Critica Sociale - anno XXXI - n.3 - 1-15 febbraio 1921
ORtTICA SOCIALE _________ ..._ __ ____ ___;__ 41 quelle a cui erano giunti nel 1917 l'Ia.nnacone e il Catani, potrebbero essere sottoscriLte da qualunque liberista e potrebbero ottenere il pie– no consenso di tutti i socialisti, se il Bianchi non avesse 1\-VUto il torto di giungere a q-uesta invocazione di una side,rurgia trasfc;mn11-t~,che sarebbe in sostanza una siderurgia d,i acciai spe– ciiùi e di semilavorati, attraverso una difesa del– la. siderurgia qu,1,tl'essa è attua~mente in ItaHa 1 di una industria, cioè, che produce in grande prevalenza materie grezze, che non pos1:1ono re– sistere alla concorrenza stranie,ra se non con so– vraprezzi altissimi, che da,n,neggiano e nnire.b– bero per rovinare tu,tte le industrie che da essa dipe.udono; ed in qua.sta difesa, che non e:r;a, affatto necessaria per le conclasioni a cui eg\i è arrivato, il B~anchii nel suo desiderio di assu- - mere l'atteggiamento imparziale deli'arbitro f:r;a accusatori e difensori della siderurgia, è ricorso ad argomenti che, mentre possono trovare unç1, gittstifi.cazione nella sua. grande fede ottimistica., non sono affatto suffragati dall'esperienza, eri hanno intanto servito mirabilmente ai fini im– mediati di quegli stessi finanzieri siderurgici\ che egli si prometteva di combattere. Il Bi:;i.nchi, infatti, come O'/"ede alle grandi ricchezze mi ne rari e del nostro suolo inesplorato, c1·ede anche alla naturalità di una industria side– rurgica italiana, e vi crede peruhè, secondo lui, non è affatto vero che noi sfamo così poveri di minerali di ferro, come finora si è universal– mente affermato. Egli accetta - è vero - le cifre date da Iaunacone e Catani, se.condo i quali la consistenza accertata di tutti i giacimenti di minerali di ferro era, nel 1916, di 20 milioni di tonnellate, mentre la consistenza '!(1'obabile, se– condo i calcoli, n~turalmente ipotetici, del prof. Stella, non supererebbe i 40 milioni. Per provare- che siamo ricchi egli non si ..: ,ferma al confronto troppo sconfortante fra i no– stri 20 milioni ed i 22 miliardi accertati fi– nòra per tutto il mondo ; ma pre,nde come_ si– curi i 40 milioni probabili e, limitando a 400.'000 tonnellati:i di minera,le il consump annuo, arriva alla conclusione che ancora per un secolo noi potremo fare della siderurgia col minerale na– zionale. E intanto non avverte che in nn solo anno, nel 1917, furono estratte più di \:l00.000 tonnel– late, e che per provvedere all'intero fabbisogno nazionale, in anni di pace, sarebbe necessaria l'estrazione di almeno 2 milioni di tonnellate, per cui le riserve acce1·t(],te verrebbero totàlmente esaurite in un solo decennio. Per un indu,tria natu1·ale ci pare davvero una bella alternativa ! O distruggere in 10 anni tutto qu~l po' di ferro che esiste ancora in Ita– lia e che potrebbe essere preziol'\O in un mo– mento di crisi totale degli scambi, oppure ri– dursi a non poter soddisfare che ad un quinto appena del fal/bisogno attuale, destinato ad au– mentare di anno in anno! Dall'altra parte la mancanza di carbone non ha per il Bianchi una grande importanza, per– chè si tratta, secondo lui, di un quantitativo as– sai modesto - 300.000 tonnellate appena -, che può anche essere sensibilmente rido.tt.o da un sempre pii1 largo uso delle ligniti nazi0nali e della energia idroelettrica. Ma questi suoi argo- ibliotecaGino Bianco menti ottimistici gli sono stati demoliti, /ìe pur ve n'era bisogne;,, dagli stessi difensori a_uto.riz– zati della grande siderurgia, e per il loro buon moti-vo. Il fabbisogno di 300 :p;iila tonnellate è so),tànto - e caloolato auche con una parsimo– nia eccessiva -· quello degli alti foi:ni ; ma, mes$e assieme a questi tutte le ferriere e le ac– ciaierie, il fabbjsogno saliva., prima della gue:r;ra, ço o:ie ha co1;>.fessatol' on. Bignall\i, a quasi ~ mi– lioni di tonnellate. ~lt,o che quantità trl}.scura- . pile ! In UJ;>. periodo in cui l'Xtalia i,mporta ap– pena 5 milioni di tonnellate di carbone, di cui quasi tre milioni son destin1;1,tialle ferrovie, tutta la restante dispouibilità do-vrebbe esse.re riservata. alla siderurgia ! Nè ha foIJ,damento aloun0, la : 6:duc ia che il Bianchi manifesta i~ ogni @ccasione p.er le ligniti nazionali, la cui produzione annua d 9po l'i.1,r– mistizio è discesa, nonostaµte i prezzi in,sper1;1i– tamente elevati, da 2.171.000 tonnellate ad 1.158 000, costituite per la massima pa1te da li– gnite xiloide, e che assai difficilmente potrà a– vere un avvenire migliore, perchè, come ci con– fessaYa l'amministratore delegato di una delle maggiori società lignitifere, il giorno in cui la sterlina scendesse a meno di 50 lire, la maggior parte deUe miniere italian'<l non potrebbero resi– stere alla, concorrenza del carbone inglese e do-– vrebbero sospendere la produzione. - Resta sempre - è Yero - la spera.nz_adei forni elettri•ci. Ma anche in questo campo preferito l'on. Bianchi si è dimenticato del lato fonda– mentale della questione, eh.e è quello economico, e gli oratori che lo hanno seguito h.an gettato molta acqua diaccia sugli entusiasmi su oi e del– l'on. Beretta. Nel p_aese, obiettava il Bignami, dove l'energia idroelettrica si può avere più a buon mercato e dove se ne sono fatte le_ mas– sime applicazioni all'industria siderurgica., in Isvezia, su 824.000 tonnellate di ghisa ~e ne pro– ducevano, nel- 1917, solo 64.000 coi forni elet– trici. In Italia la sìtuozione è assai peggiore, perchè tutta l'energia eletti.ica a,ttualml:lnte di- , ' sponibile è _insufficiente a,i bisogni, ed. i nuov~ impianti hanno un costo che supera per lo meno 7 volte quello del temP..o di pace. Per tutto ciò i siderurgici ed. i deputat\ che meglio ne hanno espresso il pensiero hanno ri– conosciuto che la loro industria non può vivere senza il carbone d'importazione, ed anzi il loro rappresentante più sincero, l'on. Olivetti, ha mosso aspri rimproveri al Governo, perchè ha lasciato che si spegnessero gli alti forni, resi– stendo all'onestissima domanda dei grandi indu– striali del ferro, i quali pretendevano che il car– bone, proveniente per via di mare, fosse loro ceduto al prezzo a cui era computa_to in conto , riparazioni di guerra il carbone tedesco prove– nisnte per via di terra, e cioè a 170 lire la ton– nellata il litantrace ed a 240 il coke metallur– gico, in un periodo. in cui il . carbone inglese era rispettivamente quotato in Italia a 700 e ad, 850 lire la tonnellata! Quasicchè le spese ed i danni della guerra le avessero sostenute sol– tanto i siderurgici e che ad essi, e non a tutti i contribuenti, dovesse essere riserv'ato il van– taggio delle magrissimi.' riparazioni! Nonostante queste confessfoni, l'ou. Bianchi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy