita: sempre-nei paesi ultimi organizzati, e meno bene organizzati. Ma, lo può riconoscet·e l'onor, Merlin, dove sono avvenuti, uoi ci siamo intero;isati per farli cessare. Non disconosciamo, dunque, c.he errori siano stati commessi dalle nostre folle: erano da troppo poco tempo educate e venivano dalla guerra. Ma ci siamo sempre in– teressati e abbiamo sempre cercato di educarle. Nel Po– lesine non ci furono oftese al patriottismo. I nostri con– tadini non hanno disertato, non hanno avuto bisogno

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