Critica Sociale - anno XXXI - n.3 - 1-15 febbraio 1921
CRITICA SOCIALE 45 netti l'alcoolismo e il nicotismo. L'inchiesta che io ho di recente condotto in provincia di Milano, per incarico della Commissione nomina,ta dall'Umanitaria, e di cui era presidente Pietro Albertoni, ha datl:>lo sconsolante risultato che il 27 ¾ dei ragazzi al di sotto dei 18 anni ha acquistato, in provincia di Milano, il deleterio vizio di bere in misura eccessiva. Per l'avvenire del socialismo, della futura società collettivistica che noi vogliamo formata da uom_ini sani di mente e di corpo, coscienti déi proprì diritti e doveri, urge migliorare, fortiftcare le nuove generazioni, sulle quali devono già farsi risentire i profondi turbamenti. fisici o psichici' a cui sono soggiaciuti i genitori nel ter– ribile periodo non ancora chiuso. Il proble'ma è complesso, di non facile soluzione, e noi dobbiamo discuterlo, propagandarlo molto più di quanto fino ad ora sia stato fatto. A forza di illuderci e di illudere di potere mutare l'odierno ordine sociale con discorsi o scritti più o meno violenti, noi finiamo col dimenticare i problemi ,eramente vitali, che, quando fossero opportunamente risolti, porterebbero alla ribalta della vita politica del paese una schiera innumerevole di giovani compagni, fisicamente e intellettua:mente prepa– rati ad imporre la loro volontà, ferma e cosciente, di un regimè sociale fondato sulla vera uguaglianza, nei doveri e nei diritti, di tutti quelli ~he sono socialmente utili, che lavorano e producono. Fra i capisaldi del nostro programma dobbiamo as– solutamente annoverare i prov~edimenti concernenti la salute e l'istruzione dei figli dei lavoratori per tutto il periodo 1ella crescenza che, come abbiamo visto, non possiamo limitare al di sotto dei 18 anni. L'esperienza di ogni giorno dimostra che la propa– ganda contro Bacco, Tabacco e Venere, come sr fa oggidl, o a ragazzetti immaturi nelle scuole di primo grado, o nei corsi fe~tivi o serali, oppure nelle conferenze a gio– vani assolutamente impreparati per capirne l'importanza, non reca che ben scarsi frutti. Bisogna istrufre, bisogna dare ai giovani proletari almeno quel tanto di coltura· generale che, bene o male, si impartisce nelle scuole classiche ai figli della borghesia, bisogna infondere loro, ripeto, il desiderio di soddisfazioni di ordine spperiore che l'alcool non può dare, bisogna portarli a quel punto di &viluppo mentale che permetba loro di. comprendere chiaramente ,che, se- è vero che J-a; nostra esistenza ha bisogno di svaghi, di piaceri materiali, è però necessario di non eccedere, di non andare al di là di quel limite che, mutando il piacere in vizio, turba, altera, scompa– gina la delicata trama del nostro organismo. Questi benèfici ri~u.ltati ,non si potranno raggiungere, se non quando tutti i ragazzi, indistiutamente, senza differenza di ceto o di sesso, avranno l'obbligo dell' i– struzione fino a 18 anni, e l'istruzione non sarà solo -t'eonica, professionale; ma comprenderà altresì la coltu– ra generale. A questi giovani, seriamente preparati a rac– cogliere il buon seme, noi potremo dimostrare con suc– cesso i danni irreparabili del!' alcoolismo, del nicotismo, dei disordini di ogni qualità e natura. · Questo per quanto riguarda l'istruzione; ma noi do– vremo pure nutrirli sufficientemente e razionalmente, allenarli a tutti quegli esercizi fisici che nulla hanno a che fare con lo sport piì1 o meno industrializzato, e che mirano solo .al sano, armonioso sviluppo fisico. E non è tutto qui. Il probler,1a della casa è pure fattore necessario per crescere sane, robuste genera– zioni. Deve cessare lo sconcio di intere famiglie, la cui abitazione si riduce ad una o, al più, a due stanze. Se– condo le statistiche del collega e amico Prof. Bajla, nel 19H, nel oent:ro urbano di Milano, il 18,6 della popola- ibliotecaGino Bianco . zione viveva in abitazioni di una stanza e il 36 0/ 0 di due s.tanze ! Queste condizioni, non occorre dimostrarlo, sono ancora peggiorate - e assai peggiorate - durante e dopo la guerra. Come possono crescere i figlioli in si– mili ambienti, spessQ,_mancanti di aria e di luce, e dove le µiù gelose funzioni dell'esistenza quotidiana si com: piono in una indegna promisc!lità? La tutela della salute- fi$ica e spiritua'le dei figli del proletariato è, come abbiamo già rilevato, problema straor– dinariamente più arduo, la cui soluzione. richiede una trasformazione radicale, nell'odierno sistema capitalistico, non solo d'istruzione, ma anche di lavoro. Se i ragazzi dovranno essere tutti istruiti fino ai 18 anni, verrà ne– cessariamente a manc~re il _loro lavoro manuale, oggi così malamente sfruttato, sia perchè le leg;_gisul lavoro dei fanciulli non esistono, si può dire, che sulla carta; sia perchè manca ancora ogni dato scientifico sicuro sulla' potenzialità lavorativa al di sotto dei 18 anni. Il lavoro eseguito 1 ora,dai ragazzi - non ancora diciottenni, dovrà essere effettuato con mano d'opera più costosà, ed inol– tre i sal~ri ·dovranno automaticamènte aiùnentare, p'erchè, mancando il ,guadagno dei figlioli, i genitori dovranno essere, compensati con maggior reddito del proprio lavoro. Nè va dimenticato che tutti questi ragazzi, ai quali noi prolungheremo di alcuni annni l'istruzione obbliga– tor'ìa, dovranno esserè alimentati secondo i loro bisogni, e richiederanno un numero d'insegnanti di gr:J.n lunga superiore a quel'lo odierno. Nè si può infine trascurare la necessità di cure marine e d'a'Jtra natura per i più deboli della nuova scolaresca, la quale ci renderà più tardi in salute ed energia fattiva tutto queUo che noi fa. remo per lei. Una riforma, com/3 quella che sono veuu~o abbo~– zando, non potrà essere attuata sénza una spesa ingente, ed avrà, per ragioni intuitive, fieramente. coutraria la classe capitalistica. Questa, che ha creato per i suoi fi. gli le costose scuole medie e sup,niori, di cui i lavoratori non possono quasi mai usufruire, per quanto concorrano largamente a man,tenerle, è bensì disposta a largire ai figli dei proletari quelle nozioni tecnieha che possono , servire ai suoi fini di sfrutta,mento industriaie ed agri– colo, ma non vorrà certo sopportare le spese di una tra– sformazione radicale dell'odierno sistema d'istruzi'one, che dovreb_be compiersi a tutto suo danno. Io mi auguro però che tutti i compagni, i quali giu• starnante pensano e sostengono che il socialismo è un divenfre, si occupino e preoccupino dell' av:ven-ire delle nuove generazioni proletarie, perchè la nuova società Sflrà quale noi sapremo plasmarla. Quando noi avremo effettivamente innulzato il li– vello intellettuale delle masse lavoratrici, quando avrèroo formato in loro una coscienza igienica, noi potremo dire che quel nuovo ordine sociale cui anelia_mo è g1a m atto. Popolo così fatto vorrà e sa;prà, per ras et nefas, conquistarsi una casa che meriti veramente tale nome, una alimentazione lazionale che appaghi il gusto e sia realmente riparatrice, e tutte quelle soddisfazioni dello spirito che, patrimonio oggi di un ristretto numero di privilegia~i, alli~teranno domani, nella-Comunità sociali– sta, le ore libere dal lavoro quotidiano di tutti i snoi componenti. Quel giorno noi vedremo risolto ad un tempo il tri– plice problema, economico, culturale ed igienico. Prof. Angelo Pu.gliese. Ohi non tiene alla rnccolta ci fm·ebbe cosa grata inviando sottofascia., alla DIREZIONE di CRITICA So– CIALE, Po:::-tici Galleria 23, MILANO i Nume1-i 1, 16, 17, 18 dello scorso anno 19.20. Ringraz'iamf!/1'1,tir.
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