Critica Sociale - XXXI - n. 4 - 16-28 febbraio 1921

CRITICA SOCIAtE 53 cura che nel pensiero e nella pratica la ragione politica abbia preminenza su tutte le ragioni contingenti e sin– dacali. Possiamo constatare che sulla conquista del potere politico siamo tutti d'accordo; che dei mezzi confacenti al raggiungimento di tal fine nessuno di noi intende escluderne alcuno; che tutti riteniamo esser c6mpito del Partito organizzare i mezzi di educazione del Proleta– riato e di avviamento al nuovo assetto sociale cui ten– diamo, foggiare e perfezionare gli strumenti per cui si com– pie la conquista rivoluziona,•ia, venir creando gli oi·gani di sostituzione; che tutti siamo pur anche d'accordo che re conquiste parziali e Ìe forme contingenti d'azione deb– bono ~ssere inspirate e subordinate al programma mas– simo del Partito. Ma è evidente che questo consenso è fondato su tormule generiche, non chiare, non univoche; e se a un ordine del giorno di carattere generale e sin– tetico non era possibile chiedere una maggior specifica– zione di pensiero e, sopra tutto, una più precisa desi– gnazione del metodo d'azione, a questi intenti si dovra però mirare al più presto: e sarà il dibattito sui singoli problemi specifici, che a. Livorno non potè neppure es– sere iniziato, che darà. occasione a ciò. Allor9: esamineremo e stabiliremo se il concetto del– l'intransigenza escluda che il Proletariato possa accet– tare anche degli acconti o voglia solo significare che esso non debba assumere impegni i quali possano com– promettere la libertà e l'efficienza del!a sua. azione; ve– dremo che cosa si intenda di designare con le parole « conquista di tutto il potere politico•; vedremo sopra tutto (ed è questa la questione essenziale che comprende tutte le altre) in quali atti si intenda ravvisare la rivo– luzione comunista (o, per essere più chiari, socialista): se essa cominci ad essere solo quandu s'inizì la insurre– zione violenta contro lo Stato e contro tutti gli altri strumenti e istituti del predominio borghese, o se non consista anche in tutte quelle forme d'azionè, anche graduale e pacifica, che entro il presente ordinamento sociale vengono trasformando i rapporti fra le diverse classi, adattando- a esigenze e funzioni nuove gli isti– tuti destinati a sopravvivere nel futuro assetto, indebo– lendo gli altri istituti che sono form1·.zioni specifiche ed esclusive di un ordinamento sociale fondato su un pre– dominio di classi, foggiando o preparando gli istituti nuovi che :1 nuovo assetto esigerà. per disciplinare i nuovi rapporti e le nuove forme di vita sociale, *** Nella dichiarazione fatta nell'ultima seduta del Con– gresso, a nome dei comunisti unitari, il Baratono disse che, se è convinzione del Partito che la ri'i'oluzione debba avvenire domani, esso deve alla sola pn,parazione di questa rivolgere tutte le sue forze; ma se esso pensa invece che la rivoluzione dubba essere rimapdata anche soltanto a posdomani, ha l'obbligo di riempire il do– mani con 1ualche forma d'azione. Parole, con le quali, evidentemente, si intendeva spiegare perchè i comunisiti unitari ritengano possibile ed ntile la. permanenza nel Partito di coloro che hanno votato la mozione di Reg– gio Emilia. Ma il significato di quelle parole va pei: noi chia– rito, o corretto, nel senso che le forme d'azione asse– gnate come c6mpito di domani sono esse stesse già la rivoluzione; che rivoluzione ,è anzi già. l 'az_ione che ab– biamo compiuta ieri e ·che andiamo compiendo oggi, per– chè afferma nuovi diritti e nega e abbatte i principi che governarono sin qui la vita sociale e i rapporti fra le classi, perchè prepara e vien foggiando rapporti e isti– tuti nuovi. eca Gino Bianco Rivolu'zionaria è l'azione che conduce alla limitazione dell'orario di lavoro ranche se non