Critica Sociale - anno XXXI - n. 6 - 16-31 marzo 1921

ORIT!CA SOCIALE 89 ripetendo, con significato di assenso, le parole che si at– tribuiscono a Lenin o a 'rrotzky, che cioè, per instaurare in Russia un integrale assetto comunista, occonerà un periodo di almeno cento.,anni·, s'imagitl!lQno che possano esser cent'anni di dittatura proletaria che imporranno . , contro le resistenze borghesi, il trionfo del Comunismo. Non c'è bisogno di dire che un regime dittato1·io come quello che vige ora in Russia, caratterizzato, non dal fatto che c'è un partito.o una classe che predomina, (chè in ciò esso non differisce in 11ulla da tutti gli altri regimi), ma dal fatto che in esso tutte le iniziative deb– bono essere disciplinate dalla forza coattiva del Governo e da essa guidate a un determinato fine 1che non è di conservazione, come solitamente avviene. di un ordine già esistente, ma d·i creazione di un ordi~e nuovo); uri tale regime non può clnrare più di pochi anni, senza di– sorganizzare e ~fibrare tutte -le energie attive della vita di un popolo. . Una ferrea dittatnrit può esser necessaria e utile, in un periodo di trapasso ,storico, per tenere a freno le resistenze che impediscon"o alle. forze nuove di dare allii luce il nuovo assetto; ma non può appunto dare un ri– sultato, se non in quanto queste forze spontanee siano state precedentemente generate dalla .stessa evoluzione e dissoluzione del vecchio ordinamento destinato a ca– dere. Non si maturann .nè, molto meno, si creano le forme di vita sociale con l'artificio di una dittatura. E appunto perchè - come fu detto ormai più volte la Russia era ben lontana, secondo 1Hnostra dottrina, dall'offrire le condizioni adatte all'avvento del Comu– nismo, così è evidente che, per noi, questo non potrà essere creato là neppure in un lungo periodo di dittatura. Lo sforzo di instaurazione del Comunismo che si sta compiendo in Russia non .rappresenta tuttavia un errore o un delitto politico, come qualche critico miope e su– perficiale può pensare. Ogni rivoluzione (se l'insegna– mento della ..storia ha qualohe significato) mira oltre il segno, al quale deve poi arrestarsi l'assetto nuovv che e~sa produce. Solò così essa riesce a sgominare le forze ostinate e cieche di conservazione. Si di;ebbe quasi che,•. per vincere queste forze, r-bbià. biso~no d1 chiamare a raccolta elementi sociàli che nel nuovo aqsetto non t~·overanno soddisfazione dt:i loro di– ritti e delle loro aspirazioni, e che non possono essere pertanto associati all'opera fattiva di rinnovamento se non in quanto intravedano un fine piu ampio (e utile per loro) di quell9 che potrà essere effettivamente rag– gim,to. La rivoluzione francese sarebbe stata sgominata, temporaneamente, da nn ritorno offensivo delleforzerea– ziona1·ie, se si fosse mantenuta entro l'àmbito, pin.tta– mente borghese, della costituzione del 17Vl. Fu necesaaria la· forza del proletariato,· messa in moto dalla speranz~ di una migliore e pit1 ampia gi_ustizia, per- distruggere à toujou1·s i germi del vecchio ordinamento e assicurare il trionfo definitivo del nuovo regime. Compiuta questa sua funzione, il proletariato è ributtato addilftro; e il Governo di Termidoro e il Direttorio e il Consolato e l'Jmpero costruiscono l'edifizio della società borghese sul solido terreno che la Dittatura del 'rerrore hQ.preparato.· Altrettanto, per quanto con evidenza meno plasti~a, era avvenuto nel sec. XVJ in Germani11., dove la g.iterra clei contadini (della quale Fed. Engels indicò le çause profonde e l'in~imo' significato) preparò 4uella secoln– rizzazione dei beni ecclesiastici dai cui vantaggi i oop• tadinirestaronq esdus.i, ffi\l,Chei principi degli Stati feudali e la nascente borghesia cittadina attuarono poi a proprio favore. Altrettanto, su per giil, avvenne, ancora in Francia, nel febbraio del 1848, quando il proletariato aiutò, col suo numero e con l'impeto.del suo malcontento, ad ab- BibliotecaGino Bianco ·battere il monopolio politico sotto cui 1:1110, ristretta oli– garchia finanziaria aveva tenuto il Paese nei J-8 anni della .m:oaa.rchia oxleanista; e dall 'ins.urrezione non trasse altro effetto che le sanguinose repressioni di cui fu poi vittima nel giugno, ma con essa aperse alla borghesia industriale la via della partecipazione al potere. * * ·'I.