Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

I ORITiOA. SOCIALE; a costituire un gruppo unito e I\ coerdinare tutte re forze proletarie internazionali per un'azione _comune qon– tro il Capitalismo e l'Imperialismo, e a realizzare infine· una vera Internazionale del Proletariato cosciente. Saranno ammessi alla Conferenza di Vienna tutti i partiti che sono usciti dalla Seconda Internazionale e si pongano sul terreno dei principì enunziati in questo ap– pello. Le adesioni debbono es~ere indirizzate, prima del 1 febbraio 1921, al compagno Federico Adler. ' Per preparare quèsta Conferenza e,la discussione del suo ordine del giorno, la Conferenza di Berna ha preso accordi per la nomina di una Commissione di cinque membri che tia~metteranno, entro un termine che sarà fissato, ~ tl\tti i Partiti aderenti, le tesi relative agli ar– gom,rnti compresi nell'ordine del giorno. Friedrich AdJer [Vienna]; Otto Bauer [Vienna]; Ku1t Carnak [Tepliz, Czeco Slovacchia]; Arthur Crispien [Ber– lino]; Paul Faure (Parigi]; Paul Graber (Berna]; Robert Grimm [Berna]; Rudolf Hilferding [Berlino]; August Huggler [Berna]; Francis Johnson [Londra]; Georg Le– debour [Berlino]; Jean Longuet (Parigi]; L. Martoff (Mosca]; Ernst Reinhard [Berna];, ~Uf~ .~osenfe!d ,[Berli– no]; E. Shinwell [Glasgow!; R. C. Wallhead [Manchester]. Berna, 7 decembre 1920. MARTOFF CONTRO ZINOWIEFF el'antitesi frasocialismo e b lscevismo ------•----- Fra i drammatici conflitti di idee e di persone, che in questo agitato momento storico caratterizzano i Con– gressi socialisti dei varì paesi, nessuno forse può assur– gere alll!: grandezza t,ragica del quello oratorio fra Zi– nowie.ff e Marto.ff al Congresso degli Indipendenti tede– schi ad Halle (1). lÌ contrasto delle tendenze, la battaglia per il predominio delle proprie idee ivi si profilava sul tragi"o stondo della presente lotta fra i bolscevichi e gli altri partiti socialisti in Russia: il leggendario duello degli Orazi e dei Uuri'azì, rappresentanti, nello scontro personale, di intere collettività, si offriva ai congressi, sti di Halle come realtà storica, in cui due individui ~rsonificavano i seguaci di opposte tendenze e- conce– zioni, che, se nel resto del mondo s'incontrano sul cam– po delle idee, in Russia cozzano sul non incrue11to tJrreno dell'azione. E la frase di Zinowie.ff: «questa lotta deve essere combattuta•, riaffermata da Martoff, assu- mev_a un im1ressionante carattere di epicità. / Due persone - due tendenze mondiali nel movi– mento operaio. Ma quali queste tendenze? Riformismo e comunismo, diceva Zinowieff; marxismo e romantici– smo bakouniniano, r.ispondeva Martoff, E la questione non è certo soltanto di parole: dietro le parole sta un problema, che appassiona oggi i partiti socialisti di tutto il mondo; dietro la determinazione dei concetti incombe in tutta la sua gravità la responsabilità dell'azione, Por questo anche le discussioni, che possono sembrare teo– riche e, come tali, contenibili sul freùdo terreno del puro esame logico, si accendono del fuoco della passione, inompono coll'impeto delle tendenze volontarie: la teo– ria si converte in praxis storica. E la disputa ùei con– cetti è ben lontana dal potersi considerare vana scola– stica, quando la teoria è premessa e guida dell'azione. Nel definire come riformismo la corrente opposta, Zinowieff intendeva che il nom'l stes!!O ne tJgnìficasse immediata condanna: • se glr operai sono oggidl ancora schiavi, si è perchè non a~biamo ancora cancellato la (I) Il discorso di Martoff fu da noi riprodolla testualmente nel precedente fascicolo di O,-itica Sociale. , (Nota di O. S.) :bnotecaGino Bianco maledetta ereditàdslla putrida ideologia io seno alle nostre proprie file»,hgli esclamava, suscitando fragorosi applausi. I riformisti