Critica Sociale - anno XXXI - n. 5 - 1-15 marzo 1921
ORITJCA SOOI4LE :n specializzato nello studio delle lingue celtiche; Mac Do– nagh e ìl pro>sjdeute del governo prQvvisorio, Pearse, entrambi fucilati dagli Inglesi, erano, l'nno un chiaro poeta, e l'altro un t eorico della pedagogia. Lo Stato maggiore del partito, stret.to intorno a Griffith e a Va– lera, si compone di medici, di professori, di studenti, tutti assai giovani; niente uomini d'affari, industriali, banchieri: tutti devotissimi alla causa, dalla quale non possono attendersi per ore ~ltro che ooroere e supplizì. Il disinteresse assolut0 è, con la povertà e con lo spiri'to ,di sacrificio, il carattere comune a quei servitori dell'Ir– landa. Ma nell'idealismo o nell'intransigenza irlandese si trova una pinte formidabile di illusioni e di contraddi– zioni. Non è .:raro il caso di insorti che siano ad un tempo internazionalisti sp.inti-e chauvins !1.ppassionati. Il Sinn Feiu in generale non vede che il suo villaggio. Non soltanto, per lui, l'frl!l.uda è il centro del mondo; ma egli crede éhe anche pel' gli altri sia così: on·de la sua inettitudine a spiegarsi ]11 relat,iva indiffereuza del- 1' Europa verso la questione irlandese, e la sua ten– denza a,!,..esagerace -l'inflnsso dell'elemento irlaudese _in paesi esteri.Nessun Sinn Fein dubita che, se l'Amer'.ca. rifiutò di rntifìcare il trattato di Versailles e di aderire alla Lega delle Nazioni, ciò feee per nolil. disgustare i milioni diI r!a.ndesi che la popolano. Tuttavia c;iuesto spirito d'illusione non è privo di vant11ggi: esso genera un in vari" bile ottimismo e una corroborante propensione ad anticipaTe i fatti, a identi– ficarli con l'id-ea. Senza la facoltà dell'illusione l'Irlanda, nei tre secoli in cui sostenne una lotta così ineguale, sarebbe perita. Quali sono le pot!l)lze morali G-be dettano ai Sino Feiners il loro eroico contegno? Alcune d'indole personale: l'amore ilella gloria; l'emulazione, esercitanteai in no campo ristretto di persone che tutte si conoscono fra loro (l'Irlanda è un piccolo paese); l'ammirazione e l'amore che le donne e I~ fanciulle irlandesi, tutte infervor11te per la causa nazionale, riservano al cor11ggio e ·11 Ila co– sta.nza patriottica della gioventi'.1 maschile. Poi, i.I gusto del sacrificio, tutto irlandese, tutto proprio della clRssica terra degli asceti e dei santi. Il follc-lo1·e à' lrht,nda non canta i trionfatori, ma è tutto perv11so da una disperata tenerezza per la sventura. Il marlirio è bello anche quando è inutile: tanto più bello quando, come nella lotta per l'indipendenza, sarà certamente utile. Il movimento·Sinn Fein ogni giorno si diffonde, avanza verso le m&ta: la perseruzione ne moltiplica le forze; il trionfo è sicuro, perchè lo vog,liono Dio e la giustizia, ~erohè - cosi crede il Sinn Féin - lo vuole la"'Storia. · Ma se i 8ion Feiners nel loro mist.icismo svalutano o si nascondono le gravissime difficoltà della loro impresa, lo scrittore dP.11'articolo che riassumiamo le consiilAra pressochè insormontabili. Dai governi g i/i. 111leati dPlÌ'Tn– ghilterra nella gnena mondiale noche simpar.ie può a– spettarsi l'Irlllnda, che, durante l' iutiero co nflitto, non celò le sue simpatie per la G1mnania. Della q nestione irlantlese gli nomini pubblici americani si servono r"'r puri scopi di politica interna. Nell' 1rl-anda st!ls~a la re• gione più ricca, bencbè la meno vasta e la meno popo– loRa, l'Ulster protestante. è avverso ad ogni prog1·amrna di separazione totale 'dall' In(!.'hilterra. La terribile re– pressione svolta dal govel'IIO di Londra, ~he riempie le 08.rceri e deporta in massa gli insorti, inde'bolisce senza dubbio una fazione che non è in grado di sostituire indefinitamente gli elementi perduti, mentre l'lnghil– terra possiede risorse quasi inesauribili di 11omini. di armi e di denaro. Jl l,abour Pm·ty britannico pnò fare dell' irlando6Ha a buon mercato. poichè esso è lont.ano dul potere. Asquith è un generale senza esercito. Per qmtnto si può oggi giu~icarn. soltanto un prodigio pnò realizzare il piano dei Sinn Feine1·s. Ma talvolta ln sto– ria ha cono~cinto anche il prodiirio. Qualunque però sia l'esito 'dellR pres11nte campRe-na, il popolo irl1tndese conserverà per il Rinn Fein l'istintiva tenerezza che ba sempre nutrita per i bravi e neri puri. JJ Sinn Fein resterà l'eroP sfortunato al quRle o1!'ni i,•. lan-lese deve un ricorda fedele e 11nfedele amore. Poi cbè egli è il momento attuale dP!l'eterna protestn. il Sinn Fein non può perire come tipo d,-1 guerriero 1iazionale; se oggi Rarà vinto, risusciterà. col F!UO nome o con un altro; finchè giunga il suo giorno, il giorno della libera Irlanda, che potrebbe soltanto mancare nell'irrealizzabile iootesi della scomparsa della razza