abbassi in modo per– manente la quota di plusvalore che il capitalista trae dal lavoro dell'operaio salariato), per il fatto che pone una norma dove prima era soltanto l'aroitrio padronale. Ri– voluzioaaria è la forza dell'organizzazione operaia, che impone alla borghesia di attul\re l'assicurazione per gli nfortuni e ie altre forme di assicurazioni sociali, perchè afferma il diritto nuovo di chi era fino ad ieri solo og– getto passi-vo di sfruttamento. Rivoluzionaria è, per la stessa ragione, anche se non abbia av.:ito un epilogo in: surrezionale, l'occupazione delle fabbriche; rivoluziona– ria la conseguente conquista di una legge, sia pur monca e imperfetta, sul controllo delle industrie. E non importa che queste 1·iforme siRno date dalla borghesia con l'intenzione di salvarsi di\ un immediato attacco a fondo e di conservare così il suo predomi,nio nella So– cietà: ciò non toglie che la borghesia sia costretta, per introdurre queste riforme • d\ salvataggio•, a violare i principi che hanno sorretto Hin qui il suo predominio, innestando germi di diritto proletario sul tronco del privilegio capitalistico. D'altra parte noi potremmo accogliere il pensiero che quelle riforme.abbiano veramente la potenza di sal– vare dRlla rovina il predominio economico-politico della borghesia, solo nel caso che considerassimo la rivoluzione che dovJ"à abbattere quel predominio come un prodotto esclusivo di fattori psicologici, cioè dell'irritazione, del malcontento, degli istinti ribelli, ad acuire i quRli serve certamente mantenere il proletariato in condizioni di di– sagio e di oppressione, secondo il principio del • tl\nto peggio tanto meglio!•· Ma per noi, invece, la rivoluzione è sopratutto i,l prodotto, necessario, inevitabile di fat– tori economici; l'azione dei fattori psicologici è stretta– mente condizionata da quelli, sicchè anche la più vivace e potente esplosione di sentimenti e volontà ribelli non gioverebbe a creare un ordinamento sociale, per il cui avvento mancasse la necessaria preparazione delle c,on– dizioni esteriori'; il suo effetto più notevole sarebbe quello di esaspe):are le forze di rel\zione e di difesa i usi te nel regime che si vuole abbattere. Noi possiamo e dobbiamo invece tenere conto sott'al– tro aspetto dei fattori psicologici, in quanto essi operano secondo il processo di trasformazione dell'odinamento sociale. Ad ogni forma di tale ordinamento corrisponde una deterruinat11 concezione giuridico-morale, che è un forte presidio a difesa di quella. Ognuno sa quanto, a mantenere il predominio incontrastato dei latifondisti nelle campagne, siano giovati la :mpina tradizionale de– vozione J?rofessata verso di loro dai contadini, e la dif– fusa concezione giuridica che assegnava al proprietario il diritto di disporre delle terre secondo il suo interesse e la sua voloptà, senza dover rendere di ciò conto a nes– suno, senza obbligo di ascoltare i desideri del coltivatore e di rispettare le sue esigenze e le stesse necessità fon– damentali della vita ~ua e della sua famiglia. - In– troducete una riforma in cui sia insita anche una em• brionale enunciazione del principio che la terra non deve servire solo agli i11teressi o ai capricci del proprie– tario, ma deve provvedere a uua ne~essità e a un inte– resse sociale; e voi avrete creato nella stessa_ opinione pubblica una situazione nuova, che opporrà minori re– sistenze ed aprirà. anzi l'adito ad ulteriori più audaci trasformazioni. Perciò, se la legge sul controll'J, una volta approvata, avesse a dimostrarsi in gran parte illusoria, certo per– derebbe la sua efficacia di addestramento delle maestranze operaie alla gestione dell'azienda e dell'industria, ma non perderebbe del tutto il suo valere di conquista ri•

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