· Noi siamo pertanto convinti che la rivoluzione russa non potesse avere, salvo per quanto concerne alcuni par– ticolari, forma e procedimento diversi da quello che essa ba avuti ed ha Siamo 'convinti che essa non creerà di– rettamente il Comunismo, ma che aveva bisogno di crearsi un ideale comunistico per poter trionfare; siamo convinti che la Rns~ia usqirà dal periodo di crisi ri voi u~ionaria fissandos.i in un assetto che non rappresente~à il trionfo degli ideali che i bolscevichi oggi difendono, ma che senza quello sforzo il quale mirò oltre il segno cui, nello stato attuale d·ella Russia, era possibile arrivare, neppure quest'o segno si sarebbe potuto raggiungere. Noi abbiamo combattuto sempre contro le infatua– zioni_ di coio:i:o che rapp1:esentavano e rappre~entano la 'rivoluzione russa come il simbolo dello sforzo di libera– zione del proletaria,to mondi1;tle, e ne proponevano il me– todo e 1~ forma e i proc~dimen ti alla imitazione dei partiti socialisti di tutto il mondo. La rivoluzione di Russia non è espressione di un fatto universale, ma è il prodotto della particolare condizione d_i quel paese. Gli efletti che essa produce rappre'sentano un progresRo per la Russia; rappresentei,-ebbero un regresso per noi ··(figuriamoci poi per i paesi economi.:amente più progre– diti!) Creare la piccola prop_rietà significa per la H,ussia spezzare il latifondo fondale e iniziare il periodo di una più intensa produzione agricela e COHtituire un'insupe– rabile barriera contro il ritorno offensivo della reàzione; signifìcherebbE' per i nostri Paesi I dove pure l'appropria– zione individuale nelle terre per parte dei contadini sa– rebbe una inevitabile conseguenza, almeno temporanea, di un movimento rivoluzionario tipu russo) l'arresto dell'ev:oluzione verso una forma più razionale e ii;iten– siva di sfruttamento della terra. Non per. nulla' tutti noi, e i comunisti anche, ci siamo trovati d'accordo nel combattere, per considerazioni economiche (cùJlnesse con la tecnica agraria) e politiche, i progetti dei popolari per la costituzione delle piccole proprietà! Ma, pur essendo stati ed essendo contrarì ad· ogni imitazione occidentale della rivoluzione russa, noi cre– diamo di dover difeonere il vnlore e i diritti r1i quell11 rivoluzione, Lo schiacciamento di questa troncherebbe oggi il processo di trasformazione per cui la Russia si avvia _a ima forma più elevata di a~setto politico-sociale e cli produzione economica; rico~tituirebbe nella Russia qnella riserva di forze reazionarie che, con l'intervento del 18!19 in Ungheria, con l'Alleanza dei Tre Imperatori prima e con la Duplice Alleanza poi, ha per decenni gravato, ,e continuerebbe ora a gravare, sull'Europa centrale e occidentale. C'è, è vero, nella rivoluzione russa una raffica di sangue dolorosa, straziante, orribile: nessuno n~ ba più ·strazio ed orrore di noi. Ma chi può dire se fosse possi– bile abbattere ~on altri mezzi un regime di secolare violenza, come quello che durava in Russia da secoli e che l'assolutismo instaurato da Piétro I, raflorzato da Caterina II, consolidato dai suoi successori, aveva, da dnecent'anni, reso anche più spaventosamente cruento ed oppressivo? Agginngiamo che, come nella Francia di Robespierre furono gli intrighi della coalizione europea che costrinsero il Comitato di salute pubblica a più crn-

RkJQdWJsaXNoZXIy