irlandese o della ri– nunzia di questa alla propria individualibà. ibUbtecaGin-oB.ianco ll 8inn Fein t1,ovò un paese che l'entamente andava perdendo la coscienza di sè, d,11 stw passato, delle sue condizioni, dei suoi fini ; in tra.prese l'opera ·augusta del rinnovamento spirituale, e la eortdusse,ad un'altezza me– ravigliosa. Avendo creato una nazione, ha lavorato per l'eternità. * •· * J l n0me dei Ourdi evoea .alle menti ·euro.pee il ricoTdo delle 11t,ragi di Armeni, Ìirl cui qnel fiern e fe-roce ,popolo astatico semhra essersi"t:iristamente • specializza•to •, Vl!loi pe'l· spohtaneo im]!rulso di fan81tism0 :ueli-gi@so,v.noi per– chè la barbara politica della Sublime Porta si serviva di quei fedeli sicarii ,per ba,ttere sugli A,rmeni eternamente insofferenti del dominio ottomano. M-a fuori di questa .loro selvaggia paTtico]:ivriti-., ben poco si conosce di questa pepolaz.rone aria, 1a qw:ale, a– bi tanllo '1a piÌ!l 'v'asta rngioue eom]JIFesad\,a la&fos@potamia e la ca.tena del T>1uro, forma tm fa,ttore }!)Oli•bio0 di molta impo1"t8nza oggi, meutre la • questione .mesopotamica • è posta all'ordine del giorno dall 'occmpa:zione ,inglese di quel!' antica provincia turca. Dei Curdi •discorve lunga– mente nel lY[ercm·e de F'1·,mc~ un OI">ientale,B. ,Nich,;tine, ohe l,i cou·osce molto bene, essendo stato per molti anni viceconsole russo a Ourmiah, nel cuore del Ouràis·tan. Le osservazioni fatte di persoi1-a ,sui lu@g..bie ·sugli abi– tanti, gli spettacoli a cui ha assistito, le indagini ·che ha compiuto, permettono al Nikitine di offrire nn quadro fresco e coloritq della vita e dei .eostl!lmi di q1.txel ,popolo bellicoso. I Curdi (cinia 3 .mi•liieoi dà anime) n0a -vi-y0110butti nei confini della vecchia Turchia. (Mesopotamia ·eA•rmenia1, ma pade notevole abita in territorio persiano. Parte di loro sono fra le rarissime popolazioni che condnccno tuttora vita nom!l,de, c.idme nelle età remote dei patriar– chi. Vivono divisi in tribÌ!l, che -stanaio fra 101·0 in rap– porti di pace armata, rrrnncano di un,pote1,e coercitivo ri– conosciuto e accettato, che regoli le relazioni fra i membti della comunità; la coesione s0ciale è assente, ,e ogni uomo arn~to è il giudice di sè stesso. Grande è, però, sopra questa massa amorfa, !'.autorità il.egli sceicchi, antichi, e venerati capi 1.1eligidsi, ricchi di berre e armenti, forniti di una forte•a\llt(:Yrità_anche po– litica. Per mezzo delle confraternite dei deFvisci, alle quali comandano, avvolgono tutto il paese in una rete di adepti impenetrabile allo straniero, che permette di mobilizzare. rapidamente le forzll>curde al momento vo– luto. La propaganda dei det·visci, tendente a rist1tbilire la pura fede mussulmana e la potenza d-el Califfato, è nettamente panislamica, e gli sceicchi sono avversarì in-conciliabili di ogni potenza europea. Anche i capi, diremo cosi, laici delle tribù (i cosi detti J(hanJ, il cui potere è ereditario, godono di molta influenza e di grande prestigio. Verso gli stessi Sulta);!i di C0stantinopoli costoro tennero sempre un contegno molto aHero, circondando la loro sudditanza di garanzie e di riseTve che la rendevano simile a una ijemi-indi- pendenza. 1 In fondo, il regime politico-sociale dei Curdi è ancora_ un regime feudale. Le ;vecchie famig1ie tengano molto alla. loro nobiltà, e hanno una genealogia ben stabilita: nulla di meglio per g.uadae;narsi I.a sim,patia di un capo cnrdo che parlaTgli con lode dei suoi illustri antenati. L'aristocrazia si compone di cinqu.e classi ben distinte, gerarchicamen.te subordinate l'una all'altra. Il nobile ese rcita la g iustizia sulla plebe, - e la più -dura delle pene eh 'egli possa applica·re •è l'espulsione dalla tribù, che equivale alla morte civile, e talora alla morte fisiologica. Per i reati di ,angue vige il diritto di vendetta e non sono rare le vendette sanguinose. Ma i parenti del– l'assassinato e l'assassino generalmente si mettono d'ac– corc1o per il pagamento di un •·prezzo del sangue•· L'a- 1 dulterio non comporta, inveee, comJ>enso in denare ed è sempre punito con la pena oapitale. . Accanto agli scicchi, ai capi-tribù e ai lorn bravacci, esiste un popolo opeiioso, che vorrebbe essere lasciato tranquillo al suo lavoro, ma non può perchè i capi, che vivonc, di saccheggi, lo obbligano a coutirune spedizioni armate, A differenza dai Tnrchi e dai Persiaai, i Curdi sono sp.esso monogami; la donna è presso loro assai più libera che nel resto dell'Oriente asiatico, e goverua la casa con piena autorità. Comanda ai servi, dirige la faroiglia durante le frequenti assenze del marito in ser– vizio militare: no n si v ela il viso come le altre mussul– mane. In alcune tribù.si trovano donne, disceudenti da
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