socialdemoci'atici, socialpatrioti, ecco i sal– vatori della borghesia dalla rivoiuzione comunista, ecco gli uomini della collaborazione col capitalismo sostituita alla lotta di classe, ecco gli alleati del nazionalismo con– tro ~'internazionalità del movimento proletario. E in questo momento di esasperazione suscitata dalla guerra e dalle stre rovine e dalle a-nsiose imp;,.zien,,e di una ra– dicale liberazione del proletariato, delineare così ,la oppo– sizione delle tenilenze, come contl'asto tra quél riformi– smo e il comunismo, è prendersi causa vinta. Per ciò Martoff insorgeva subito, a dichiarare che il riformismo negatore delle grandi lotte storiche è stat9 ucciso e se– polto dalla guerra; e che l'antitesi odi-erna è tra (fedeli seguaci del marxismo (lilon per bigottismo, ma per· in– tima convinzione della sua verità, sempre confermata dal corso della storia) e i credenti in un miracolo so– ciale, i romantici rinnovatori de,l bakouninismo, il cui inairizzo è il principale ostacolo sulla via del socialismo. Ma più oltre, dai dati di fatto, che Marto.ff richia- . mava, sull'azione politica interna ed estera dei bolsce: vichi, sembra levarsi una impensata ritorsione della de– finizione ·accusatrice. Che cosa è il riformismo, contro il quale si scagliano ·i fulmini della condanna? È sopra tutto ed essenzialmente la tendenza alla collàborazione, agli adattamenti, ai destreggiamenti; nei quali la visione del fine, che con questi mezzi ad esso contradÌ!centi si vuol raggiungerP, s'oscura e si cancella, ed ogni devia– zione più grave dalla mèta diventa possibile ed appare giustifis:ata alle smarrite e pervertite cGscienze. Orbene, da che parte, oggi, appaiono questi adatta– me11ti e destreggiamenti di collaborazione? Martoff ri– cordava la simpatia dichiarata e la fiducia concessa sub conditione dal Governo bolscevico al movimen_to nazio– nalista di Enver Pascià, quasi che non fosse del tutto da respingere la teoria della affinità fra lo spirito del Corano e quello del -bolscevismo, proclamata dal Governo versiano. Ricordava la politica di coa]Ìzione coi partiti borghesi, dichiarata nell' Jsvenia da un mini– stro comunista, nel render con\o della formazione della Repubblica Siberiana dell'estremo Oriente; nel cui Go– verno i bolscevichi siea'ono e cooperano non soltanto con•socialisti di destra, ma anche con cadetti già appar– tenenti al Governo di Koltciak. E non poteva ricordare, perchè non ancora avvenuto, l'accordo di Le,nin 'e Trot– ski col Gov«:i;no americano e con Vanderlip per le con– cessioni nel Katntchatka e nella provincia di Arcangelo: il più tipico esempio di' collaborazione col cP.pitalismo, del quale il Governo bolscevico dichiar.t esplicitamente di aver bisogno. « Le concessioni - dice Trotski nel. di– scorso al Congresso dei Soviety rìferito dalla Pravda-for– niscono alcuni sed vantaggi economici, giace/I.ènoì siamo troppo deboli pe1· pote1·ne tm· profitto da noi soli. Anche volen<lo, nou potremmo mai sfrnttare 1\3 enormi ric– chezze torestali di cui siamo possessori •. Che queste concessioni siano serie f?-ansazioni per aver la pace, e garanzia di una politica pacifica, come dice Trotski, o eh~, oome dichiari\ contemJ;loraneamente Lenin nel discorso ·alle organizzazioni comuniste,, pub– blicato dalla Krasnaia Gazeta, « non signifìchino la pace; ma, vicever~a siano la continuazione della guerra sotto un'altra forma•, l'esseuzia,Je si è che ad entrambi il favorire il ritorno ·e lo ·sviluppo del capitalismo nel territorio russo appare una astuzia mefistofelica: « in– tanto (dice Lenin) noi potremo sfruttare bene il capita,_le bo1·ghese. » . Il capitalismo, cui son garantiti, nel suo diritto di esportazione, !a inviolabilità delle concessioni _assicurate /

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